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Autore: Evilcassy    02/03/2014    6 recensioni
E' passato un anno e mezzo dagli eventi di TS:W, e di Loki, improvvisamente, si perdono le tracce.
Nessuno sa che, su Nifleheim, vive proteggendo la Creatura il cui dominio, secondo una profezia delle Norne, sarà superiore a quello di Odino.
Ma le nubi non possono celare per sempre il Regno delle Nebbie dallo sguardo dell'Universo, né la Terra può sperare di scampare alla vendetta di Titano.
I destini di Loki, e dei Sette Vendicatori dovranno incrociarsi di nuovo.
Complicandosi ulteriormente, come se non lo fossero abbastanza...
[Sequel di The Seventh e The Seventh: Winter]
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Clint Barton/Occhio di Falco, Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Seven Heroes Army [The Seventh Saga]'
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The Seventh:

Hellraiser




Part 8: Dawnin'

Chapt 6: Stop and Stare


E' molto più difficile giudicare sé stessi che giudicare gli altri.”

[Antoine de Saint Euxpéry, Il Piccolo Principe.]



Sono stata per cinque minuti buoni davanti alla porta del ThunderCorner, prima di prendere il coraggio a due mani e bussare. Al giovale 'Avanti!' di Thor entro e mi trovo davanti un quadretto interessante: Thor, in tuta e grembiule 'Kiss the Cook' striminzito per la sua stazza, sta infilando una dozzina di uova ancora nella scatola di plastica direttamente nel microonde. Loki invece è seduto al tavolo ed imbocca una reticente Hela, seduta su una pila di riviste di astrofisica che alzano la seduta della sedia: nel vedermi accenna un sorrisetto emozionato che lui stempera con un altro boccone di yogurt e cereali senza degnarmi di uno sguardo.

"Addison, mai momento fu più appropriato!" Esclama Thor con un sorriso imbarazzato: "Necessito di un tuo aiuto: per cuocere queste uova sode in questa scatola -"

"Microonde" lo correggiamo in coro io e Loki.

"- in questa scatola microonde come debbo fare?"

"Tirarle fuori dalla confezione sarebbe già un ottimo inizio."

Si illumina: "Sei davvero preziosa."

"Non c'è di che." Prendo una sedia e mi siedo al tavolo: Loki si scosta leggermente e seguita ad ignorarmi. Indico con un cenno Hela e tento un approccio dissimulando il mio imbarazzo: "Fa i capricci a mangiare?"

"Puoi anche rivolgerti direttamente a lei." Bercia. Colpita e affondata: Pessimo inizio. "E comunque no. Per lei sono sapori nuovi a cui non è abituata."

Hela mastica e si impiastriccia mento, mani e maglietta di yogurt. Mi sforzo di sorriderle di rimando e puntandomi il dito contro la guancia esclamo un "Uhm... buono!" che risulterebbe sicuramente più convincente se non mi stessi domandando chi dovrà pulire poi questo macello.

"Loki, io... io ho riflettuto molto su ieri sera e -"

PUM!

PUM!

Io e Loki scattiamo di riflesso in piedi, Hela dallo spavento rovescia tutto il piatto per terra.

PUM PUM PUM!

"THOR! Che diavolo hai messo nel microonde?"

"Le uova!" Si precipita sul microonde e spalanca lo sportello: l'ultimo uovo finisce di esplodergli in faccia.

Agghiacciante.

Sospira, piega la testa di lato, si pulisce il viso con uno strofinaccio che poi appallottola e getta nel lavandino, borbottando sulle proprie mancanze, appoggiandosi poi sul piano cottura e fissando cupamente un punto imprecisato della stanza.

Nuvole si addensano su Manhattan ed io e Loki ci scambiamo - finalmente! - uno sguardo. Allarmato.

Decido di risolvere con quanto più tatto mi è possibile: "Dovresti parlarne seriamente con qualcuno. Non ti fa bene tenerti tutto dentro, anche perché di tempeste tropicali quest’anno ce ne sono già state due." Concorda annuendo piano. "Nel frattempo io e Loki parleremo a nostra volta, e questo sarà per tutti quanti estremamente costruttivo e terapeutico. Approvi?"

Annuisce nuovamente, guarda me, poi suo fratello ed infine accarezza la testolina bruna di Hela: "Non riesco a non pensare a come madre sarebbe felice, nel vedere la famiglia che state costruendo." Grazie tante, biondone: e ora chi mi toglie dalla testa il quadretto famigliare in cui Hela indossa un'aureola, io il cappellino da Babbo Natale e Loki le corna da Renna e cantiamo in coro sotto l'albero di Natale? "Ne sarebbe così felice."

"Ne sono certa, Thor." Preferirei una colica "Ora però, se permetti... "

"Hai ragione, domando perdono. Vi lascio soli, andrò a tormentare qualche volto amico."

Beh, sono l'unica qui dentro che deve scontare qualche colpa? Direi di no. "Prova con Banner, Stark dice sempre che è un bravissimo ascoltatore."


Loki ha deciso che Hela ha mangiato a sufficienza, così le ha pulito la bocca con il tovagliolo e l'ha fatta scendere a terra. Lei sgambetta felice verso il divano, ci si arrampica e spinge a terra i cuscini uno dopo l'altro accompagnando l'impresa con gridolini soddisfatti. Loki si risiede, incrocia le braccia e finalmente mi fissa in attesa.

Dunque... da dove iniziamo?

