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Autore: SaraRocker    01/03/2014    2 recensioni
storiella -rigorosamente- Spuffy
Ambientata alla fine della seconda stagione. Buffy e Spike si sono alleati per sconfiggere Angelus, ma seppure i due riescono a salvare il mondo, Angel non riacquista la sua anima e Spike non riesce a riottenere la sua Drusilla.
I due alleati sono quindi costretti ad evadere per la loro sopravvivenza, legati da un patto di sangue fatto poco prima della battaglia.
-Estrattp cap.9-
-Drusilla si portò a sedere contro la testiera del letto, gli occhi imperlati di lacrime "Odori di lei... Sei impregnato di lei... Dentro, fino alle viscere." sibilò indicandolo. La mano tremante.
"Stai delirando"
"No, William... Lei ti entrata dentro più profondamente di quanto abbia mai fatto io..." gli rispose poi, troncando immediatamente ogni suo pensiero e sgombrandogli istantaneamente il cervello.
"Sin da quando l'hai vista la prima volta... Lei ti ha ossessionato" proseguì Drusilla, non potendo nascondere un profondo dispiacere nella sua voce "Dicevi di odiarla, perchè avevi paura di ammettere di amarl-" "Stai dicendo idiozie!" la interruppe improvvisamente, gridandole contro con disprezzo, in bilico di fronte ad un precipizio spaventosamente profondo.-
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Buffy Anne Summers, William Spike
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Promise

-La Mia Vita








Erano in viaggio da ore ormai quando la notte calò nuovamente.

Non appena erano evasi dal piccolo monolocale, Buffy e Spike si erano diretti velocemente verso l'appartamento di Xander e Willow. Entrambi sapevano che Angelus era un nemico forte e meschino e dopo come, poco prima, li aveva distratti, non era difficile immaginare quanto ancora sarebbe stato in grado di giocare con le loro menti. 
Avevano fatto irruzione dai due amici e, dopo avere raccontato loro l'intero accaduto, erano fuggiti tutti e quattro sull'auto di Spike.  Direzione? Il più lontano possibile da Los Angeles, anche in Europa se fosse stato necessario. Fortunatamente, la gemma di Amara permetteva al biondo di non arrestare il proprio passo sulle strade asfaltate della california, ed il fatto che -per l'appunto- fosse un vampiro, significava che non necessitava quanto un essere umano di dormire. Altro enorme vantaggio nell'avere Spike alla guida.

Eppure, nonostante fossero riusciti ad evadere dalla città ed il peggio fosse passato, il vampiro e la cacciatrice non si erano più rivolti la parola. Questo era passato indifferente a Xander, ma non alla rossa, che alle volte, dal sedile posteriore, lanciava occhiate ad entrambi per mezzo del finestrino retrovisore. Poteva avvertire la tensione tra i due sulla sua stessa pelle, e le sembrava surreale l'idea che il moro, al suo fianco, non percepisse nulla. I soli sguardi che si erano lanciati erano stati freddi od intimoriti, pieni di vergogna o mortificazione, e la curiosità premeva con prepotenza nella sua mente. Voleva domandare cosa fosse accaduto, ma era ben al corrente che la questione non fosse fatto suo. 
Dopo ore di continuo silenzio, Willow si limitò ad abbandonarsi contro lo schienale e ad iniziare a sfogliare uno dei tanti libri di incantesimi e maledizioni che era riuscita a portare con sé. Era stata costretta ad abbandonarne buona parte per fuggire in fretta, ma era riuscita a salvarne un paio -quelli più voluminosi- e, nonostante tutto, ne era fiera. Iniziò a leggere una volta raggiunto un capitolo chiamato 'Riti e trasfusioni'.

