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Autore: Fiamma Erin Gaunt    02/03/2014    3 recensioni
Rabastan c’è sempre stato quando Regulus aveva bisogno di lui; Barty è il suo migliore amico. Lestrange e Crouch non hanno nulla in comune, anzi si detestano cordialmente, tranne per la loro ossessione segreta. E Regulus, in tutto ciò, chi sceglierà?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bartemius Crouch junior, Rabastan Lestrange, Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Guilty Pleasure

 

 

 

 

 

 

Barty ricordava con precisione il momento in cui aveva incontrato per la prima volta Regulus Black. Era il primo settembre del suo primo anno a Hogwarts e stava cercando disperatamente uno scompartimento vuoto. Non conosceva nessuno e non aveva alcuna voglia di ritrovarsi obbligato a sostenere una conversazione per tutta la durata del viaggio. Alla fine, ormai rassegnato a sorbirsi ore e ore di chiacchiere, aveva fatto scorrere la porta dell’ultimo scompartimento.

C’era solo un ragazzo lì dentro, seduto con una rigidezza e una compostezza che avrebbero sicuramente ricevuto l’approvazione di Crouch senior. Si era schiarito la gola nervosamente e aveva perso un po’ del poco colorito che la natura aveva donato al suo volto, questo prima di venire pietrificato da un paio di occhi di ghiaccio.

A distanza di cinque anni, Barty ancora ricordava come si era sentito quando aveva incrociato gli occhi del grigio più chiaro che avesse mai visto in tutta la sua vita. Occhi che, così come anni prima, anche in quel preciso momento lo scrutavano. Irrigidì le spalle, sentendosi sotto esame. Regulus sembrava possedere un talento innato nel far sentire a disagio le persone.

- Non mi stavi ascoltando. –

Il tono era freddo, seccato. Non gli piaceva essere ignorato, e questo lui lo sapeva bene.

- No, non ti stavo ascoltando. – ammise.

Regulus alzò gli occhi al cielo, sospirando spazientito, - Si può sapere a cosa stavi pensando, Barty? Doveva essere qualcosa di molto interessante a giudicare dall’espressione che avevi. –

Ecco e ora come faceva a dirgli che non lo stava ascoltando perché era troppo impegnato a pensare a quanto i suoi occhi glaciali lo scombussolassero nel profondo?

- Nulla di che, niente di serio. –

Lo sguardo del Black si assottigliò, come faceva sempre quando non era convinto di qualcosa e voleva convincere Barty a confessare.

- Coraggio, parla. C’entra una ragazza per caso? –

Era una sua impressione o mentre poneva la domanda aveva storto leggermente il naso?

Scrollò le spalle. Basta farti tutte queste paranoie, Barty. È Regulus, il tuo migliore amico e, per quanto sia misogino e tendente al misantropo, di sicuro l’idea che ti piaccia una ragazza non lo fa arrabbiare. 

 - D’accordo, è vero, stavo pensando a una persona. – confermò.

In fin dei conti non era neanche una bugia. Lui stava davvero pensando a qualcuno.

Lo stupore scalfì per un attimo la consueta imperscrutabilità del volto di Regulus.

- E chi è, sempre se si può sapere? – domandò, in uno strano miscuglio d’ironia e curiosità.

- Una persona che non conosci. –

- Come fai a sapere che non la conosco? Magari la conosco e tu non lo sai. – lo contraddì.

- Non m’incanti con questi tuoi ragionamenti senza capo né coda, Reg. –

Regulus sbuffò, contrariato.

- Sono il tuo migliore amico, puoi dirmelo. –

Barty soffocò una risata. Era incredibile come Regulus riuscisse a far suonare la parola “puoi” come un “devi”.

- Niente da fare, non te lo dirò. – ribattè, incrociando le braccia al petto con risolutezza.

- Sei testardo e insopportabile, lo sai vero? – esclamò stizzito.

- Non è riempiendomi di amorevoli complimenti che mi convincerai a dirtelo. Lo sai, vero? – gli fece il verso.

Rimasero in silenzio per una manciata di secondi, poi Regulus riprese nuovamente la parola.

