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Autore: _bianconeve_    03/03/2014    11 recensioni
Ci sono persone che ti mancano, a prescindere da tutto. Ti sono mancate, ti mancano e continueranno a mancarti. Ti avvicini, ti allontani e tu speri solo che tornino.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael, Cliffors
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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22.11.14

Caro Luke,

spero che non ti dispiaccia sentirti chiamare in quel modo, ma mi sento molto più a mio agio a fingere che la lettera sia indirizzata a lui; anche se ne parlerò come se la lettera fosse indirizzata a te.

Scusa per la confusione, Elisabeth, ma questa situazione mi sta soffocando. Non so più cosa sia reale e cosa no.

Non so se ciò che è successo sia accaduto.. davvero.

Dopo quella fantastica serata con Luke a studiare è cambiato qualcosa. È come se nel suo cervello fosse scattato un meccanismo. Ed è successa la medesima cosa al mio, di cervello.

Mi sveglio la notte cercandolo tra le lenzuola rosa pallido, spiegazzate lungo il mio corpo sudato, tirando lunghi sospiri affannati e tranquillizzandomi stringendo in un pugno il utiepido, umido lenzuolo.

Non so se a lui capiti la stessa cosa... ma lo spero.

Non è davvero ciò che voglio. Non è possibile che io lo voglia davvero.

Quella sera eravamo stati accanto tutto il tempo, mi aveva baciato la punta del naso e mi aveva ringraziato. Non so bene per quale motivo, ma gli strinsi la mano e sorrisi. A scuola mia prende sempre per mano. Mi abbraccia da dietro e mi da il buongiorno, sotto gli occhi bollenti delle ragazze che gli vanno dietro.

Una volta tentai.

Senza alcun risultato di dirgli ciò che mi stava accadendo, ma fu un floop.

 

«Tu mi piaci tanto, Lucas Robert Hemmings.» gli sussurrai all'orecchio, incredula della mia innata passione e del mio coraggio nascosto.

 

Mi rivolse un sorriso e un ridolino «Oh be', anche tu mi piaci molto, Dems.»

 

Penso che non abbia recepito il messaggio, ne dubito.

Lo ha detto scherzando.

 

«Luke.» dissi ancora una volta, questa volta mantenendo distacco.

 

«Tu sei più grande di me, vero?» gli dissi accavallando le gambe.

 

«Sì.» fece spallucce.

 

«Allora,» presi un respiro profondo tentando di trattenere le risate.

 

«Che minchia ci fai nella mia classe?» ridacchiai.

 

«Sono rimasto bocciato due volte in prima media,» rise «Ho avuto dei problemi con la scuola, sin da bambino. Alla materna scappai dalla scuola e mi trovarono steso a terra, in mezzo alla neve mentre piangevo. Non volevo stare insieme agli altri» sorrise abbassando lo sguardo.

 

«Oh oh, Hemmings. Sembravi così indifeso all'inizio della scuola...sei un cattivo ragazzo, Luke?» morsi il tappo della penna scherzosamente,

«Certo che sì, piccola. Potrei estrarre una pistola dalla tasca dei miei jeans, al momento.» roteai gli occhi.

 

«Sei un cretino, Luke.» minuti a fissare i suoi occhi, aspettando una sua risposta.

 

«Sono adorabile, lo so.» si alzò dal divano e se andò via sculettando. Scoppiai a ridere e lo rincorsi.

 

Parlammo per tutto il pomeriggio, poi si fece bruno, gli diedi la buona notte ed uscii da casa sua. Me lo ritrovai a due passi dallo zaino, che si schiariva la voce come un cretino.

 

«Non mi piace lasciarti sola per strada a queste ore, Dems. Dovresti saperlo ormai.» sorrisi appena.

 

«Luke, non uscirà uno stupratore di quarant'anni da un cespuglio, e non cercherà di stuprarmi. Lo sai questo, vero?» gli dissi scherzando.

 

Il mio sorriso si trasformò in un viso malinconico e freddo. Occhi di ghiaccio, umidicci.