Buffy, nel frattempo, dentro la sua mente avvertiva solo che un continuo brusio contorto e rabbioso misto ad urla e critiche, tutte indirizzate a lei. Venire a conoscenza di ciò che il biondo ossigenato aveva fatto alla sua stessa madre -il fatto che l'avete uccisa in chissà-quale modo- la rabbrividiva. Eppure, molto più di questo, il fatto che lei fosse ceduta al fascino di quell'essere, e a lui in generale, con tanta leggerezza, la faceva sentire un'ingenua. Quando, esattamente, aveva dimenticato che Spike era sinonimo di morte? Quanto aveva lasciato da parte il pensiero che lui era il suo nemico mortale? La sua nemesi?
Era sempre stata certa che, se mai fosse morta per mano di un demone, sarebbe stata a causa di quella di Spike, eppure aveva accantonato quel pensiero di recente. Ma, facendolo, aveva commesso  un errore.
Probabilmente, per una volta, avrebbe dovuto essere grata ad Angelus o Angel che fosse, per averle rivelato una simile verità. L'aveva fatta risvegliare da una menzogna nella quale si stava crogiolando da troppo tempo, e se ne sentiva disgustata. Avvertiva ribrezzo di se stessa e per ciò che aveva fatto. Si sentiva sporca sapendo che, semplicemente avvicinandolo, avrebbe avvertito le scariche di eccitazione attraversarla. Sentiva questo e molto altro, e non era affatto giusto, o decente.
Si sporse maggiormente contro il finestrino, fino ad appoggiarci contro la propria chioma bionda. Avvertì il contatto con il vetro fresco, ed immediatamente un brivido le attraversò la schiena. Abbassò lo sguardo sull'asfalto che stavano percorrendo ormai da ore. Il sole era iniziato a sorgere proprio in quel momento, e gli occhi di lei avvertivano già il tipico bruciore mattiniero a causa della troppa luce. Li assotigliò infastidita, per poi sospirare. 

Spike, dall'altra parte, si sentiva completamente a disagio. Il suo solo desiderio era parlare con la cacciatrice e spiegarle la verità, incerto persino lui se ella l'avrebbe compresa a pieno, ma sapeva che non avrebbe potuto rivolgerle la parola in quel momento, di fronte agli amici di lei. 
Aveva notato l'improvviso distacco che Buffy aveva forzato tra i due, e ne sentiva il peso. Avvertiva un perpetuo fastidio all'altezza dello stomaco, ed era certo che tutto ciò che gli servisse per alleviarlo fosse sfogarsi. Ma come poteva?
Lanciò uno sguardo al finestrino, incontrando il volto della rossa ripiegato su uno dei pochi libri che era riuscita a recuperare, per poi spostarsi su Xander, ormai con gli occhi sull'orlo di cedere al sonno. Non era la situazione migliore per proclamare per l'ennesima dannatissima volta il suo amore per la cacciatrice -non perchè se ne sentisse in imabarazzo, ma era certo che lei non volesse che i suoi amici sapessero-.
Serrò le mani attorno al volante con rabbia. Doveva sfogarsi, sentiva il disperato bisogno di compire qualcosa, ma non lo fece. Non diede un colpo veloce al volante, né tantomeno imprecò sottovoce, troppo impegnato a sembrare 'normale'. Posò qualche momento lo sguardo su Buffy. Si era accovacciata contro il finestrino, non degnandolo minimamente di attenzione. Non lo aveva più guardato da quando Angel le aveva rivelato di Anne. Sospirò ormai con la pazienza sull'orlo di esaurire, per poi notare, sul fondo della strada, un cartello. Sorrise.
"Ehy, credo sia il caso di fermarci qualche minuto" si limitò a dire il vampiro, sperando di sembrare quanto più pacato possibile, probabilmente malriuscendoci. Avvertiva i suoi stessi nervi tesi dolergli.
Willow alzò lo sguardo, per poi annuire qualche momento, accondiscente di fronte l'idea. Buffy, invece, esibì un'espressione tutt'altro che concorde.
"Perchè dovremmo fermarci?"
"C'è un autogrill tra pochi metri, love" rispose, ostentando ovvietà, Spike. Lei lo fulminò con lo sguardo prima di lanciargli un'occhiata decisamente provocatoria, che spinse il biondo ossigenato a parlare nuovamente "Cibo, acqua, bagno... Sai no? Quei tipici bisogni umani. Non dovrei essere io l'esperto" tentò di ironizzare, ben sapendo non fosse il caso di incalzare troppo sul loro vicendevole nervosismo. 
Lei non fece in tempo a replicare, che ormai l'auto si era fermata. Xander e Willow scesero immediatamente: lui diretto verso il bagno, e lei al negozio di alimentari. Spike estrasse semplicemente una sigaretta, per poi portarsela alle labbra ancora in cerca del proprio fidato accendino.
La cacciatrice si limitò a scendere dall'auto e fare qualche passo. Il tentativo, però fallì. Presto Spike le fu al fianco. Ora la sua sigaretta era accesa, e dal fondo di essa fuoriusciva quel fumo che tanto le infastidiva il naso. Storse la bocca disgustata.

