Ore 23:01 – 15
ottobre 2000
La mano di Matt passa leggera e delicata tra i capelli del biondo. E’ sudatissimo e bagnargli la fronte ogni cinque minuti non basta a farlo stare meglio. Il respiro è sempre regolare, ma la febbre non diminuisce. Copiose lacrime che escono dalle sue palpebre nonostante non sia cosciente, e Matt, che non sa più cosa fare, fa avanti e indietro dal bagno al letto ogni pochi minuti per cercare di curarlo come può.
Passa una buona mezz'ora e la febbre sembra calare. Matt si è nuovamente seduto sulla poltrona accanto al letto.
La testa appoggiata sul materasso, è stanchissimo.
Ormai è tardi e sarebbe ora di dormire, ma non può. Mello ha la febbre alta e Near, quel piccolo maledetto moccioso sta male pure lui.
Come se non bastasse quando Mello riaprirà gli occhi gli dovrà dire anche della decisione riguardo la loro amicizia e ciò lo preoccupa non poco... Mello è un ragazzino che si lascia trasportare troppo dalle, emozioni e qualche altro scatto di rabbia o di depressione non è il caso di fargliela venire... Però...
Non termina i suoi ragionamenti che una mano, caldissima e umidiccia, stringe la sua. Gli occhi di Mello si aprono lentamente. Lo fissano.
" Mel!"
" Matt... Mi fa male... La testa..."
Fa per rialzarsi e mettersi seduto, ma Matt lo blocca facendolo ristendere delicatamente.
"Non ti sforzare, sei malato, hai la febbre... Adesso stai fermo qui."
"Ma Matt, io..."
"Ti ho detto di non muoverti! Aspettami qui, ho una cosa per te."
Matt si alza dalla sua postazione lasciando Mello sdraiato sul letto, ancora mezzo addormentato. Torna poco dopo con una tazza di cioccolato fumante e gliela porge.
"Adesso beviti questa, Mello. Non hai mangiato nulla... Ti farà stare meglio ne sono sicuro..."
Il biondino lo guarda per qualche istante. Gli occhi fissi sui suoi si stavano arrossando vistosamente.
“Ecco assaggia!
E’ cioccolata calda! Sono sicuro che ti sentirai meglio dopo averla
bevuta, Mihael!”
Matt ricambia lo sguardo, preoccupato. Perchè Mello lo guarda in quel modo?
" G-grazie, Matty." allunga le mani e prende timidamente la tazza, ne beve poi un sorso appoggiandosi contro lo schienale del letto. Chiude gli occhi gustandosi il dolce aroma di quella sostanza da cui ormai è dipendente. Adora il cioccolato… E’ come una dolcissima droga.
“Ecco, da bravo,
bevila tutta. Sono sicuro che non voleva farti del male, piccolo... Lo sai che
lei sta male... Molto, molto male.”
Frasi che pensava di aver rimosso ritornano a galla...
Beve Mello, butta giù il cioccolato strizzando gli occhi sempre più forte. Non vuole che le lacrime continuino a solcargli il volto... E per cosa poi? Per qualcosa che doveva essere stato cancellato da tempo.
“Per stanotte rimarrai
qui, va bene? Domani ti riaccompagno io a casa, adesso starà dormendo...
Tu pensa a riposarti, Mihael ... E prega... Prega per lei ... Che tra qualche
mese non ti sentirai più solo...”
Le lacrime ricominciano ad uscire, sempre più prepotentemente. Il corpo trema visibilmente davanti alla figura di Matt che, a quella vista, non sa più cosa fare...
"M-Mello... Ascolta..."
“Non ti sentirai
più solo. E avrai qualcuno con cui giocare.”
"Io... Ecco io volevo dirti che..."
“E se lei non potrà
farlo, ci penserai te, perchè te sei un bravo bambino, Mihael!”
"Mello... Io non posso più essere il tuo migliore amico..."
La tazza cade a terra frantumandosi non appena Matt pronuncia queste parole. Lo sguardo di Mello, fisso su di lui, in un'espressione… scioccata?
Matt si morde il labbro inferiore, ma ormai ha deciso, e vuole arrivare fino in fondo. Deve dargli innanzitutto una spiegazione sul perché di queste sue dure parole, senza farsi prendere dal panico.