Avevo visto mia sorella, ancora.

Era lì, in mezzo alla strada che saltellava con una corda a righe verdi. Indossava un abito corto e bianco, probabilmente di velluto.

La vidi lì.

Le corsi incontro.

Fu allora che Luke mi prese per un polso e mi bloccò la vita. Mi trattenne stretto a lui fino a quando non smisi di ansimare.

Mi accompagnò di nuovo a casa sua e mi chiese il cellulare. Mando un messaggio a mia madre dicendole che sarei rimasta a dormire da un amico.

 

«Dems.» mi disse stringendo la mano, «E' passato?»

 

Ricordo di aver chiuso gli occhi e di avergli raccontato ciò che era successo.

Mi ha abbracciato.

Ha lasciato che piangessi abbracciata a lui. Mi ha asciugato le lacrime con il palmo della mano e poi mi ha baciato la fronte.

 

«Va tutto bene, Dems. È passato...Ci sono io con te.»

 

Mi ha fatto coricare sul suo letto, mi ha coperto fino le spalle e poi è andato ad ordinare qualcosa da mangiare.

È tornato in camera con del cibo cinese e si è seduto di fianco a me.

 

«Sta sera c'è CatFish!» Balzò in aria facendomi cadere dal letto.

 

Mi ritrovai con il seno schiacciato a terra; non facevo a meno di ridere come un idiota mentre sentivo Luke dimenarsi sul letto dalle risate.

 

«Sta sera c'è Dire, Fare, Baciare.» lo corressi impossessandomi del telecomando.

 

Fece labbruccio e mi pregò di restituirgli il telecomando, ma non cedetti.

Mi ha divertito vederlo pregarmi per più di quindici minuti di cambiare canale, è stato esilarante.

Posso giurar di aver avuto anche mal di pancia a forza di ridere.

 

Quando arrivò il tempo di dormire, Luke si coricò al mio fianco e mi cinse la vita.

Rimase abbracciato a me.

A tarda notte girai il mio viso verso il muro.

 

«Luke.» gli sussurrai.

 

Stava dormendo.

 

«Mi piaci molto, Luke.» dissi.

 

Stava dormendo, non c'era pericolo che mi sentisse.

Potevo dire tutto ciò che volevo.

 

«Se mi stringessi più forte mi sentirei in Paradiso.» sorrisi.

 

Sentii le sue dita muoversi lungo il mio fianco destro.

Brividi.

Strinse le sue braccia attorno al mio bacino, di nuovo.

 

«Va meglio così, Dems?» sentii il suo fiato sul collo.

 

«Meglio, grazie..» balbettai imbarazzata.

 

Chiusi gli occhi sperando non avesse sentito ciò che avevo detto.

 

Erano le due di notte, ero molto stanca, ma non riuscivo a dormire, davvero.

Mi spostò i lunghi capelli biondi dalla schiena, poggiandoli sulle spalle e poi appoggiò le labbra sotto l'attaccatura dei capelli.

Risi.

Mi stava facendo un solletico tremendo!

 

«Luke» risi «Mi fai solletico!» mi voltai verso di lui.

 

I suoi occhi color ghiaccio risplendevano nel buio della stanza.

 

«Lasciami divertire un po'» ridacchiò «trattieni le risate, fallo per me.»

 

«Cosa vuoi fare di tanto divertente, Lucas?»

 

Troppo difficile da esprimere a parole.

Davvero, non ci riesco.

In quel momento non sapevo cosa mi aspettava.

Elisabeth, descriverti quella scena mi mette in difficoltà!

«Ho un sacco di cose da dirti, ma se ti bacio faccio prima.»

 

Dio! Sono in ritardo per la scuola!

Ti racconterò tutto nella prossima lettera, Beth, te lo prometto.

Sempre con affetto,

Dems.

SPAZIO AUTRICE:
hei fanciulle! rispetto al capitolo precedente questo mi piace di più.
l'ho finito questo pomeriggio, spero non ci siano errori.
vi amo tanto principesse!
al prossimo lunedì.
-Alli

   
 
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