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Autore: niandelove    02/03/2014    0 recensioni
Lei è la classica brava ragazza con la testa sulle spalle. Lui il solito Don Giovanni presuntuoso,che vuole tutto e subito.
Due caratteri completamente diversi si ritrovano nel posto sbagliato,al momento sbagliato.Peccato che lui si presentò con due occhi di ghiaccio e uno splendito sorriso.
AU,tutti umani.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alaric Saltzman, Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Jules | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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All about my family

"Ben tornata signorina Gilbert.Spero che il viaggio in Italia sia stato di suo gradimento,dovrebbe aver appreso molto cose"
Sorridevo, piuttosto forzatamente a quella frase, che per quanto mi rincuorava non bastava a tranquillizzarmi.Perche il signor Posey mi aveva fatta chimare?
Voleva licenziarmi?
"In ogni caso ho deciso di darle un compito per la prossima settimana. Si tratta di un articolo....su Roma"
Spalancai gli occhi per la piacevole sorpresa.Non mi sarei mai aspettata un incarico del genere.
"certo signore,sarà pronto per lunedi prossimo"
Gli strinsi la mano,sorridente, avviandomi finalmente verso la hall di quel palazzo.
Uscita dal portone,il vento gelido mi attraversó il corpo, facendomi stringere nel mio cappotto blu.
Il cielo carico di nuvoloni pesanti non smetteva più di piangere le sue lacrime ed io mi stavo bagnando del suo pianto.Non avevo ombrello non avevo macchina,solo me stessa.Ed ero completamente immersa nella mia città.Senza protezioni,senza paura,perche New York era l'unica mia certezza, l'unica costante della mia vita.Quella che non ti tradirebbe mai,che non giudicherebbe i tuoi errori o i tuoi pensieri, quella che pur non sapendolo ti sostiene sempre,che crede in te anche se non te lo meriti.Ed io amavo la mia città,con tutta me stessa,perche era la mia sicurezza e lo sarebbe sempre stata.

"come è andata a lavoro?"

"bene,mi hanno dato un incarico per la prossima settimana.Scriverò il mio primo articolo!"
Io e Damon facevamo colazione nel nostro bar preferito.Ormai erano 2 settimane che passavamo le giornate insieme.Non facevamo niente di che.Spesso veniva lui ad aiutarmi con gli scatoloni,mettavamo un po in ordine il mio nuovo appartamento e poi cenavamo insieme perche si faceva tardi.E stavo bene con lui ,forse anche troppo bene,ma non riuscivo a staccarmi,ad allontanarlo,perche ora che l'avevo incontrato,mi era impossibile passare le giornate senza il suo sorriso o le sue battutine stupide e questo mi faceva paura...anzi mi terrorizzava.
"allora credo proprio che dovremmo festeggiare!" la voce della bionda mi risvegliò dai miei pensieri.Mi ero dimenticata della sua presenza.
"concordo con barbie"
Damon annuiva mentre finiva il suo pancake.Caroline era partita in quarta organizzando tutto nei minimi dettagli.Aveva gia deciso il vestito che doveva indossare compresi gli accessori,e non la smetteva di chiacchierare ,cosi decisi di fermarla.
"se io vengo,tu la smetti di parlare?"
"grazie grazie grazie" mi abbracciò velocemente e se ne andò.
"Questa ragazza non paga mai la sua parte, prima o poi mi dovrà comprare un bel regalo....e anche molto costoso" Damon sbuffava divertito,mentre prendeva il portafoglio.Si lamentava spesso dei soldi che gli facevamo spendere,ma sapevamo benissimo che lui lo faceva con piacere,anzi qualche volta abbiamo anche litigato per questa storia,ma lui era irremovibile.Io sono l'uomo e io pago diceva.
"Ti ho mai detto che ti voglio bene"
"si,solo quando ti pare a te!"
Gli diedi un bacio sulla guancia, mentre lui lasciava una banconota da 20 dollari sul tavolo.
"Dai ragazzina,il centro commerciale ci aspetta" indicò l'uscita con la testa,mentre infilava il suo cappotto rigorosamente nero.Car aveva detto che la festa era domani sera e che era obbligatorio indossare un vestito lungo sulle sfumature del blu.Peccato che ne io che Damon ne avevamo uno.

****

Pov Damon

"che ne pensi?"
Elena si provava vestiti su vestiti da almeno due ore.Diceva che la facevano grassa,che non stavano bene con il colore della sua pelle o piu semplicemente si lamentava della loro lunghezza.Per me ovviamente era sempre perfetta,ma lei era maledettamente testarda e quindi ogni volta ci ritrovavamo al punto di partenza.
"A me piace,ma deve convincere te"
"Sei di molto aiuto Damon,grazie."
Comunque penso che prenderò questo,mi piace il colore"
"grazie al cielo" alzai gli occhi verso l'alto per ringraziare qualcuno lassù che forse aveva deciso di risparmiarmi questa tortura.Perche si,quel negozio era decisamente l'inferno sceso in terra.Era pieno di gente che urlava, correndo da una parte all'altra grindando "ho trovato il vestito!" mentre era ancora occupata a stapparlo dalla mani di un'altra persona.E forse era normale questa sorta di guerra con scarpe volanti e abiti strappati,ma io ero un uomo,non ero abituato e di certo non avevo il tempo e la voglia di star rinchiuso dentro quella camera infernale.
Appena usciti ,presi una bella boccata d'aria,dentro quel negozio non si respirava.
"Ora tocca a te.Dove andiamo?"
"oh no no no. Ora torniamo a casa e ci riposiamo.La giacca la compro domani da solo"
"che noioso che sei!"
Alzai le spalle in segno di indifferenza,io volevo solo sdragliarmi sul divano e mangiare un bel pezzo di pizza.
"casa mia o casa tua?"
"tua,hai il balcone"
Elena annuiva sorridente metre chiamava Caroline, per dirle che oggi restava a casa sua.Ormai era una nostra abitudine cenare insiene e la bionda lo sapeva,ma voleva comunque essere avvertita.
Entrammo in macchina e ci avviamo verso casa di Elena.
"io ordino la piazza.Tu vuoi la solita?" La mora mi guardava con quei gli occhi da cerbiatta.Qualche volta mi dimenticavo di quanto fosse bella, ma tanto c'era lei a ricordarmelo.Come adesso,che indossava una maglietta scollata,con quei pantaloni troppo attillati che fasciavano perfetti le sue gambe lunghe.
"si " risposi,girandomi verso il volante per fissare la deserta strada di fronte a me.Non so perche,ma stavo sudando.

