Capitolo
7 – Un nuovo giorno
Quando
si risvegliò, Kaori non aveva la minima idea di dove si trovasse. Sopra di se
non vedeva il soffitto della sua camera, ma un tetto di paglia. Voltò la testa,
stordita come se avesse dormito per un mese intero, e vide Ryo seduto a terra,
appoggiato alla parete di quella che sembrava una capanna, che dormiva
profondamente. Gli avvenimenti delle ultime ore le tornarono piano piano alla
mente e capì di trovarsi al villaggio di Kanema, il capo degli indigeni che
avevano incontrato nella foresta. Si alzò lentamente a sedere e si guardò
intorno. La capanna era circolare, non molto grande e con un piccolo spazio al
centro per il fuoco. Lei si trovava su un giaciglio di paglia, ricoperto da una
stoffa colorata, comodo più di quanto sembrava. Poi guardò se stessa e notò che
la sua ferita era stata nuovamente medicata. E, soprattutto, quasi non le faceva
più male. Le erbe che le avevano applicato avevano del miracoloso! Il suo
vestito, tuttavia, era ormai ridotto a un paio di stracci che le stavano ancora
addosso per miracolo. Eriko mi ucciderà per questo…
Il suo sguardo tornò poi su Ryo. Doveva esserle stato accanto per tutta la notte e poi, stremato, doveva essersi addormentato. Il suo sguardo si addolcì e le venne un’irresistibile voglia di accarezzargli la guancia, ma non lo fece per paura di svegliarlo. Aveva bisogno di riposo quanto e forse più di lei.
In quel
momento il pezzo di stoffa che chiudeva l’entrata della capanna venne scostata e
una donna entrò. Vedendola sveglia le sorrise e le fece cenno di seguirla fuori.
Kaori lanciò un ultimo sguardo a Ryo, poi si alzò e uscì dietro di lei.
Ryo
aprì gli occhi e subito un gemito gli salì alle labbra quando cercò di muovere
la testa. La posizione in cui si era addormentato, seduto contro la parete, non
si poteva certo definire delle più comode e il suo collo ne aveva risentito. Lo
mosse da una parte all’altra per rilassare i muscoli e poco alla volta il dolore
si attenuò. Voltò la testa verso il giaciglio di Kaori e lo trovò vuoto.
Aggrottò la fronte. Dove diavolo si era cacciata? Con quella ferita avrebbe
dovuto stare a riposo! Si alzò e uscì dalla capanna, restando per un momento
abbagliato dal sole che brillava intenso nel cielo.
-Ben
svegliato, Bell’addormentato!- lo salutò una voce familiare
Kaori
era seduta su un tronco nello spiazzo antistante la capanna. Non indossava più
il suo vestito, o meglio, quello che rimaneva del suo vestito, ma aveva
drappeggiata addosso una stoffa sui toni del viola, del verde e del marrone.
-Che
cosa ci fai in piedi? Dovresti riposare…- le disse Ryo avvicinandosi
-Non ti
preoccupare, la ferita sta benissimo, quasi non mi fa più male. Kalima, la
figlia del capo villaggio, mi ha cambiato la fasciatura e mi ha dato questo da
mettermi- indicò la stoffa che indossava –E mi ha anche offerto la colazione,
vuoi?- gli offrì un piatto pieno di frutta che teneva sulle ginocchia
Ryo
afferrò un pezzo di banana e si sedette accanto a lei. La giornata era molto
calda, ma le fronde degli alberi della foresta fornivano un fresco riparo.
-Questa
frutta è buonissima e qui sono tutti molto gentili- commentò Kaori
-Hai
ragione, ma non possiamo restare, dobbiamo trovare un modo per metterci in
contatto con Miki e Umibozu- replicò Ryo
-Kanema
ha detto che dall’altra parte dell’isola c’è un piccolo villaggio di pescatori,
là potremmo trovare una radio e un mezzo per arrivare all’isola di Luzon-
-Bene,
tra un paio di giorni, appena starai meglio, ci metteremo in cammino-
-Ma io
sto bene, possiamo partire anche subito- disse Kaori
-No,
rischieresti di far riaprire la ferita, hai bisogno di un po’ di riposo- replicò
Ryo –In fondo, siamo pur sempre su un’isola tropicale, considerala una vacanza!-
scherzò poi
-Sinceramente
me la immaginavo un po’ diversa questa vacanza…- stette lei al gioco con una
smorfia divertita
Lui
aprì la bocca per dire qualcos’altro, ma si bloccò, sentendosi osservato. Voltò
la testa e vide un uomo che li guardava intensamente. Ryo lo riconobbe, era uno
degli uomini che erano con Kanema, il capo villaggio, quando li avevano trovati.
Kaori
seguì il suo sguardo e gli disse sottovoce:
-È da
quando sono qui che quel tipo non fa che fissarmi. Probabilmente è perché sono
diversa dalle donne che è solito vedere, ma mi mette un po’ a disagio-
Ryo
seguì con lo sguardo l’uomo, che nel frattempo si era voltato e si stava
allontanando e si ripromise di tenerlo d’occhio. C’era qualcosa nel modo in cui
fissava Kaori che non gli piaceva per niente.
