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Autore: Fenio394Sparrow    03/03/2014    1 recensioni
{OCs||Felix Felicis and Jack Finnigan||District 3||69th Hunger Games}
Trovate la versione migliorata e rimodernata nella serie VITTIMA DELLA MIA VITTORIA, di Superkattiveh, su EFP.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beetee, Favoriti, Nuovo personaggio, Tributi edizioni passate, Wiress
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Sorprese.

 
No, non era cioccolato. Era molto più buono. «Sì, hai ragione, Jack. Non è cioccolato … Sa di quel risotto tipico del Distretto 4 .. quello con gli scampi.» Eh sì. Si sentiva anche piena come se ne avesse mangiato un piatto. A casa, mangiava sempre pane raffermo fatto dai cereali ottenuti con le tessere e le verdure  coltivata nell’orto di casa. Molto spesso neanche erano buone, per via dei fumi e dell’alto tasso di smog del loro distretto, ma in giro c’era gente messa peggio. Era un po’ deprimente, questo è vero, però quando gli affari andavano bene in negozio, potevano permettersi di comprare dal macellaio il pollo, così potevano fare un pasto decente. Nei periodi di magra – per esempio quando fu vietato di avere coltivazioni proprie per via dell’inquinamento delle falde acquifere- il pane era l’unico sostenimento che avevano. Ma giunta a Capitol, aveva assaggiato quel risotto e se ne era ingozzata in un modo a dir poco scandaloso. Non ne aveva mai assaggiato di più buoni. Jack si sporse e le accarezzò delicatamente una guancia. La strinse a sé e sospirò di sollievo. «Ho creduto che saresti morta!» Le sussurrò all’orecchio, prima di alzarsi e rimettere in ordine lo zaino. Così, come se nulla fosse. Insomma, erano agli Hunger Games, e provare affetto per una persona non era ammesso: o uccidi o muori. Queste erano le regole. Nessuna eccezione. Felix lo sapeva, sebbene sapesse anche che nei migliore dei casi soltanto uno dei due sarebbe uscito vivo dall’Arena, ed era sicura che lo sapesse anche Jack. E allora perché l’aveva abbracciata, sussurrandole quelle parole? Non lo sapeva, non lo sapeva e non lo sapeva! Felix odiava non sapere le cose. In circostanze normali, si sarebbe messa lì, seduta stante, ad arrovellarsi sul perché avesse agito in quel modo. A cercare di capire il problema. Ecco come vedeva le cose lei: come problemi da risolvere. Anche quando giocava a scacchi, poteva passare anche mezz’ora prima che si decideva a fare una mossa, calcolando le probabilità e cercando di risolvere i potenziali problemi nei quali sarebbe incappata. Ma visto che quella non era una situazione normale, si alzò e offrì un pezzo di “cioccolata” a Jack: «Questo per molto tempo resterà chiuso in borsa: prima finiremo le noccioline e gli altri rifornimenti e dopo andremo ad intaccare queste tavolette. Intesi?» Mise molta enfasi sull’ultima parola, in modo accondiscendente, tipico di chi parla con dei bambini. Lui non la sopportava, quando faceva così. Aveva la presunzione di sentirsi superiore agli altri, e ciò gli dava fastidio. Ma gli dava ancora più fastidio il fatto che lei avesse buoni motivi per farlo. Quindi si limitò ad annuire, affabile – irritando Felix- prese un quadratino, lo portò in bocca ed esclamò: «Ma cos’hai al posto delle papille gustative, Felix? Questo sa di roast-beef e patatine.» La ragazza alzò gli occhi al cielo, diede il pacchetto a Jack e gli ordinò di metterlo a posto. «Ma perché?» si lamentò lui. «Vado ad esplorare, è ovvio.» rispose tranquillamente Felix, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Stava per andare, quando d’uno tratto lui l’acchiappò per un polso, in un gesto fulmineo, e la bloccò tra le sue braccia. La ragazza non capì se stesse per ucciderla –così, a tradimento- o se stesse facendo qualsiasi altra cosa. In ogni caso, lei si dimenò selvaggiamente, tentando di liberarsi. Lui le disse: «Mi raccomando, fai attenzione.» e la lasciò andare. La ragazza sparì dietro la prima montagna d’oro, prendendo nervosamente un coltello in mano.



