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Autore: melhopes    03/03/2014    4 recensioni
Estate 2012. Melania si prepara a godersi tre mesi lontani dalla scuola essendo sola l'altra metà di stessa: la nota e, al contempo, emergente cantante Melyem. Quella che avrebbe dovuto essere una stagione tranquilla, si rivela, però, piano piano la più sconvolgente della sua vita soprattutto quando riceve l'opportunità di aprire i concerti dei One Direction. Costantemente divisa tra amore e perdita, imparerà cosa vuol dire vivere ma...solo "Per un po'".
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(Domenica 10 Giugno 2012)


Primo giorno di vacanze estive. Dopo un lungo anno scolastico non vedevo l'ora. Quella domenica dormii fino alle nove e mezza. Appena aprii gli occhi notai che mio fratello non ci fosse. Mi alzai e controllai se Giuseppe, mio fratello minore, dormisse nel suo letto. Non lo trovai. Sistemai il mio letto e mi diressi in cucina. Non trovai nessuno. Nella stanza dei miei trovai mio fratello minore che dormiva in una strana posizione.


Mi brontolò lo stomaco. Tornai in cucina per mangiare qualcosa. Optai per una tazza di latte con i cereali. Preparai tutto e mi misi a sedere per mangiare. Mentre portavo alla bocca il secondo cucchiaio di cereali sentii il portoncino aprirsi. Ingoiai i cereali e cercai di capire chi fosse dai passi. Mia madre. Poggiò le chiavi della macchina sul muretto alla mia sinistra, mi guardò e disse: << Buongiorno >>
 
<< Buongiorno! Papà e Lorenzo? >> chiesi mentre ancora mangiavo.
 
 Lei andò al mobiletto dei medicinali e si mise a frugare. << Papà è andato al bar. Lorenzo credo sia andato con lui o si è fatto accompagnare in anticipo >>
 
 << Giuseppe invece dorme in camera tua >>

<< Mhm...sì. Erano le 06:00 che è venuto perché non riusciva a dormire e si è messo a dormire con noi >>
 
 Annuii rumorosamente.
 
 << Pensi di andare a correre stamattina? >>
 
 << Come tutte le Domeniche >>
 
 << Avvisa tuo fratello quando vai via >>
 
 << Sì. Non lavori oggi? >>
 
 << Sono venuta a prendere una medicina per Nicola >> la trovò. << Ah, eccola! >> esclamò.
 
 Rimise a posto gli altri medicinali e richiuse il mobile. << Io torno a lavoro >>
 
<< Va bene >> finii i cereali e cominciai a bere il latte.
 
 << Hai visto le mie chiavi della macchina? >> disse guardandosi intorno.
 
<< Muretto >> risposi e ripresi a bere.
 
Lei prese le chiavi e andò vicino al portoncino. << Torno per le 12:30 oggi >> aggiunse poi uscì, chiudendo il portoncino alle sue spalle.



Andai in camera, misi una canottiera e poi uscii fuori per controllare se ci fosse qualche faccenda domestica da sbrigare. Mia madre si era già occupata di tutto. Tornai dentro e andai dritta in bagno per darmi una sistemata veloce. Mi lavai la faccia e i denti. Feci una coda alta e indossai un pantaloncino e una t-shirt bianca. Andai in camera dei miei per recuperare le scarpe da ginnastica nella scarpiera.

Quando entrai, mi ricordai di mio fratello e mi venne in mente di preparargli la colazione. Mi infilai le scarpe e andai in cucina a preparargli qualcosa. Misi tutto su un vassoio e lo portai in camera dei miei, appoggiandolo sul comodino di mio padre. Presi carta e penna e gli lasciai un messaggio.



Presi il cellulare e le cuffie, chiusi il portoncino a chiave dall'esterno e uscii. Mentre sceglievo la canzone giusta notai ci fossero sei messaggi. Il più recente era di Marco che mi chiedeva se fossi già andata a correre perché voleva raggiungermi. Gli risposi dicendo fossi in procinto di partire e che, se avesse voluto, sarei passata a prenderlo. Gli altri erano di Marcella la quale parlava di una notizia favolosa che dovevo assolutamente sapere e che mi avrebbe sconvolto la giornata. Le risposi che di lì a poco sarei passata da lei per parlarne di persona. Scelsi finalmente la canzone giusta e cominciai a correre. Andai dritta da Marco.

Quando fui davanti casa sua, spensi il lettore musicale e suonai al citofono. Dopo poco uscì dal cancello, senza nemmeno avermi risposto. Quando si chiuse il cancello alle spalle si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia.
 
<< Hey, buongiorno >> esclamai.
 
<< Buongiorno anche a te >> rispose mettendosi al mio fianco. << Sono contento che tu sia passata. Credevo fosse già troppo tardi >>
 
 << Stamattina ho fatto la pigrona >> scherzai.
 
<< Beh, allora da che parte andiamo? >>
 
<< Faremo il percorso breve per oggi >> sorrisi.
 
Lui ricambiò.
 
<< Beh, allora miss, da che parte? >>
 
<< Si parte con qualche metro di passeggio >> e cominciai a camminare con lui dietro.
 
