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Autore: DarkFairy    24/06/2008    6 recensioni
Qualucuno l'aveva già letta con il titolo bring me back to life...è più o meno la stessa, ma aggiornata. sorpresa?
Genere: Romantico, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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One day I wrote her name



One day I wrote her name upon the strand,
But came the waves and washèd it away:
Agayne I wrote it with a second hand,
But came the tyde, and made my paynes his pray.
Vayne man, said she, that doest in vaine assay,
A mortall thing so to immortalize;
For I my selve shall lyke to this decay,
And eek my name bee wyped out lykewize.
Not so, (quod I) let baser things devize
To dy in dust, but you shall live by fame:
My verse your vertues rare shall eternize,
And in the hevens wryte your glorious name.
Where whenas death shall all the world subdew,
Our love shall live, and later life renew.


Un giorno scrissi il suo nome sulla sabbia,
ma vennero le onde e lo lavarono via:
di nuovo lo scrissi con una seconda mano,
ma venne la marea e distrusse il mio lavoro.
"Uomo inutile" disse lei, "che cerchi invano di rendere immortale una cosa mortale;
perché io stessa andrò incontro a questo decadimento,
ed anche il mio nome sarà cancellato allo stesso modo."
"Non è così" dissi io;"lascia che le cose più umili
decidano di morire nella polvere,ma tu vivrai nella fama;
il mio verso renderà eterne le tue virtù,
e nei cieli scriverò il tuo nome glorioso.
Dove e quando la Morte sottometterà tutto il mondo,
il nostro amore vivrà, e rinascerà dopo la vita."

(Edmund Spenser, One day I wrote her name)


Londra, 15 luglio 1650

Mia carissima Francine,

ti prego davvero di perdonarmi per il mio comportamento scorretto, ma non avevo altra scelta.

Mi dispiace, Francine, non immagini quanto.

Non so se riesci a immaginare quanto vorrei esserti vicina, in questo momento. Essere lì con te,stringerti fra le braccia mentre sorridi, e incantarmi a guardare il tuo sorriso meraviglioso. Anche qui, nell'oscurità di questa stanza e al freddo, riesco a vederti e sentire il tuo calore. Sei l'unica cosa che mi tiene ancora in piedi.

Vedo i tuoi occhi, quei due laghetti limpidi e freschi, in cui mi perdo ogni volta che incontrano i miei.

Ma ho scelto un'altra strada, amore mio.

Ho deciso di seguire mio padre nella lotta contro il male che affligge questo posto.

Lo faccio anche per te, per poter fare di questo mondo un posto migliore dove un giorno potrai vivere tranquillamente.

Sono certo che riuscirai ad andare avanti.

Bellissima e dolce come sei, non farai fatica a trovare un altro uomo che ti potrà amare come me, e forse anche di più.

Spero solo che mi perdonerai,amore mio, ma sappi solo che ti ho amata con tutto me stesso,e continuerò a farlo, fino alla fine dei miei giorni.

Forse tra cinquant'anni, quando sarò a un passo dalla morte, mi pentirò di questa scelta. Ma non ora. Ho scelto questa strada e voglio percorrerla fino in fondo.

Ti lascio il mio cuore, dolcissima Francine, in cambio io mi terrò stretta la pietra della tua famiglia che mi hai chiesto di sorvegliare fino a momenti migliori. La riavrai al mio ritorno, puoi starne tranquilla.

Vivi la tua vita, Francine, ti auguro tutta la felicità di questo mondo.

Che Dio ti benedica.

Ti amo

il tuo

Carlisle


Londra, giugno 2008


La ragazza piegò in due la lettera e la poggiò sul tavolo davanti a lei, ricoperto di erbe di ogni tipo, pietre e candele accese che davano al tutto un'atmosfera tranquilla e vagamente misteriosa.

Seduta per terra, su un vecchio tappeto a fantasia indiana rosso e viola, a gambe incrociate, aveva un grosso libro aperto sulle ginocchia, e lo sfogliava attenta.

Si alzò un leggero vento, che mosse alcuni fogli poggiati per terra e la fiamma delle candele.

Francine, mostrati, per favore” ordinò la ragazza sistemandosi una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio.

Il vento si fece più forte, e in una scia di luci bianche apparve il fantasma di una giovane donna, sui 20 anni, i capelli biondissimi raccolti, abbigliata in un vestito stile XVI secolo.

Il fantasma le sorrise “Ciao, Helena”

Ciao, Francine” la ragazza sorrise in risposta. Chiuse il libro e la guardò attentamente.

L'ho trovato” disse semplicemente indicando gli oggetti sparsi sul tavolo “Secondo il pendolo dovrebbe trovarsi in una città che si chiama...”si sporse in avanti per leggere il nome cerchiato in rosso sulla mappa “...Forks. È negli Stati Uniti, stato di Washington.” Annuì. “Un bel po' di strada” aggiunse aggrottando appena le sopracciglia.

Sempre che il pendolo funzioni per trovare un vampiro” osservò il fantasma di Francine.

La ragazza si strinse nelle spalle “Vampiro o non vampiro, il pendolo non si è mai sbagliato. Ho fatto tutte le prove possibili; ho usato la lettera, l'albero genealogico e persino una ciocca dei miei capelli. Ho provato anche a usare il mio sangue, ma ovviamente con i vampiri non funziona, visto che non ne hanno.”

Francine annuì, pensierosa.

Già. Speriamo bene”osservò.

