Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: alberodellefarfalle    02/03/2014    5 recensioni
Lui un modello famoso, la sua immagine tappezza la città; lei una fotografa alle prime armi, ma molto brava. Ma non si incontreranno nelle loro vesti ufficiali, il loro primo incontro non svelerà le loro identità. Cosa accadrà dopo, quando Margherita scoprirà chi è in realtà lo Straniero entrato in una notte fredda nel pub dove lavora? Nicolas rimarrà abbagliato dalla bella e forte Margherita e lei dovrà ricredersi sui modelli belli e stra-pagati?
Buona lettura
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Angolo Autrice: non è che mi sono dimenticata di voi, ma sono sotto esami e, a dire la verità, non dovrei nemmeno essere qui. Ho un esame martedì e ho cercato di resistere a questo capitolo, ma ha vinto lui e l’ho scritto. Spero vi piaccia.
 
 
 
La Ragazza e lo Straniero


Capitolo 30 – Flashback
 

E inevitabilmente la mente ritorna a qualche mese fa, quando rischiai di perdermi tutto questo.
 

(Intromissione dell’Autrice: in pratica ritorniamo indietro di un anno rispetto all’ultimo capitolo, fino a quando Nicolas e Margherita hanno litigato e lei gli ha detto che è troppo tardi -capitolo 28-. BUONA LETTURA).
 

Mi sveglio di soprassalto perché qualcuno ha suonato alla porta. Mi alzo e raggiungo Betty “Perdonami.” Non capisco cosa vuole dire, la guardo smarrita. “Perdonami.” Replica una voce, accompagnando l’ingresso in casa del suo proprietario. “Vi lascio soli, so che avete bisogno di parlare. Non si può andare avanti così, ma prima …” Betty punta il dito e si avvicina minacciosa a Nicolas “Tu, brutto scemo, ascoltami bene. Io ti ho fatto entrare perché è giusto che chiarite la cosa voi due, ma voglio che capisci bene che io ti tengo d’occhio e se provi a far soffrire ancora la mia amica ti faccio fuori. È chiaro? Non credere che dato che sei famoso, dato che sei un omone, dato che io sono una donna minuta non sia in grado di farlo. Comportati bene. Non farmi pentire di averti fatto entrare e soprattutto di averla incoraggiata a fidarsi di te.” E si allontana. Mi lascia un bacio sulla guancia e mi guarda con affetto, poi ritorna a fissare seria Nicolas “Ti tengo d’occhio.” E si chiude in camera. Ritorno a guardare Nicolas. È sempre bellissimo e mi è mancato tanto. “Posso?” annuisco e chiudo la porta. “Voglio solo dirti che è vero che non ho ricevuto il tuo messaggio e so anche perché. È stato il mio agente. In previsione della campagna pubblicitaria con Flavia Conteleone non voleva nulla di intralcio e soprattutto voleva creare uno scoop su una possibile storia tra noi due. Ti giuro che io non c’entro niente ed è per questo che l’ho mollato e ho mollato pure la campagna pubblicitaria con Flavia. Non posso permettere che qualche cosa si intrometta tra noi. Io ci tengo a te, ti amo e voglio che tu mi perdoni. Ha cancellato il tuo messaggio e l’ho scoperto proprio questa mattina, perché dopo le tue parole di ieri c’era qualche cosa che non mi convinceva. Ho parlato con lui e mi ha confermato tutto. Peccato che non aveva capito quanto tenessi a te. Perché, Margherita, tu sei più importante di tutto.” Si avvicina, mi porge un pacchetto ed esce. Resto a fissare la porta che si è chiusa alle sue spalle, poi poso gli occhi sul pacchetto nelle mia mani. Lo rigiro e infine decido di aprirlo. È un libricino di fotografie. PARIS. Nella prima pagina c’è una dedica:
 
“Alla mia bellissima Ragazza. Un giorno visiteremo insieme la “Ville de l’amour”. Eccoti le foto dei meravigliosi posti che presto vedremo. Je suis tombé  amoureux. Il tuo Straniero. Paris – 10 aprile”

Il suo regalo da Parigi. La data indica il giorno successivo alla sua partenza. Perché non me lo ha dato prima? Non ne abbiamo mai avuto il tempo. Una lacrima mi bagna il viso. Giro qualche pagina. Le foto ritraggono posti di Parigi, accompagnate dalle didascalie e da qualche nota o disegnino di Nicolas.
 
