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Autore: Tamar10    03/03/2014    4 recensioni
Se ti innamori solo di sociopatici non puoi pretendere che la tua vita sia tutta rose e fiori. Soprattutto se Sherlock Holmes ti sceglie come sua nuova coinquilina.
[Sherlolly con la partecipazione del nostro Jim Moriarty, John&Mary e altri]
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jim Moriarty, Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La signora Hudson riteneva di avere una certa esperienza riguardo alla vita in generale e in particolare alle faccende d'amore. Aveva sempre pensato che John e Sherlock fossero una coppia perfetta e non aveva mai mancato di farglielo notare, ma in fondo lei era una persona riservata e nonostante i suoi sospetti o le sue speranze si era limitata ad osservare.
Ora che John se ne era andato poteva finalmente capire quanto avesse sbagliato. John e Sherlock erano una coppia fin troppo perfetta, avevano un'intesa speciale, un rapporto basato su silenzi e sguardi complici. Non che non avessero mai litigato – non passava giorno senza che discutessero – eppure anche quello faceva parte della loro relazione.
Con Molly invece era il contrario.
Lei era davvero una ragazza adorabile e, anche se sembrava non rendersene conto, esercitava una sorta di influenza speciale su Sherlock. Lui era molto cambiato da quando la signora Hudson lo aveva conosciuto – un ragazzetto magro e rigido con lo sguardo affilato –, era diventato adulto e sembrava aver acquistato un po' di umanità in più rispetto a prima. Sembrava essere diventato capace di seguire i suoi sentimenti oltre che il suo mirabile cervello.
Sherlock e Molly erano pieni di domande mai fatte e di risposte non date. Erano un'incertezza, un forse, un magari, una di quelle coincidenze che capitano di rado e proprio per questo la signora Hudson tifava per loro. Erano rari.
Perfino loro stessi erano inconsapevoli di quello che inevitabilmente sarebbe successo. Ma la signora Hudson si vantava sempre di riuscire a intuire come si sarebbero evolute le varie relazioni, per questo si preparava al disastro imminente.

 
Il laboratorio improvvisato nel 221 di Baker Street era decisamente troppo piccolo. Sherlock percepiva fastidiosamente il gomito di Molly vicino al suo – distavano tre centimetri per l'esattezza – e il ritmo lento del suo respiro mentre esaminava concentrata delle provette contenenti campioni di sangue, mentre il fruscio della penna sul foglio sul quale annotava i vari risultati era quasi assordante. La cosa più snervante era che Molly sembrava trovarsi perfettamente a proprio agio.
Era stranamente tranquilla, silenziosa e concentrata e per una volta fu Sherlock che si ritrovò ad osservarla di soppiatto.
Si chiese se quel ciuffo di capelli avesse sempre avuto quella sfumatura più tendente al biondo rispetto agli altri, se ci fosse sempre stato quel piccolo neo alla base del collo, se i suoi occhi si illuminassero sempre in quel modo quando ci fosse una corrispondenza tra i risultati.
Si chiese come avesse fatto a non notare prima questi piccoli particolari – lui che aveva reso l'osservazione dettagliata il suo mantra – visto che Molly Hooper non era di certo una novità.
Forse era proprio questo il punto. Lei era sempre stata lì per lui, scontata, rassicurante, immutabile.
Adesso qualcosa era cambiato – in lei, fra di loro –, il suo punto di riferimento si era mosso e questo lo confondeva. Si sentiva perso, però in senso buono; era la stessa situazione di quando, appena prima della risoluzione di un caso, gli indizi sembrano portare in direzioni contrastanti e improvvisamente si combinano fra di loro.
Sherlock tornò con la mente a qualche giorno prima.