"Già... Ecco, vedi... Penso che abbiamo bisogno di una pausa... Forse non abbiamo ancora in mente cosa significhi essere migliori amici e... Cavolo, Mel, io ci sono rimasto male per quella tua idea sullo scherzo! Near poteva davvero morire! Penso che sarebbe il caso che ognuno si prenda le proprie responsabilità. Non dico che non voglio più essere tuo amico, questo mai, ma ho l'impressione che tu mi stia usando, ecco! Io non voglio essere utilizzato per scherzi pericolosi come quelli! Capisci cosa intendo Mell… Mello?"
Lo sguardo allucinato di Mello non si è spostato di un centimetro da dove era puntato... E’ ancora fisso sui suoi occhi. La bocca schiusa, il labbro inferiore che trema, e le esili dita che stringono forte le lenzuola sporche di cioccolato.
"No... No, no... Matt... Che stai dicendo? Io non... Io non ti ho usato Matty, io... Io..."
"Mel, non dire idiozie... Forse tu non lo sai, ma lo pensano tutti qui alla Wammy's... Sai cosa dicono? Dicono che io sono il tuo cagnolino! E che tu mi usi per fare quello che ti pare senza curarti di quello che io penso!"
"E tu gli credi?"
"Cosa dovrei pensare, eh? Dimmelo, cosa dovrei pensare? Mello, insomma... Ci conosciamo da tanto tempo, lo sappiamo entrambi che ti piace dare gli ordini. A tutti, nessuno escluso... Nemmeno me! E poi toglimi una curiosità... Dici che sono il tuo migliore amico... Perchè allora non mi hai mai raccontato quello che hai passato prima di arrivare qui?"
Una forte fitta al cuore. Ecco cosa prova Mello ora... E’ amarezza, è delusione… Come se qualcosa di fragile come cristallo dentro di lui si fosse spaccato in mille pezzi.
"Tu sai tutto di me... Sai dei miei genitori, di come sono morti... Sai tutto quello che ho passato... Io di te ancora non so nulla... Mi sono sempre detto che magari è meglio così. Magari non era il caso di chiedertelo perchè è qualcosa di terribile e..."
"Addio."
Fredda. Una risposta secca, buttata lì, scaturisce dalle labbra di Mello, mentre quest'ultimo si alza a fatica e si incammina a passo malfermo verso la porta rischiando di cadere per l'ennesima volta.
" C-Cosa? Mello, aspe..."
" No, Matt!"
Un singhiozzo spezza la frase. Si volta verso il rosso, gli occhi gonfi.
"Mi sono rotto, Matty! Tanto finisce così ogni volta! Pensi che io sia facile? Pensi che tutti riescano a parlare tranquillamente di quello che hanno passato? Eh, Matt? E ora vieni fuori con la storia che non siamo più migliori amici perchè... Perchè secondo tutti io ti sfrutto! E te dai loro pure retta!"
"No! Aspetta, hai capito mal..."
"E’ esattamente quello che hai detto, Matt! Scusa, sarà che sto poco bene, sarà che Near a quanto pare mi odia più di quanto lo odiassi io, ma... Voglio starmene da solo."
Esce di corsa dalla porta sbattendola, dirigendosi in un qualche luogo lontano dal ragazzino. Matt rimane immobile, in piedi davanti alla porta con aria inebetita.
Ecco... Ancora una volta è stato troppo avventato e senza rendersene conto ha perso, forse completamente, l'unica persona che tenesse veramente a lui.
Mello aveva cercato di correre per svariati minuti prima di giungere dove si trovava ora. La testa gli pulsa come non mai, il cuore pompa litri di sangue ad una velocità esagerata battendo furiosamente nel suo petto.
Dentro la solita chiesa, suo nido sicuro, al riparo da sguardi indiscreti, al riparo da quel mondo crudele dove tutti sembrano odiarlo, perfino Matt… Matt che ha rotto i ponti con lui, proprio il giorno in cui sta male, proprio quando anche Near sembra ribellarsi alle sue attenzioni.
La vita è davvero ingiusta, le sfortune si accaniscono.
Osserva attentamente nella semioscurità creata dalle
candele un grosso dipinto situato nella parte sinistra del transetto. Una
pittura a olio settecentesca. In uno cielo irreale, con i piedi poggiati su una
nuvola quasi impalpabile,
E questo gli fa male. Molto male.
Le lacrime ricominciano a scorrere lentamente sulle sue guance senza quasi che lui se ne accorga. Nella sua mente un ricordo che avrebbe dovuto essere dimenticato, si staglia più vivido e doloroso che mai…
“Sei un
maledetto! Devi sparire dalla mia vita, hai capito? Hai capito? Non voglio
più vederti, piccolo mostro!”