Trovare le parole mi è improvvisamente difficile. Ho passato le ultime due ore a provare il mio discorso allo specchio, ma ora davanti agli occhi freddi di Loki mi è tutto scivolato via dalla mente: "Prima di tutto, ti devo le mie scuse" inizio, trcendomi le mani dal nervoso: "Ieri sera ho avuto una reazione esagerata e mi sento uno schifo per quello che ho detto. Ho avuto modo di riflettere, durante i miei due arresti, e ho capito di aver profondamente sbagliato."

Loki aggrotta la fronte: "Due arresti?"

"Piccolezze.” Minimizzo con un cenno della mano: “Ad ogni modo, sono davvero dispiaciuta per quello che è successo. Me la sono presa con te perché... perché sono infantile ed egoista ed insensibile. Natasha mi ha riassunto così"

"Quantomeno azzeccato."

"Lo so. Me la sono presa con te anche se ... anche se non hai fatto altro che cercare di proteggere tua figlia, e questa è una cosa che non posso proprio contestare. Io sono solo... impreparata per questo evento, ecco. È una cosa che mi spaventa parecchio, e sai che non sono generalmente una fifona, ma questa cosa... beh, questa cosa mi fa una paura tremenda. Ho parlato con Fury, mi sono fatta sospendere dal servizio attivo. Non è stato facile per me, anche perché sono stata degradata, ma così per un po'... per un po' potrò stare qui con voi e... magari trovare una soluzione in modo che non sia considerata una mina vagante per la pace universale. Che ne dici?"

"Che non sembri molto interessata a lei. " Loki ha lo sguardo sul tavolo, tra le stoviglie vuote della colazione. Sul volto stanco e logoro il rosso di un'ustione spicca sulla pelle bianca, quando glielo sfioro appena si scansa e mi sposta la mano. "Non le hai rivolto neppure uno sguardo, tanto meno provato a parlarle."

Già è vero. A mia pietosa discolpa, balbetto la scusa di essere imbranata in questo campo: "Se non ci credi chiedilo a Pepper: l'unica volta che mi ha fatto fare da babysitter ad Howie l'ho perso! Se non fosse stato per J.A.R.V.I.S. sarebbe ancora a dormire nella dispensa!" Ribatto cercando di farlo sorridere. Tentativo vano. "Mi ci vorrà un po' per abituarmi." Aggiungo.

Finalmente ritrova i miei occhi: "Dovrai impegnarti a farlo."

Annuisco. "Ti va di venire di là da me?"

"Non è il momento."

Incasso ed accetto, anche se ho un certo groppo in gola. "Prenditi tutto il tempo che vuoi. Io... io vado a farmi una doccia. In cella credo di essermi presa un paio di pulci."



La prova dell'esistenza del Karma Bruce ce l'ha seduta sul proprio divano.

Una prova alta due metri e con bicipiti dalla circonferenza umanamente impossibile. Negli ultimi venti minuti, oltre ad aver costantemente sudato freddo, ha iniziato a credere che per racimolare quella quantità di disgrazie nella sua vita precedente doveva essere stato l'unico gerarca nazista scampato ai calci di Cap.

"Il mio rammarico più grande è quello di non essere riuscito a comprendere quale sacrificio stessi chiedendo a Jane. Son stato stolto ed ottuso, lei mi ha lasciato per un motivo valido. Se solo avessi cercato un compromesso o un punto di incontro, o se solo mi fosse mostrato aperto verso il medesimo sacrificio, forse lei sarebbe ancora tra le mie braccia."

Bruce si passa una mano sui capelli rasati: "Ehm... chi può saperlo..." riesce solo a biascicare: "In fondo le storie vanno così, insomma... capita ecco!"

"Avevano ragione, Bruce Banner: Sei un buon ascoltatore e un caro amico."

Accarezzando l'idea di lasciare che l'Hulk facesse irruzione nell'appartamento di Addison, Banner annuisce di nuovo: "Figurati"

"Ma le mie colpe non si limitano a Jane." Bruce reprime a stento l'impulso di autoflagellarsi per scampare al discorso successivo: "Infliggo a Sif un'offesa ben maggiore, ad averla chiesta come sposa pur amando un'altra. Lei che non mi ha mai negato la sua amicizia, la sua lealtà... ed io non riesco a ricambiarla come meriterebbe. Riesco a malapena a baciarla, mentre con Jane - "

"Ok, ok. D'accordo." Bruce scatta in piedi ed inizia a camminare nervosamente per la stanza. "Stiamo uscendo dal mio contesto, ammesso e non concesso che fossimo mai entrati in un campo di mia competenza."

"Chiedo scusa se ho urtato la tua sensibilità."

"Non è per sensibilità è che..." È che ho già abbastanza complessi ad andare a letto con una donna che è stata prima con un fusto di dio come te. Non mettermi in testa immagini che mi inducano ansie da prestazione. Sospetto che all'Hulk non possano piacere. "... È che io sono un ottimo ascoltatore, ma un pessimo consigliere. Soprattutto in questo campo. Assolutamente. Ma sai chi è invece la persona che ti rimetterà a nuovo?"Nella torre c'è un sacco di gente che ha peccati da scontare: "Barton. Sì, esatto, proprio lui."




Un alito di freddo e spalanco gli occhi di scatto: Loki si ritira velocemente a sedere in fondo al divano.

Quanto tempo è passato? Mezz’ora? Di più? Mi tocco i capelli, sono ancora umidi. Mi alzo dai cuscini senza curarmi di aggiustare l’accappatoio in cui mi sono addormentata subito dopo la doccia e Loki distoglie lo sguardo dal mio petto: “Ho necessità del tuo medicamento per le ustioni. La ferita alla spalla non migliora.”

