Raito e Ryuk proseguirono il loro viaggio. Erano giunti al girone dei vilenti contro Dio, la natura e l’arte.                                                                                                        
Lo sguardo di Kira vagò sull’orizzonte  e di concentrò sulla figura di una savio solitario.                            
Era seduto sulla spiaggia infuocata e sembrava non curarsi della pioggia cremisi che continuava a flagellarlo. Il suo sguardo si ergeva fiero, aveva un portamento regale, dal suo sguardo si riversava il disprezzo per quel mondo non suo. Era stato un re infondo, un tempo. Ma cos’era ora? Un Dio caduto, proprio come lui. Sembrava che qualcuno si stesse divertendo a mostrare a Raito elementi che gli ricordassero il suo insuccesso.                                               
Gli occhi del ragazzo si incupirono un poco.                                       
“Cosa c’è Raito?”                                                                              
“Ryuk da quando ho iniziato il mio viaggio ogni cosa sembra ricordarmi il mio insuccesso, come se qualcuno volesse farsi beffe di me. Mi chiedo se vale veramente la pena di cercare di divetare il Dio del nuovo mondo? Guarda Giove laggiù. E’ stato un Dio, proprio come me e è caduto anche lui. Che sia questo il destino? La storia continua a ripetersi….”                                 
“Raito…”                                                                                              
Kira scacciò con forza un sasso, scocciato dai suoi stessi pensieri. Non aveva mai dubitato di se stesso. Ma quel viaggio lo aveva portato a riflettere maggiormente sulle sue azione rispetto a quando era ancora vivo. Sorrise fra se e se pensando                         
“E’ proprio un viaggio spirituale come aveva detto Dante, questi luoghi ti portano a riflettere”                            
Il ricordo del suo fallimento continuava ad inseguirlo come un segugio. Ma non era il momento di farsi prendere da dubbi esistenziali. Non poteva permettersi incertezze, doveva essere lucido. Si sedette su un masso poco distante e di mise a riflettere.                                                                               
Non si era pentito di quello che aveva fatto. Credeva ancora nei suoi ideali, negli ideali di Kira; Kira il suo passato, il suo presente ed il suo futuro. E non sarebbe caduto nuovamente. Avrebbe cambiato il suo destino.Kira sarebbe risorto. Lui poteva.                              
Si alzò e raggiunse la sua guida                                                 
“Lascia stare Ryuk proseguiamo. In fondo un tempo anche io ero un essere umano e le mie debolezze da uomo ogni tanto si fanno ancora sentire.                           
Ryuk lo osservò con sguardo curioso                                
“Sei stato umano? Perché stato, ora cosa sei Raito Yagami?”                                                                                            
Raito non gli rispose. Procedette il cammino. Un sorrso pericoloso ero apparso sul suo volto.
 
Venne la volta del girone dei ruffiani e dei seduttori sferzati dai demoni infernali senza pietà seguito da quello degli adulatori e dei lusingatori immersi nello sterco. Il tanfo era orribile, forse peggio di quello del girone dei golosi. Raito procedette a passo spedito poi come se un si fosse dimenticato di qualcosa di importante si fermò e si voltò verso Ryuk            
“Ryuk, visto che mi assilli costantemente con le tue domande è venuto il mio turno ora. Come mai hai deciso di essere la mia guida per questo viaggio? Misa ha parlato di un angelo giunto a condurla al Mu, avresti potuto delegare anche tu”                                         
“Ah, Raito. E’ vero, avrei potuto delegare ma…l’ultimo viaggio del grande Kira. Colui che ha vissuto come un Dio ed è morto come un cane. Insomma sei una celebrità. So che sarebbe stato uno spasso e quindi eccomi qui. Fino ad ora non mi sono sbaglito! Ed il bello deve ancora venire. Lo leggo nei tuoi occhi, hai in mente qualcosa. Non vedo l’ora.       Il più grande Dio della che abbai calcato il suolo umano. Sì sarà proprio divertente!”                                      
Raito lo guardò sprezzante. Non si sarebbe aspettato niente di meno da quello stupido di uno shinigami. Era un lusingatore nato.                                                                
 “Sei un idiota come al solito. Questo girone sembra destinato a te. E quei cumuli di sterco, fanno proprio a caso tuo”                                                                                 
Raito si avventò sullo shinigami senza che questo avesse il tempo di reagire. Lo scaraventò contro uno di quei cumuli di sterco.
Ryuk finì nella montagna maleodorante a gambe all’aria, chiedendo aiuto invano. Poteva solo sentire la risata di Raito accompagnata da quella dei dannati.             
Quando riuscì ad uscirne vide la sagoma di Kira all’orizzonte. Doveva sbrigarsi a raggiungerlo altrimenti che guida sarebbe stata?                                                 
“Che c’è l’abbia ancora con me per averlo ucciso?” Il pensiero non raggiunse le sue labbra.                           
Quel ragazzo gli aveva fatto sempre una certa paura, meglio non provocarlo oltre.

Nota dell'autrice: mi scuso del ritado, ho avuto problemi di linea ^^"