“Mamma!
Io… Io…”
“Smettila! Stai
zitto, non osare chiamarmi mamma! Io non sono tua madre!”
Una donna con lunghi e
lisci capelli neri urlò con tutte le forze che possedeva al bambino
rannicchiato in un angolo della camera da letto, la testa tra le mani e le
lacrime agli occhi.
Ogni volta… Ogni
volta le stesse identiche parole velenose che gli schiacciavano l’anima.
Si chiedeva spesso il perché, perché doveva dirgli cose tanto terribili.
Alla fine, aveva smesso di prsi tale inutile quesito. Era così e basta.
Claire Keehl aveva
raramente misura nelle parole quando sentiva di dover dire quello che pensava
al figlio. Gli vomitava addosso tutti gli insulti che aveva accumulato dentro senza
preoccuparsi di ferirlo. In fondo… Se lo meritava, secondo lei.
“Tu non dovresti
essere qui! Non dovresti nemmeno esistere! Lo sai che solo a guardarti mi sento
morire? Lo sai, vero, Mihael?”
“Io…
Io…”
Il piccolo lo sapeva
eccome se lo sapeva. Leggeva solo disgusto nei suoi occhi, ogni volta che il
suo sguardo si posava su di lui.
“Rispondimi,
piccolo stronzo!”
La paura lo aveva
paralizzato, incollato al muro, reso incapace di pronunciare qualsiasi parola
di senso compiuto. Si limitava a singhiozzare piano, guardandosi i piedi.
La donna fu allora
presa da un impeto incontenibile di collera. Come osava quel mostriciattolo non
ammettere le sue colpe?
Lo afferrò con
forza per un braccio strattonandolo e con la mano libera iniziò a
picchiarlo. Colpiva dove riusciva con tutta la violenza che poteva, mentre il
bimbo si dimenava e gridava cercando inutilmente di schivare i colpi.
Stringe forte la testa contro le sue esili dita, quasi facendole penetrare nella carne del cranio. Sente ancora quella voce, quelle grida, quelle mani che non perdevano occasione per fargli del male per qualsiasi motivazione. Non aveva mai potuto opporsi, troppo piccolo, debole, impaurito…
Vuole Matt... Vuole stare con Matt, con il suo migliore amico. Anche se lui non lo considera più tale per Mello non conta: è il suo migliore amico, lo vuole vicino!
Volge lo sguardo verso il tabernacolo. Illuminata da alcune candele la statua marmorea di Maria è si staglia vicino all'altare, accanto ai gradini.
A passo lento e traballante si avvicina ad essa, le lacrime
che continuano a rigargli il volto.
“Non mi importa nulla di te! Ne tanto meno di lui!”
“ Matt..."
“Vorrei che non
fossi mai nato! Sei orribile! Sei identico a lui! Non meriti nemmeno di
chiamarti Mihael! Lui è un Angelo, .tu… Tu.. Sei un
demonio!”
" Non è colpa mia... Io non ho chiesto di nascere... Perchè?"
E’ arrivato. Con il fiatone e la testa che minaccia di scoppiargli per il male che gli fa, si appoggia alla statua cadendole davanti in ginocchio. Non riesce a respirare bene a causa dell'incenso che gli entra nelle narici peggiorandogli il mal di testa. Alza in volto verso quello della statua. Accenna un lieve sorriso ammirando il viso misericordioso della Madonna. E’ sereno, sorridente... Perchè sua madre non gli aveva mai rivolto uno sguardo così? Perchè?
Un'ultima lacrima solca le sue guance mentre lui a voce bassa pone un'ultima domanda, che ha più l'aria di essere una supplica...
" Io… Non sono un peccato... Vero?"
Chiude gli occhi addormentandosi accanto ad essa. Vorrebbe rimanere lì, in quella Chiesa. L’unico posto dove si senta veramente al sicuro.
Piove a dirotto... Un
bambino, disteso sull'erba del proprio giardino in piena notte, accucciato
contro il muro come un gattino, venne soccorso dal vecchio parroco del paese.
Si risvegliò
qualche ora dopo, sdraiato su un letto vicino al camino acceso. Riconobbe
subito quella figura che gli stava accanto sorridendogli...
“Ciao, Mihael...
Dormito bene?”
“Father
John...”
Non ricordava bene
cosa fosse successo... Solo urla e pianti, e poi le mani che lo
picchiavano… Infine quella persona che lo scaraventava nel giardino,
chiudendosi la porta alle spalle, la frase “Vattene, non voglio
più vederti!” che usciva dalla bocca di lei, di quella
donna…
“Ti ho trovato
che dormivi in giardino sotto la pioggia... In piena notte, Mihael...”