Certo.” Mi alzo e salgo in camera da letto. Mi infilo in fretta e furia un top e un paio di shorts e ritorno da lui con il vasetto dell’unguento degli Inferi. Lo aiuto a sfilarsi la maglietta e a togliere le bende: la carne è rossa e scorticata, ma il taglio della ferita non è più tumefatto ed è ricoperto da una spessa crosta: almeno la guarigione è in atto. Spalmo l’unguento con quanta più delicatezza possibile.

Che sia questo il nuovo punto di inizio?

Ricordo di quando gli ho medicato il collo piagato al mio FuocoFatuo, nel comparto di detenzione dell'Helicarrier dopo la battaglia di New York. Aveva soffocato nella museruola un gemito di sollievo. Gli avevo promesso che non sarei stata dolce, ed invece ora lo sto medicando con tutta l’attenzione e la delicatezza possibili.

Sembra tutto appartenere ad un'altra vita.

Beh, in fondo è così.

L’ustione sta ancora buttando fuori calore.” La mia affermazione è totalmente inutile, ma avevo bisogno di dire qualcosa, qualsiasi cosa.

Avevo delle foglie mediche adatte, ma le ho finite.” Risponde, continuando ad evitare di incrociare il mio sguardo finché non rivolgo le mie attenzioni all’ustione che gli sfregia la linea della mascella. Non riesco ad impedire alla mano di stendersi in una carezza: il suo viso mi è stato tolto a lungo e solo ora mi accorgo di quanto davvero mi sia mancato.

Ed ora ho di finalmente i suoi occhi nei miei ed la sua mano si è appoggiata sulla mia gamba, a lato del ginocchio, ed accarezza la pelle con lentezza come faccio con il suo volto.

Sei mio, sì. Sei mio ancora. Così come io sono tua nonostante tutto.

Avvicino il viso alle sue labbra sottili e per un istante sembra fremere quanto me, prima di scostarsi e negarmele. Anche la mano scivola via dalla gamba. “Devo andare. Thor sta badando ad Hela, ma non mi fido ad affidargliela troppo a lungo.” Piega le labbra in un tenue sorriso: “Non se la cava così male, però.”

Sei ancora mio, ma non sei più solo mio.

Ha anche un altro amore, e questo è ben più grande di me. È qualcosa con cui non posso competere, ed in fondo è giusto così.

Ma comunque voglio riavere per me un pezzettino di Loki. Anche se è solo la metà del suo affetto, o un quarto o un decimo, deve potersi fidare abbastanza per ridarmelo.

E potrò tenerlo sotto controllo.

E potrò tenerlo per me.

E Loki ed Hela ora sono un pacchetto completo e non scindibile. Se voglio uno dovrò prendere anche l'altro.

Offerte last minute, una gran fregatura come sempre.

E chissà, magari con il tempo riuscirò a vincere le mie reticenze e ad essere per Hela qualcosa di diverso dalla stronza che ha dato di matto quando ha scoperto la sua esistenza.“Posso venire anch’io?”

Sulla soglia del Lair, Loki sembra sorpreso. Non dice nulla, ma esce lasciando la porta aperta.




"Sono arrabbiato anche con te, Natasha." Clint le ha servito la colazione gettandola alla rinfusa sul piatto, decisamente diversa dalla disposizione curata con cui impiatta di solito. Beve il caffè in piedi, appoggiato al mobile della cucina, e quando lei lo invita a sedersi al suo fianco lui gorgoglia un No dall'interno della tazza di ceramica.

"È per il mio arresto?" Tenta Natasha. "So che la cauzione era il tuo fondo pensione ma... te li restituirò, non c'è problema io..."

"Non è per la cauzione. Non era il fondo pensione ma solo il fondo Nuova Tavola da Snowboard."

"Accidenti, ci spendi un sacco per la tua attrezzatura da neve, eh!"

"Volevo regalartene una anche a te."

"Ah." Natasha abbandona la sedia e cerca di avvicinarsi per calmarlo.

Lui la scansa: "Ti ho detto che sono arrabbiato. E sai perché. Mi prendi sempre per un coglione, uno che si può rabbonire con una succhiatina e quattro colpi e non avrà reazioni lecite a simili notizie. Lo stronzo mi ha fottuto il cervello, Natasha. Mi ha fottuto il cervello, mi ha fatto ammazzare delle persone, e per poco anche te. Ed ora io dovrei accettare di conviverci sotto lo stesso tetto!"

"Non era mia intenzione sedurti per rabbonirti.”

Ma l'hai fatto. E a volte mi domando se davvero io mi possa fidare di te. A livello relazionale, intendo.” Clint appoggia la tazza nel lavello e si allontana: "Vado a dormire: stanotte non ho chiuso occhio per colpa tua, della tua amichetta e dei vostri arresti."



Quando scivola nella camera da letto in penombra e si infila sotto le coperte del letto Clint si volta dandole la schiena: "Non è così che si risolvono le cose" mormora Natasha. "Non tra due persone adulte."

"Oh sicuro. Meglio a modo tuo..."

"Lasciami parlare. Non avevo intenzione di insultare la tua intelligenza, né sminuire il nostro rapporto. Mi è sembrata la cosa... più semplice da fare e... beh, volevo stare un po' con te e sapevo che se ti avessi parlato subito dei nostri - uhm - ospiti avresti immediatamente perso la testa e saresti partito a spron battuto per fare piazza pulita. Io... io non so fare diversamente da così. Neppure io ho perdonato Loki per quello che ha fatto ma... questa è tutta un'altra questione."

