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Autore: HuGmyShadoW    28/02/2014    1 recensioni
Lei. Musicaparolecapellipensierivolaresogno.
Lei. Ancora una volta, una parola di troppo.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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   La sua era una bellezza triste. I suoi occhi, le sue mani, il suo sorriso.

In lei viveva la musica, no, lei era la musica. Con i capelli dorati filati di note e i denti luccicanti promesse. Cosa le mancava? Cosa la completava?

Se stessa?

Cosa c'era ancora a trattenerla? Un terrazzo vuoto e un cornicione? La paura del vento contro il viso? Forse il terrore di sporgersi e vedere.

Rimaneva.

C'era ancora Tanto da vivere e da fare. E lei, dolce ostinata, lo lasciava lì dov'era, intatto.

Non aveva senso agitarsi, affannarsi, provarci; cadere. Non aveva Senso. O magari invece ce l'aveva, ed era così semplice e spontaneo che proprio per questo lei non lo capiva.

   La sua era una bellezza triste. I suoi occhi, le sue mani, il suo sorriso.

Scriveva frasi intere con la sua calligrafia, parole sempre più dimesse e scivolose; mani fibrose di ottantenni che non vivevano che negli ultimi istanti di respiro come vetro; macerie di edifici ammucchiati sull'altro, non più importanti di una palla di plastica sporca; pezzi di puzzle smangiati dagli orli che non combaciavano più.

Lei stessa si sentiva sporca; usata; violata e poi abbandonata sul selciato interrato di bugie.

Lei. Un paio di ali rubate sulla schiena e un sorriso che sapeva di ferro in tasca. Davanti, un enorme, incolmabile buco nero.

Lei. Musica. Lei. Pensieri. Lei. L'ennesimo punto di luce inghiottito dall'ingordigia.

Salire sul tetto, guardare in alto, volare.

Salire sul tetto, guardare in alto, cadere.

Qual è la differenza? Chi può dire dove la luce smette di brillare?

Lei. Cerca il sorriso dell'ultima stella anche se sotto le nuvole non la può trovare.

La Vita l'aveva sempre chiamata a gran voce fra le sue braccia di morbide spine. Lei, semplicemente, chiudeva gli occhi e si tappava le orecchie, preferendo abbandonarsi all'immobilità dei sogni.

Lei. Stendeva le braccia al sole e mandava un bacio alla luna.

Troppo giusta per un mondo così storto. Troppo storta per un'esistenza priva di ali e piume.

Lei. Musicaparolecapellipensierivolaresogno.

Lei. Ancora una volta, una parola di troppo.

   La sua era una bellezza triste. I suoi occhi, le sue mani, il suo sorriso. Quando passava si lasciava alle spalle una scia di profumo agrodolce. E di quella tristezza godeva.

   
 
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