 
La casa odorava fortemente di muffa, l'intonaco su cui una volta erano disegnate delle automobiline pendeva scolorito dalle pareti e la poca luce che filtrava dalle assi poste alla finestra non bastava a rischiarare completamente la penombra della stanza.
Sherlock stava in piedi, evitando attentamente di sfiorare gli oggetti sparsi sul pavimento con le scarpe, fissava in attesa la figura sdraiata su un materasso che doveva aver visto tempi migliori.
Mr. Holmes” lo salutò Bill Wiggins con la sua solita voce lamentosa mettendosi seduto “A cosa devo il piacere?”
Viveva in quel posto da una settimana, nonostante le proposte di un luogo più adeguato da parte di Sherlock aveva scelto quella casa abbandonata dicendo che “gli ricordava i bei vecchi tempi”. Nessuno gli aveva fatto notare che non erano poi così vecchi, né belli.
In realtà a Sherlock non importava, bastava che Wiggins fosse sempre rintracciabile e pronto a intervenire in caso d'aiuto. Di solito però riceveva le informazioni su dove andare e cosa fare sempre via messaggio e Bill era abbastanza intelligente da capire che se Sherlock aveva cambiato i suoi metodi significava che era un'emergenza.
Sono qui per avere aggiornamenti su come procede la missione che ti ho dato” disse il detective sbrigativo “e un consiglio” aggiunse dopo un attimo di esitazione.
Bill sorrise, decisamente non era un'idiota.
Come sta la signorina Hooper?”
Sherlock si irrigidì appena e aggrottò leggermente le sopracciglia.
Bene. Siamo anche andati a fare colazione insieme” disse con voce piatta.
Ah! Shazza ha avuto un appuntamento” gongolò Wiggins.
Non era un appuntamento e non chiamarmi Shazza” rispose l'altro infastidito.
Beh, eravate solo voi due, no?” Sherlock annuì “In un bar?” Sherlock annuì di nuovo “Hai offerto tu, giusto?”
Non vedo come la cosa possa essere rilevante...” tentò di protestare il detective.
Era un appuntamento” ribadì Bill Wiggins con decisione.
Sherlock piegò la testa leggermente di lato, soppesando l'idea. Erano solo lui e Molly. Erano sempre stati solo lui e Molly e non era mai stato un problema, non capiva perché adesso averebbe dovuto essere diverso.
Appuntamento, era una parola strana. Nel suo personalissimo dizionario mentale significava “incontro prefissato fra due o più persone, spesso usato da John in campo sentimentale per indicare un incontro con una ragazza da cui è attratto”.
Ma in fondo lui non era attratto da Molly Hooper, giusto?
Si rivolse verso il suo aiutante improvvisamente ansioso.
Non una parola con nessuno di tutto ciò, chiaro?” lo minacciò.
Cristallino”
Bene, ora possiamo parlare del tuo pedinamento. Hai notato comportamenti sospetti da parte del soggetto?” Sherlock cambiò argomento, sperando di riprendere il controllo di quella conversazione.
Aspetta. Adesso cosa farai?”
Sherlock alzò gli occhi al cielo, il suo aiutante non si stava dimostrando per niente collaborativo.
Cosa farò con cosa?” domandò esasperato.
Con la signorina Hooper” rispose Bill con semplicità.
Non farò assolutamente niente con Molly Hooper” Sherlock ne sembrava pienamente convinto.
Peccato” disse Wiggins ritornando a sdraiarsi sul materasso “Perché io conosco un modo infallibile per sapere se è ancora innamorata di te”