Finalmente Clint si volta a fissarla, ma il suo sguardo non è meno duro: "È perché la bambina è la figlia di Addison, vero? Se fosse di qualcun altro li avresti spediti fuori dalla Tower a calci in culo. Ma Addison viene prima di tutto, come sempre."

"Non fare lo stronzetto geloso, sai che non è vero. In cella l'ho strigliata a dovere. È solo che..." Si puntella sui gomiti per alzare il busto e perde il suo sguardo tra le unghie.

"È per riparare alla figlia di Dreykov?" Natasha annuisce: sì, è più semplice lasciargli credere che sia solo per quel motivo che mettersi a spiegare tutto. Lo sguardo di Clint si ammorbidisce. Appena: "Così ti torturi inutilmente."

"No, non è inutile. Hela è... solo una bambina. Condannarla per le colpe del padre è sbagliato. Figlia o no di Addison, non può non avere almeno una possibilità."

"Insomma, farai la parte della zia." Sospira Clint. "Forte." È seccato e non fa nulla per nasconderlo, tuttavia ha smesso di essere arrabbiato e per lei è già qualcosa.

"Ieri l'ho lavata io. Era sozza di merda dalla testa ai piedi, spaventata, continuava a piangere per chiamare suo padre ed è un suono che... beh, non pensavo fosse così potente."

"Ho in mente quello di Howie: Spezza i timpani."

"No, spezza il cuore." C'è qualcosa che trema nella voce di Natasha: "I bambini piangono tutti così quando sono soli e spaventati?”

Probabile.”

Lo facevo anche io?"

"Natasha..."

"Chi mi faceva smettere? E come?"

Clint le passa le braccia attorno alle spalle e l'attira a sé, le mani strette nei pugni e le guance che restano ostinatamente asciutte e arrossate. "Sono così arrabbiata...! Da che quella puttana dell'Incantatrice mi è entrata nella testa ricordo tutto. Tutto. E non posso fare a meno di chiedermi che cosa abbia fatto per meritarlo e perché nessuno l'abbia impedito. Loki è un pazzo maniaco pluriomicida ma si farebbe uccidere pur di salvare sua figlia. I miei genitori che razza di mostri erano per aver permesso tutto quello?"

Le labbra di Clint sono sulla sua fronte, calde e umide e rincuoranti come solo loro riescono ad essere: "Possono esserci mille motivi dietro, non saprai mai cosa è accaduto con certezza, quale è stata la loro sorte o se erano al corrente o meno della RedRoom."

Lei alza le spalle: "Hai ragione, ormai non ha più alcuna importanza. L'unica cosa che posso fare è evitare che a qualcuno accada altrettanto."



"Jane... Jane?" Bruce fissa l'immagine della donna nello schermo: occhi spalancati, bocca che sfiora la scrivania su cui è appoggiato il computer, calice semivuoto di vino che pende pericolosamente tra l’indice e il pollice. "Tutto bene?" La vede chiudere la bocca, sospirare, allungare la mano fuori dall'inquadratura e poi versarsi dell'altro vino nel bicchiere e berne un lungo sorso. "Dì qualcosa...!"

"Tu non sai quanto, in questo momento, sia contenta di stare con te e non più con Thor."

Bruce tira un sospiro di sollievo: "È carino sentirtelo dire, dovresti farlo spesso. Magari anche in altri contesti."

"Perché? Ti ho mai dato l'impressione di fare paragoni?" Ribatte piccata.

"No, no, affatto. È solo che beh, penso che passare da Thor a me... in un determinato frangente, ecco, la differenza si noti no? E mi fermo qui perché mi sta tornando in mente un'orribile scambio di squallide battute tra Stark, Barton ed Addison sulla necessità di un film porno sulla nostra squadra, in cui io mi trasformo e... 'batto tutti'."

Jane appoggia il bicchiere di vino: "La differenza tra te e Thor non è in un solo frangente. E, tranquillo, stravinci."

"Grazie Jane, è una bugia pietosa ma molto dolce."

"Ad ogni modo, tornando a parlare di noi due... ti andrebbe di venire qui tra due weekend? Selvig parte per la Grecia, non cercherà di rubarci tempo prezioso."

"Mi tenti. Farò il possibile." Jane fa l'occhiolino e sussurra un 'Bravo!' Il cellulare di Banner lo avverte di un messaggio: "Ti devo lasciare, mi dispiace. Addison ci ha riunito in salotto, dice che vuole..." Riguarda lo schermo dello Starkphone e arriccia il naso perplesso: "Presentarci il Protocollo da seguire. Che vorrà dire?"

Jane alza una spalla e torna a sorseggiare il vino.




Maxifelpa di H&M, Leggins sdruciti, Ugg e totale assenza di trucco: direi che sei già in uniforme materna." Sghignazza Stark, meritandosi il pizzicotto di Pepper.

Seduti diligentemente sul lungo divano della Lounge, la squadra mi fissa in attesa di ragguagli.

"Manca Beth." Noto, fulminando Steve con lo sguardo. Si affretta a spiegare che sta lavorando e non ha potuto chiedere un cambio ma che provvederà lui stesso a spiegarle la situazione: "Così questa è la volta buona che scappa a gambe levate" Aggiunge con un sospiro. Natasha gli passa una mano sulla schiena in segno di conforto e la mascella di Clint - Oalkey ostinatamente ancorati alla faccia - si contrae in un guizzo infastidito. Banner chiede dove sia Loki in questo momento e Thor gli risponde che è nel ThunderCorner: "Sta giocando con Hela."