“È tornato.” Annuncio con lo sguardo perso nel vuoto. Esteban si ferma a guardarmi “È venuto a casa questa mattina e mi ha dato il suo regalo da Parigi. Mi ha anche detto che è stato il suo agente a cancellare il mio messaggio, ma questo cambia poco le cose perché ha rinunciato a noi con troppa facilità.” Esteban cattura le mie mani nelle sue “Ma è tornato, è questo quello che conta e ti ama, me l’hai detto tu. Vieni qui.” e mi stringe tra le braccia, mi lascia piccole carezze sui capelli. “Si vede che vi amate e che non potete stare lontani.” Mi dice con un pizzico di sofferenza “Scusami.” Sussurro. Lui scuote la testa e mi lascia un bacio sulla fronte, poi ritorna a lavorare e io, seguendo il suo esempio, faccio lo stesso.
Poco dopo si avvicina al bancone del pub un ragazzo. “Scusi, cerco Margherita Cevalieri, lavora qui.” guardo curiosa la persona che mi sta di fronte “Sono io. Mi dica. Come posso aiutarla?” sorride e mi porge un pacco incartato. “Consegna per lei.” Sorride ancora e va via, senza nemmeno darmi il tempo di chiedere se dovessi firmare qualche cosa e da chi viene il pacco. Troppo curiosa di sapere cosa c’è dentro, lo scarto impaziente e, dentro una semplicissima scatola bianca, trovo un libro rilegato elegantemente. “Romeo e Giulietta – William Shakespeare” Lo prendo con cura e lo apro. Sul retro della copertina trovo una frase. La calligrafia è inconfondibile.
 
“«Con ali leggere d’amore volai su questi muri: per amore non c’è ostacolo di pietra, e ciò che amore può fare, amore tenta.» Ti amo, tuo Straniero.”
 
Non so quanto tempo passo a fissare questa frase. È Esteban a riscuotermi dal mio sogno ad occhi aperti. “Cos’è?” chiede curioso e cerca di sbirciare il libro che ho di fronte “Romeo e Giulietta” dico come se la mia voce provenisse da un altro mondo e non sono sicura che non sia effettivamente così. Quando Esteban capisce che non risponderò facilmente alle sue domande, aggira il bancone e mi raggiunge. “Non ci credo. Te lo ha mandato lui?” annuisco rapita dal libro dalla copertina rossa, che tengo tra le mani. “Ci sta provando in tutti i modi a riconquistarti.” Mi volto a guardarlo e di nuovo annuisco. Gli metto il libro sotto il naso e gli faccio leggere la frase che ha scritto Nicolas sul retro della copertina.  “Si, direi proprio che ci prova in tutti i modi e te lo ha pure chiaramente detto: « … ciò che amore può fare, amore tenta.» Lo sai che questo vuole dire che non rinuncerà facilmente?” mi studia attento per capire la mia reazione. Io semplicemente annuisco di nuovo e torno a studiare il libro. Lascio scorrere le pagine e poi ne apro una a caso. Le dita scivolano sulle parole nere, le sento quasi vibrare sotto i miei polpastrelli. Leggo qualche frase e una mi colpisce in particolare: «Mercuzio – […] Fatti prestare le ali da Cupido e vola con esse al di sopra delle tue pene.» Sembra proprio che voglia dirmi che l’Amore, quello vero, vince su tutto e riesce a superare tutto. Se solo fosse così facile!
 
Dopo il regalo da Parigi e il libro di Romeo e Giulietta, è stata la volta di un mazzo di margherite bianche. Il biglietto, sempre scritto nella sua calligrafia nitida, elegante e inconfondibile, dice:
 
“«Cos’è l’amore? Non v’è nulla al mondo né uomo né diavolo, né alcuna cosa, che io non consideri così sospetto come l’amore, ché questo penetra l’anima più di qualunque altra cosa. Non esiste nulla che tanto occupi e leghi il cuore come l’Amore.» Il nome della rosa – Umberto Eco
Alla mia Unica Margherita, colei che ha occupato e legato il mio cuore.
Ti amo, tuo Nicolas”