 << Anche perché devo andare da Marcella qualche minuto >>
 
 << Ah, ecco. Ti torna utile il passeggio >> rise.



Arrivammo davanti al cancello di Marcella e suonai. Rispose al citofono dopo poco e aprì il cancello. Entrammo e, contemporaneamente, lei aprì il portoncino.
<< Ciao >> disse rivolta a me, poi vide Marco.
 
 Sembrò sorpresa poi salutò anche lui. << Cosa ci fate insieme voi due? >> chiese scherzando.
 
 << Sei gelosa? >> chiese Marco, allo stesso modo.

Entrammo in casa e ci sedemmo intorno al tavolo della cucina.
 
 << Volete qualcosa da bere? >> ci chiese.
 
 Lui scosse la testa. Io mi limitai a chiedere un bicchiere d'acqua, nulla di troppo disturbo.
 
<< Allora cos'è questa notizia? >> le chiesi sorseggiando.
 
 << E' una notizia strepitosa! Non solo ti cambierà la giornata ma tutta l'estate >> esclamò lei entusiasta.
 
 << Di chi ti sei innamorata? >> le chiesi cinica.
 
 << Non si tratta di questo, non c'entrano i ragazzi.  Molto meglio! >>
 
 << Cosa c'è di meglio dei ragazzi per te? >> chiesi.
 
 << Marco io lo prenderei come un insulto >> aggiunsi rivolta a lui.
 
 Lui mi sorrise, poi scosse la testa.
 
 << Ti piace ancora l'Olanda? >> mi chiese.
 
 << Che c'entra l'Olanda ora? >>
 
 << I miei mi hanno dato il permesso di partire >>
 
 Era il viaggio che avevamo sempre desiderato fare insieme ma lei, nonostante fosse più grande di me di quasi due anni, non aveva la mia stessa fortuna in fatto di genitori. I miei, tra l’altro, si erano dovuti adeguare alla mia carriera e ai miei viaggi molto presto.
 
 << Wow, ma è meraviglioso! A che periodo stavi pensando? >> esclamai entusiasta.
 
 << L’inizio di Agosto. Magari proprio il primo? >>
 
 << Per me va bene qualsiasi cosa >>
 
 << Mia zia è ancora disposta ad ospitarci. Ti va bene? >>
 
 << Certamente >>
 
<< Marco mi dispiace non portarti con me >> dissi rivolta a lui.
 
Lui mi sorrise. << Tranquilla lo capirò >> disse fingendosi drammatico.
 
 << Non è che piacerebbe anche a te venire? Mia zia ha detto che posso portare fino a tre persone >>
 
<< Beh, non lo so. Credo sarebbe forte. Purtroppo devo chiedere ai miei >>
 
 << Fammi sapere al più presto. Bisogna prenotare i biglietti >>
 
 << Sì, cercherò di convincere mio padre perché l'idea mi piace >>
 
 << Piace anche a me >> dissi con un grande sorriso.
 
 Lui prese il cellulare, lo puntò verso di me e disse: << Resta ferma così >>
 
Obbedii.
 
<< Fatto! >> disse poi, girando il telefono verso di me.
 
Mi aveva scattato una foto.
 
<< Eri troppo carina, honey >>
 
Gli sorrisi ancora. << Ti sto contagiando >> esclamai.
 
 << E' la tua foto del giorno con me >>
 
 << Che vuol dire? >>  chiese Marcella.

Io e Marco ci guardammo per decidere chi dovesse spiegarglielo e compresi volesse lo facessi io.
 
<< Beh, è una cosa che ci siamo inventati. La storia di come è nato è piuttosto lunga, anzi non la ricordo bene, però, in breve, ogni volta che stiamo insieme ci facciamo minimo una foto, per ricordare >>
 
 << Non ne capisco il senso >> commentò.
 
 << Lascia stare >> si affrettò a liquidarla Marco alzandosi dalla sedia.
 
 Mi alzai anch'io. << Fammi sapere per le altre cose. Tienimi aggiornata >> dissi rimettendo la sedia al suo posto.
 
 << Andate già via? >> chiese.
 
 << Sì, abbiamo un po' da fare >> disse lui con sufficienza.
 
 Io sorrisi per cercare di coprire il fatto che lui l'avesse detto con un po' di cattiveria.
 
 << Ah >>.

Marco era già arrivato al cancello, come se avesse fretta di andarsene. Si voltò un istante e, vedendomi raggiungerlo, si girò. Lo raggiunsi, lui aprì il cancello e mi fece passare. Uscì dopo di me e si chiuse il cancello alle spalle.
 
<< Ci si vede, bella >> le dissi agitando la mano.
 
 << Ciao Melania! Ciao Marco >>
 
Lui non rispose, mi prese per l'altra mano e iniziammo a camminare.
 
 << Sembrava volessi andare via il più in fretta possibile da lì >> gli dissi appena fummo abbastanza lontani.
 
