EMOFILIA
“Stai lontano
dall’amore, figlio mio. L’amore fa sanguinare il cuore Draco, e tu non te lo
puoi permettere.”
Glielo
disse sua madre, in una gelida giornata di inverno, accarezzandogli i capelli
davanti allo scoppiettante camino del manor. Narcissa Malfoy aveva appena
subito una ferita d’amore. Narcissa malfoy aveva appena trovato suo marito con
Severus, e Narcissa non poteva permettere che al suo adorato bambino succedesse
qualcosa del genere. Quindi pronunciò
quelle parole che ad un orecchio esterno potevano sembrare troppo severe ma chi
conosceva la storia sapeva che Narcissa non si sbagliava.
Draco era
emofiliaco. Ogni ferita, un emorragia. Per curarsi doveva prendere una pozione,
che poteva essere presa solo una volta al mese, altrimenti ne avrebbe risentito
l’organismo. Così Draco 29 giorni su 30 doveva vivere con il perenne panico che
gli succedesse qualcosa, che si ferisse e morisse addirittura per questo. Fino
all’età di undici anni aveva vissuto tra le braccia della madre, protetto
dall’esterno da un coperchio di cristallo. Finché non giunse il momento di
andare ad Hogwarts.
Molti
avevano parlato del grande Harry Potter, sarebbe stato nel suo stesso anno. Draco
era agitatissimo: voleva fare amicizia con lui. Così quando lo incontrò per la
prima volta sulle gradinate di Hogwarts vicino al penultimo figlio della
“feccia”, come li chiamava suo padre, non esito a porgergli la mano.
“Imparerai
che ci sono amicizie migliori di altre Potter. Io posso darti una mano” se
l’era preparato il discorso, davvero. Voleva essere il più convincente
possibile.
“So scegliermeli
da solo gli amici Malfoy” gli aveva risposto con astio, prima di voltarsi.
E mentre Draco aveva
ancora la mano protesa, il suo cuore, per la prima volta, sanguinò.
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dell’inizio del suo secondo anno, Draco incontrò Harry a
Diagon Halley.
Lo trattò
con astio, come aveva imparato a fare dall’anno passato. Aveva anche imparato a
guardarlo da lontano, sperando di non essere visto. A contemplare quel viso
bambino a lungo, a osservarlo sorridere ai suoi amici, e a stringere i pugni,
attento a non tagliarsi, per l’invidia che provava. Durante il secondo anno Draco
si scontro con Harry nel club dei duellanti.
“Serpensortia!”
Harry si
allontanò, poi biascicò qualcosa, in un'altra lingua. Solo dopo seppe che era
serpentese. La sua ammirazione non fece altro che crescere.
Draco fu
inoltre pedinato da Harry mentalmente e fisicamente. Pensava avesse aperto la
camera.
E a Draco
piacque. Essere osservato da Harry, essere seguito.
Lo faceva
sentire importante.
Aveva i suoi occhi su di se, finalmente, anche
se non sapeva il perché. Ma decise che non gli importava. Magari si stava solo
accorgendo di lui. E Draco era euforico.
Ma quando
il mistero della camera fu risolto, Harry non lo guardo più, se non con disprezzo
prima di insultarlo.
E Draco, dal suo
cuore, perdeva sempre più sangue.
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Al suo terzo
anno Draco era già un uomo.
Aveva
imparato ad imitare il padre, a essere ancora più fiero di prima, se possibile.
Inizio a
fare le sue prime conquiste ,tra cui Pansy Parkinson. Durante una lezione con
Hagrid, Harry cavalcò un ippogrifo, Draco mascherò la sua apprensione con delle
battutine acide, mentre le mani torturavano la veste da alunno. Quando ritornò
tirò un sospiro di sollievo, ma vide che i suoi compagni lo guardavano, come a
dire “Perché non fai qualcosa anche tu?”. Allora Draco lo fece, quel qualcosa,
soprattutto per dimostrare a Harry che anche lui sapeva essere coraggioso, che
anche lui poteva essere suo amico, o
qualcosa di più. Andò incontro all’ippogrifo dicendo “Se lo fa anche Potter
non può essere difficile!” si girò verso Pansy ghignando e quando si voltò di
nuovo verso l’animale, questi si ergeva imponente su di se e nel momento in cui
se ne accorse fu troppo tardi.
L’ippogrifo
l’aveva tagliato, su braccio.
Si
rotolò
per terra pensando “E’ finita, morirò” e
urlò “Mi ha ucciso, quell’animale è un
mostro!” mentre Hagrid lo portava via.
