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Autore: Sniperelite996    03/03/2014    0 recensioni
La terza guerra mondiale è ormai finita, grazie al capitano Price e alla task force 141, ma a quanto pare un altro russo seguiva le impronte di Makarov. La Task Force Charlie sarà all'altezza della 141?
Genere: Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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“Imboscata”
Russia
30Km da Pokrov
Tiratore scelto Derek “Red” Gibbs
 
Lo stabilimento era in mezzo al nulla, in una distesa infinita di erbacce secche e neve. Il paese più vicino era a trenta chilometri di distanza, abbastanza remoto da compiervi azioni di contrabbando nel massimo della quiete. Anche per questo motivo si pensava che Aleksey Ivanov avesse trasportato qui due cariche nucleari dall’alaska. Queste informazioni le avevano raccolte proprio li, sulle rive di un lago ghiacciato, dove un cecchino aveva freddato il capitano della squadra Kevin Dillinger, una cosa che Red non avrebbe mai e poi mai dimenticato. Il suo posto era stato preso dal Capitano Price. Un membro del S.A.S., corpo d’elite dell’esercito britannico. A quanto pareva, Price aveva fatto terminare la terza guerra mondiale uccidendo l’uomo che ne era la causa, Vladimir Makarov, stranamente un altro russo. Red diffidava ancora dal Capitano nonostante tutte le precedenti imprese che lo rendevano un degno sostituto di dillinger, se non forse migliore. Continuava a ripetersi che doveva fidarsi di lui, anche in quel prato immenso in cui si trovava. Sdraiato a terra, con indosso la sua ghillie suit e in mano il suo M40 appropriatamente mimetizzato anch’esso, scrutava lo stabilimento di magazzini 300 metri più distante, in cerca di tracce delle testate e di Ivanov.
-Red, qui base, novità? Passo- La voce di Price risuonò improvvisamente alla radio facendo sussultare Gibbs.
-Negativo capitano, nessuna traccia ne delle testate ne di Ivanov, passo-
-Ok rientra pure-
-Ricevuto, chiudo-
Si voltò ed iniziò a strisciare, per evitare di farsi individuare. Quando ebbe percorso 200 metri si alzò ed iniziò a camminare. Dovette percorrere cinque chilometri per giungere all’avanposto, dove trovò Price, Buck e Doc, seduti su degli sgabelli attorno a un lungo tavolo di legno scuro.
-Mamma mia come puzzi Red, potevi toglierti di dosso quella roba prima di entrare qui dentro!-
-Ma stai zitto Doc non puzzo più di te di quando torni dalla palestra-
-Si come no!- Rispose Doc.
-Smettetela di fare i bambini, non intendo lavorare con tre ragazzini che bisticciano come femminelle- Intervenne Price, con il suo tono di voce serio e profondo-A quanto pare Red non hai visto proprio tutto quello che succedeva laggiù. Una jeep è arrivata nello stabilimento, e indovinate un pò chi c’era a bordo-
-Ivanov…- Sussurro Buck con un tono di disprezzo.
-Esatto e a quanto pare risiede in un piccolo bunker al di sotto dell’edificio principale, non sarà facile tirarlo fuori di li- Disse Price appoggiando le mani tozze sul tavolo.
-Come ci muoviamo?- Domandò Red.
-Partiamo domani alle 06:00, a bordo di un elicottero, ci calerà sul tetto dell’edificio sopra al bunker e da lì inizieremo a ripulirlo verso il basso finchè non arriviamo alla porta del bunker. Probabilmente avremo bisogno di un o di plastico per aprire la porta-
-A quello penso io capo- Disse Buck.
-Perfetto, tu Red dovrai coprire la nostra discesa, nessuno deve entrare nell’edificio fin quando non portiamo fuori Ivanov. Una jeep ti porterà al luogo che preferisci per coprirci, dopo che avrai studiato la posizione migliore-
-Ok, capitano- Red annuì- Solo una domanda signore-
-Sono tutto orecchi-
-Da dove a cavato tutte queste informazioni? Cioè la jeep dovrei averla vista arrivare allo stabile-
Price guardò dritto negli occhi Red, uno sguardo severo, segnato dal tempo e dalle innumerevoli missioni vissute, e dopo qualche secondo si voltò ed usci dal tendone senza dare risposte.
