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Autore: Marge    04/03/2014    3 recensioni
"Oltre la leggenda" è una raccolta di storie che raccontano ciò che secondo me è accaduto durante e dopo l'avventura di Aang e dei suoi amici. Alcune saranno missing moments (soprattutto dalla terza serie), altre storie ambientate dopo la fine della vicenda. Sarò il più canon possibile.
1. Notte in tenda [3x16; Sokka/Suki]
2. Tutta colpa della recita [3x17; Sokka/Suki]
3. Ritorno a casa [3x01-02; Zuko/Mei]
4. Dura vita da Avatar [post libro terzo; Aang]
5. Prove [molto nel futuro; Sokka]
6. Dal diario di Katara [3x17; Katara&Suki]
7. Ruoli [post The Search; Ursa/Ikem]
8. Recitare insieme [post libro terzo; la Gaang]
9. Recitare insieme /2 [post libro terzo; Sokka/Suki]
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- OLTRE LA LEGGENDA –

DAL DIARIO DI KATARA
I giorni all’isola Ember
(Missing Moment 3x17)



Promemoria numero uno: essere l’unica ragazza del gruppo alla lunga è davvero sfiancante. Credevo che in questo gruppo di maschiacci si sarebbe innescata una qualche gara a farmi da cavaliere; invece, da quando siamo arrivati qui all’isola Ember, nessuno si degna di aiutarmi.
Quando provo a sottolineare che non è affatto gentile da parte loro far fare tutto il lavoro a me, in quanto donna, Sokka normalmente ribatte che io non appartengo affatto al gentil sesso, dal momento che sono solo una ragazzina senza curve, mentre Aang osserva che di femmine c’è anche Toph.
Ah-ah, grazie, davvero un grande aiuto. Preferisco sbrigarmela da me, visti i guai che è in grado di combinare quella lì nel giro di pochi minuti in una cucina.
Aang e Zuko hanno cominciato ad allenarsi il minuto dopo aver messo piede qui, nonostante la casa sia in condizioni pietose. Da quando sono tornati dal loro giretto segreto sembra che ci sia un’intesa speciale tra loro, quasi fossero fratelli. Capisco che Aang sia estremamente abbattuto per come è andata nella Nazione del Fuoco e al Tempio dell’Aria; recentemente sembra che tutti i nostri brillanti piani stiano fallendo miseramente. Abbiamo pochissimi giorni prima che la cometa di Sozin sia di nuovo in cielo.
Toph a sua volta vuole che Aang migliori nel dominio della Terra, e credo anche io che questi due siano ora la sua priorità. Quindi, alla fine, come sempre tutto il lavoro giornaliero ricade su di me, ma in che altro modo posso aiutare se non dandomi da fare affinché tutti siano a stomaco pieno, con cibi pieni di energie, senza doversi preoccupare anche di questo?
Che fatica essere femmina.

Promemoria numero due: come ho potuto dimenticarmi di Suki?! Benedetta donna, la conto sempre nel novero degli uomini perché è una guerriera sicuramente poco incline ai lavori femminili, ma è così indipendente, orgogliosa ed autosufficiente che sarebbe perfettamente in grado di cucinare da sola un pasto per un reggimento! Proprio stamattina, dopo aver riposto il mio diario, mentre con voce sconsolata chiedevo aiuto a mio fratello almeno per andare a rimediare un po’ di provviste in paese, lei è comparsa al suo fianco e mi ha proposto di accompagnarmi. Sokka era estremamente in agitazione perché siamo nella Nazione del Fuoco, e bla bla bla, possono scoprirci, e bla bla bla, finiremo tutti arrostiti prima di qualsiasi cometa, e bla bla bla, ma Suki come al solito l’ha rimesso al suo posto, dicendo che sicuramente moriremo prima di fame: la casa è talmente vecchia e disabitata da anni che l’unica cosa commestibile che vi abbiamo trovato è una patata che ha fatto i fiori ed ora è una pianta che occupa mezzo giardino. Ci siamo camuffati con degli abiti trovati qui negli armadi (secondo me siamo un po’ fuori moda, ma meglio così che con i nostri), e siamo andati, noi tre, in paese. Sokka camminava rasente i muri, strisciando come solo un vero guerriero della Tribù del Sud sa fare (parole sue), gettando occhiate a destra e sinistra convinto che ogni innocente abitante dell’isola sia qui per ucciderci tutti; Suki ed io, così, abbiamo potuto chiacchierare in tutta tranquillità; le ho detto quanto sia stato difficile, in questi mesi, cercare di tenere il gruppo unito e in salute, di tutte le disavventure, e di quanto sia stato terribile l’attacco alla Nazione del Fuoco terminato in maniera così ridicola. Suki ha ringhiato tra i denti qualcosa contro la sorella pazza di Zuko, ed io non ho potuto che approvare in pieno. Avrei voluto chiederle della prigione, ma Sokka ha cominciato a ingiungerci di fare silenzio, ché così facendo di saremmo tradite di sicuro. Effettivamente parlar male della principessa proprio sul loro territorio non è molto intelligente, così abbiamo rimandato la nostra chiacchierata e ci siamo concentrate sugli acquisti.