- Sai, credo di odiarti. –

 Barty abbozzò un sorrisetto, sforzandosi di ignorare la fitta al cuore che aveva avvertito quando le parole di Regulus erano giunte alle sue orecchie.

Oh, andiamo, sta solo scherzando; non vorrai cominciare a comportarti come una donnicciola ipersensibile, eh Barty?

- E non sei di certo il solo. –

Magnifico, ci mancava solo lui.

- Sentimento ricambiato in pieno, Lestrange. – assicurò.

Si guardarono con aria torva, finchè Regulus non decise di prendere in mano la situazione.

- Piantatela. Rab, siediti accanto a me, così almeno sono sicuro che tu e Barty non cercherete di farvi a pezzi durante il viaggio. Sapete, non ho alcuna voglia di dover ripulire la mia divisa dal sangue di uno di voi due. – concluse, per poi distogliere l’attenzione e mettersi a leggere un volume dall’aria imponente.

Barty osservò il loro massiccio Battitore accomodarsi accanto all’amico e ne spiò il comportamento per alcuni istanti.

- Che hai da guardare, Crouch? – esordì con tono duro.

- Figurati se spreco il mio tempo guardando te, Lestrange. – lo rimbeccò.

Lo sbuffo di Regulus bastò a tacitarli.

Sto solo guardando quanto la tua mano sia vicina a Regulus e meditando su come strapparti qualsiasi arto possa entrare troppo in contatto con qualsiasi parte del suo corpo.

 

 

 

*

 

 

A Rabastan non era mai piaciuto Barty. Quel ragazzino pelle e ossa, con i capelli color grano che ricordavano quelli di uno spaventapasseri e gli occhi azzurri come il cielo primaverile, lo mandava letteralmente in bestia. Non che ci volesse poi molto, considerando quanto fosse facilmente irascibile. Non aveva mai saputo attribuire una motivazione a quell’ostilità, tranne il fatto che Crouch non sembrava perdere occasione per farlo sembrare dannatamente stupido, non fino a quando non aveva visto come il ragazzino guardava Regulus.

Bè, in quei momenti doveva davvero impegnarsi a fondo per non cavargli i bulbi oculari dalle orbite. C’era qualcosa di indecente nel modo in cui lo faceva, come se la sua testa fosse affollata di pensieri troppo scabrosi per poterli riferire ad alta voce. Ebbene, quel cucciolo di spaventapasseri poteva fantasticare su chiunque volesse, ma non di certo su di lui.

Regulus era suo, su questo non si discuteva.

Al pensiero di ciò che il ragazzo al suo fianco nascondeva sotto il colletto inamidato della camicia della divisa, un ghigno compiaciuto gli stirò le labbra. Che fosse benedetta l’unione di Bellatrix e Rodolphus, che gli permetteva di avere a disposizione Regulus per tutta la durata delle vacanze estive.

D’un tratto il bel Black alzò lo sguardo dal libro e incrociò il suo. Lo vide arrossire lievemente sotto la sua intensità, per poi rifilargli un’occhiata ammonitrice. “Non qui, non cominciare” sembravano dire quegli occhi.

Troppo tardi. Il pensiero di come quel morso doveva risaltare sulla pelle pallida e perfetta di Regulus aveva fatto scattare il suo istinto più animale.

- Sai, Reg, mi sono dimenticato di dirti che Severus ti stava cercando. – improvvisò.

- Severus? –

Gli occhi grigi lo scrutarono con attenzione, come a voler interpretare le sue intenzioni. Annuì, alzandosi in piedi e attendendo che facesse lo stesso.

- Non ti dispiace se ti lasciamo solo per un po’, vero? –

Barty scosse la testa, distratto da chissà quali considerazioni.

 

 

*

 

Era passata un’ora da quando Regulus e Rabastan lo avevano lasciato solo. Stava giusto cominciando a chiedersi se fosse il caso di raggiungerli, quando la porta dello scompartimento venne fatta scorrere e rivelò il volto di Severus Piton.

Il moro gli rivolse un cenno di saluto, prima di domandargli: - Dove sono Regulus e Rabastan? –

Si accigliò.