"Oh, i primi rudimenti del caos?" Sbuffa sarcastico Stark. Altro pizzicotto di Pepper. Thor lo ignora chiede a J.A.R.V.I.S. conferma. In risposta, il sistema apre un quadrato olografico alla mia destra, con il filmato in diretta della videosorveglianza che mostra Hela nel salotto di Thor, intenta a creare quanto più casino possibile debitamente fomentata da suo padre. Una macchia nera e tremante nell’angolo riparato di un pensile mi suggerisce che Morrigan stia cercando di scamparla come può e che per le prossime ore riceverò anche il malumore del mio corvo.

Tutto a gonfie vele, direi.

"Che vi dicevo?"

"Tony, smettila. Addison, per favore, procedi pure."

"Un momento" Finalmente Clint si è tolto gli Oakley: "La videosorveglianza è in tutti gli appartamenti?"

"Certo, la Tower è mia!" Stark si ritrova addosso gli occhi di tutti. "La mia intenzione era di creare il Reality Show definitivo. Non ve l'ho detto prima perché non trovavo il nome adatto: Avengers Shore? Il Grande Fratello Asgardiano? Sedici secoli e incinto?"

Pepper si affretta a dare una spiegazione seria: "La videosorveglianza è sempre staccata, J.A.R.V.I.S. ha filtri molto severi per quanto riguarda la sua attivazione - che per la cronaca posso decidere solo io, in quanto capo della sicurezza - e questo era uno di quei casi in cui, scusaci Thor, l'abbiamo reputata necessaria."

Thor abbozza un sorriso comprensivo assicurando che non vi è nessun problema.

Decido che è ora di andare avanti: recupero gli StarkPad dal tavolo e ne distribuisco uno a testa; come sempre Tony rifiuta ciò che gli si porge, così è Pepper che lo prende e glielo rifila con più decisione e un'occhiataccia: "Data la situazione, ho pensato di stilare alcune linee guida per evitare che le cose precipitino e cercare di mantenere un livello di convivenza quanto meno accettabile, con il minor spargimento di sangue possibile e possibilmente senza vittime."

"Allora non dovresti parlare con noi, ma con Loki." borbotta Clint.

Gli faccio notare che è appunto questo l'atteggiamento sbagliato: "Ragazzi, so con chi abbiamo a che fare, per questo sto dando le linee guida a voi, perché ho piena fiducia nelle vostre facoltà mentali. E perché davvero questa situazione esula da qualsiasi mia preparazione. Perciò... so di chiedervi molto ma... ho bisogno di voi."

"Non metto in dubbio la ragionevolezza delle tue linee guida" interviene Banner infilandosi gli occhiali: "Tuttavia mi devi spiegare perché vieti la visione del Trono Di Spade in presenza di Loki."

"Troppo sesso?" Ammicca Tony, Thor ridacchia e Steve alza gli occhi al cielo, prima di ipotizzare che il motivo siano le Nozze Rosse: "Insomma... se ci pensate potrebbe trovare qualche affinità e..."

Natasha alza la mano: "È per Re Joffrey?"

Un punto per la Romanoff.” Concedo, e Nat viene apostrofata come 'Secchiona' da Stark. "Vorrei che a Loki non si pongano esempi da seguire di 'cattivi' popolari. Vorrei evitare che sviluppi un'iconica empatia che renda giustificabile e moralmente accettabile le sue azioni. Stessa cosa il Dr Lecter: meglio non nominarlo neppure, entrambi sono stati rinchiusi in una prigione di vetro, non so se mi spiego."

"E le abitudini culinarie di Loki non ci sono poi così chiare." Precisa Banner. Annuiamo tutti in accordo, anche Thor.

Non comprendo perché compaia anche Sherlock.” Interviene nuovamente Stark. “È della BBC, che vuoi che facciano gli inglesi? 'Oh mio dio! Moriarty ha avvelenato il the! La nazione sprofonderà nel caos!'”

Questa volta è Clint a rispndergli indicando me e Natasha: “Regrediscono allo stadio di adolescenti arrapate con quel telefilm. Senza contare che Moriarty... beh, ha stile.”

Assegno un punto a Clint.

Pepper alza di nuovo la mano: “Allora, proporrei di aggiungere anche Labyrinth: non vorrai mica che vada in giro vestito da Jareth il Re dei Goblin, vero? Vero?"

Beh, in effetti quello era il motivo per cui NON l'avevo inserito... "Oh, andiamo... chi non trova Jareth dannatamente sexy?"

Alzano tutti la mano.


Quando apre la porta del ThunderCorner Loki ha una riga rossa che gli attraversa la fronte: "Carino." commento.

"Lady Stark ha comprato ad Hela dei pennelli autoscriventi, pare dimostrare una spiccata dote per le arti."

"O per il MakeUp. Posso entrare?" Mi fa spazio, varco la soglia e me ne pento: Se Thor non è davvero suo zio... com'è che Hela può creare potenti e devastanti uragani?

L'appartamento è completamente a soqquadro: i cuscini del divano sono in tutte le direzioni, una tenda è a terra, la televisione è storta e gli scaffali del mobile del salotto sono svuotati da qualsiasi tipo di oggetto. In compenso il pavimento ne è pieno e sembra che gran parte delle cose siano nascoste sotto al tappeto. Dulcis in fundo, la parete bianca della cucina è decorata da ghirigori di pennarello rosso, blu e verde.