"Puoi lasciarmi in pace, Spike?" domandò lei decisamente nervosa, tentando di aumentare il proprio passo, pur essendo decisamente consapevole di quanto impossibile fosse, fare stancare un vampiro.
"No, voglio parlarti"
Lei, udendo quella risposta tanto risoluta, si fermò immediatamente. Si voltò verso di lui, il viso severo e freddo "Quindi... Hai deciso di raccontarmi la storia intera? Non so quanto potrebbe interessarmi..." iniziò a sfidarlo con ironia ed acidità "Oppure, vuoi dirmi nuovamente che mi ami? Perchè, sappilo, stento a crederci"
Lui digrignò i denti in un'espressione decisamente animale "Sei davvero-" "Cosa?" incalzò la bionda, in attesa che lui parlasse.
"Una bambina" disse sinceramente il vampiro, sorridendole spietato ed infastidito. Litigare con Buffy era davvero estenuante, eppure in momenti come quello, si sentiva in dovere di farlo. Doveva farle capire quanto infantile fosse, così che potesse anche arrendersi ad ascoltarlo.
Lei annuì qualche volta, per poi sorridere falsamente "una bambina..." ripetè lei, mordendosi il labbro inferiore "E perchè mai, sentiamo" aggiunse poi, facendolo sospirare sollevato. Quello era lo sbocco di cui lui necessitava.
"Pretendi sempre di avere ragione, anche ora... E non sai nemmeno la verità! E dubiti del mio amore" Le spiegò realmente deluso da lei, cosa che -per qualche momento- la spaventò "Angel ha giocato con la tua testa e tu ci sei cascata, ed ora-" "Mi stai dicendo che non hai ucciso tua madre?" lo interruppe, facendolo irrigidire qualche momento di fronte le possibilità che gli si prospettavano d'innanzi: mentirle o dirle il vero? 
L'uomo sospirò, allontanando qualche istante il filtro della sigaretta dalle proprie labbra "No. Quello è accaduto realmente... Ma non è come pensi tu"
Lei, che sentendolo parlare di giochi mentali aveva realmente sperato nella sua innocenza, udendo quella dichiarazione, si sentì più ingenua che in precedenza "Ah davvero? E come sarebbe? Ti sei limitato a tagliarle la testa?" domandò nuovamente sarcastica "Non hai riso del suo sangue? Non ha-" "Smettila, ragazzetta!" la interruppe lui, ora realmente furioso. Buffy parlava a sproposito, e di argomenti troppo delicati perchè lui potesse accettarlo con tanta leggerezza. Improvvisamente, il suo folle amore stava combattendo con un avversario temerario come l'odio nei confronti di quelle sentenze appena pronunciate da lei.
"Tu non sai nulla!" le inveì contro "Come puoi permetterti di parlare in questo modo? Non sai niente di me! Tu non c'eri! Non c'eri cento anni fa, quando tutto accadde, non sai il motivo per cui l'ho dovuta uccidere! Non sai cosa provo, né quanto straziante è stato... Non sai il dolore che si prova quando sei costretto a portare fine alla vita di tua madre...." si ridusse a sussurrare lui, mentre la canzone che la donna gli cantava sempre gli attraversava mente e cuore. Il vecchio William probabilmente avrebbe pianto, si sarebbe inginocchiato a terra pregando un qualche Dio di sgozzarlo, ed avrebbe tentato di uccidersi, ricordando solo in un secondo istante come 'l'essere vampiro' lo portasse ad una vita eterna. Lo Spike di quel momento, però, restava in piedi, gli occhi solitamente tanto azzurri, d'improvviso più chiari ed opachi, e l'espressione tesa e rabbiosa.
Lei ascoltò le sue parole graffianti, colme di dolore, disprezzo e colpevolezza di sé. Improvvisamente si sentì in dovere di ritirare le proprie accuse, ma non lo fece. Infondo lui lo aveva ammesso. Spike aveva ucciso sua madre. Eppure, se prima non le interessava conoscerne le dinamiche o la ragione, ora bramava perchè lui gliele raccontasse.
Lui abbassò il volto a terra, per poi voltarsi sospirando amaramente. Buffy vide la sua schiena allontanarsi desolata "Spike!" lo chiamò confusa, scuotendo il capo e sospirando nervosa, sapendo di essere ceduta. Lui non si voltò.
"Spike!" questa volta lo seguì. Non appena gli fu di fronte, cercò il suo sguardo opaco e spento "Raccontami la storia..."