****

"ora che ci penso,non mi hai mai parlato della tua famiglia"

Elena beveva il suo bicchiere di birra,mentre con una mano teneva una fetta di pizza.A vederla sembrava che non avesse toccato cibo da giorni,quando invece appena 1 ora fa si era fatta un panino con la mortadella.

"Non c'è molto da dire.Mia madre è morta quando avevo 6 anni e mio padre....bhè diciamo che non siamo in buoni rapporti"

"Scometto che è la solita storia.Del tipo:mio padre voleva che io diventassi un avvocato come lui,ma io sognavo di fare l'architetto"

"Fotografo.Volevo diventare un fotografo..."

Abbassai lo sguardo sul tavolo,mentre graffiavo il piatto con la forchetta.Non amavo parlare della mia famiglia,tantomeno di mio padre.

"Se ti può essere di aiuto, i miei genitori sono morti in un incidente stradale"

La voce di Elena era tranquilla,mentre mi spiegava l'accaduto.Sembrava stesse raccontando una storiella e forse mi faceva anche un pò tenerezza,perchè mi ricordava una bambina che ripeteva una favola.Peccato che questo racconto di favola non aveva proprio niente.

"Mi dispiace" dissi sincero.

Lei annuiva,mentre si alzava per buttare i cartoni della pizza,poi tornò al tavolo e si sedette sulle mie ginocchia.

"Dovresti comprare un tavolo più decente,lo sai?"

Lei rideva,avvolgendomi il collo con un braccio.

"Solo quello? Hai visto in che stato sta il divano?"

"Direi che quello di mia nonna è più moderno"

"Non penso proprio!"

"No,dico davvero.Mio fratello gliel'ha comprato un paio di anni fa,perchè quello che aveva era completamente distrutto.Uscivano le molle dal materasso e i braccioli si erano staccati,era veramente improponibile"

"Hai un fratello?" chiese con gli occhi spalancati,sistemandosi meglio sulle mie gambe.

"Si chiama Stefan,è più piccolo di me"

"Perchè non me l'hai mai detto?"

"Non lo vedo da un pò.Aveva problemi con l'alcool e non voleva farsi aiutare,così lo costrinsi ad andare in un centro di riabilitazione.Lui mi odiava e non voleva più vedermi,così...."

"Non ti sei più fatto sentire"

Annuii guardandola con la coda degli occhi.Di certo non ne andavo fiero,sapevo che avevo sbagliato,ma nessuno aveva visto come mi guardav, mentre lo rinchiudevano dentro a quel posto.Era furioso e molto probabilmente gli ho fatto un favore a non andare a trovarlo,ma questa non era comunque una valida scusa.

Elena mi abbracciò,mimando un "mi dispiace".Il viso premeva sulla mia spalla destra e il suo respiro mi accarezzava il collo.Io la stringevo sulla vita,con i palmi delle mani sulla sua schiena.Era piacevole abbracciarla,toccarla.Forse perchè era un gesto spontaneo o più semplicemente perche ero uomo,ed avevo bisogno di un contatto fisico con l'altro sesso...con lei.

"Direi che le nostre vite fanno abbastanza schifo,non credi?"

"A me piace la mia vita e molto probabilmente hai ragione tu a dire che fa schifo,perchè forse è troppo incasinata e triste,ma io nella mia solitudine ci sto bene"

"Ma tu non sei solo Damon.Ora ci sono io a farti compagnia,a rendere la tua vita ancora più triste e incasinata.E credemi se ti dico che forse tu sei anche fortunato,perchè hai delle persone che ti vogliono bene,perchè hai una famiglia e perchè hai un divano decente su cui sederti"

Ed io sorridevo alla sue parole.A quelle parole che si susseguivano una dopo l'altra,che scorrevano veloci e piacevoli....quelle parole che mi facevano perdere in quel mondo,che lei aveva appena creato.

 

 

Ciao a tutte e buona domenica!

Lo so,sono in ritardo e chiedo umilmente scusa,ma il liceo è impegnativo e porta via molto tempo,aggiungiamoci anche lo sport e la stanchezza e direi che abbiamo finito con le scuse.

Il capitolo è di passaggio,in realtà le cose importanti avvengono nel prossimo,cioè alla festa.Vi avverto subito che non sarà tutto rose e fiori per i delena,anzi...

Il viaggio organizzato da Caroline e il resto della gang ci sarà tra un paio di capitoli.Lì si,che ci sarà da divertirsi!

Chiedo inoltre perdono per lo sbaglio madornale,fatto nel capitolo precedente:la ragazza di cui parlava Damon non era Rose,ma Kate(il problema è che nella mia mente quel personnaggio corrisponde alla vampira dagli occhi verdi).

Grazie a tutte e un bacio.

  
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