I grifondoro
si misero a ridere e anche Harry, e quando draco ci fece caso, una lacrima
scese dagli occhi.
Non potè fare a meno
di pensare che sua madre aveva ragione: l’amore fa sanguinare.
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Al quarto
anno ci fu il torneo tre maghi. Durmstrang e Bexbaston si trasferirono ad Hogwarts
e i campioni furono scelti. Draco decise che se non poteva attirare
l’attenzione di Harry prendendolo in giro, forse poteva provare con la gelosia.
Iniziò a
fare il casca morto con Victor krum, lo invitava a mangiare al suo tavolo, ma
prima del ballo del ceppo gli disse che non poteva andare avanti, perché Harry
continuava ad essere un pensiero costante.
Al ballo
ci andò con Pansy, anche se per tutto il resto della serata i suoi occhi
rimasero inchiodati a quelli del bambino sopravvissuto, che stranamente
ricambiava.
E quello sguardo,
blocco la sua emorragia al cuore.
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Al quinto
anno tutti credevano Harry Potter un pazzo, ma Draco no. Draco sapeva che
quello che diceva Harry era la verità. Un po’ perché lui non era egocentrico
come lo definivano, e un po’ perché tutto quello che diceva Harry era oro
colato per lui.
L’anno passò
tranquillamente per il serpeverde.
Entrò a
far parte della Squadra di Inquisizione, in modo da poter avere un pretesto per
cercare Harry, senza che gli altri gli chiedessero il motivo. Era il suo
compito alla fine: lui l’avrebbe solo rispettato.
Ma lo sguardo
di odio che gli lanciò Harry quando sfondarono la porta della stanza delle
necessità, gli fece capire che quello non era il modo giusto per ottenere il
suo rispetto.
E quando lo capì, la
ferita al cuore riprese a sanguinare copiosamente.
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Al suo
sesto anno Draco aveva avuto l’ordine da parte del signore oscuro di uccidere
Silente. Lui non voleva, alla fine “il vecchio” non gli aveva fatto nulla, ma
“un Malfoy rispetta sempre la parola data” gli aveva detto suo padre, anche se
lui sapeva che era un modo carino per dire “O lo fai o ci fa fuori”.
Draco
continuò a fare avanti e indietro per il
castello, organizzando il piano e cercando di trovare un modo per far entrare i
mangiamorte a scuola.
Sentiva
che Harry lo guardava sempre con sospetto, sapeva che probabilmente si era
accorto di qualcosa, dato che le sue battute erano nettamente diminuite, e
quando le faceva aveva un tono stanco.
Sentì
dire dai suoi compagni che avevano sentito Ronald Weasley affermare che, per
Harry, Draco era diventato una vera e propria ossessione. E Draco non potè far
altro che compiacersene.
Un giorno
durante il suo sesto anno, Draco venne trovato da Harry nel bagno, a
piangere. Mirtilla cercava di
consolarlo, ma lui continuava a ripeterle che nessuno poteva aiutarlo, perché
anche se contro la sua volontà doveva farlo, altrimenti l’avrebbe ucciso. Tremava. Quando vide Harry osservarlo
attraverso lo specchio, si può dire che Draco impazzì.
-No lui no….tutti ma lui no…-
Come
poteva piacere ad Harry se lo vedeva piangere come una femminuccia? Se lo
vedeva reagire così? Preso da una rabbia ceca comincio a scagliare maledizioni.
Ad un
certo punto dello scontro Harry gridò “Sectusempra!”
senza nemmeno rendersene conto.
Vide il
volto e il petto di draco riempirsi di sangue, le mani del biondo serpeverde
rosse e lucide come il volto che stringevano convulsamente la stoffa della
divisa sopra al petto grondante di sangue.
Draco tremava
incontrollabilmente riverso sul pavimento freddo del bagno, perché sapeva che
sarebbe morto da un momento all’altro, di quel passo.
Piton
entrò nel bagno accorrendo subito dal serpeverde.
Era più
pallido di Draco, se possibile.
Harry
rimase a guardare mentre cercava di curarlo e lo spediva in infermeria per “Evitare
di far rimanere cicatrici” ma Draco sapeva che Piton lo diceva per “Evitare di
morire”.
Quando Draco
si rese conto di quello che Harry gli aveva fatto, e di quello che LUI stava
per fare ad Harry, era già uscito dal bagno ma sentì Harry dire “Io non volevo,
non sapevo gli effetti di quell’incantesimo.”
Ma draco
stava ancora male.