Promemoria numero tre: ma perché non ho avuto una sorella, invece di quel coso che mi è capitato in sorte? Suki è fortissima. Mi ha aiutata tutto il giorno, rinunciando ai suoi allenamenti con Sokka, ed abbiamo reso questa vecchia casa fatiscente un luogo più abitabile. Mentre pulivamo le verdure, ad un certo punto, mi ha detto che in un qualche modo mi invidia, perché grazie al mio dominio sono molto forte; mi ha stupita, perché io ho sempre pensato che lei non fosse mai gelosa di nulla: né degli uomini né del non avere un dominio, perché è sempre così fiera di se stessa. Gliel’ho detto, e mi ha risposto che lo è davvero, ed è felice di essere quella che è, ma si rende anche conto che nella grande battaglia che dovremo affrontare contro Ozai avere il dominio di un elemento è fondamentale per anche solo sperare di batterlo, e perfino Aang, che addirittura è l’Avatar e li domina tutti e quattro, non è affatto sicuro di farcela.
Allora le ho raccontato di tutte le volte in cui Sokka ha avuto delle idee geniali che ci hanno tirato fuori dai guai, ed anche del suo problema con i nostri domini e l’allenamento speciale che ha fatto con il maestro Piandao; ovviamente non ho raccontato di tutte le volte in cui è stato Sokka a creare difficoltà, ma quella è una caratteristica che prescinde dal dominio: anche Aang è un pasticcione, e Toph è una pazza e io a volte mi impunto e faccio problemi, senza contare Zuko che voleva farci fuori per primo, all’inizio. Le ho assicurato che lei è una grande combattente, che sicuramente sarà in grado di aiutare l’Avatar in questa battaglia e che io sono, personalmente, molto felice di averla nel gruppo. Suki ha fatto un gran sorriso alle mie parole e mi ha tirato un pugno (un po’ troppo forte, devo dire).

Promemoria numero quattro: avere un’amica nel gruppo, una vera donna (non quella roccia informe di Toph) è estremamente utile per poter chiacchierare di questioni di cuore! Dopo quel terribile spettacolo a cui abbiamo assistito stasera in paese siamo tornati tutti a casa molto mogi.
Una volta a letto Toph, unica soddisfatta dalla rappresentazione, si è addormentata in due minuti netti, e confortate dal suo dolce russare Suki ed io abbiamo cominciato a parlare. Ha iniziato lei, veramente, e mi ha chiesto di Yue. Non sapevo quanto Sokka le avesse raccontato, così ho cercato di non scendere troppo nei particolari. Credo che abbia capito che non volevo tradire mio fratello, perché improvvisamente ha cambiato discorso e mi ha chiesto cosa ci sia tra me ed Aang. Io avevo davvero una gran voglia di chiarirmi le idee, perché sono molto confusa e da giorni (da quando Aang mi ha baciata la prima volta, cioè) non faccio che pensarci – quando non veniamo attaccati da dominatori del fuoco decisi a sterminarci, ovvio, o dobbiamo fuggire da pazzi uomini giganti, o trovare un luogo sicuro, od organizzare i pasti per tutti noi, o cercare qualcuno che si è perso o ha deciso di andare a farsi un giro con Zuko in qualche missione suicida – insomma, in ogni momento libero dalla nostra normale vita degli ultimi mesi. Le ho raccontato quindi di cosa è accaduto questa sera. Probabilmente potrebbe sembrare che io abbia rifiutato Aang, ma non è andata proprio così: è che in questo momento non ho proprio le energie per pensare anche a questo. Mi sembra che da un momento all’altro potremmo finire tutti arrostiti veramente, e ho paura di distrarmi e non rimanere concentrata. Però lo so, che mi piace Aang, e oggi quando mi ha baciata di nuovo una piccolissima parte di me era felice, perché avevo paura che lui mi stesse dimenticando, soprattutto dopo la discussione che abbiamo avuto su mia madre ed il perdono.
Quest’ultima frase però l’ho bofonchiata sottovoce, perché mi vergognavo, e Suki ha detto: “Eh?” Io non sono riuscita a ripeterlo, tanto ero imbarazzata, e Suki allora ha detto che sicuramente Aang salverà il mondo, e io e lui avremo modo di vivere il nostro amore come ci meritiamo.
Credo sia una frase bellissima, e mi ha consolata molto. Suki è davvero un tipo in gamba.

