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Autore: _morethanme    01/03/2014    1 recensioni
Non è vero che non ci siamo più abbracciati dopo quel giorno. Una volta mi ha abbracciata, pure forte, solo che non abbracciava più la mia anima, i miei sbagli, i miei difetti. Avvolgeva semplicemente i miei fianchi, e in quel momento capii che sentirsi lontani da qualcuno può uccidere.
Genere: Malinconico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amy aprì gli occhi. Si guardò attorno: non era in camera sua. Mura azzurre, letto a due piazze, un calore già percepito prima. Conosceva quella camera, ma non era la sua.
Ok, ora capiva. Era arrivata ubriaca fradicia la sera prima a casa di Alex, lui le aveva parlato un po' e poi l'aveva messa a letto. Di fianco a lei, però, lui non c'era. La confusione regnava nella sua mente, doveva riordinare i pensieri, ma con quella terribile emicrania non era per niente semplice. 
I suoi occhi.
Quelli li ricordava. Grandi e castani, brillavano, la fissavano come non avevano fatto per mesi, forse erano quasi lucidi, forse aveva pianto anche lui. 
"Quanto vorrei essere sobria e capire cosa mi stai dicendo" aveva pensato Amy guardandolo intensamente, chissà con quale espressione. 
Si ricordava di aver parlato molto; probabilmente aveva tirato fuori tutti i suoi segreti più profondi e lui lo stesso, ma Amy non ricordava assolutamente nulla e non si era mai pentita così tanto di aver bevuto troppo. 
L'unica era alzarsi, mettere un piede dietro l'altro e cercare di raggiungere l'altra stanza, dove si trovava Alex, e magari intraprendere una conversazione con lui e farsi raccontare i dettagli. La cosa fu piuttosto ardua. Amy indossava solamente una maglietta blu, molto larga: era sicura di averla già indossata almeno una volta prima di quel giorno. 
Il ragazzo era in cucina con in mano un'enorme tazza di caffè, lo sguardo perso nel vuoto, gli occhi pieni allo stesso tempo di malinconia e disgusto.
"Tu odi il caffè" esordì Amy.
"Non più" rispose Alex, distogliendo la concentrazione dai suoi pensieri. 
"E' proprio vero che siamo due estranei, non ci conosciamo più" mormorò la ragazza.
"Ed è giusto così". Alex si alzò in piedi, posò la tazza vuota nel lavandino.
"Come cazzo puoi dire una cosa del genere?". Amy aveva qualcosa che girava nello stomaco, forse l'alcol, forse il ribrezzo per ciò che aveva appena sentito.
Il ragazzo fissava il tavolo o scrutava il nulla aldilà della finestra. Non voleva incrociare lo sguardo di Amy, la quale sperava disperatamente che lui smettesse di essere così gelido, che le attorcigliasse le braccia attorno al collo, ancora una volta.
"Va' a vestirti" disse Alex con voce roca, il groppo in gola.
"Mi hai vista nuda e ora ti dà fastidio vedermi in mutande?". La rabbia nelle parole di Amy era di un'intensità inaudita.
Nessuna risposta.
In quel silenzio, Amy ebbe un altro flash della serata precedente. "Non ti ho più scritto per orgoglio", "Tra noi due c'è qualcosa che va oltre l'amore". Le mancò il fiato.

 

  
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