Never let me go, part six.
Another pain
La sera del nostro Live improvvisato, cantai finchè
non ebbi più fiato. Cantai ogni canzone che conoscevo, ogni melodia che mi
venisse alla mente… con l’unico scopo di rimandare il momento inevitabile in cui
avrei dovuto far ritorno a casa, e quell’incanto,
un po’ come nella favola di Cenerentola, sarebbe svanito.
Quando poi, ancora leggermente su di giri strisciai silenziosamente nella mia
camera, temevo che nii-san mi avesse ripresa, o
almeno richiamata per il mio ritardo.
Invece si limitò a rivolgermi un cenno della mano e
consigliarmi di andare a letto, perché a suo dire, “domani sarebbe stata una
giornata dura”. Inizialmente non capì a cosa si riferisse…
probabilmente, ipotizzai, non voleva cancellare l’enorme sorriso che finalmente,
dopo mesi mi illuminava.
{ Kuchiki Rukia }
Quando
quella mattina Rukia aprì gli occhi, sentiva ancora
su di se la percezione tangibile del calore che l’aveva avvolta la sera
precedente, mentre con le mani strette in grembo e gli occhi socchiusi, modellava
il suono della sua voce su quello dolce e rassicurante della chitarra di Ichigo.
Spostò le
coperte, poggiò i piedi nudi sul pavimento freddo… e per un attimo temette che
quel calore potesse abbandonarla. Anzi, ne fu sicura: l’avrebbe abbandonata in ogni caso.
Aveva
compreso tempo fa che niente durava per sempre e non avrebbe commesso lo stupido errore
di illudersi un'altra volta…
Eppure,
si aggrappò con tutta se stessa a quel calore, tentando di tenerlo accanto a se
il più a lungo possibile.
L’eccitazione
che l’aveva fatta sentire viva durante la notte appena
trascorsa andava lentamente scemando, lasciando il posto alla solita sensazione
di leggera apatia e disagio, insieme
alla percezione di star vivendo una vita che pareva appartenere a qualcun
altro.
Tentando
di ignorare questi pensieri, sfilò il pigiama con enorme lentezza e indossò dei
vestiti puliti. Scese le scale, tenendosi saldamente al corrimano e facendo attenzione ad ogni singolo passo.
Di
domenica Byakuya non doveva lavorare, perciò lo trovò
accomodato al tavolo della cucina. Si aspettava almeno qualche allusione al suo
ritardo della sera precedente, magari addirittura un rimprovero…
Ebbe sentore non appena messo piede
nella stanza che c’era qualcosa che non andava.
Suo
fratello infatti, alzò appena lo sguardo verso di lei
e mormorò un “buongiorno”, prima di ritornare a fissare il vuoto con aria
assente.
E’ arrabbiato con me? Sarebbe stato
normale, si disse.
Prese posto a tavola e addentò un toast mezzo
bruciacchiato.
-Oggi
colazione stile occidentale, niisan?- Domandò, un po’
per spezzare il silenzio, un po’ per autentica curiosità.
Byakuya
mosse il capo impercettibilmente, le rivolse un sorriso affabile. [Strano] –Si. So che ti piace-
-Ehm,
già.-
Strano,
ancora più strano.
Le
nascondeva qualcosa? Si fissò ad osservarlo, ma lui non parve rendersene conto.
Probabilmente il tutto era collegato alla misteriosa sparizione del giorno
precedente… oppure al suo comportamento?
Lo osservò
ancora, con ostinazione, finché non colse qualcosa nel suo sguardo.
Qualcosa che le rivelò che Byakuya era preoccupato. Per cosa
non riuscì ad immaginarlo,
ma si convinse che fosse cosi.
-Nii-san.. sei silenzioso, c’è per caso qualcosa che non va?-. Parlò con enorme
cautela, tentando contemporaneamente di assumere un tono puramente casuale e
disinteressato, come se la risposta non le interessasse particolarmente.
Come in
stato di trance, Byakuya
sollevò gli occhi e li fissò in quelli della sorella, con un insistenza che la
mise a disagio. “vuole dirmi qualcosa. O meglio, c’è qualcosa che non riesce a dirmi”
Ne fu
certa in quel momento. Si trattava certamente di qualcosa che riguardava lei,
qualcosa di doloroso. Ebbe la
percezione lontana –sempre più vicina e tangibile- che quel qualcosa avesse
a che vedere con la ferita che stava tentando tanto dolorosamente di risanare.
Forse fu
per questo e per il turbine di pensieri che la travolse
in seguito che fece ciò che fece.
Restava in
silenzio, le pupille leggermente dilatate e il cervello incapace di pensare a
niente di razionale. Conosceva fin
troppo bene suo fratello da essere certa di cosa riguardasse
ciò che doveva dirle.
Pur
sforzandosi, non riuscì ad emettere nient’altro che un sospiro strozzato.
-Parla, niisan-
Lui si irrigidì per un attimo, in cui la consapevolezza che la
sorella avesse intuito si fece strada nella sua mente.
Parlò con
lentezza. Lentezza nauseante ed innaturale. –Sono stato al nostro paese-.
A quelle
parole Rukia sentì un senso di nausea salirle su,
lungo la gola, e una scossa al cuore che la lasciò come paralizzata. Non voleva
ascoltare il seguito.