Si erano seduti sul cofano dell'auto scura, e lui -troppo goffo per potere realmente essere un demone- aveva abbassato il volto e deglutito a vuoto. Lo sguardo color smeraldo della cacciatrice gli accarezzava ogni curva del profilo, ispezionandolo attentamente. Spike sospirò prima di parlare.
"Io... Io provengo da una famiglia di piccola nobiltà" esordì, alzando il viso ed ispezionando con aria assente un punto imprecisato di fronte a lui "Avevamo abbastanza denaro da permetterci una villa in un quartiere londinese, ma non abbastanza per indire balli prestigiosi, capisci?" domandò a lei, pur non cercando apertamente il suo sguardo, realmente spaventato. Eppure, nonostante questo, lei annuì comunque, convinta che, nonostante lo sguardo turchese di lui non fosse su lei, egli potesse percepirla comunque.
"Eppure, nonostante questo, facevamo parte dell'altà società londinese. Mia madre si era profondamente penata pur di entrarne a far parte"
Buffy ascoltò attenta, notando come la vita mortale di Spike si differenziasse da quella di Angel. Il biondo di fronte a lei era stato dunque un gentiluomo? Da quanto ne sapeva la ragazza, il moro in vita era stato solo che un uomo orribile, sempre in cerca di donne, e poco rispettoso nei confronti degli altri. Le sembrava incredibile pensare a William Il Sanguinario come ad un ragazzo con indosso un completo, capelli impomatati e postura dritta.
"Perciò, non appena lei si ammalò, io mi offrii immediatamente come suo successore" tornò a parlare il ragazzo "Vedi, devi sapere che ricevevamo innumerevoli inviti ad eventi e mostre, e non presentarsi era una sorta di..." prese una pausa riflettendo "Mancanza di rispetto" concluse.
Buffy storse il labbro incuriosita da un particolare all'interno della questione "Tua madre si ammalò?"
Spike, per la prima volta da quando aveva iniziato a narrare quella storia, si voltò verso la giovane, sorridendole leggermente "Da' tempo al tempo, cacciatrice. Arriverò anche a questo"
Lei annuì semplicemente, non aggiungendo altro, mentre il vampiro tornava a contemplare quel punto invisibile che tanto lo attirava.
"Non volevo fare perdere alla mia famiglia la celebrità che si era conquistata, perciò iniziai a patrecipare a balli e frequentare dibattiti, ma purtroppo non ero esattamente... Popolare" Sorrise lui, ricordando gli innumerevoli modi in cui lo schernivano per le sue poesie orribili e per la sua innata goffaggine.
"Eppure, nonostante tutto, continuai a frequentare quegli eventi... Per mia madre. Sapevo che le restava poco da vivere. Il medico ne aveva parlato chiaramente... 'tenetela al caldo, possibilmente in un luogo vicino all'ospedale, non deve uscire'..." mormorò il biondo, ripetendo le esatte parole che, più di un secolo precedente, un prestigioso medico londinese gli aveva rivolto. Buffy lo osservò attenta. Voleva domandare di quale malattia si trattasse, ma non disse nulla, certa che presto sarebbe stato lui stesso a parlarne.

"Non ricordo tutto perfettamente." tornò a parlare dopo poco il biondo "Sai.. La villa era grande e c'erano moltissime stanze nonostante fossimo solo in tre, contando anche la domestica. Eppure, c'è una cosa che ricordo davvero nitidamente..."
"Cosa?" domandò lei, davvero curiosa, facendolo sorridere malinconicamente.
"Il bagno. Sai... Lo specchio si poteva aprire, e dentro esso vi erano farmaci. Ricordo così tante scatole, alcune vuote, altre ancora da aprire. Avevamo almeno quindici confezioni di sciroppi -i più costosi-, ma mia madre ne prendeva sempre e solo mezzo cucchiaino, certa che fossero inutili" Si morse qualche momento il labbro, fino a farlo quasi sanguinare "E le pastiglie... I-Io le sistemavo sempre, attento che lei non si sbagliasse." mormorò afflitto dal dolore.
Improvvisamente, senza alcun avviso, si voltò verso la cacciatrice. Il volto del vampiro era divenuto una maschera di dolore e, nonostante non stesse affatto piangendo, Buffy ne sentiva quasi il tanfo, delle lacrime nascoste. Lo osservò spaventata, poi gli sorrise, sperando di incoraggiarlo, in attesa di sapere.
"Tubercolosi" mormorò infine Spike "Mia madre era affetta da una grave forma di tubercolosi, all'ultimo stadio"
"Oh..." si lasciò semplicemente sfuggire la cacciatrice, realmente incerta sul come reagire. Non vi erano più malattie del genere, e non poteva certo immaginare cosa si provasse nell'avere un familiare infetto eppure, osservando semplicemente il viso del biondo, poteva chiaramente intendere quanto forte fosse la sofferenza.
"Mi dispiace" aggiunse dunque in un soffio spaventato. Non aveva mai visto Spike tanto debole, con tutte le proprie difese abbassate. Era certa che se un demone lo avesse attaccato in quel momento, lui non avrebbe reagito affatto.
Lui asserì con il capo qualche volta, per poi tornare a parlare "Ti ringrazio, cacciatrice... Ma la storia non è ancora finita"

