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Autore: Fiamma Erin Gaunt    02/03/2014    0 recensioni
Narcissa viene considerata da tutti solo come una Black, la promessa sposa di Lucius, ma lei è molto più di tutto questo.
Riuscirà un ammiratore segreto e una scatola di cioccolatini a coronare il suo sogno?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Narcissa Malfoy, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Il narciso e il lupo

 

 

 

A Narcissa non venivano mai regalati dolci, neanche a San Valentino. Le altre ragazze ricevevano scatole di cioccolatini, lei no. Una volta, sua sorella Andromeda le aveva detto che era perché appariva così eterea, altezzosa, che i ragazzi erano intimoriti da lei. La verità però era un’altra: Narcissa non riceveva dolci o dichiarazioni perché era promessa.

Odiava quella parola, la faceva sentire come se fosse un oggetto che i suoi genitori avevano deciso di cedere al rampollo Purosangue più in vista del momento: Lucius Malfoy.

Non lo sopportava, il suo promesso sposo, e non ne aveva mai fatto alcun mistero, ma la sua opinione non contava nulla; non per sua madre, che le aveva detto che prima o poi avrebbe imparato se non ad amarlo per lo meno a stimarlo, e tantomeno per suo padre, secondo cui il suo unico compito era quello di obbedire ciecamente ai suoi ordini.

Certe volte pensava che sarebbe stato molto più soddisfacente e semplice essere come una di quelle ragazze che vedeva per i corridoi. Loro non erano Black, non dovevano portare avanti una gloriosa tradizione, potevano scegliere chi amare. Poi, però, si rimangiava subito le sue considerazioni; doveva essere orgogliosa del suo retaggio.

- Ehy, la Black ha ricevuto un regalo. –

Quella frase, grondante di sorpresa, la riscosse dalle sue considerazioni. Slegò il legaccio attorno alla zampa del barbagianni che le era atterrato davanti e scartò l’involucro con trepidazione.

- Sarà stato Malfoy a mandarglielo. – aggiunse un’altra delle sue compagne, con la voce che lasciava trapelare un pizzico d’invidia.

No, lo escludeva, Lucius non le aveva mai regalato nulla. Non era un tipo romantico e, ne era certa, anche lui pensava che Narcissa non fosse il tipo di ragazza desiderosa di ricevere cioccolatini e altre stupidaggini del genere. Bè, si sbagliava. Era San Valentino e anche lei voleva sentirsi oggetto delle attenzioni di qualcuno.

Eliminato l’involucro, appurò che si trattava di una scatola color lapislazzulo, lo stesso dei suoi occhi, contenente una decina di cioccolatini bianchi. Chiunque le avesse fatto quel regalo la conosceva bene, oppure l’aveva osservata a lungo. Quest’ultima considerazione la fece arrossire lievemente. Un corteggiatore misterioso era un cosa romantica e tremendamente eccitante, però avrebbe voluto comunque sapere di chi si trattava, se non altro per porgergli i suoi ringraziamenti.

Esaminò con attenzione la scatola, alla ricerca di un indizio, ma non trovò nulla. Decise allora di lasciarsi alle spalle il chiasso della Sala Grande e rifugiarsi nel posto che preferiva più di ogni altro: la riva del Lago Nero.

Era seduta sotto il pioppo più imponente del parco quando un lieve fruscio le annunciò di non essere più sola.

Si voltò quanto bastava per scorgere l’identità del nuovo arrivato. Era uno degli amici di suo cugino, l’unico tra quel branco di spiantati per cui provasse una sorta di ammirazione. Era un tipo in gamba, Remus Lupin, e quella sua aria seria e riservata le ricordava molto se stessa.

- Ti spiace se mi siedo? –

Annuì.

- Fa pure, il prato è di proprietà pubblica. –

Rimasero in silenzio per un po’, ma Narcissa potè notare che lo sguardo del Grifondoro si era posato sulla scatola di cioccolatini e che, per qualche assurdo motivo che esulava dalla sua comprensione, sul suo volto si era dipinto un sorriso soddisfatto.

- Ti è piaciuto il cioccolato? – le chiese, fissando risolutamente alcuni ciuffi d’erba.

E così alla fine era riuscita a scoprire l’identità del suo ammiratore. Inspiegabilmente avvertì il suo cuore che cominciava a battere sempre più velocemente.

- Era molto buono. – confermò.

- Mi fa piacere … –

Il silenzio scese nuovamente tra di loro.

Questa volta toccava a lei prendere l’iniziativa, pensò.

- Come facevi a sapere che adoro la cioccolata bianca? – chiese incuriosita.

- È facile, a colazione bevi sempre della cioccolata calda, ma solo bianca. –

Quindi la osservava con attenzione, era davvero interessato ai minimi dettagli che la riguardavano. Era strano sentirsi così considerata da qualcuno che si prendeva persino la briga di notare con cosa facesse colazione.

- Ne vuoi un po’? – gli chiese, offrendogli la scatoletta in cui erano rimasti due cioccolatini.

Remus ne accettò uno, assaporandolo lentamente, mentre lei faceva lo stesso. Rimasero a fissarsi per un paio di secondi finchè Narcissa, con un sorriso, gli si avvicinò.

- Resta fermo solo per un secondo, per favore. –

Annuì, inarcando un sopracciglio con aria perplessa.

Mossa dall’istinto, annullò la poca distanza che separava le loro labbra e chiuse gli occhi. Non aveva mai baciato qualcuno prima d’ora, quindi sperava di farlo in modo adeguato. Nel giro di un paio di secondi cominciò a prendere confidenza con quei movimenti così nuovi e una sensazione di benessere si impadronì di lei. Quindi era questo quello che si provava quando si baciava una persona per cui si nutriva un interesse.

Quando si separarono, Remus le sorrise nel modo più dolce che avesse mai visto, un misto di felicità e imbarazzo.

- Hai un buon sapore. – mormorò, imbarazzata, prima di alzarsi e correre via, verso il castello.

La replica di Remus, mormorata appena, le giunse alle orecchie mentre si allontanava: - Anche tu. –

 

 

 

[850 parole]

  
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