"Era molto nervosa." La giustifica Loki, alzando un paio di sedie e recuperando i cuscini del divano per rimetterli al loro posto: "Il cambiamento d'aria e di abitudine l'ha stravolta. Ho preferito lasciarla sfogare per metabolizzare gli ultimi accadimenti."

E con l'autorità concessami dalla University of Pennsylvania, conferisco a Loki Laufeyson la laurea ad honorem in psicopedagogia.

Lasciamo perdere: A proposito di Hela, domando dove sia, aiutandolo a recuperare gli oggetti da sotto il tappeto. Lui indica un punto sotto il bancone della cucina: dallo sportello aperto, in mezzo ad un paio di stoviglie abbandonate sul pavimento, spuntano le gambine di Hela, intenta a decorare l'interno del mobile con i pennarelli accompagnando la sua opera d'arte con gridolini e versetti.

Forse è il momento giusto per ritentare un approccio: mi avvicino alle sue spalle e la saluto con il più squillante dei “Ciao!” che posso produrre.

Hela trasale, sbatte la testina contro il ripiano interno e scoppia a piangere.

M affretto ad alzare le mani alzo le mani a dimostrare la mia innocenza: "Ha fatto tutto da sola!"

Loki incrocia le braccia: "Quindi? Che vuoi fare, lasciarla lì a strillare?"

E che faccio? La alzo goffamente e penso sia un'ottima idea mettere il bernoccolo sotto l'acqua fredda. Presa dal panico, con lei che urla in modo esagerato, apro il rubinetto ed incrocio lo sguardo allarmato di Loki: "T'avverto: non ha branchie."

Spiritoso. "Farò attenzione." Cerco di afferrarla meglio e la tuffo sotto il getto. La bambina si divincola, mi sfugge dalla presa e rimedia un'altra testata, questa volta nel lavandino.

Ok, e anche il secondo approccio è stato abbastanza traumatico. Vediamo come riesco a peggiorare la situazione.

La alzo: ha il fiatone, gli occhi sbarrati, ed è completamente zuppa. Guardo Loki: ha un sopracciglio alzato e si morde il labbro inferiore per trattenersi dal lanciarmi qualcosa di asgardianamente simile all'Avada Kedavra.

"Beh, il bagnetto doveva ancora farlo, no?" L'espressione di Loki non muta. Mi offro per cambiarla e lui fa cenno di no con una mano: "Hai già fatto abbastanza. Provvedo io."

Sospiro.


"Non ero venuta qui con l'intento di affogarla." Sono riemersi mano nella mano dalla camera, con Hela che trotterella balbettando qualche strana parola. "Volevo solo invitarvi a cena."

"Con gli altri?" Domanda diffidente Loki.

"No, assolutamente!” Anche perché si sono tutti defilati con le scuse più disparate. “Solo noi tre. Da me. Ho delle polpette precotte scadute solo due giorni fa, ma erano in frigo e si sono conservate bene. E poi ho il preparato per il purè e credo anche dei formaggi di quasi certa origine. Ah! E una scatola di piselli."

"Accidenti, che lauto banchetto" Risponde sarcastico: "Se la metti così ci prendi per la gola: declinare l'offerta è praticamente impossibile. Almeno varieremo la nostra dieta: da quando siamo qui Thor non ha fatto altro che propinarci lo stesso piatto."

"PopTarts, vero? Credo che ne abbia la dispensa piena..."



Osservo Loki tagliarle la carne e la bambina inforcarla goffamente per mangiarla con gusto: "Sembra proprio una golosona..." Sorrido forzatamente, cercando di stemperare la tensione, che da quando ci siamo seduti al tavolo ho inforcato una gaffe dietro l'altra e Loki non parla che a monosillabi: "Howie fa dannare per il mangiare: è iperattivo e faticano a tenerlo seduto a tavola. Sono più le volte che viene rincorso con il piatto in mano."

Raccomandandosi di soffiare sulla forchettata di purè caldo prima di infilarselo in bocca - Hela lo fa con troppa veemenza e un pezzo vola nel mio bicchiere - Loki piega finalmente le labbra in un sorrisetto orgoglioso: "Questo perché il rampollo degli Stark è una piccola peste viziata."

Alzo gli occhi al cielo: certo che se le premesse sono queste dovrò stilare ben presto un altro Protocollo.

Abbozzo un altro sorriso di rimando ad Hela: la sua espressione serena ed i suoi occhi costantemente fissi su di me mi mettono a disagio. Mi guarda come se si aspettasse che da un momento all'altro facessi comparire un coniglio dal mio cilindro, sembra incantata dalla mia presenza.

Vorrei esserlo anch'io, credimi bimbetta.

Prova a mangiare i piselli, è una dura lotta riuscire a farli stare sulla forchetta. Loki un po' l'aiuta un po' ne ride, ed in effetti la scena è talmente buffa che non posso impedirmi di fare lo stesso. Quando finalmente riesce a portarsi il boccone alla bocca è impreparata alla loro consistenza: le vanno di traverso e tossicchia. Le batto delicatamente la schiena per aiutarla a deglutire.

Un pisello viene sparato dal naso e centra il mio bicchiere.

Deprimente.


Non vi è nessuna naturalezza nei gesti di Addison, anche la risata è forzata. Loki non riesce a soprassedere alla sua mancanza di affezione verso la sua bambina. Non dimostra nessuno slancio di prenderla in braccio o di sentirla parlare, di vederla ridere o di conoscerla.