Alla fine
del sesto anno Draco non riuscì ad uccidere silente, lo fece Piton al posto
suo, il quale scappò dopo il reato. Draco pensò a Piton e ad Harry per tutta
l’estate.
Quella che una volta
era una ferita, adesso era un vero e proprio squarcio nel suo petto. Chissà che
fine aveva fatto, il suo eroe.
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Al
settimo anno Voldemort aveva preso il potere.
Draco era
tornato ad Hogwarts per volere del padre, come tutti gli altri serpeverde.
Erano al
sicuro, loro.
Draco fu
in apprensione per tutto l’anno. Piton era tornato, per diventare preside per
giunta, ma di Harry nemmeno l’ombra.
Per le
vacanze di Pasqua Draco tornò a Malfoy Manor.
Una sera,
Greyblack portò a villa malfoy tre ragazzi. Draco venne chiamato dalla madre
nel salone, e una volta che si fu recato lì, lei disse “dicono che hanno preso
Potter, Draco vieni qui”
Harry non
guardò Draco negli occhi, e lui per coprirlo disse che non lo sapeva, non era
sicuro che fosse lui.
Di certo,
se avesse detto che non era lui, avrebbe destato sospetti.
Ma lui lo
aveva riconosciuto. Anche se sfigurato, quello rimaneva sempre il suo Harry, il
bambino che aveva osservato da lontano per sette lunghi anni.
Rivide Harry
nei sotterranei del Manor e quando lo vide disperato fece una cosa che non
avrebbe mai pensato nemmeno lontanamente di fare…
(fino a qui mi sono attenuta ai
libri, adesso mi attengo alla mia fantasia XD N.d.Ina)
Draco lanciò
un incantesimo per bendare tutti quelli che si trovavano nei sotterranei ed
evitò accuratamente di dare una spiegazione.
Non ce la faceva a vederlo con quell’espressione terrorizzata e al contempo
disperata, mentre piangeva.
Si avvicinò
accarezzando il suo viso. La gola era secca, le labbra tremavano in carca di
parole che il cervello non sapeva come esprimere.
Di certo
se Harry fosse rimasto li, sarebbe morto. E lui non poteva lasciarlo morire,
senza avergli aperto il suo cuore una volta per tutte.
Non so
se è giusto o sbagliato
scriverti
così per dirti che
nella mia mente
tu ci sarai
ovunque sei ovunque vai
com'è difficile
parlare mentre piangi
e non sai che io ti amerò
e senza te come farò
e scusa se solo adesso ho capito
che non vivo se tu te ne vai
Draco si avvicinò
ancora di più al viso di Harry. Come era bello, visto da vicino. Con quelle
gocce che li scorrevano sulle guance, e quelle mani che non sapevano dove
mettersi.
come un sogno che va
via
ti svegli triste
vorresti chi ti portasse via lontano
ora non piangere
sento che sei ancora parte di me
sembra si facile dirti che
Draco
cambiò traiettoria alla fine, accostandosi all’orecchio del moro, stringendo la
stoffa della sua maglietta e cantando:
“Nella mia mente
tu ci sarai
ovunque sei ovunque vai
com'è difficile
parlare mentre piangi
e non sai che io ti amerò
e senza te come farò
e scusa se solo adesso ho capito
che non vivo se tu te ne vai”
Sentì il
corpo di Harry irrigidirsi dopo quelle parole, per poi sciogliersi nell’abbraccio
del biondo e rispondere al bacio che Draco
aveva appena iniziato.
nella mia mente
tu ci sarai
ovunque sei ovunque vai
com'è difficile
parlare mentre piangi
e non sai che io ti amerò
e senza te come farò
e scusa se solo adesso ho capito
che non vivo se tu te ne vai
Draco si
allontanò un po’ per sollevargli la benda e guardare quegli occhi di giada che
lo osservavano a sua volta sorpresi. Sorrise timido e si chinò un po’ per
baciarlo di nuovo.
Scapparono
insieme. Affrontarono la battaglia insieme. Vinsero insieme e vissero insieme.
E finalmente, il
cuore di Draco non sanguinava più.
Spero vi sia piaciuta ^^. Comunque
per chi segue Hp e il crollo del suo matrimonio…non so quando posto…sono più
impegnata l’estate dell’inverno T_T
Questa l’avevo già scritta da un po’,
il tempo di ritoccarla e l’ho pubblicata. Vi prego non linciatemi T_T appena ho
tempo di scriverla lo faccio ^^
Spero a presto ^^
Ina