<< In effetti >>
 
 << Perché? >>
 
 << Quella ragazza è irritante. Non capisco come fai a frequentarla. E' strana, non parla d'altro che di scuola. E' goffa nelle azioni e nelle relazioni >>
 
 << Non credevo pensassi questo di lei >>
 
 << Invece sì. Ogni volta che arriva tiro fuori la mia buona educazione e i sorrisi di cortesia, giusto perché non voglio essere cattivo, ma non la sopporto. Quando poi ha detto che non capiva il senso del nostro rito, mi ha fatto arrabbiare così tanto che non sono più riuscito a fingere >>
 
 << Il rito è una cosa nostra. Mia e tua. Da migliore amica a migliore amico, giusto? Lei, per quanto si sforzi, non potrà capirne il valore, come tanti altri. Non arrabbiarti, non ne vale la pena. Bisogna diffondere buoni sentimenti e la rabbia non è tra questi. A proposito, la foto era bellissima. Hai scelto il momento più adatto >>
 
 << Continuo a non capire perché sei sua amica >>
 
 << Okay, forse hai ragione. E' un po' strano da parte mia. Siamo totalmente diverse però, se la guardi nel profondo, qualcosa di buono in lei c'è. Bisogna solo scoprirlo >>
 
 << Sei una brava persona. Hai cuore >>
 
 << Non lo faccio per sentirmi dire che sono una brava ragazza o apparire come tale per piacere alla gente. Io faccio ciò che il mio cuore dice sia giusto >>
 
 << Ed è per questo che tu credo sia una persona di cuore. Non ho mai conosciuto nessuno così. Ne ho sentito parlare, sì. Una volta credevo anche di aver conosciuto un paio di persone così ma poi ho capito che avevano sempre secondi fini nascosti. Non erano persone cattive, non facevano del male a nessuno però non erano sempre oneste >>
 
 << Non siamo qui per giudicare gli altri >>
 
 << Lo so. Dico solo ciò che ho visto, non credo che questo sia giudicare >>
 
 << Credo sia sempre giudicare quando una persona non è lì per poterti sentire e, in caso di necessità, per potersi difendere >>
 
 << Allora mi scuso per ciò che ho detto >>
 
Gli sorrisi, poi gli lasciai la mano. << Se non ricordo male sono uscita di casa per correre e tu sei qui per fare lo stesso in mia compagnia. Basta passeggio >> esclamai.
 
 Lui sorrise. << Mi scusi miss! >> aggiunse.

Si piazzò di fronte a me. Gli spiegai il percorso che avevo pensato. Mi accertai l’avesse capito ed iniziai a correre. Lui, con qualche secondo di scarto, mi seguì. Proseguì tutto il tempo sperando mi raggiungesse ma non lo vidi mai affiancarmi.

Arrivata ad uno stop, mi fermai e mi voltai per vedere dove fosse. Stava arrivando. Tutto rosso in viso, non riusciva a controllare il respiro e faceva smorfie di dolore toccandosi il fianco. Riuscì a raggiungermi.
 
<< Bisogna fare una pausa >> dissi.
 
 << Per fortuna l'hai capito! >> esclamò.
 
 Sorrisi appena. A pochi metri da noi c'era una panchina, andai a sedermi lì e lui mi raggiunse. Faceva fatica a riprendere a respirare col naso.
 
 << Hey, ce la fai? >> chiesi preoccupata.
 
 << Chiedimelo tra cinque minuti >> disse nuovamente tra un respiro affannato e un altro, accennando però un sorriso.
 
 Attesi una decina di minuti.

<< Te la senti di ricominciare? Stavolta a ritmo più lento, okay? >>
 
Lui annuì e si alzò in piedi. Mi alzai dopo di lui, attraversammo la strada e poi prendemmo a correre.
 
<< Ora dove si va? >> chiese.
 
 << Di qua >> indicai la strada alla nostra destra.
 
 << Arriviamo davanti casa tua e finito >>
 
 << Di già? >> chiese stupito.
 
 Io annuii. << Non voglio forzare troppo il tuo fisico >> commentai e mi sorrise.



Percorremmo il breve tratto fino a casa sua in silenzio. Arrivati davanti al suo cancello, suonò al citofono. Si affacciò sua madre.
 
 << Mara te l'ho riportato sano e salvo >> le dissi.
 
 << Vuoi entrare? Prendi qualcosa da bere >> mi propose.
 
 << No, grazie. Sei gentilissima, ma devo tornare a casa prima che torni mamma >>.
 
 Marco mi diede un bacio sulla guancia e poi entrò in casa, salutandomi con la mano.
 
 << Ciao! Buon appetito per dopo! E salutatemi gli altri >> dissi infine.
 
 << Senz'altro >> rispose Mara con un sorriso e poi entrò in casa seguendo il figlio.
 





SPAZIO AUTRICE: E' la terza volta che pubblico il primo capitolo. Non faccio altro che correggerlo e cercare di migliorarne il layout. Spero così possa andare meglio. Quanto prima farò lo stesso anche con i capitoli successivi, soprattutto per quanto riguarda i dialoghi.


N.B. (?) Per chi stesse leggendo per la prima volta, un po' di pazienza e grazie per essere passati :)
  
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