Byakuya stava ancora parlando?
Non
riusciva a rendersene conto. La sua mente era affollata di voci, immagini.
Pianti, risate, grida, urla, sangue e lacrime… e un sorriso. Un sorriso tanto
serafico e colmo di gioia da disgustarla terribilmente.
Apparteneva
a lei stessa, era il sorriso della Rukia che si era
lasciata alle spalle. Non riusciva ad immaginare di essere stata davvero quella
persona, di aver creduto di poter essere felice
per sempre.
Non lo
sapeva dannazione, non lo sapeva che quelle due parole non esistono
nella stessa frase?!
Byakuya parlava ancora?
No, era in
silenzio.
La
osservava. Premuroso e preoccupato come solo un fratello maggiore può essere.
-Rukia?
Stai bene?-
-Si-. Non
seppe da dove le arrivò quell’impeto di coraggio.
–Continua-
Se ne
pentì un attimo dopo.
Byakuya
pronunciò tutto in un soffio, senza guardarla negli occhi. –Sono tornato al
nostro paese, e,… Rukia,
hanno trovato la cassetta-.
L’ultima
frase la colpì come una palla di cannone. Fu come ricevere un pugno in pieno
stomaco.
Temeva di
piangere, ma non successe. Le lacrime restarono bloccate agli angoli degli
occhi, paralizzate, mentre le spalle si alzavano e si abbassavano al ritmo di
singhiozzi asciutti e dolorosi.
Byakuya
stava parlando.
Temeva che
glie lo chiedesse.
Per favore, per favore,
per favore, non farlo…
-Rukia,
vuoi vederla?-
-NO!-
Urlò, più
forte che potè.
Non
voleva! come poteva Byakuya
pensare che volesse guardare quella cassetta?
Sarebbe
stato come morire.
Rivederlo.
Rivederlo
solamente su uno schermo, e sapere che al mondo, in ogni angolo della terra,
lui non c’era più, e che l’unica immagine restante di lui era incisa su quel
nastro… come avrebbe potuto sopportato?
Semplicemente,
non avrebbe potuto.
Urlò
ancora, con tutto il fiato che aveva dentro.
-Rukia!
Rukia, calmati!- Le intimò Byakuya,
tentando inutilmente di accarezzarle i capelli.
-LASCIAMI!- Colpì la mano del fratello con forza.
Sentiva
gli occhi bruciare, ma non c’erano lacrime.
Voleva
solo correre.
Correre e
scappare da tutto.
Era
egoistico? Era forse da codardi?
Non le
importava di niente.
Tutto ciò
che desiderava era semplicemente chiudere gli occhi e addormentarsi per sempre,
dimentica di tutto… e lontana da ogni sofferenza.
Tutto ciò desideravo
in quel momento, era unicamente non dover soffrire mai più. Mi chiedevo se
sarei riuscita, un giorno, a pensare a Kaien come ad
un qualcosa di bello ed indimenticabile nel mio passato senza scoppiare a
piangere, o comunque deprimermi in qualche modo.
Perché ciò che ci
è stato strappato non ci verrà mai più restituito, giusto?
***
Oddeo,
ci ho messo due
settimane per scrivere
questi pochi righi? ò_ò
In realtà
ho fretta, il capitolo avrebbe dovuto continuare ancora ma
preferisco postarlo adesso xD
Perdonatemi,
please ç.ç
Rukia
continua a deprimersi, lo so, ma non sarà sempre cosi.
Stà attraversando un momento difficile <.<
Insomma,
passa dalla gioia alla disperazione all’ improvviso, è
proprio strana XD
Benny: Ma
BBBBBBBBBB ç_ç come puoi odiare il caro Ren? Te l’ho mai detto che è uno
dei tipi che adoro più al mondo? *__* Takumi invece ò_ò prima mi piaceva, ora mi stà
totalmente indifferente X3
Queen: Oddio,
ma davvero ti piace cosi tanto questa fic? *__* Me onorata
X3 Spero di non aver rovinato tutto con questo chap,
in cui , a dire la verità, Rukia
mi sembra un po’ forzata <.< forse sarà perché l’ho scritto di fretta XD
Kaggu: VIVA LE MITEEEEEEEEEEEEH! <-- Oddio, quanto di quoto Kaggu XD Per Renji, ripeto, aspettate
XD so già quando farlo entrare in scena X3
Lynn: ma non scleri per niente oneechan (?), tranqui XD che
dire, grazie *-* lo so che è disperata, povera Rukia,
ma se non la faccio deprimere non riesco a scrivere XD alla fine diventerà una
ragazza felice, su ù.ù
Alessandra: dall’Olanda? *O* come è? XD grazie per il 10 e lode, spero di non prendere un
5 per questo chap °O°
Killer Queen 7: hn, arigatoo
*___* perché non ti piace Renji? Sei una delle poche ò_ò è quasi impossibile non amare quel ragazzo, che anche se non sembra è cosi dolce XD a me fa tanta
tenerezza *_*
Spero
ti sia piaciuto il chap <3
Yue: simile a Nana? *______* oddeo,
magari *O* lo sai che è il mio obbiettivo più grande creare qualcosa di simile
a Nana, no? °O° *me va via zampettando*
Al prossimo, sperando che sia meglio di
questo <3