 
Sherlock ritornò al presente con prepotenza. Doveva smetterla di perdersi in simili distrazioni, aveva cose più importanti di cui preoccuparsi.
Molly era ancora immersa nello studio di una soluzione particolarmente rognosa. Obbiettivamente non era bella, di sicuro non aveva le misure di Irene Adler o l'intelligenza di Mary, eppure quando erano andati a fare colazione il barista le aveva sorriso – particolare che Sherlock aveva registrato con fastidio – e l'ispettore Lestrade aveva ripetuto più volte che Molly “non era niente male”. Quindi doveva per forza esserci qualcosa che la rendesse attraente.
Di nuovo Sherlock si chiese perché stesse pensando a quello anziché a problemi ben più seri.
Il cellulare di Molly, appoggiato in precario equilibrio sul bordo del tavolo, cominciò a vibrare e Sherlock che aveva entrambe le mani libere si affrettò a prenderlo prima che cadesse.
Riuscì a leggere il mittente della chiamata prima che Molly gli strappasse di mano il telefono e con un gesto deciso se lo mettesse in tasca senza neanche rispondere.
“Tom?” domandò Sherlock incredulo.
Molly serrò le labbra con un po' più di forza facendole diventare una linea sottile.
“Sì” disse infine evitando di guardarlo negli occhi.
“Il tuo ex-fidanzato?” chiese ancora Sherlock, anche se sapeva già la risposta.
“Sì, vuole convincermi a rimetterci insieme” Sembrava quasi dispiaciuta, ma la rabbia nella sua voce era chiara.
“Perché non hai risposto?”
“Perché non ho alcuna intenzione di rimettermi con lui” sbottò Molly girandosi finalmente a fissarlo negli occhi. Piccole lacrime si stavano raccogliendo agli angoli dei suoi occhi marroni.
“Perché ti ha tradita”
Non era una domanda, ma Molly annuì comunque prima di annullare la già poca distanza fra di loro e appoggiarsi a lui, dando libero sfogo alle lacrime.
Sherlock si irrigidì, sentiva la testa di Molly premere contro il suo petto e di colpo il laboratorio sembrò diventare ancora più piccolo, soffocante e tremendamente caldo – fatto strano considerando che era pieno inverno – ma in qualche modo si sentì più a suo agio perché una Molly piangente era qualcosa che conosceva, sempre meglio che la Molly taciturna e seria di poco prima.
“Forse dovrei richiamarlo” disse lei con il volto ancora premuto sulla sua camicia, stranamente il pensiero che si sarebbe sporcata per colpa delle lacrime non lo infastidiva.
“Lui ha sbagliato, ti ha tradito” la voce gli uscì più dura di quanto avrebbe voluto.
“È molto più complicato di così, Sherlock” sospirò Molly staccandosi da lui e cercando di asciugarsi le lacrime “Tutto l'amore è complicato”
Sherlock la studiò con tranquillità mentre cercava di calmarsi. Era strano vederla così, si sforzava di essere forte e decisa, ma a tratti riemergeva la vecchia Molly insicura e sensibile. Forse , ipotizzò Sherlock, era quello che rendeva Molly attraente.
Puntò i suoi occhi celesti sul suo viso e provò l'insensato desiderio di vedere le lacrime sparire.
Perché sono antiestetiche, si disse.
“Sciocchezze. L'amore è semplice, come la chimica” affermò sorridendo e, con suo piacere, notò spuntare un timido sorriso anche sulle labbra di Molly.
“I sentimenti non possono essere spiegati in modo scientifico” protestò lei.
“Ti sbagli. Le persone sono come gli elementi, ognuno con una propria configurazione, ci sono elementi che si combinano mentre altri sono incompatibili. Bisogna trovare l'elemento giusto e...reagire. Gli esseri umani sono animali, inviano impulsi, gesti, odori. L'amore è chimica”
“E come faccio a trovare l'elemento giusto?”
Il sorriso scomparve dalle labbra di Sherlock. “Bisogna cercare e provare, come per un esperimento” disse prima di sporgersi lentamente verso di lei. Molly sgranò gli occhi sorpresa quando lui la baciò dolcemente, mentre il suo stomaco si contorceva.
Sherlock dischiuse la bocca quando sentì le labbra morbide di Molly contro le sue. Si bloccò un attimo indeciso, sapeva cosa fare eppure in quel momento il suo cervello sembrava essere andato in tilt. L'adrenalina entrò in circolo nel suo corpo quando il bacio si approfondì e per un secondo Sherlock cadde nel panico, con Janine non si era mai sentito così.
Riuscì a recuperare la lucidità e interruppe il contatto cercando di mantenere un'espressione impassibile, mascherando il tumulto di emozioni che gli esplodevano dentro.
Molly lo guardò confusa e agitata.
“Vedi è facile” disse Sherlock con voce roca accennando un sorriso “È scientifico”
Molly non gli rispose. Strinse i pugni e a Sherlock sembrò di leggere sconforto nei suoi occhi, ma non riuscì a reggere il suo sguardo. Improvvisamente si sentiva fuori posto in quel piccolo laboratorio, si alzò in piedi e se ne andò di tutta fretta.

 
Molly rimase stordita a guardare Sherlock scomparire oltre la porta.
Rimase immobile per un tempo indeterminato cercando di metabolizzare l'accaduto. Il suo cuore pompava ancora frenetico, mentre il suo cervello procedeva a rilento, annebbiato.
Sherlock era stato carino, in un certo senso, dandole sostegno riguardo alla storia di Tom – era strano che lui si comportasse in modo così comprensivo ma non impossibile– e poi l'aveva baciata. Questo davvero non se lo sapeva spiegare. Dietro ad ogni gesto di Sherlock c'era sempre un secondo fine, ma in questo caso non riusciva a vederlo.
Era lampante che Sherlock non l'amava e perfino l'amore cieco che prima lei provava nei suoi confronti era mutato in semplice rassegnazione. Molly credeva che avessero raggiunto un equilibrio, ora Sherlock aveva di nuovo incasinato tutto con quel bacio.
Per lui non era significato niente, era evidente anche dalle sue parole, ma per Molly era stato diverso. Quello era il momento che aveva sognato talmente tante volte fino a ritenerlo un'utopia, ma come capita spesso coi sogni anche se si avverano non accade mai nel modo in cui vorremmo noi.
Sherlock si era dimostrato di nuovo senza sentimenti e col cuore di ghiaccio, un vero stronzo.
Non puoi baciare una persona che sai essere innamorata di te definendo il tutto un “esperimento”. È semplicemente inumano.
Molly sentì la rabbia crescerle nel petto. Sherlock Holmes era una persona fredda e impassibile? Bene, anche lei avrebbe adottato la stessa tattica.

