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Autore: hugmeJoshua    01/03/2014    0 recensioni
Peeta e Katniss sono tornati al 12. sappiamo cosa fanno e come finisce. ma cosa succederà in seguito?
''resti con me'' ''promettilo'' ''sempre''
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo tre
Annie è ancora sulla soglia della porta. Io e Peeta rimaniamo per pochi secondi a guardarla prima che lei abbia un’ espressione interrogativa. Sono passati circa due anni, e quindi rifletto sull’ eta del minuto Finnick. Li facciamo entrare e chiediamo ad Annie di seguirci fino alla fine del corridoio, in cucina, mentre chiedo al piccolo come si chiama.
timido risponde:
— Sammy.
Gli sorrido e poi mi rivolgo a Peeta:
—offri qualcosa, io vado a togliere il dvd dalla tv.
Peeta annuisce e apre l’anta della dispensa, mentre io rifaccio la strada e vado in salotto. Tolto il DVD e ritorno in cucina. Sulla grande tavola c’è una teiera ricamata da Peeta con dei fiori in blu e rosso, e tre piccole tazzine ricamate nello stesso modo.
— Ah, quasi dimenticavo. Dice Peeta.
 Cammina verso la dispensa, ancora aperta, e il piccolo Finnick gli corre dietro, aggrappandosi alla gamba sinistra. E con una acuta vocetta dice :
— Voglio portarlo io zio.
A quell’ultima singola parola, sento dentro uno strano mal di pancia, che sale fino alla gola, per poi uscire sotto forma di lacrime. Non ho pianto, sono rimasta forte e ho trattenuto il respiro per qualche minuto. Il piccolo viene verso il tavolo con un barattolo di zucchero, più grande di lui. Con le braccia riportate in alto cerca di appoggiarlo sulla tavola. Mi sento in dovere di prenderlo tra le mani e farlo sedere sulla sedia che si trova a capotavola, e così faccio. Con la mia mano destra cerco di aprire il barattolo.
— Voglio provarci io.    Mi dice con un sorriso.
Ricambio il sorriso, e rimaniamo tutti e 3 a fissarlo mentre fa smorfie per cercare, con quelle minute manine, di aprire il barattolo. Dopo vari sforzi, il coperchio incomincia a girare.  Non è zucchero fine. Sono zollette. Doppi quadratini gustosi di zucchero. Sammy ne prende uno e lo fa cadere bruscamente nella tazzina della mamma, poi, rivolgendosi a me, con la solita vocetta e i dentini sporgenti in avanti dice:
— Zia, vuoi una zolletta di zucchero?
Oh cristo. Credo proprio di sentirmi male. Probabilmente l’ espressione di Annie è impassibile perché non ha avuto l’occasione di sapere di quello che successe prima della parata dei tributi. Lo risento, ma più forte, e più fastidioso, il movimento di membra che riuscirebbero anche a farmi vomitare. I nostri sguardi si incrociano, quel sorriso così piccolo che non avresti mai creduto che contenesse tanta felicità… e dolcezza. Ecco. Era l’ultima cosa che avrei voluto. Sento il mio viso travolto da una lacrima, be’ ben presto da due, o tre. Me la scosto immediatamente con un rapido gesto della mano destra. Gli do un piccolo bacio sulla fronte e sussurro:
— Certo.
Peeta per chiudere questo scenario chiede ad Annie:
Sospira.
— Be’, allora, come mai questa visita?
— Ehm, diciamo che mi siete mancati. No, vabbene, dico la verità.
Gli occhi stanno incominciando ad essere lucidi.
— Sono venuta per ringraziarvi.
— Per cosa? Le dico.
— Sapete per cosa, e comunque… per tutto insomma.
—  Le perdite sono delle grandi conquiste. Sembra una cosa triste, o in altri casi anche positiva, ma è la verità. Dice Peeta.
— Rimanete qui? Le chiedo.
— No, grazie, ma… torniamo al 4. Partiamo proprio adesso. Scusateci.
Io e Peeta le rivolgiamo un ampio sorriso però con le lacrime sul viso.
— Ah, quasi dimenticavo. La cosa più importante.
Apre la borsa che ha con se, e ne sfila una busta da lettere. La porge a Peeta.
— E’ una lettera di…ehm, non posso dirvelo. E’ per voi.
Sorride, abbassa la testa e cammina verso la porta senza nemmeno voler essere accompagnata, tenendo per mano il piccolo, che gira la piccola testa.
— Ciao Zia, ciao zio.
E con la manina non intrecciata a quella della madre ci saluta. Annie apre la porta e esce.
Peeta mi prende la mano. Vedo le nostre dita incrociate, e andiamo sul divano.
Apre la busta e ne trae un foglio con una grafia migliore della mia.
‘’ Caro Peeta… e cara katniss.
Non voglio dire chi sono, lo scoprirete leggendo.
Non so se lo sapete, ora sono qui, con Annie e il piccolo Sammy. Si…è proprio la copia del padre. Se non sono venuta io è perché non ne avevo il coraggio, di rivedere i vostri sorrisi, e non domandatevi il perché, non ci sarà risposta nella vostra mente. Nemmeno io ce l’ho.
Sono nel  4 solo perché voglio bene ad Annie, mi è davvero dura vivere con tutto questo mare, e quest’ acqua. Vorrei davvero scappare da questo dannato posto. Oh dio santo, questa lettera a pensarci è davvero stupida, ma mi aiuta. Peeta ti voglio dire grazie, a te.. a te che sei l’unico a sapere come sto, l’unico a sapere ormai le mie paure più profonde, a te che hai saputo conoscermi senza averne avuto motivo. Ti chiedo solo una cosa. Una sola e unica cosa. Cerca di combattere, non farti uccidere da una cosa più debole di te. Io credo in te. Il mio più grande desiderio è vedervi felici, insieme. Fallo per me, fallo per Finnik, farlo per te stesso.
Con affetto:Johanna.’’
  
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