"Una notte divenni vampiro"
Era tornato a parlare, leggermente più composto di quanto lo fosse in precedenza. Aveva smesso di osservare incantato il vuoto di fronte a sé ed i suoi occhi erano divenuti più svegli ed astuti. Buffy ne era stata quasi sollevata.
"Non tornai a casa per giorni, completamene euforico di fronte la mia trasformazione... Da nullità ero divenuto una sorta di dio!" esclamò, ricordando l'autostima e la forza che in quei primi giorni avevano troneggiato dentro di lui "William Pratt, il giovane e patetico poeta fallito era stato sostituito da un nuovo essere, più forte e sicuro di sé stesso" sorrise trionfante il ragazzo.
"Eppure... Dopo qualche giorno, mi sentii in dovere di tornare a casa, da mia madre." tornò a parlare severo, mortificato di fronte la gioia che solo pochi secondi prima stava ostentando "Era malata ed io non volevo vederla morire... Perciò i-io tornai a casa e... E la trasformai." si lasciò sfuggire senza fiato, sconvolto da ciò che aveva commesso, come lo stesse realizzando solo in quell'istante. Effettivamente, ogni volta che ripensava a quel momento si sentiva così. Si sentiva più mostro di quanto effettivamente non fosse, e desiderava solo tornare indietro ed uccidersi.
 "Volevo che lei vivesse... Non volevo che morisse" cercò di giustificarsi spaventato, quasi tremante.
"I-Io credevo di aiutarla"
"Ma non lo hai fatto, ho ragione?" domandò Buffy, capendo improvvisamente l'afflizione che il ragazzo aveva provato. Spike non aveva mai voluto privare della vita sua madre; era ignaro di ciò che sarebbe successo una volta trasformata.
"Pienamente ragione, love." ammise lui, completamente stravolto "Il demone aveva preso possesso di lei. La donna davanti a me non era più mia madre e... Diceva cose" mormorò il ragazzo corrucciando lo sguardo sofferrente "Parlava di me... E-Ed io... Io l'ho uccisa. Non era lei, non era Anne Pratt, nobile signora elegante e posata. Era un mostro. Ed anche io lo ero. Anche io lo sono" soffiò infine, deglutendo a vuoto improvvisamente privo di forze. Sentiva di essersi liberato di un peso, ma era anche spaventato. Buffy lo aveva ascoltato in silenzio, intervenendo solo rare e volte, e lui aveva paura di un suo giudizio. Ne era terrorizzato. 
Udire la voce di lei d'improvviso lo fece quasi tremare.
"Non avevo mai sentito una storia simile..."
Le parole di lei lo colpirono. Non aveva il coraggio di cercare i suoi occhi chiari, e perciò non poteva vederne il viso, ma il tono appena mormorato non lo aveva rassicurato affatto. Voleva sentirla nuovamente dire qualcosa, in modo da potere appurare che le sue cattive presunzioni non fossero vane, ma lei non aggiungeva nulla.
Improvvisamente la sentì scendere dal cofano dell'auto e muovere qualche passo sull'asfalto.

Se ne stava andando?

Alzò lo sguardo, pronto ad incontrare la sua schiena allontanarsi, ma invece tutto ciò che vide fu il suo viso esattamente di fronte a quello di lui.
"Cosa-?" "Shh..." Lei lo interruppe sorridendo "Avevi ragione. Ho parlato a sproposito... Non avevo mai sentito di un vampiro fare una cosa simile e... Mi dispiace per non averti creduto... Mi dispiace per tua madre."
Lui restò in silenzio, incapace di replicare. Osservò il viso splendido della ragazza, i capelli che le incorniciavano il volto. Vide i suoi grandi occhi verdi osservarlo, ed immediatamente abbassò lo sguardo sulle sue labbra, semiaperte. Si avvicinò lentamente, come preoccupato di spaventarla, per poi premere la propria bocca contro la sua, in un disperato tentativo di avvicinamento.





 
Angolo dell'autrice!

Ciao a tutti! Spero vi sia piaciuto il capitolo e spero lascerete qualche recensione ^^

Mhhh... Angel è furioso, sappiatelo, e i nostri amici hanno poco tempo per studiare un piano! In questo capitolo c'era un piccolo indizio su come andrà ad evolversi la vicenda, ma... Non dico altro! Alla prossima!
  
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