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Autore: ineedamikashug    03/03/2014    2 recensioni
Un grazie non basterebbe.
Adesso è famoso ma scommetto che si ricorda di me.
Abbiamo passato assieme gli anni più belli.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La mattina dopo mi svegliai sudata.
Probabilmente avevo paura.
"Buongiorno principessa".
"Ciao Michael".
"Come va stamattina?".
"Non bene".
Si sedette vicino al mio letto.
"Come mai?".
"Mi sono svegliata sudata".
"Non preoccuparti, andrà bene".
"Lo spero".
"Hai mangiato?".
"No..".
"Ma scherzi? Devi assolutamente mangiare".
"Non si può prima della Chemio".
"Ah, giusto".
Entrò un'infermiera per avvisarmi che era tutto pronto.
Mi misi una vestaglia e la seguii.
Dietro di me, Michael stava attento.
"Allora Katy, adesso siediti qui".
"Su questa poltrona?".
"Si, il tuo amico  può sedersi li".
Indicò uno sgabello vicino alla poltrona.
"E' una cosa lunga?".
"Sono le 9:00, finirai verso le 12:00 circa".
"Tre ore?". Chiese Michael.
"Eh si, ma non preoccupatevi, passerà veloce".
"Fa male?".
"No, non fa male".
"Lei ha mai fatto una Chemio?". Chiesi.
"No".
"E allora come può dire tutte queste cose? Queste persone non mi sembrano felici". Risposi a tono.
"Katy calmati, può andare grazie".
Iniziai a piangere e guardai quel liquido nel sacchetto che scendeva di poco.
"Hey, non piangere".
"Non ci riesco".
"Fa male?".
"Un po'".
"Passerà dai".
Notai un signore che mi fissava, stava facendo la Chemio come me.
"Ragazzina".
"Dica".
"Non fa male".
"Si che fa male!".
"Lo stai pensando da stamattina, prima di arrivare, giusto?".
"Si ma..".
"Fai come me, questa è la terza seduta e, anche se mi fa male, mi autoconvinco che mi faccia solletico".
Risi.
"Vedi? Funziona no?".
"Si, funziona, grazie".
"Ora ti insegno io una tecnica Katy".
"Ti ascolto".
"Prova a pensare a qualcosa che ti rende felice e raccontamela".
"Stare con te mi rende felice. Ricordare i nostri momenti, mi rende felice. Ricordo tutto: i nostri temi, la casetta sull'albero, i disegni, le gomme da masticare. Ricordo quando non potevamo vederci ogni giorno per i tuoi impegni, quando sono fuggita da casa mia per venire a vederti all'opera. Che serata quella! Mi sono commossa e anche se sono stata messa in castigo, ne è valsa la pena".
Vi voltai verso di lui e vidi che i suoi occhi luccicavano.
"Però non so se potrò ancora vivere momenti come quelli".
"Certo che li vivrai".
"Non lo so Michael. Vedo persone che entrano ed escono da questo ospedale, tutti tranne me. Sembra che mi abbiano dimenticata, non credi?".
"Io non ti ho dimenticata e mai ti dimenticherò".
"Promettimelo, so che è difficile ma fallo, ne ho bisogno".
"Non è difficile, lo prometto. Prometto che tu farai sempre parte di me. Ci sarai sempre nel mio cuore. Dopotutto io non riuscirei a sopravvivere senza di te".
"Questo non è vero, ce la faresti eccome".
"Non penso che 'MI' vivrebbe senza  'KA'".
Iniziai a non sentirmi bene.
"Katy tutto bene?".
"Mi viene da vomitare".
"E' normale?".
"Non so".
"Qualcuno in questo ospedale mi vuole rispondere?". Sembrava innervosito.
"Calmati ragazzo, è normale". Rispose il signore che mi aveva aiutata prima.
"Grazie".
Passate le tre ore era senza forze.
Mi portarono in camera con una sedia a rotelle e mi fecero distendere sul letto.
Poco dopo arrivarono mio padre e mia sorella.
"Allora signorina, come stai?". Chiese Helene.
"Si potrebbe stare meglio".
"Ti rimetterai presto piccola mia". Disse papà, sempre ottimista.
"E la mamma?".
"Mamma è fuori che parla con l'infermiera".
"Fatela entrare dopo".
"Meglio di no piccola". Rispose papà preoccupato.
"Perchè".
"Mamma non se la sente".
"La capisco, nemmeno io vorrei vedermi in questo stato, ma non mi sembra di essere un mostro".
"Riposa stellina mia, ti sentirai meglio".
Ascoltai il suo consiglio, anche se controvoglia.
Ero così stanca che mi svegliai la mattina dopo, piena di forze però.
Decisi di alzarmi e guardare fuori dalla finestra.
Era una bella giornata, tutto era luminoso e splendente.
Poi vidi il mio riflesso sulla finestra.
Tirai le tende per non vederlo più e corsi in bagno.
Quello che mostrava il riflesso era vero: i miei capelli, erano solo un ricordo.
  
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