 
Così mi trova Betty: con il biglietto tra le mani, le margherite poggiate a terra e le lacrime agli occhi. “Cosa è successo, Margherita?” mi abbraccia preoccupata, mi accarezza i capelli, mentre io resto immobile tra le sue braccia. “Margherita, parla ti prego.” Cerco di riprendere il controllo di me. Mi asciugo le lacrime e le mostro il biglietto. Sembra che questo gesto si debba ripetere nella mia vita nelle ultime ore. Lei sorride, sorride felice e mi guarda. “Cosa aspetti? Corri da lui. Perdonalo, parlate, chiaritevi e poi baciatevi, fate l’amore e siate felici. Lui ti ama, tu lo ami. E poi, ascoltami amica mia, non puoi farti sfuggire un uomo così. Dove lo trovi uno così bello, così intelligente, così dolce e profondo? Dove? Corri e vai a prenderlo subito, prima che si stanchi e …” il suono del citofono interrompe il discorso di Betty. Va ad aprire e mi studia mentre ascolta la voce al di là del citofono. Poi apre la porta e restiamo in silenzio a guardarci fino a che una figura compare di fronte ai miei occhi e mi cattura totalmente. È un ragazzo alto, ben proporzionato, dai capelli castani, ricci, un po’ lunghi, che cadono ribelli sulla fronte, ma sono gli occhi che mi colpiscono totalmente: azzurri, azzurri come i SUOI occhi, azzurri e inconfondibili. Betty gli fa segno di entrare. Lui scansa abilmente il mazzo di margherite ancora poggiato a terra e si avvicina a me. “Scusate l’intrusione.” Betty lo studia interessata, con la bocca spalancata. Immagino cosa stia pensando. Betty non si lascia mai sfuggire l’apprezzamento a un bel ragazzo e questo lo è di sicuro, ma a me non interessa. Sono i suoi occhi a catturare tutta la mia attenzione, perché sono i SUOI occhi. “Sono Peter, Peter Beregan. Sono il fratello di Nicolas e tu …” mi indica “ … tu devi essere Margherita.” Annuisco rapita. Non può non essere suo fratello con quegli occhi. Restiamo in silenzio a guardarci e quando mi ridesto un po’ dal torpore mi prendo la briga di guardare oltre ai suoi occhi e mi accorgo che assomiglia molto a Nicolas: la linea decisa della mandibola, le labbra ben disegnate, il taglio degli occhi, le spalle larghe. Si, è un bel ragazzo e questo lo dimostra anche la bocca di Betty che è ancora spalancata. “Chiudi la porta, Betty.” Le dico, facendo segno di dover chiudere anche qualcos’altro. “Sono io Margherita.” Ritorno a guardare Peter e gli faccio segno di sedersi. “Non avrei potuto sbagliarmi. Nicolas mi ha parlato tanto di te e devo ammettere che ha pienamente ragione: sei una donna molto bella e affascinante. Ma non sono qui per questo. Ho bisogno di parlare con te.” Io annuisco. Nicolas ha raccontato di me alla sua famiglia. Sento qualcosa come attorcigliarsi nello stomaco. “Possiamo offrirti qualcosa?” si intromette Betty e Peter distoglie gli occhi da me e guarda la mia amica, regalandole un bel sorriso. “No, grazie. Non voglio disturbare più di così. Vorrei solo parlare con Margherita.” Betty lo guarda rapita, poi si riscuote “Vi lascio soli.” E scompare in camera sua. Peter ritorna a concentrarsi su di me. “È evidente che mio fratello non sa che sono qui. Mi uccide se lo scopre, ma io non posso più restare con le mani in mano e vederlo soffrire così. Erano anni che non lo vedevo così triste e depresso. Mi fa tanto male vederlo così e voglio fare qualcosa, ecco perché sono venuto a cercarti. Scusami se mi sono presentato a casa tua. Non sono uno stalker, il tuo indirizzo l’ho sentito mentre Nicolas lo dava al ragazzo delle consegne, ed eccomi qui. Voglio solo chiederti di ripensarci. Ti assicuro che la storia del messaggio è vera. Non avrebbe mollato il suo agente se non fosse stato così. Non sa più cosa fare. È tornato a casa in questi giorni e l’ho visto particolarmente provato. Mi ha parlato tanto di te e di voi e si vede che ti ama da come gli si illuminano gli occhi quando descrive il tuo sorriso, i tuoi capelli, le tue foto, la tua voce. Ti ama e ti prego di dargli una possibilità. È mio fratello e gli voglio molto bene e non voglio più vederlo soffrire così.” Prende la mia mano tra le sue e immediatamente penso a tutte le volte che Nicolas ha fatto questo gesto. “Margherita, so che non mi conosci, ma ti sto dicendo la pura verità. Non ho mai visto mio fratello così coinvolto da una donna, così perdutamente innamorato e, lasciamelo dire, anche rimbambito. È la prima volta che lo vedo farsi delle paranoie per scrivere un biglietto a una ragazza, lui che le faceva cadere tutte ai suoi piedi con un sorriso. Se vedessi come è ridotta la sua stanza, tutta piena di fogli sparsi, strappati, appallottolati, solo per scriverti qualche biglietto. È totalmente ed incondizionatamente preso da te. Ti chiedo solo di dargli una possibilità e di vederlo. Poi starà a voi decidere cosa fare della vostra storia, ma dagli una possibilità.” Lo guardo attentamente negli occhi. Si assomigliano così tanto. Questo azzurro è così simile al suo, ma se sto bene attenta, non è perfettamente uguale, perché non è il Suo. Il mio Nicolas, il mio Straniero. Mi alzo di scatto, scrollandomi dalla presa di Peter. “Dov’è?” lui si alza sorridendo “A casa nostra. Ti accompagno, ma promettimi che non gli dirai che sono stato qui.” Annuisco e lo trascino alla porta. “Betty, noi andiamo. Ti chiamo più tardi.” Urlo prima di precipitarmi con Peter verso la mia meta.
 