Promemoria numero cinque: ritiro quanto detto! Suki, traditrice che non sei altro, come hai potuto farmi questo? Sono ferita, arrabbiata, adirata e infuriata! Dopo aver passato tutto quel tempo ad estorcermi confidenze su Aang, nel bel mezzo della notte, mentre Toph ed io dormivamo, è sgattaiolata via, e dove l’ho ritrovata la mattina dopo? Nel letto di Sokka!
Ero entrata nella sua stanza solo per prendere i vestiti da lavare, perché io sto sempre a preoccuparmi per lui, anzi, per tutti loro, ed avevo in programma di fare un bel bucato, e invece, eccoli lì abbracciati stretti stretti nel lettino, dormivano della grossa come se non ci fosse alcun problema!
Suki mi ha sentita e ha aperto un occhio; non appena mi ha vista è arrossita e ha mormorato qualche sciocchezza, ma io me ne ero già andata sbattendo la porta.
Non le confiderò mai più nulla!

Ho parlato con Zuko, che mi ha vista infuriata. Quando mi ha chiesto cosa fosse successo, non ho potuto far altro che avvampare, credo, perché questa faccenda mi imbarazza alquanto. Così lui ha cercato di tirarmi fuori le parole di bocca con le pinze, ed io alla fine ho bofonchiato qualcosa su Suki che nella notte lascia la stanza delle ragazze. In quel momento lui ha avuto un guizzo negli occhi e ho capito che era perfettamente a conoscenza della faccenda, quindi mi sono arrabbiata anche con lui.
Però anche Zuko mi ha fatto riflettere, alla fine. Mi ha detto che Sokka e Suki sono più grandi di me, Aang e Toph, e che in questo momento probabilmente in qualche maniera si sentono soli e hanno il diritto di sentirsi meno soli insieme. Mi ha anche detto che io non sono arrabbiata, ma solo imbarazzata perché è una faccenda intima ed è la prima volta che mi capita una cosa del genere. Forse ha ragione. Poi ha aggiunto che è normale essere imbarazzati, soprattutto alla mia età (come se loro, invece, chissà quanto sono vecchi e maturi!), ma che purtroppo incidenti di questo tipo possono accadere quando ci si trova a vivere tutti insieme in un ambiente così confinato; ha ridacchiato tra sé e sé che perfino in un grande palazzo è difficile avere riservatezza, ma io in quel momento mi sono tappata le orecchie perché non voglio assolutamente sapere cosa ha combinato lui con quell’altra pazza lancia coltelli.
Zuko ha poi aggiunto: tutti spingono un recinto in rovina. Gli ho chiesto cosa volesse dire; pare sia un proverbio della Nazione del Fuoco che suo zio ripeteva spesso, e vuol dire che in un posto piccolo e stretto, dove ognuno è costretto a convivere con gli altri, è normale sgomitare e calpestarsi un po’, ma bisogna solo imparare a convivere insieme. Ho alzato un sopracciglio, perché mi sembrava davvero una cavolata, e lui ridendo ha ammesso di non aver mai compreso neanche uno dei proverbi di suo zio, per quanto sicuramente siano molto saggi e profondi.
In quel momento è arrivato Aang: lo cercava per allenarsi, e io gli ho fatto un gran sorriso, cercando di fargli capire che gli sono vicina e lo sosterrò sempre. Ho pensato forte con tutta me stessa: quando tutto questo sarà finito, Aang, ti prometto che vivremo la nostra storia.
Non so se mi ha capita, ma improvvisamente mi sono sentita in pace con tutti, in quella casa.
Promemoria numero sei: Suki è più grande di me, e quando sarà il momento (fra migliaia di anni, per quanto mi riguarda), se mai la mia storia con Aang dovesse prendere quella piega lì, potrò chiederle consiglio.

