Capitolo 11
Passato
Nel frattempo Nev si era recata anche lei nella sua stanza e anche
lei aveva chiesto per un bagno. Si era cambiata e si era vestita con abiti più
leggeri. Qualcuno bussò alla porta. Nev si voltò verso l’entrata facendo
ondeggiare il leggero abito di lino lungo fino al pavimento, mentre invitava
chi aveva bussato ad entrare. Era la madre di Atem.
- vostra altezza – disse
Nev mentre faceva un breve inchino. Dietro alla donna apparve il faraone. –
vostra altezza – ripetè Nev – come posso esservi
utile?
- sai cosa sono venute a fare qui quelle principesse, vero? –
chiese il faraone con un tono che non celava una certa irritazione
-sì signore, lo so – disse Nev capendo dove voleva arrivare il
faraone – ma non è mia intenzione sviare vostro figlio anche se non mi sembra
abbia mostrato interesse nei miei confronti… - disse
Nev inclinando la testa riflettendo
-oh, certo – disse il faraone avanzando di un altro passo – passa
praticamente tutto il suo tempo libero con te tra allenamenti e quant’ altro ed
al banchetto è arrivato a braccetto con te
-signore vi posso assicurare che non è mia intenzione ciò che voi
state insinuando, ve lo posso assicurare
-come posso fidarmi di te?
-cos’ho che non va? – chiese Nev
calma – ma non è la prima volta che mi ritrovo a discutere su queste cose.
Resta che l’esperienza mi ha insegnato a non interferire con le altre culture.
So che il matrimonio combinato serve e non sono qui per vanificare ciò, ve lo
posso assicurare. – disse Nev mantenendo un tono diplomatico
-e di grazia che esperienza puoi mai vantare. Sei giovane ancora,
cosa ne puoi sapere tu?
-vostra altezza, solo una cosa: ricordatevi che l’apparenza inganna. – disse Nev inclinando leggermente la
testa sorridendo. Nello stesso istante sentirono un urlo provenire dalle stanze
di Atem.
Si diressero verso la stanza del principe. Lungo la strada a loro
si unirono gli altri membri della Corte Sacra preoccupati dall’urlo. Entrarono
e cominciarono a guardarsi intorno. Poi sentirono Atem intimare a qualcuno di
stare indietro e si diressero verso la sua voce giungendo nella sala da bagno.
Qui Atem stava indietreggiando, davanti a lui un gruppo delle principesse. Nev
rimase indietro lasciando andare avanti gli altri che erano venuti con lei,
ossia i membri ella corte sacra ed alcune guardie. A quest’ultime venne
ordinato di scortare fuori le
principesse. Nev si era seduta su una sedia lì vicino intrecciando le
mani e appoggiandovi sopra il mento, chiuse gli occhi e rifletté per un attimo.
Poi riaprì gli occhi e trovò Atem seduto vicino a lei con un asciugamano
appoggiato sulle spalle.
-Atem, ben ritrovato – scherzò Nev notando la faccia ancora
sconvolta del ragazzo
-quelle volevano uccidermi!
- sbottò il ragazzo facendo sorridere Nev
-credo siano solo attratte politicamente e fisicamente dall’erede
al trono di un impero. Oltre a questo credo sia strano, sai?
-guarda che ho bisogno che mi consoli non che le scusi… -
-ma chi mai ha scusato quelle – disse Nev alzando un sopracciglio
– hai ancora i capelli bagnati, ti conviene asciugarli –
-non ho voglia, si asciugheranno
-sbaglio o qui di notte la storia si raffredda un po’? – fece
notare Nev
Atem sorrise e prese a frizionare i capelli con l’asciugamano per
asciugarli.
-lo sai che il capitano Kha delle
guardie ti ringrazia per la lezione di umiltà che hai impartito ai suoi
ragazzi? Dice che ora sono più disciplinati di prima.
-ne sono contenta, Atem. Beh… io…beh, credo sia ora di andare per me – disse Nev
alzandosi in piedi.
-bene ci vediamo domani
-non credo Atem, io riparto per il mio paese. Qui ho già creato
abbastanza problemi.