Il viaggio mi sembra interminabile. Mi torturo le mani e sento la gola stretta in una morsa. Il mio Nicolas, il mio Straniero. Non posso che pensare ai giorni passati con lui, a come ha sconvolto la mia vita, a tutto l’amore che provo e, sì, all’amore che prova per me.
Peter mi lascia di fronte a una villetta. Mi dice di suonare il campanello, ma lui resta in macchina. Non faccio troppo caso a com’è la casa o a ciò che mi circonda. Ho solo la mia meta di fronte. Suono due volte, per essere sicura che mi abbiano sentito. Pochi secondi dopo la porta si apre ed è di fronte a me. Spalanca la bocca sorpreso e io scoppio a piangere e mi fiondo tra le sue braccia. Sono ritornata a casa. Non so quanto tempo passa, con lui il tempo sembra sempre fermarsi. Ricerco le sue labbra e lo bacio, lo bacio con tutta me stessa, con tutto l’amore che provo. Lui mi solleva da terra e mi fa entrare in una stanza. Ci stiamo ancora baciando e non posso capire dove mi trovo, ma non mi importa, l’importante è che sia con lui. Mi stende sul letto e lui è subito sopra di me. Mi stringe, mi bacia, mi tocca, mi guarda, mi ama. Riprendiamo fiato, affannati e gli occhi sono lucidi di mille emozioni. “Dovremmo …” scuoto la testa per zittirlo “Ti amo, tu mi ami, solo questo conta e adesso fai l’amore con me.” Si apre in un ampio sorriso e torna a baciarmi. Mi libera della giacca della tuta che indosso. Presa dalla foga di raggiungerlo, non mi sono neppure cambiata. Ma non mi importa. I vestiti serviranno a poco oggi. Frenetico sfila la canottiera e io faccio lo stesso con la sua maglia e i suoi pantaloni. In pochi secondi ci ritroviamo coperti solo dall’intimo. Affondo le dita tra i suoi capelli, morbidi e setosi; tasto la pelle della sua guancia resa ruvida dalla barba; scivolo sul suo collo e gli accarezzo le spalle. Affondo le unghie nella sua carne quando mi accarezza il seno, insinuando due dita sotto la stoffa. Gemo nella sua bocca e spingo i fianchi contro i suoi. Questa volta tocca a lui gemere. Poco dopo anche l’intimo scompare e ci ritroviamo nudi stretti l’uno all’altro. Le labbra non smettono di sfiorarsi, di gustarsi; le dita ricercano ogni insenatura del corpo; i respiri si mescolano e gli odori si mischiano. I nostri corpi si intrecciano e si incastrano. Facciamo l’amore con tutta l’anima e con tutto il corpo. I suoi denti affondano nella mia carne; la mia lingua lambisce il suo lobo; le sue mani tastano la mia pelle; le mie gambe circondano la sua vita. Siamo una cosa sola. I gemiti si fanno sempre più acuti e insistenti, il ritmo sempre più serrato. “Ti amo” bisbigliamo quasi all’unisono, con la voce strozzata e ci amiamo.
 