“Ah!... Mi
perdoni! Io... L'ho fatta arrabbiare di nuovo e lei mi ha... Non volevo, le
giuro che non volevo!”
Il piccolo
iniziò a piangere a ripensare alla madre che lo buttava fuori di casa...
E perchè poi? Non lo sapeva nemmeno lui. Sapeva solo di aver fatto
qualcosa di grave anche se non sapeva cosa.
“Su, su... Dai,
non piangere... Bevi un po’ di cioccolata. L'altra volta quando te l'ho
fatta assaggiare avevi detto che ti piaceva, Mihael...”
Disse il parroco
porgendogli la tazza fumante.
“Grazie... Ah,
ehm... C'è una cosa che le volevo chiedere...>
“Dimmi
pure.”
“Cosa
significa... Essere frutto di un peccato?”
Il silenzio
regnò sovrano per qualche secondo. Il vecchio guardò Mihael con
aria afflitta e imbarazzata. Aveva capito benissimo a cosa si riferiva il
piccolo, ed era una tortura dover rispondere a quella domanda.
Come mai questa
domanda, Mihael?”
“Mamma... Lei ha
detto che sono frutto di un peccato... Gravissimo nei suoi confronti... Dice
che è per questo che mi odia.”
“Vedi, Mihael...
Te sei nato dall'unione tra tua madre... E un'altro uomo...”
“Lo so...
E’ papà…”
“Esatto tuo
padre... Purtroppo di tuo padre non sappiamo nulla... Vedi, piccolo, il fatto
è che tua madre ha subito alcune azioni da parte di quell'uomo contro il
suo volere... Delle azioni che normalmente sono dettate dall’amore, ma
che in quel caso erano solo dettate dalla cattiveria e dall’odio… E
in seguito sei nato tu. Quello che ha commesso tuo padre è un peccato,
certo, per questo tua madre dice che tu sei nato a causa di esso... Ma non te
ne devi fare una colpa. Non è a causa tua...”
“Colpa?
Quindi... Il fatto che io sia nato è una colpa. Io non sarei mai dovuto
nascere, ha ragione lei...”
Father John sii rese
conto troppo tardi di aver detto troppo. Era andato oltre e rischiava di
peggiorare le cose, invece di migliorarle. Non voleva far star male quel
bambino ancora di più…
“Ascoltami bene,
Mihael, perché quello che sto per dirti è molto importante. Se tu
sei tra noi è perchè qualcuno lassù ha voluto che tu
nascessi... Forse tua mamma non ti ama come dovrebbe... Ma ricordati che non
sei solo. hai due mamme, Mihael... Una è colei che ti ha dato la vita...
E l’altra Maria. aria è la madre di tutti noi, piccolo. Ama tutti
incondizionatamente, compreso te.”
Matt corre per l'orfanotrofio. Ha guardato ovunque, ma dell'amico nessuna traccia. Come se non bastasse non si deve fare scoprire da Roger! Sarebbe un vero guaio! Esce in giardino per vedere se lo trova lì... Nulla... Rimane solo la cappella dietro l'orfanotrofio: è l'unico posto in cui non ha ancora cercato e, conoscendo Mello, potrebbe anche essersi rintanato al suo interno, anche se l'idea di nascondersi in una chiesa in piena notte gli mette i brividi.
E’ confuso, Matt. Non sa cosa gli stia prendendo. Non sa più quello che vuole, si è spiegato male! Lui non voleva assolutamente perdere l'amicizia di Mello, anzi... Si è reso conto che alla fine è impossibile per lui passare il tempo senza il suo amico del cuore. Non può pensare nemmeno di non passare una giornata senza i battibecchi con il biondino... Senza quel profumo di cioccolata... Senza gli urli e gli schiamazzi... No! Deve parlarci! Deve chiarire che non era sua intenzione rifiutare la sua amicizia.
Non voleva ferirlo facendolo ripensare al suo passato, qualunque esso fosse, non voleva accusarlo di essere un cattivo amico... Non vuole assolutamente lasciarlo solo, chissà dove, proprio ora che sta male.
Apre il portone della chiesa a fatica. E’ buio dentro. Si fa il segno della croce in segno di rispetto una volta entrato, mentre si guarda intorno alla ricerca di Mello.
è buio pesto, non vede nulla tranne...
Ha un sussulto, rimane spiazzato.