 
Sherlock aveva bisogno di riflettere, solo questo. Anche la sua mente geniale aveva bisogno di tempo. La sua non era stata una fuga, stava solo cercando un posto tranquillo dove poter pensare e il fatto che avesse salito le scale di corsa e si fosse chiuso a chiave dentro la sua camera non voleva dire assolutamente nulla.
Si lasciò cadere sul letto chiudendo gli occhi. Forse la cosa migliore da fare a quel punto sarebbe stata davvero scappare, ma da cosa? Sicuramente non da Molly perché non era lei che gli metteva quella strana inadeguatezza addosso, tanto meno da Moriarty che sembrava essere sparito. Il problema era lui stesso.
Sherlock sapeva perfettamente di provare dei sentimenti – era felice e triste come chiunque altro – ma semplicemente nel corso del tempo aveva imparato a controllarli fino a sembrare una sorta di automa. Invece in quegli ultimi anni – sicuramente era tutta colpa di John – avevano cominciato a sfuggirgli, sfogava la propria rabbia, rendeva evidenti le sue ansie e dava scorci del suo dolore.
Però l'amore rimaneva estraneo a lui. Lo deduceva dai gesti di John quando sfiorava il pancione di Mary, lo scorgeva negli occhi di sua madre o nel tè che la signora Hudson gli portava il mattino, lo osservava fra i passanti. Eppure rimaneva distante, come uno degli esperimenti che si divertiva tanto a studiare senza farsi coinvolgere.
L'amore – lo stesso amore che sembrava schizzare perennemente fuori da Molly Hooper – restava un mistero irrisolto.
Maledisse Wiggins e i suoi stupidi consigli del tipo: “C'è un modo per capire se una persona è veramente innamorata: devi baciarla”, qual'era stato il risultato? Niente. Si era solamente sentito un'idiota ed era scappato.
O forse era proprio questo il risultato che cercava?
No. Era fuori questione che lui fosse innamorato di Molly. Impossibile.
Suo fratello glielo aveva detto un centinaio di volte che era meglio reprimere i sentimenti per non porsi questi problemi.
“Non è di questo che hai bisogno” disse il Mycroft del suo palazzo mentale “Non devi farti coinvolgere, non in questo momento. Adesso dovresti occuparti di Moriarty, salvare l'Inghilterra, fare l'eroe”
“Io non sono un eroe”
“Peccato” rispose Mycroft con un sorriso astuto “Perché alla fine della storia l'eroe trionfatore riceve sempre un bacio dalla damigella”
Sherlock scacciò frustrato quel pensiero dal suo palazzo mentale e aprì gli occhi ritrovandosi nella sua stanza, non sembrava essere cambiato niente. Eppure sentiva di aver trovato una temporanea seppur precaria soluzione.
Riusciva ancora a sentire l'eco della voce di suo fratello che diceva “Reprimi i sentimenti, non farti coinvolgere, questa volta gli avrebbe dato ascolto.
Si alzò deciso e fece per andare ad aprire la porta, adesso non sentiva più il bisogno di tenerla chiusa a chiave. Il silenzio della stanza fu interrotto da un miagolio e il muso di Toby fece capolino da sotto il letto.
“E tu da quanto tempo sei là sotto?” chiese socchiudendo gli occhi sospettoso. Sapeva che era razionalmente impossibile ma si sentiva turbato come se il gatto avesse assistito a tutto il suo dibattito interiore.
“Non sono affari tuoi e non riuscirai a farmi cambiare idea” sibilò Sherlock in risposta ad una muta accusa.
Spalancò la porta e si diresse in cucina, con la sensazione di avere ancora gli occhi delusi di Toby puntati sulla schiena.









Note d'autrice:
Questo capitolo è molto importante. Spero di aver reso bene le idee/emozioni di tutto quello che succede, soprattutto il bacio (faccio schifo a descrivere i baci :$)
Sherlock forse (e sottileneo forse) ha capito qualcosa su quello che prova, ma come un vero idiota decide di reprimere tutto...
Molly, beh, non l'ha presa bene. Vedremo.
Fatemi sapere cosa ne pensate, ci tengo tantissimo.
Grazie mille a chi continua a leggere questa storia, vi adoro <3
  
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