Stretta a lui, gli sfioro con le dita il collo e lui lascia piccoli baci sulla mia fronte. “Ti amo.” Sussurra e lo guardo felice. “Quando te ne sei reso conto?” chiedo curiosa e lo guardo poggiando il mento sulla mano “Mi sono innamorato di te dal primo momento che ti ho visto, ma credo di essermene reso conto quando ti ho vista il giorno del galà.” Gli dono un bacio a fior di labbra “Quindi quando sei andato a Parigi …?” lui annuisce “La frase che ho scritto sul libricino di Parigi significa proprio questo. Je suis tombé amoureux: mi sono innamorato. I francesi hanno uno strano modo di dirlo: io sono caduto in amore. Rende bene l’idea.” Gli do un altro bacio, ma questa volta lui mi trattiene per approfondirlo: mordicchia il mio labbro inferiore e con la punta della lingua lo accarezza, poi si insinua tra le mie labbra e sento il suo sapore totalizzante e Mio, solo mio. Il mio Straniero.
“E questi cosa sono?” Gli sventolo davanti gli occhi uno dei tanti pezzi di carta che ci circondano. Lui ridacchia e lo afferra. “Uno dei tanti biglietti che ti ho scritto.” Mi guardo intorno e mi rendo conto che Peter aveva perfettamente ragione: la stanza è piena di fogli strappati e accartocciati e alcuni ci circondano sul letto. Ne prendo uno a caso e ci ritrovo scarabocchiate qualche lettera a caso. “E volevi riconquistarmi con queste?” chiedo divertita, inarcando un sopracciglio. Lui ride e fa di no con la testa. Ne prende uno lui, poi un altro fino a che non sembra aver trovato quello giusto e me lo porge. “Con questo avrei potuto. Leggilo.” E io lo faccio.
 
“«E fu sul campo di pattinaggio: subito, in mezzo a tutti quelli che pattinavano, la riconobbe. Capì che era lei dalla gioia e dalla paura che gli fecero balzare il cuore. Kitty stava all’altra estremità del campo di pattinaggio e parlava, in piedi, con una signora. Pareva che non ci fosse nulla di particolare nel suo vestito e nel suo atteggiamento, ma per Levin era facile riconoscerla in quella folla, come si riconosce un rosaio fra l’ortica. Lei illuminava tutto intorno. Era un sorriso che si espandeva dappertutto.» Anna Karenina – Lev Tolstoj
Mi fa pensare alla prima volta che ti ho incontrato: tra la folla io ho visto solo te, il mio Amore.
Ti amo, tuo Straniero.”

 
Lo guardo emozionata e lo bacio con tutta me stessa “Si …” e lo bacio di nuovo “ … con questo si.” E lo bacio e sorrido “Ti amo, Straniero.” un altro bacio “Ti amo, Ragazza.” E un bacio ancora.
 
 
Angolo Autrice (2): Cosa ne pensate? Un capitolo bello lungo. Avevo tante cose da scrivere. Ho messo tanto di me e ci tenevo particolarmente. Le citazioni inserite sono tra le mie preferite. In realtà Romeo e Giulietta devo ancora leggerlo, sono alle prese con Anna Karenina. Come annunciato scopriamo il ruolo che ha avuto Peter, fratello di Nicolas, nella storia (un bel bocconcino pure lui, no?). Ma si vede che hanno contribuito pure Betty ed Esteban. Ci hanno fatto penare un po’, ma con poteva Margherita rinunciare ad un uomo così? Io me lo sposerei subito uno che regala citazioni letterarie, quindi è intelligente e super bello come Nicolas. Voi no?
Spero di aver fatto un buon lavoro. Ringrazio tutti per essere arrivati fino a qui con me. Il prossimo sarà il capitolo finale. Vi ringrazio tutti a uno a uno: tutti i lettori, chi ha inserito la storia tra le seguite, ricordate e preferite e chi con pazienza mi ha dato la gioia di lasciarmi una recensione. Non finirò mai di dirvi grazie. Un bacio grande e a presto.

PS Si capisce la storia del salto temporale ? Spero di si. BACI.
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: alberodellefarfalle