Raccolta di 50 drabble/flash fic sulla coppia Vegeta/Gohan, dal loro primo incontro fino alla fine della serie Z
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01. « Te ne vai? » « Sì. »
02. Era strano, ma non in senso negativo.
03. Era pronto ad accogliere la morte, nonostante il suo cuore – ne aveva uno? – sanguinasse al pari dell’orgoglio.
04. Vegeta odiava scusarsi.
05. Il suo orgoglio era andato in frantumi, durante quella maledetta battaglia, così come lui stesso.
06. Fu come un senso di vertigine, per un attimo gli sembrò che gli mancasse la terra sotto i piedi.
07. « Sai, sembri proprio un angioletto. »
08. Mai prima di allora aveva combattuto per qualcosa di diverso dal desiderio di sangue e distruzione.
09. Gohan sorrise nel sonno. « Ti voglio bene, Vegeta. »
10. Si lasciò cadere in avanti, troppo esausto per volare anche solo un istante di più.
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Gohan, Vegeta
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolo autrice
Buongiorno! Buonasera, semmai, visto che pubblico alle sei del pomeriggio. Oggi sono depressa perché domani torno a scuola ç_ç Abbiamo avuto quattro giorni di ferie e domani invece torno ç_ç Uffa ç_ç E martedì c’è già verifica. Anche lunedì, a dire il vero, ma italiano mi preoccupa meno di greco, sinceramente. Comunque, lasciamo perdere xD Questa drabble è sempre nel post Cell Game, ma niente Gohan depresso o simili, semplicemente un post battaglia con una scena che avrei sempre voluto vedere ** Non so chi sia il nemico di turno, vi basti sapere che il colpo di grazia è avvenuto per mano di Gohan… Spero che non sia una schifezza xD Niente, grazie a Rohan e ka93 che hanno recensito lo scorso capitolo, mi rendete molto felicIUe :3 Buona lettura!
Disclaimer » Dragon Ball © Akira Toriyama.
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10. Esausto
Gohan sentiva i polmoni bruciargli, mentre l’oro del Super Saiyan abbandonava il suo corpo. La scomparsa dell’adrenalina gli provocò un’ondata di dolore bruciante, che gli fece provare la sensazione di avere ogni osso del corpo spezzato.
Gli occhi iniettati di rosso si assottigliarono, mentre il paesaggio desertico davanti a lui si faceva appannato.
Si lasciò cadere in avanti, troppo esausto per volare anche solo un istante di più. Si sarebbe schiantato al suolo, triplicando il dolore, ma non gl’importava, perché la terra era salva e lui era troppo stanco per atterrare decentemente.
Sentì delle braccia afferrarlo prontamente.
« Sei stato bravo, moccioso. »
Sorrise.
02/03/2014
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