Forse dovrebbe semplicemente apprezzare il suo sforzo di adattarsi alla nuova situazione, e di cercare di instaurare un rapporto con Hela. La cena, in fondo, deve essere la sua massima espressione culinaria, visto che quando la visitava era solita ordinarla da taverne esterne e non l'aveva mai vista fare altro che infilare involucri bianchi dentro al microonde.

Per quanto sembri più disponibile ed impegnata a fare ammenda per la sua reazione, Loki non può fare a meno di pensare che Frigga un rifiuto non l'aveva neppure proferito dinnanzi ad un neonato che non aveva nulla da spartire con lei o la sua razza.

Addison è ben diversa. Non può essere avvinta da alcun legame. Non era una delle cose che tanto gli piacevano di lei?

"Sai, Hela, oggi ti ho preso un giochino." Addison aiuta la bambina a scendere dai cuscini della sedia e l'accompagna attraverso la stanza, sul tappeto vicino ai divani dove recupera una busta di plastica continuando a parlarle con moine sdolcinate, finché Loki non resiste e le fa notare che Hela non è un'idiota e può anche smettere di usare falsetti e squittii. Addison avvampa e cerca di dissimulare l’imbarazzo estraendo una scatola dalla busta e aiutando la bambina ad aprirla, sforzandosi addirittura di provare a spiegarle brevemente lo scopo del gioco: "Si chiama puzzle. Vedi? Devi incastrare i pezzi." Mostra un paio di incastri, sbagliati. "E se non entrano alla perfezione, basta pressarli un po'." Li appoggia a terra e li pesta con il piede: "Visto? Divertente, no?" Assicurandosi che Hela si sia interessata al gioco torna al tavolo e si risiede.

"Sono colpito dall'impegno che ci stai mettendo."

Lei ringrazia altrettanto sarcastica. "Volevo parlare di cose... uhm, pratiche. Credo che dovremmo trovare una soluzione all'annoso problema della considerazione che quattro fattucchiere hanno di Hela. Se Asgard non può essere a noi ostile, lo sarà sicuramente qualche altro regno, no? Tipo quello degli arrostitori che hai incontrato."

Annuisce ed ammette che quel ragionamento ha condizionato la sua giornata: "Non nego che Hela possa davvero essere una minaccia per i governi dei Nove Regni. E non ti nascondo che sarebbe per me fonte di enorme orgoglio vedere mia figlia riuscire dove io ho fallito. Lo è sapere che è già temuta: conoscono il valore del suo potere. È il connubio perfetto tra molteplici razze: in parte demone, in parte Jotun, in parte umana... Lei merita di spezzare la schiena a chi vigliaccamente la minaccia."

Addison annusa l'aria: "Il connubio perfetto tra molteplici razze credo che abbia appena riempito un pannolino. Fai tu?"

"Fossi in te mi prodigherei per entrare nelle sue grazie. Quando verrà il giorno – e arriverà, te lo posso assicurare – non vorrai essere tra le schiere dei suoi schiavi."

"In altre parole, vado io." Sospira alzandosi

"Non scordarti il talco: ha una brutta irritazione."


"Dicevamo:" Addison è tornata dopo un quarto d'ora e Loki ironizza sul tempo impiegato esprimendo la sua preoccupazione che con 'cambiare' avesse inteso sostituire di netto la bambina.

"Hey, era la mia prima volta!"

"Ha il talco sin nei capelli."

"Mi hai detto tu di metterglielo!

Intendevo solo sull'irritazione...”

E allora la prossima volta sii più preciso, grazie. Ma torniamo all'argomento principale: Risoluzione della problematica legata alla sicurezza della minorenne posta sotto la nostra tutela."

Loki alza gli occhi al cielo: "Detto così suona indiscutibilmente materno. Soprassederò anche questa volta. Come ti dicevo, il destino che il fato sembra riservare ad Hela lo trovo alquanto fausto, non cercherei di ostacolarlo in alcun modo."

Lei lo fissa attentamente per qualche secondo, poi piega la testa di lato e piega le labbra in un sorrisetto: "Sei angosciato, non è vero?"

"Perché dovrei? Mia figlia è sotto la protezione dei più grandi eroi della Terra. E a rafforzare la tesi che nostra figlia non potrà avere che un glorioso futuro, c'è il fatto che ambedue siamo di stirpe reale: sebbene ci sia stato negato l'onore di un trono, non possiamo rifiutare quale tipo di sangue scorra nelle nostre vene."

"Il che fa di lei non solo una preda ambita, ma un ostaggio perfetto." Loki deglutisce e distoglie lo sguardo, Addison si alza e commenta come abbia centrato il punto. "Ovunque la si guardi, la profezia fa di lei una prigioniera."

"Per ora."

Hela ha rotto a metà un pezzo del puzzle che non entrava da nessuna parte. Lo appoggia sull'incastro e ci saltella sopra per fissare le congiunzioni. Poi li fissa battendo le manine soddisfatta. Entrambi si affrettano a risponderle nello stesso modo.

"E se chiedessi ad Amon di darci una mano? Potrebbe garantire che sarà sotto la sua tutela, e non dannosa per qualcuno. La voce di un sovrano potrebbe dare qualche garanzia in più, non trovi?"

Finalmente un'idea sensata. Loki ammette di esserne positivamente sorpreso: "Temevo avessi perso la tua proverbiale arguzia."

La mascella di Addison ha un guizzo e per un istante si bea di averla punzecchiata a dovere. Poi lei dissimula guardandosi un attimo le unghie e commentando il dover riassettare si alza e sparecchia: "Ritieniti fortunato, comunque: è la prima volta che uso davvero questa cucina."

