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Autore: no_light_    01/03/2014    8 recensioni
Harry odia i complimenti, ma soprattutto la sua innegabile bellezza perché è proprio a causa di essa che ha il terrore di essere giudicato in modo sbagliato.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ho niente da dire.
Ciao. 
P.s. L'ho pubblicata solo per le minacce di Eleanor_Rigby. 
Buona lettura




You don't have to be beautiful

 

Bello.
Forse è questa la parola che ha caratterizzato maggiormente la vita di Harry.
Sin da bambino si sentiva ripetere che era stupendo e ne era a conoscenza solo grazie a sua madre Anne. Lei, infatti, orgogliosa, gli ripeteva che quando era neonato era meraviglioso e ogni persona che li incontrava per strada si fermava per ammirare i suoi occhioni e i suoi folti capelli biondi.
Sinceramente tutte quelle attenzioni non le aveva mai apprezzate particolarmente; aveva paura che la gente si avvicinasse a lui solo per il suo viso e per il suo fisico.
Che poi tutta la perfezione che la gente decantava non la notava per niente in lui. Aveva un'evidente scoliosi, una gamba più corta dell'altra, dei piedi stranissimi che gli ricordavano due bistecche, piccoli brufoli sparsi sulla sua fronte a causa della troppa cioccolata che lui e Gemma consumavano ogni giorno, le braccia un po' graciline e piene di tatuaggi, i capelli dalla forma indefinibile, le labbra troppo rosse e le mani troppo grandi.
 
'Hai mai pensato di fare il modello?'
'Sei bellissimo e hai un viso perfetto'
 
Erano due delle frasi che odiava di più.
Ma davvero la gente era così superficiale da considerare solo il suo aspetto esteriore? Davvero avevano il coraggio di parlargli solo perché era uno dei ragazzi più belli di Holmes Chapel, senza interessarsi minimamente al suo animo? Tra l'altro non avevano nemmeno un minimo pudore, difatti l'unica cosa che erano capaci di fare era quella di squadrarlo dalla testa ai piedi.
Quelle persone erano talmente presuntuose da pensare di conoscere Harry Styles, ma lui non li reputava neppure dei conoscenti, loro non avrebbero mai conosciuto la sua vera personalità perché si fermavano troppo spesso all'apparenza e tralasciavano il suo carattere.
 
Chi sapeva che la domenica mattina si alzava presto per andare ad aiutare il parroco in Chiesa con la mensa dei poveri?
Chi sapeva che, quando non usciva con i suoi amici, passava la serata steso sul divano con sua madre e sua sorella a guardare la televisione con popcorn e patatine?
Chi sapeva che era stato soltanto con due ragazze e che era tutto tranne che uno sciupafemmine?
Chi sapeva che il suo desiderio era quello di costruirsi una famiglia con una donna che sapesse andare oltre alla sua bellezza, amandolo principalmente per quello che era dentro?
Chi sapeva che quasi ogni notte piangeva perché aveva paura che tutti lo ritenessero troppo bello e misterioso anche solo per avvicinarsi a lui?
Chi sapeva che la sua più grande paura era quella di rimanere da solo?
Nessuno.
 
Aveva appena finito di leggere un libro davvero molto interessante, 'Il soffio dell'anima', e per certi versi si identificava con il personaggio principale.
Il protagonista era un uomo bellissimo, e la disperazione di essere etichettato come tale lo aveva portato a sbagliare tanto nella sua vita. Si era chiuso in se stesso, addirittura per un periodo aveva anche fatto parte di una setta, poi però aveva capito che se gli altri non capiscono quello che sei davvero, allora non vale la pena dannarsi per far emergere la propria personalità. Chi sarebbe stato davvero interessato si sarebbe avvicinato.
E fu proprio questa filosofia di vita che Harry adottò.
Lui sarebbe stato sempre lo stesso, solo un tantino più sorridente visto che una nuova speranza era nata in lui. Non si sarebbe più preoccupato del giudizio degli altri, non avrebbe più sprecato il suo tempo per piangersi addosso, ma per sviluppare le sue abilità artistiche e canore.
Due delle cose che amava di più fare, infatti, erano cantare e scrivere.
Cantava sempre, in ogni momento della giornata, e nel contempo scriveva, tanto. Immaginava mille situazioni diverse: tragiche, comiche, romantiche, tristi, e si divertiva a delineare la psicologia dei personaggi aiutandosi con la musica.
 
Tutti i suoi sforzi vennero riconosciuti quando, camminando per le vie della sua città, aveva notato un centro per giovani desiderosi di imparare l'arte della scrittura.
Perché non ci aveva mai pensato prima?
Si catapultò immediatamente nell'edificio e, non appena la segretaria aveva finito di spiegare quali fossero le attività pomeridiane che si svolgevano in quel centro, lui era già diventato uno del gruppo.
Tempo una settimana e finalmente aveva degli amici sinceri, amici che più che dirgli 'sei bellissimo' gli ripetevano in continuazione che scriveva benissimo e che era un ragazzo gentile, premuroso e molto dolce.
Gli ci era voluto un po' di tempo, diciannove anni per l'esattezza, ma finalmente aveva trovato il suo posto nel mondo, aveva trovato il luogo dove sentirsi accettato e dove essere finalmente se stesso.
Per lui era una gioia essere considerato intelligente e non soltanto bello.
 
Un'abitudine di quel club era quella di lasciare una frase personale sulla parete del laboratorio di scrittura creativa.
Harry non aveva ancora scritto nulla. Soltanto un mese dopo dall'inizio dei corsi capì finalmente cosa per lui significasse quel posto, così impugnò il pennarello viola e, senza esitazione e con una calligrafia pressoché perfetta, scrisse a grandi lettere:
 
‘La perfezione non esiste, infatti direi che il mondo è bello proprio perché è vario. Inoltre, essere belli non significa essere necessariamente frivoli e consapevoli del proprio fisico. La personalità è quella che conta davvero ed è per questo che, secondo me, per poter vivere bene, devi soltanto sentirti accettato e amato per quello che sei.
Quindi mi sento di dire una sola cosa:


'Non devi essere bello per essere una bella persona'
 

 
 
 
 
  
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