Helena sorrise appena, stendendo le gambe davanti a sé.

chissà come ha fatto a diventare un vampiro” aggiunse “Sono successe talmente tante cose da quando...”

Comunque sia andata lo sapremo presto” la interruppe Helena “Partirò domani”

Francine annuì, rianimata.

Stai attenta, mi raccomando “la avvertì. Ricorda quello che ti ho detto. Non esporre i tuoi poteri in pubblico e bada a non tirare troppo la corda con i vampiri. Non so per quanto possano resistere.”

Tranquilla, Francine”esclamò Helena alzandosi “Tornerò vincitrice”

Trova la pietra” la pregò Francine “Sai quanto è importante per la famiglia”

Si, Francine, lo farò. È ora che quella pietra ritorni a noi, dopo tanti secoli”

Francine sorrise. “Io devo andare. Ma non esitare a chiamarmi, per qualsiasi cosa. Ti terrò d'occhio da lassù”

Francine sparì, in una nuvola di luci, così come era arrivata. Helena rimase a guardare il fantasma della sua antenata che spariva davanti a sé.

Riporterò indietro quella pietra, Francine, costi quel che costi”

Poi prese il libro e la lettera, e si allontanò, dopo aver spento le candele.


* * *

Forks, giugno 2008

E uffa! Ho detto che non ci voglio venire!”

Sbatto la borsettina Fendi delle dimensioni di un portamonete sul letto e faccio per uscire, ma Alice mi blocca con le sue braccia di marmo impedendomi qualsiasi velleità di ribellione.

Non dire stronzate” dice allegra “Vedrai che ti divertirai”

Si. Come a un funerale”

Quanto la fai lunga”

Mi spruzza addosso alcune gocce di Coco Chanel, mi aggiusta la pettinatura e mi ripassa il rossetto. Poi fa schioccare le labbra ed esclama, soddisfatta “Perfetto!”

Perfetto un corno!

Tanto non ci vengo!”

Piantala”

Ho detto di no!”

Bella...”

Sarà un mortorio, Alice, lo so già!”

Sul serio?” mi chiede serafica aggiustandomi il cappotto “L'ultima volta che ho controllato ero ancora io quella che vedeva il futuro. Hai dei poteri e non me l'hai detto?”

Hai capito, Al. Non voglio venire punto e basta. E poi...non ho nemmeno voglia di vedere...”

Alice mi guarda, occhioni topazio spalancati, limpidi e sinceri che mi fanno quasi (ho detto quasi) commuovere.

Non vuoi venire?” mi guarda come se le stessi dicendo che è finita dopo vent'anni di matrimonio. “Sul serio? E io che avevo organizzato tutto così bene...”

Si volta dignitosamente verso il muro, aprendo l'armadio e ficcandocisi dentro. Schifosa vampira!

Uffa, Alice, piantala!” le tiro la borsetta in testa e lei si volta, raggiante.

Allora vieni?”

Umpf...s-n-f-...insomma...”

Ti adoro, Bella! Ti sposerei, se non ci fosse già mio fratello in lista prima di me!”

Le faccio una smorfia affettuosa, che lei ricambia.

Mi osservo allo specchio: sono così dannatamente elegante che quasi quasi...mi piace. Sorvolo sul fatto che Alice deve aver speso una vagonata di soldi per comprarmi questa roba e mi ammiro: per una volta non mi dispiace essere così elegante. L'abito nero corto, il trench nuovo di zecca, la borsetta, le Jimmy Choo di vernice...mi sento un filino a disagio nell'avere addosso lo stipendio medio di una famiglia, ma va bene così.

Pronta?”


E così eccomi qui. Nonostante abbia pregato Alice almeno seimila volte di non volerci andare, mi ritrovo sulla Porsche, diretta a La Push.

Chiunque abbia mai inventato il detto “la speranza non muore mai” non aveva mai conosciuto un vampiro ostinato come Alice.

Oggi è il giorno del fidanzamento ufficiale di Sam ed Emily. Si sposeranno tra un mese. Io ed Alice siamo state invitate per via dei buoni rapporti che finalmente scorrono tra vampiri e licantropi. Ma io non avevo proprio voglia di andarci. Un po' perchè è una festa, e io odio le feste per definizione, un po' perchè non ho nessuna voglia di rivedere Jake, l'ultima volta è stato così...

Insomma, Jake. Jake dopo che ha saputo del matrimonio.

Oddio. Matrimonio. Ecco un'altra delle tante cose che non mi va in questo periodo.

Ah!”

Alice!”

Che sta succedendo? Perchè ha inchiodato di colpo?

Al...che cosa...”

Dobbiamo tornare a casa!”

Cosa?

Bene. Perchè?”

C'è...”

Cosa, Alice? Ti decidi a rispondermi o prima vuoi ricoverarmi per esaurimento nervoso?”

Non lo so...una ragazza a casa nostra...”

Chi?”

La nipote di Carlisle”


Un avvertimento: la storia che avete appena letto l'avevo già pubblicata qualche mese fa con il titolo Bring me back to life, però per qualche oscuro motivo avevo deciso di cancellarla, finchè l'altra notte non ho avuto l'illuminazione divina e ho deciso di rinnovarla. Non so se ne vale la pena, a voi deciderlo, intanto volevo ringraziare lalla124, becky cullen e jena92 che avevano recensito la prima versione e scusarmi con loro. Se volete ancora seguire questa storia, non preoccupatevi, è la stessa, solo con un altro titolo. Come sempre, se lasciate una recensione anche piccola, mi riempie di gioia. Baci baci!


  
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