Quando
si voltò, lei si era alzata in piedi e lui poté vederla interamente. E la
mascella gli finì sotto le scarpe. Il tessuto che Kalima le aveva dato come
vestito le fasciava il corpo, drappeggiandosi sui seni per poi allacciarsi
dietro la nuca. Inoltre, le arrivava appena a metà coscia. Ma, cosa più
importante, aveva la quasi assoluta certezze che lei non indossasse niente
sotto…
-Che
c’è?- gli chiese Kaori vedendo la sua espressione sconvolta
-Il
tuo…ehm…il tuo vestito…- balbettò lui, il sangue che gli era ormai defluito dal
cervello verso altri siti
-Cos’ha?-
lei si guardò, preoccupata di un’eventuale macchia
-È…corto…-
fu l’unica cosa che riuscì a dire
-Beh,
le donne di qui di norma non sono molto alte, perciò il tessuto non è proprio
fatto su misura per me…Ma perché la cosa ti sconvolge tanto?-
-Io…niente!-
si affrettò a rispondere Ryo –Ehm…C’è un posto dove anch’io posso rinfrescarmi?-
chiese poi
-Dall’altra
parte del villaggio c’è un ruscello- Kaori gli indicò la direzione
-Bene.
A dopo- lo sweeper si incamminò velocemente, sperando ardentemente dentro di se
che l’acqua del ruscello fosse gelata
Lei lo
seguì con lo sguardo, divertita. Possibile che la vista delle sue gambe potesse
fare quell’effetto allo Stallone di Shinjuku? Beh, questa sì che era una
meravigliosa notizia…
Quella
sera Kanema decise di tenere una festa in loro onore. Al centro del villaggio
era stato acceso un enorme falò e, seduti tutto intorno, gli abitanti si
godevano la carne arrostita sul fuoco e la frutta fresca.
Kaori e
Ryo erano seduti vicino al capo villaggio. La donna era acutamente cosciente
dell’uomo accanto a lei, vestito solo dei suoi pantaloni. Ogni millimetro della
sua pelle fremeva ogni volta che i loro corpi anche solo si sfioravano e le mani
le prudevano dalla tentazione di accarezzare quel petto muscoloso. Dio, ma cosa
doveva fare ancora per far capire a Ryo che era pronta per portare la loro
relazione al prossimo stadio? Saltargli addosso?! Certo, l’idea la tentava, ma
voleva che fosse lui a fare la prima mossa, perché solo così sarebbe stata
sicura che anche lui lo volesse e ne fosse convinto.
Fu
distratta da questi pensieri dall’arrivo di Kalima. Alcune persone del villaggio
avevano iniziato a ballare attorno al fuoco e la ragazza invitò Kaori a unirsi a
loro. Lei cercò di rifiutare, ma Kalima insistette così tanto che alla fine
dovette accettare. Dopo un inizio un po’ esitante, comprese i passi che la
ragazza le mostrava e iniziò a muoversi con più sicurezza.
Per Ryo
quello era uno spettacolo fuori dal comune. Era incantato dalla visione di Kaori
che si muoveva sinuosamente al ritmo dei tamburi, la sua figura stagliata di
fronte al fuoco, illuminata dalla sua calda luce. Vedere il suo bacino muoversi,
i suoi seni alzarsi e abbassarsi al ritmo del suo respiro accelerato, gli fece
venire voglia di andare da lei, caricarsela in spalla e portarla nella loro
capanna per non uscire fino alla mattina dopo.
Tempestivo
fu l’intervento di Kanema, che lo riscosse dal suo torpore:
-La tua
donna è molto bella, Ryo- gli sorrise –Sei un uomo fortunato-
-Lo so-
rispose lo sweeper quasi in un sussurro
-Forse
dovresti dirlo anche a lei, però. Nel suo animo c’è molta insicurezza riguardo
ai tuoi sentimenti per lei-
Colpito
da quelle parole, Ryo si voltò verso di lui. Fu in quel momento che vide che lo
stesso uomo di quella mattina fissava ancora Kaori. Con desiderio.
-Kanema,
posso sapere chi è quell’uomo?- chiese al capo villaggio indicandoglielo con un
cenno della testa
-Quello
è Tarim, uno dei nostri cacciatori e guerrieri più valorosi. Perché ti interessa
saperlo?-
-Non mi
piace come guarda Kaori…-
Il
volto di Kanema si oscurò.
-Tarim
è un guerriero valoroso, ma è anche una persona che si lascia guidare troppo dai
suoi istinti. L’ho già ammonito più volte per il suo comportamento avventato. Se
ha messo gli occhi sulla tua donna allora faresti meglio a stare attento-
Le
parole di Kanema confermarono i sospetti di Ryo. Quel tipo era da tenere
d’occhio.