-Non mi fido di quell’uomo- Disse Red rivolgendosi agli altri.
-Dai Red, avrà le sue ragioni per non dirlo, forse glile hanno passate dei membri del S.A.S. visto che è un loro soldato-
-Non è quello, il modo in cui mi ha guardato, sembrava aver una voglia enorme di rifilarmi un pugno dritto in faccia. Sembrava arrabbiato della domanda, come se stesse nascondendo qualcosa-
-Per il momento non preoccupiamocene, pensiamo a predere Ivanov, poi gli chiederemo spiegazioni-
-Come volete, ma a me comunque non convince-
Si alzarono anche loro dagli sgabelli, e si diressero alla loro tenda. Red si levò di dosso la puzzolente mimetica, la arrotolò e la infilò in uno zaino che richiuse in un baule. Si stese sulla brandina, che cigolò un po sotto il suo peso, e si addormentò quasi subito nonostante fossero solo le sei di sera.
Il mattino seguente si svegliò ben riposato, pronto per andare a prendere Ivanov. Il sole non era ancora sorto, l’aria era pungente, e la rugiada avvolgeva l’immensa pianura. Red si stirò e si alzò.
-Svegliatevi- Disse tirando un calcio alla branda di Buck e a quella di Doc.
-Si, si ci siamo- Protestò Buck, stropicciandosi gli occhi insonnoliti.
Red ritirò fuori lo zaino con la ghillie ed estrasse la tuta mimetica che posò su un bancone. Dopodichè prese dal baule il suo M40, tre serbatoi, un binocolo, il silenziatore, il bipode e la mimetizzazione per il fucile seguita dagli stivali, imbrattati di terra e consumati dal tempo. Si mise la mimetica e si recò alla tenda del capitano Price. Lo trovò gia pronto che studiava delle cartine della zona.
-Buongiorno capitano-
-Salve Red, tutto pronto?- Price non alzò nemmeno lo sguardo.
-Si signore, devo solo controllare il posto per l’appostamento-
-Ok vieni qui e decidi, sbrigati non manca ancora molto alla partenza-
Red cominciò a studiare la cartina, erano innmerevoli i posti dove avrebbe potuto nascondersi ma scelse una piccola rientranza del terreno, coperta a destra da un enorme roccia, e a sinistra da un folto cespuglio di rovi secchi.
-Sono pronto signore-
-Va bene, vai fuori e racati sul posto. Noi partiamo tra dieci minuti-
-Ricevuto-
Red uscì dalla tenda, e andò verso la jeep, l’autista era già dentro che lo aspettava.
-Allora dove siamo diretti?- Chiese l’autista a Red.
Lui gli mostrò la cartina e gli fece vedere il punto in cui avrebbe dovuto lasciarlo. Ovviamente non lo avrebbe portato direttamente sul posto per evitare di essere individuato dalle sentinelle, nonostante fosse buio. Si sarebero fermati 500 metri più indietro e l’ultimo pezzo di strada lo avrebbe percorso a piedi, come al solito. Partirono. Il motore del veicolo rombava, e la jeep continuava a sballonzolare sul terreno accidentato. Giunti al punto fissato, Red scese dalla macchina, recuperò il fucile dal cassone posteriore, ed iniziò ad avviarsi mentre la jeep tornava alla base. Arrivato al punto stabilito si stese a terra, apri il bipode dell’arma e la appoggiò a terra. Portò una mano alla radio e premuto il tasto si mise in contatto con la base.
-Base, qui Red, in posizione, passo-
-Red, qui Price. Siamo in elicottero, decollo entro un minuto, hai già visuale sullo stabile?-
-Affermativo, nessun movimento, i bambini stanno ancora dormendo-
-Ricevuto. Decolliamo-
Dopo circa cinque minuti, Red iniziò a sentire il rombo dell’elicottero che si avvicinava sempre di più. Gli passo sulla testa e si diresse dritto sull’obbiettivo.