- Ma come, non erano venuti da te? –

Severus scosse la testa.

- Non li vedo da quando siamo saliti sul treno. –

Che gli fosse successo qualcosa? Lo escludeva. In fin dei conti l’unica cosa, o sarebbe stato più giusto dire persona, in grado di creare qualche problema a Regulus era suo fratello: Sirius.

- Vado a cercarli. – annunciò, uscendo senza aspettare una risposta dal compagno di Casa.

Setacciò tutto il treno finchè non arrivò ai bagni maschili.

Aveva appena aperto la porta quando un gemito soffocato raggiunse le sue orecchie. Ci mancava soltanto che finisse con l’imbattersi in una coppietta che si dava da fare prima dell’arrivo a scuola.

Sbirciò all’interno con circospezione, sgranando gli occhi davanti alla scena che gli si profilava. Regulus, con la camicia mezza aperta e l’aria scarmigliata, era appoggiato sul lavandino e cingeva le gambe intorno alla vita di Rabastan. Aveva gli occhi chiusi e, a giudicare dalla sua espressione, doveva essere proprio suo il gemito che aveva sentito.

Barty sapeva che doveva andarsene da lì. Stare a guardarli, oltre che essere maledettamente imbarazzante, lo faceva soffrire in un modo che credeva non avrebbe mai sperimentato. Mosse il primo passo verso l’uscita e proprio in quel momento un paio di occhi grigi lo fulminarono in pieno.

 L’espressione di Regulus, sbalordito e imbarazzato, era la cosa più assurda che avesse mai visto prima. L’erede dei Black respinse con decisione Rabastan, indicandolo con un cenno del capo. Si ricomposero in fretta, mentre lui continuava a rimanere immobile e a sentirsi decisamente stupido.

- Barty, lascia che ti spieghi. – cominciò Regulus, ma venne tacitato prontamente.

- Non devi spiegarmi nulla, direi che è piuttosto chiaro. Sta’ tranquillo, non è un problema. – lo rassicurò e, chissà come, riuscì persino a stamparsi un mezzo sorriso sulle labbra.

Stava migliorando come bugiardo, considerò, notando che Regulus si era rasserenato e sorrideva a sua volta.

- Bene, sono contento che sia così, in fin dei conti siamo amici. Avrei voluto dirtelo, ma sarebbe stato così … –

- Imbarazzante. – concluse per lui.

- Esatto. –

Altroché se è imbarazzante, ma non certo per il motivo per cui pensi tu.

- Ora che sai di … bè, di noi, non ti va ancora di dirmi per chi ti sei preso una cotta? –

Ecco, ora capiva quella strana espressione che aveva visto sul suo volto quando aveva accennato al suo interesse per qualcuno. Non era stata gelosia come aveva sperato, ma una cosa ben più sconcertante. Per la prima volta da quando lo conosceva, Regulus Black aveva indossato un’espressione di dolcezza su quel viso dai tratti fin troppo perfetti e arroganti.

- D’accordo, ti do un indizio: ha gli occhi di un grigio chiarissimo, i più belli che abbia mai visto. –

Vide Rabastan, alle spalle di Regulus, che aggrottava la fronte. Lui sì che aveva capito come stavano le cose, malgrado tutte le volte in cui Barty lo aveva definito uno scimmione con più muscoli che cervello.

- Più belli dei miei? – chiese, con appena una punta di scetticismo nella voce.

- Non più belli, direi uguali. –

- Ok, mi arrendo, chi sarebbe questa ragazza? – cedette.

- Non è una ragazza, è un ragazzo. – lo corresse, prima di aggiungere tutto d’un fiato, - Ti do un altro indizio: è un Black. –

Regulus sgranò gli occhi, incredulo, - È Sirius? –

No, non è Sirius. Sei tu, stupido idiota.

- Sì, è Sirius. – ammise.

Tutto sommato era proprio vero, stava diventando un bugiardo con i fiocchi.

Rabastan gli rivolse un sorriso grato, persino con una punta di rispetto. Lui non ci aveva creduto, ma solo perché già sapeva.

Forse, dopotutto, non era poi questo gran bugiardo.

 

 

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