Vicino al tabernacolo, stesa sui tre gradini che portano verso l'altare, una figura esile è illuminata dalla tenue luce provocata dalle candele, accanto alla statua di Maria. I biondi capelli sparsi sul suo viso, il corpo steso di fianco.
Si precipita verso di lui. E’ Mello!
Si inginocchia accanto a lui senza dire una parola, appoggiandogli una mano sulla fronte... La febbre è quasi svanita, è solo leggermente caldo.
"M-Mello..."
Lo scuote lentamente per vedere se si riprende. Deve aver perso i sensi a causa dell'influenza e del fastidioso odore d'incenso... Non si sveglia. Lo prende tra le braccia stringendolo forte, disperatamente. Lo chiama per nome diverse volte, prima a voce bassa, poi più forte, a causa del panico che lo sta assalendo.
Mello lo sente... Si sveglia e apre lentamente gli occhi corrugando le sopracciglia... Guarda davanti a se... E’ sdraiato e ha la testa appoggiata a qualcosa di morbido...
L'immagine, dapprima sfocata, viene messa a fuoco lentamente… Matt! Matt che lo guarda triste. Che lo stringe forte e gli accarezza i capelli con una mano.
Mello sente caldo, ma non il caldo provocato dalla febbre, ora sta meglio, gli è scesa... E’ qualcosa che viene da dentro, una sensazione che lo rassicura.
"Matt... Cosa ci fai qui?” chiede il biondino a voce bassa, guardandolo negli occhi.
"Shhh... Non dire nulla... Scusami, scusami tanto Mel, sono stato un idiota... Mi sono reso conto solamente ora che… Che..."
Ha le lacrime agli occhi. Vedere Mello in quello stato, a terra all'interno di una chiesa, in piena notte, gli ha fatto male, malissimo. Ha avuto una paura folle che gli fosse capitato qualcosa.
Non aveva mai provato una sensazione simile, mai.
"Mello, io... Io..."
Il biondo fa per aprire bocca per rassicurarlo, per dirgli che non si deve preoccupare e che non ce l'ha più con lui... Che per lui non è cambiato nulla e che sono ancora migliori amici...
Ma non può.
Ormai quel "migliori amici" non potrà più esistere, e ci mette poco a realizzarlo... Quel poco che basta a Matt per soffocargli le parole in bocca con le sue labbra.
Un bacio… Un soffice, tenero bacio dettato dall’istinto…
Ed ecco che il peccato ritorna come un manto cupo sul povero bambino dai capelli color del sole... Prima attraverso un atto impuro commesso dal padre, adesso da un bacio sulle labbra dato da un ragazzo del suo stesso sesso all'interno di una chiesa e davanti agli occhi di Maria...
Il rosso si stacca dalle sue labbra lasciando il biondino spiazzato. Mello lo spinge via puntando gli occhi bagnati verso la statua della Vergine.
"Scusa… Non so cosa mi sia preso... Perdonami, ma stando con te ho capito che... Te sei più di un amico per me... Non mi è mai successo... Sono geloso, tremendamente… Te sei il primo ragazzo che mi fa questo effetto..."
Le pupille si dilatano. Un forte fremito esce dalle labbra di Mello, che scoppia a piangere all'istante.
Lo ha fatto di nuovo. E’ sempre lui la causa di tutto...
Claire Keehl...
Near...
E adesso anche Matt...
Ha compiuto un gesto orribile, un gesto blasfemo, contro natura, contro Dio… Nella sua casa!
Sente il mondo crollargli addosso.
“Sei un
disgraziato, Mihael! Tu mi porterai alla pazzia!”
Bene bene...vediamo
già la faccia della Mella che da felice e contenta è rimasta
sconvolta...oddio speriamo che questa reazione di Mello non vi abbia shokkati!
°_°
Che dire...ci siamo
veramente impegnate in questo capitolo! Non vedevamo l'ora di arrivarci a dire
la verità! XD
Come potete ben
vedere, si inizia a capire qualcosa riguardo il passato del nostro biondino
preferito ^^ ... e di Matt che, a quanto pare, iniziava davvero a non
considerare Mello il suo migliore amico...lo considerava di più!
Eheh...Matty Matty...
Le cose si faranno
ancora più intriganti ghgh
" Viva il TMPCP!!!!! nd Elly&Lolly"
Ehm...ok la smetto si
sclerare con il TMPCP! XD
Speriamo che il
capitolo sia di vostro gradimento^^
Un kissone by Elly & Lolly!