-delle vedette hanno avvistato una tempesta di sabbia nel deserto …
aspetta una settimana, ti prego … - le chiese Atem mentre la stava bloccando
per un braccio – va bene io e te dobbiamo parlare – disse Atem, intuendo il
discorso che suo padre aveva potuto fare a Nev, per poi averne conferma una volta
che lei lo mise al corrente dei fatti precedenti il loro arrivo in camera sua.
-ehm Atem, che fai? – chiese il padre al figlio
-desidero parlare con Nev, da solo – i membri della Corte Sacra
uscirono dalla stanza annuendo come le ultime guardie rimaste. La madre di Atem
prese il marito sottobraccio e lo accompagnò fuori. Nev tenne lo sguardo basso,
che confusione aveva combinato?
-non hai combinato nessuna confusione… -
disse Atem quasi leggendole nel pensiero mentre si distendeva sul divanetto
nella stanza adiacente a quella con la vasca. Nev prese posto lì vicino
rimanendo seduta. – ma vorrei sapere che cosa ti è successo, Nev.
-lo sai che cosa mi è accaduto. ho avuto quella discussione con
tuo padre ed ho capito che qui non posso più starvi, semplice.
-mi vuoi abbandonare? – chiese Atem poggiando la testa alla mano
-hai vissuto fin’ora senza di me. Ora vado a dormire, a domani –
disse lei uscendo. Atem si alzò e la bloccò per un braccio.
-non lasciarmi, Nev. Notte – disse Atem all’orecchio di Nev prima
di poggiarle un bacio veloce sulla guancia e lasciarla andare.
Nev si diresse ancora sbalordita in camera sua e chiuse la porta
dietro di sé. Si gettò sul letto.
“ma che cosa mi è preso?”
Quella domanda rimase senza risposta. Trascorse un mese, invece
che una settimana e Nev era ancora a palazzo. Aveva acquisito quanto meno il
rispetto da parte di tutti tranne il faraone che ancora non si fidava di lei.
Per Nev diveniva ogni giorno più difficile il pensiero di andarsene e questo la
preoccupava poiché implicava che le sarebbe divenuto sempre più difficile
andarsene. “chissà che cosa pensano i ragazzi. È da un mese che non comunico.
Molto probabilmente mi stanno tenendo d’occhio in qualche modo.” Poi passò
davanti allo specchio in camera sua. Il vestito di lino seguiva le sue
forme e
la faceva apparire quasi d’aria visto la delicatezza della stoffa. Quel
vestito leggermente turchino, era un regalo di Atem.
Atem… era divenuto un pensiero
insistente ultimamente e la cosa non le piaceva. Le piaceva ancora meno che il
non aver fatto rapporto per un mese.
“no … no… no cara mia non ti puoi
innamorare.” Disse dentro di sé rivolta all’immagine che proveniva distorta
dallo specchio “ possibile che dopo secoli che giri per l’universo non hai
ancora imparato a non innamorarti quando non è il momento? “
-oh no! – disse realizzando ora la conclusione cui era arrivata.
Si accasciò a terra, sulle ginocchia. Piegò la testa in avanti poi si voltò
dietro di sé dove aveva avvertito una presenza.
-salve, Nev. – mormorò una figura nell’ombra avvolta da un
mantello nero. – è da un mese che non facciamo rapporto, Ammiraglio – disse una
voce cupa, nera come l’aura che lo circondava
-kami-sama, Gabriel
che ti è successo?! – esclamò preoccupata Nev vedendo avanzare il suo collega.
-cos’è successo a me? A te piuttosto!
Io e gli altri ragazzi, gli ufficiali superiori, siamo rimasti a terra, mentre
gli altri continuano le riparazioni, ho sentito che ci vorrà ancora un bel po’
prima di ripartire. Qualche stregoneria ti ha portato fuori dalla retta via.
Qualcuno o qualche cosa ti sta portando lontana dai tuoi doveri, Nev.
-no…no…non hai
ragione! – sbottò irata lei rimanendo a terra.
-sì, ma io ti libererò. Dovessi
metterci anni. Nel frattempo ho trovato un alleato. Si mostrerà la
prossima luna piena. Addio. – disse Gabriel sparendo di nuovo nell’oscurità.
Nev si strofinò gli occhi un paio di volte. Aveva sognato? Di sicuro no. Allora
che cosa stava accadendo?
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eihla mannaggia è una vita che non aggiorno... ecco qui il capitolo!!!^^