-Ok in posizione, ci caliamo- Disse alla radio Price.
-Ricevuto- Buck era già attaccato alla fune stava scendendo sul tetto. Price lo seguì, e subito dopo anche Doc scese dal velivolo. Coi fucili pronti si diressero verso le scale che portavano all’ultimo piano dello stabile. Buck la sfondo con un calcio, ed entrarono tutti e tre.
-Red occhio alla porta, chiunque tenti di entrare deve ritrovarsi con la testa spappolata-
-Si signore- Confermò alla radio.
Iniziò a vedere del movimento, probabilmente i mercenari si erano svegliati a causa del rombo dell’elicottero e si erano allarmati. Non sapendo cosa fosse successo rimasero un pò a guardarsi intorno prima di decidere che era solo un velivolo di passaggio.
Intanto Price, Buck e Doc avanzavano lungo il corridoio del secondo piano dell’edificio. Non avevano ancora incontrato nessuno, probabilmente a quel piano si trovavano solo uffici e a quell’ora nessuno lavorava. Giunsero alle scale, e scesero al primo piano. Subito in fondo alle scale vi erano due guardi, vestite di nero e col passamontagna sulla faccia. Con uno sguardo d’intesa Price e Buck si fiondarono sui due stringendoli il braccio intorno al collo. Si dimenarono per qualche secondo, dopo di che si fermarono improvvisamente. I soldati si rialzarono e continuarono l’avanzata nell’edificio. Giunti al piano terra si ritrovarono in un grande ingresso, con poco arredamento e qualche mercenario in giro.
-Ingaggio-
Tutti e tre si misero a sparare al comando di Price ed eliminarono le cinque guardie.
-Ottimo, cercate la porta del seminterrato, io guardo se trovo qualcosa di interessante nei fascicoli-
-Si capitano-
-Agli ordini- Risposero gli altri due.
Price entrò in uno stanzino laterale, e si mise a cercare tra gli scaffali nella stanza. Non trovò molto solo qualche nome di bersagli di Ivanov.
-Meglio di niente- Farfugliò tra sé.
All’improvviso senti un gran fracasso provenire dall’ ingresso e si catapultò fuori dalla stanzetta. Ciò che vide lo spiazzò. Buck e Doc erano a terra tenuti fermi da quattro mercenari e si divincolavano tentando di liberarsi. Accanto a loro in piedi c’era Ivanov, con un sigaro fumante in bocca e un ghigno soddisfatto.
-Bene, bene, guarda un po’ chi c’è non pensavo che ti avrei incontrato qui Price! Ti sei messo a fare il lavoro per gli americani? Non è da te amico mio- L’accentuato accento russo sembrava quello di un doppiatore di un film.
-Io lavoro per chi mi paga, ho imparato a non fidarmi dei governi-
-Allora potresti lavorare per me! Io non sono un governo e potrei pagarti bene-
-Non lavoro coi terroristi-
-Allora potresti farlo per avere salva la vita dei tuoi compagni di squadra-
-Non li hai tutti però. Quando uscirai di qui avrai addosso il resto degli americani-
-No non credo. Portate il cecchino-
Due guardi trascinarono un ammasso confuso e marroncino nell’ingresso, il volto insanguinato, era privo di sensi.
-Cazzo, Red…- Sussurrò Price
-Come vedi ho tutta la tua squadra e non esiterò a farla fuori se non mi aiuterai, e ovviamente ucciderò anche te-
Price non poteva fare nulla in quel momento, oltre alle guardi che tenevano la squadra erano presenti un’altra ventina di uomini, e lui da solo non avrebbe di certo fatto miracoli. Rimase per un po’ in silenzio fissando il pavimento sotto di se, poi alzò lo sguardo e guardò fisso negli occhi Ivanov.
-D’accordo, che cosa vuoi che faccia?-
-Bravo così si parla!-
E tutto di colpo divenne buio.


 
 
  
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