 
« … Diciassette tributi/ si ammazzavano/ sopra il Corno/ della Cornucopia/ e ritenendo/ la cosa interessante/ andarono a chiamare/ un altro partecipante!/ Diciotto tributi  … »

Alicia cantava stonata, saltellando allegramente per i corridoi dell’Arena, le trecce bionde che si muovevano a ritmo. Sorrideva allegra, il viso infantile aperto in un’espressione serena tipica dei ragazzini del suo distretto, cresciuti sempre fra le onde del mare. Ania stava impazzendo, tirava calci e pugni ai muri dei corridoi, ma Alicia sembrava non farci caso, e continuava la sua canzoncina imperterrita. Michael se la rideva sotto i baffi. Credeva che Alicia fosse fortunata che Melania fosse morta: solo perché erano uno in meno – Lucy non contava, non era brava quanto loro, nonostante quel 9 in addestramento- perché se la se la mulatta del 2 fosse stata ancora viva Ania non avrebbe esitato un solo istante ad ucciderla. Lucy continuava a passare le dita lungo il piatto delle falci, nervosamente, come se si aspettasse un attacco all’improvviso. Non poteva darle torto, perché non appena fossero arrivati ai primi otto, lei sarebbe stato il primo bersaglio del gruppo dei Favoriti, e nessuno avrebbe avuto pietà di lei. Nemmeno Alicia, però lei era diversa. Era come se non comprendesse la situazione in cui si trovavano. Ragionava ancora come una bambina. Limitata nel ragionare, così piccola nel suo essere infantile.

«CRISTO SANTO!» tuonò all’improvviso Ania, facendo trasalire Lucy. Si avvicinò a grandi passi verso Alicia, che si era girata e la osservava incuriosita, non comprendendo lo stato d’animo della compagna. «Cosa c’è?» «Stai zitta! Non cantare! Taci! CHIUDI QUELLA MALEDETTA BOCCACCIA!»  rispose irata la ragazza del distretto 1. «No.» rispose Alicia, improvvisamente gelida. Aveva perso tutto d’un tratto la spensieratezza, e stava contrastando con improvvisa determinazione la compagna, tenendo minacciosamente il tridente davanti a sé. Ania lanciò un urlo rabbioso, estrasse un lungo pugnale dalla cintura e saltò in avanti, tentando di avventarsi sulla ragazza, quando due mani forti la costrinsero a rimanere ferma lì dove si trovava, dibattendosi e dimenandosi, menando fendenti a caso. «Stai ferma! Fermati!» Michael si abbassò, le torse il polso – uno strillo di dolore uscì dalle labbra della compagna- e le fece cadere il pugnale a terra. «avrete tutto il tempo per scannarvi dopo! Se continuiamo di questo passo ci decimeremo!» Ania si dibattè ancora un po’, sotto la stretta potente di Michael e gli occhi increduli del gruppo, prima di smetterla. Michael la lasciò andare e la ragazza si limitò a puntare il dito contro Alicia, prima di riprendere la propria marcia, mettendosi in avanscoperta. Lucy restò dietro, accanto alla ragazza del Quattro, che aveva in viso la solita espressione che hanno i bambini quando vengono sgridati. Le veniva da ridere anche se non ne era il caso, però.
 

Era molto affaticato, erano quasi .. tre giorni? Due? Che camminava. Aveva visto i Tributi morti del Bagno di sangue iniziale, poi aveva visto la sua compagna di Distretto in cielo, e la notte precedente non aveva visto nessuno. Poteva supporre che fossero passati tre giorni. Come se non fosse bastato, era stanco e affamato. Si mise seduto sul primo mucchio d’oro che trovò, il brontolio dello stomaco che si faceva insistente. L’unica cosa che aveva recuperato dalla Cornucopia era uno zainetto con un misero pacco di mandorle e un coltello. Si sentiva stranamente osservato e inquieto. Si alzò dal cumulo, facendo cadere delle monetine che tintinnarono rumorosamente. Un movimento improvviso e repentino mise in allarme Ithuriel, e un ruggito gli gelò il sangue nelle vene. Non era un ruggito conosciuto, né ne ricordava uno simile da un’edizione del reality. Avvertì i capelli rizzarsi sulla nuca, e si mise a correre velocemente, sfrecciando fa i corridoi. Ma il tintinnio che si creava guidava la bestia, che si avvicinava sorprendentemente veloce, quasi scivolando sui cumuli. Ithuriel svoltò, e gli occhi freddi e verdi della bestia gli restituirono lo sguardo.

 







 
Ehhh … lo so che faccio schifo, me tapina, me chiede umilmente venia. E sono una persona orribile, lo so. Però, proverò a fare una promessa: aggiornerò ogni settimana. Scrivetevelo: oggi è Lunedì, Lunedì prossimo devo aver postato il capitolo successivo, sennò Amen. Ringrazio voi che ancora mi venite appresso, in particolar modo Sara Lavigne  (
http://efpfanfic.net/viewuser.php?uid=531696) per aver letto la mia FF tutto di botto, per aver detto che le è piaciuto un mio post su FB e per aver dato il mio nome alla protagonista della sua futura FF. *risata malvagia* no spoiler per voi, no. Grazie anche a Hope 13 (http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=531804) per aver corretto il mio orrore grammaticale e per aver risposto ai miei quesiti *^* - grazie tesora, spero di averti sorpresa- e niente, anche voi lettori silenziosi.
Alla settimana prossima – si spera- FelixTentia <3

 
 
   
 
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