Hela ritorna dai suoi giochi facendo segno con il pollice di voler bere; si arrampica sulle ginocchia di Loki e tracanna il bicchiere d'acqua che le porge. Un attimo di distrazione e le scivola di mano. Addison scatta per afferrarlo al volo troppo tardi: il bicchiere si infrange a terra. Nel raccogliere i cocci da terra, trattenendo Hela dal toccarli si taglia un polpastrello e soffoca un'imprecazione, poi getta tutto nella pattumiera e fila in bagno a medicarsi con il dito in bocca.

Hela si divincola e Loki la porta in mezzo ai suoi giochi. E poi segue i passi di Addison.

La trova china sul lavandino con l'acqua che scorre sul taglio. "Non sanguina tanto, è solo una scocciatura." Rassicura. "Dovremo rifornirci di bicchieri di plastica. O di cemento. A prova di sublime connubio tra più razze. "

Lascia scivolare la mano sulla sua, la ritira dal getto e se la porta tra le labbra. Passa la lingua sul polpastrello tagliato catturando il sapore metallico del sangue insieme al suo sguardo.

E poi sostituisce la mano con le sue labbra.

Addison lo stringe, attirandolo a sé incurante del taglio che continua a sanguinare; approfondisce il bacio con foga, si lascia sollevare ed appoggiare sul mobile. Loki chiude la porta con un calcio, trova l'orlo della sua maglietta e la solleva per sfilargliela sorridendo al brivido con cui lei accoglie le sue mani fresche. Dal modo in cui si aggrappa alle sue spalle - quasi gli strappa la maglietta - ed avvolge le gambe attorno alla sua vita ha la certezza che non è stato il solo a cui quel momento è mancato. Lo riempie di baci lungo il collo, armeggia con il laccio dei pantaloni e lo scioglie, lo accarezza, lo desidera. Adora il modo in cui risponde al suo tocco e ai suoi baci, e quando Addison pronuncia il suo nome si sente mozzare il fiato: Afferra l'orlo dei pantaloncini, li strattona con forza per toglierli e perde l'equilibrio cadendo indietro. Addison non si è staccata, gli è volta completamente addosso.

Dal rumore che ha fatto, il portellone della doccia su cui sono precipitati deve essersi rotto.

Anche la spalla non ne deve esserne uscita indenne.

Ma non è il momento di preoccuparsene.


Addison ha ancora le guance rosse e le labbra tumide: quando gli fa notare che indossa la maglietta al contrario Loki nota che ha anche cambiato il tono di voce.

La spalla teoricamente dovrebbe fargli male – Il colpo contro la doccia è stato amplificato da Addison aggrappata a lui come vischio ad un tronco – ma prova solo un senso di torpore diffuso.

Decisamente piacevole.

Trovano Hela addormentata con la faccia sui cuscini del divano. Quando Loki la solleva mugola afferrandogli i lembi della maglietta con le manine, strofinandogli addosso gli occhi gonfi e le guance umide, e sente lo stomaco serrarsi in una morsa di sensi di colpa: "Non è abituata a stare da sola." Spiega a Addison, che si sta ristora scolandosi una bottiglietta d'acqua. "Avrà pensato di essere stata abbandonata."

"Rilassati. Siamo stati di là non più di dieci minuti, ed ora dorme, no? Se avesse pianto forte l'avremmo sentita." Addison gli circonda le spalle con un braccio e gli schiocca un bacio sulla guancia: "Ci siamo presi un momentino per noi. Visto che siamo una coppia, ora ufficialmente, direi che..."

Direi che dovremmo essere più responsabili.” Taglia corto. Hela si muove tra le sue braccia accoccolandosi ancora di più al suo petto. Scuote la testa e si alza con la bambina in braccio. "È ora che vada, Hela deve dormire."

"Ah." Addison li fissa con la faccia stupita ed alza le spalle. "Va bene. D'accordo. Come vuoi. Pensavo solo che stessi a dormire qui."

"Non è il caso."

Sembra delusa e un po' seccata, di certo non si aspettava un'epifania simile dal loro incontro nel bagno, ma non insiste per trattenerlo. Solo quando si ritrova davanti alla porta del ThunderCorner, Loki si ferma un istante prima di appoggiare la mano sulla maniglia.

Visto che siamo una coppia, ora ufficialmente.

Niente più incontri clandestini.

Una madre, per la bambina.

L'affetto di Addison è un passaporto per la salvezza di Hela e forse per qualcosa di più.

Per sé.

Loki riflette un momento e poi ritorna sui suoi passi.


Addison apre la porta con una sigaretta tra le dita - che si affretta a spegnere - e l'espressione stupita dipinta in volto.

"Sapendomi qui Thor è saltato a conclusioni affrettate. Russa sul letto e non c'è verso di spostarlo."

"Vi ha spodestato?" Loki annuisce "Allora restate qui?"

"Sì, restiamo qui."


E dopo la sfuriata della volta scorsa, forse Adie si ripiglia un pochino.

Forse.

Ad ogni modo abbiate fede, l'azione è dietro l'angolo. Sta arrivando.

Grazie, Grazie, Grazie e GRAZIE. Per essere arrivate qui, per avermi espresso il vostro affetto o la vostra incazzatura, e per aver letto questa storia.

Come sempre, per ogni evenienza, vi ricordo il mio ask.

GRAZIE!

Alla prossima

EC.



   
 
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