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Autore: YourLove_AllINeed    01/03/2014    1 recensioni
Mary McDonald era sempre stata il chiodo fisso nella testa di Remus Lupin.
I suoi occhi verdi se li sognava di notte, come fantasticava sul poter toccare quei magnifici capelli e, perché no, baciare le sue labbra.
Ma, in effetti, c’era un perché no.
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Remus/Mary McDonald
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Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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First Time I’m Alive
 
 
Mary McDonald era sempre stata il chiodo fisso nella testa di Remus Lupin.
I suoi occhi verdi se li sognava di notte, come fantasticava sul poter toccare quei magnifici capelli e, perché no, baciare le sue labbra.
Ma, in effetti, c’era un perché no.
Lui era un lupo mannaro ergo, non poteva avere una ragazza perché l’avrebbe danneggiata.
Lui era un mostro, e lei era troppo per poter rischiare di danneggiarla.
Così, per quanto non potesse fare a meno di sognarla, decise di mettere almeno la sua anima cosciente in pace, e di lasciarla perdere.
Ma naturalmente, rivelare tutto ciò a Sirius Black, non era stata una buona mossa.
 
 
“Ti rendi conto che è una paura idiota, la tua. Farle male, puff. Io e James le faremo molto più male spezzandole il cuore, se tu non ti metti con lei!”
Ora, quello che c’è bisogno di sapere su Sirius e James, è che loro, a tredici anni, non avevano spezzato il cuore proprio a nessuno, per la miseria.
Certo, Remus sapeva che sarebbero diventati dei casanova, ma ora Sir esagerava.
“Sai perfettamente che le mie motivazioni sono più che valide, e non cercare di farmi cambiare idea. Capito?”
Di solito quando assumeva quel tono formale, tutti facevano un passo indietro e annuivano. Il suo amico invece..
“Merlino, Rem, sei ridicolo quando parli in quel modo pomposo, te ne rendi conto vero? Inizio ad immaginarmi tu nell’800 con la calzamaglia verde e un ridicolo cappello con le piume…”
Quando l’immagine di se stesso vestito in calzamaglia, attraversò anche la mente di Remus, lui scoppiò a ridere al seguito dell’amico.
Per un momento dimenticò il motivo per cui aveva assunto un tono da pomposo ottocentesco, ma durò poco, qualche secondo dopo, la sua faccia era ritornata di marmo, e il suo sguardo di ghiaccio.
Sirius se ne accorse subito, e smise di ridere.
Poi sul suo volto, comparì un sorriso malandrino.
 
 
 
Remus era parecchio spaventato, quel Venerdì a cena.
Era tutta la settimana che Sirius, James e Peter non facevano che creare strane e imbarazzanti situazioni per fare in modo che lui restasse solo con Mary.
Grazie a Merlino, la ragazza non sembrava aver capito nulla.
Ma quel giorno era particolarmente spaventato, perché aveva sentito una breve conversazione tra i tre ragazzi, e quanto era riuscito a captare era stato: Oggi è il giorno.
Inutile negarlo, aveva la pelle d’oca.
“Ciao Remus.”
La voce di Mary lo fece balzare sulla sua panca.
“C-ciao Mary.”
In quel momento era davvero molto imbarazzato.
“Volevo ringraziarti. La lettera che mi hai mandato era bellissima. L’unica cosa che non capisco, e perché tu non mi abbia mai chiesto di uscire, pensavo fosse palese che ti mi piacessi.”
Io non riuscivo ancora a emettere alcun suono.
Cercate di capirmi.
I miei migliori amici avevano dato alla ragazza che mi piaceva una delle tante lettere che io scrivevo per lei, dopo che avevo fatto giurare a i sopraccitati migliori amici di non dire a nessuno di quelle lettere.
Ero certo che le mie orecchie si fossero colorate di una adorabile scarlatto.
“Ti va di fare una passeggiata in riva al Lago Nero?”
La voce di Mary lo riscosse.
Naturalmente, il coprifuoco stava per entrare in vigore, e passeggiare di sera nel parco era proibito, quindi..
“Sì, certo.”
Forse rispose con un po’ troppa foga, ma pazienza.
 
 
 
Era stata una serata fantastica.
Mary era la ragazza più simpatica che avesse mai conosciuto, anche se talvolta si domandava se certe frasi fossero ironiche o meno.
Comunque.
Stavano salendo in Sala Comune, e la voce della sua coscienza, che poi era la sua, forse di qualche anno più vecchia, non faceva che sussurrargli all’orecchio:
“Non puoi baciarla lo sai.”
Un’altra vocina invece, che aveva la voce di Sir, gli stava appunto dicendo:
“Baciala, scemo.”
Non seguì nessuno dei due consigli.
Arrivato in Sala Comune, sulla soglia oltre il quadro della Signora Grassa, Mary Poggiò le sue labbra sulle sue.
Non fu un bacio per nulla passionale, nulla con cui potersi vantare con gli amici, niente di eclatante.
Ma fu il suo primo bacio, il primo momento, da quando era diventato un lupo mannaro, in cui non si preoccupò della sua natura, ma si godette il momento.
E per pochi secondi, per lui fu come volare su una nuvola.
Poi Mary lo salutò, e salì nel suo dormitorio, mentre da dietro delle poltrone, sbucavano i volti dei suoi amici, che ridacchiavano.
 
 
   
 
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