Promemoria numero sette: scusarsi a volte è una buona mossa e può far nascere una grande amicizia.
Quando Suki è venuta a chiedermi se avessi bisogno di una mano, ho fatto un gran respiro ed ho trovato il coraggio di chiederle scusa per essere entrata senza bussare ed essermi arrabbiata questa mattina. Anche lei era molto in imbarazzo, e mi ha rivelato di essersi sentita molto in colpa. Ha riso nervosamente ed ha aggiunto che non c’è proprio nulla di cui sentirsi in colpa, dopotutto, ma che se mi dà fastidio che lei e Sokka passino del tempo insieme da soli, cercherà di non farlo, perché, proprio come le avevo rivelato io la sera prima, in questo momento la priorità è concentrarsi sulla battaglia e lasciar perdere queste stupide questioni amorose.
Questo mi ha fatto sentire molto meschina. Non voglio che Sokka sia infelice a causa mia, dopotutto quello che ha passato, e non voglio che neanche Suki lo sia, perché in fondo ora le voglio bene e la considero quasi una sorella.
Le ho detto quindi che non deve assolutamente smettere di stare bene con mio fratello, se questo li rende felici. Che Sokka ha bisogno di lei e lei deve stargli vicino. Poi, spudoratamente, ho ripetuto le parole di Zuko: è inevitabile che questi piccoli incidenti accadano, visto che abitiamo in così tanti in un luogo così ristretto, e che bisogna solo imparare a trovare ognuno i nostri spazi. Poi sono arrossita, credo, e ho balbettato che io sono ancora piccola e di certe cose non capisco nulla, quindi non dovrei sentenziarci su. Suki è rimasta molto sorpresa: ha risposto che anche lei è completamente ignara di tantissime cose, e sicuramente io sono talmente saggia da saperne più di lei, solo che al momento la mia è tutta teoria mentre lei e Sokka vorrebbero cominciare a sperimentare la pratica. Ha detto tutto ciò molto tranquillamente, a voce alta e scandendo bene le parole, come se stesse parlando di un’altra cosa, preparare lo spezzatino o sconfiggere il Signore del Fuoco. Io credo di essere arrostita, questa volta sul serio, e di riflesso mi sono tappata nuovamente le orecchie: ma perché tutti vogliono rendermi partecipe delle loro avventure amorose? Ma non vedete che sono solo una ragazzina? Tutto voglio fuorché cominciare a immaginare quel pelle e ossa di mio fratello in atteggiamenti simili. Suki ha riso, ma di un riso buono, non mi stava prendendo in giro. Si è scusata e ha detto che confidenze simili erano normali tra le sue guerriere, e probabilmente a me è mancata un’amica della mia età, nella Tribù del Sud, con la quale scambiarmi pettegolezzi sui ragazzi.
Pettegolezzi? Figuriamoci! Da quando nostro padre è partito e sono rimasta sola con Sokka, non mi sembra di aver avuto altro che responsabilità, e paradossalmente questi mesi in giro con Aang, nonostante tutte le avventure e le dis-avventure, sono stati i più divertenti della mia vita.
Gliel’ho detto, e lei allora mi ha guardata negli occhi ed ha detto: “Katara, quando avrai bisogno di parlare di cose da ragazze con una vera amica, potrai sempre venire da me.”
Nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere e mi sono quasi commossa. Mentre stava per andar via (perché nel frattempo, tra una chiacchiera e l’altra, avevamo finito di lavare i piatti), l’ho fermata e le ho detto che, se mai dovesse succedermi qualcosa , in questa guerra, se mai non dovesse andarmi bene, lei deve stare vicino a Sokka, perché lui è un incapace buono a nulla e da solo non saprebbe neanche mettersi la camicia la mattina. Lei ha annuito, seriamente, ed ha risposto che non permetterà che succeda nulla a nessuno di noi. Non può assicurarlo, ha aggiunto, ma combatterà fino all’ultimo affinché ognuna di noi due si viva, in pace, la sua storia d’amore così come ci meritiamo.
Suki è davvero una tipa in gamba.



***
Scritta per il “Majhong Contest” di My_Pride, con i seguenti prompt:
- Tessera: Sette
- Coppia: Suki/Katara
- Citazione: Tutti spingono un recinto in rovina [ Proverbio Cinese ]

Non sono sicura di averli rispettati tutti in pieno. In particolare il proverbio non l’ho proprio capito, e sul web non ho trovato alcuna spiegazione utile al riguardo. Per questo l’ho voluto inserire, con uno stratagemma, in maniera tale che neanche i protagonisti (Katara e Zuko) capiscano cosa voglia dire, sfruttando la tendenza dello zio Iroh a dire cose altisonanti ma incomprensibili.
Non ho ovviamente interpretato la coppia Suki/Katara in senso romantico, perché io sono una Canon convinta e non potrei mai, mai e poi mai scrivere di coppie Crack o Fanon. Quindi ho deciso di raccontare la loro amicizia agli inizi; ammiro molto Suki e vorrei senz’altro essere sua amica, se fossi in Katara.

C’è una bellissima fanfic, scritta da emletish e tradotta qui su EFP, dal titolo Stalking Zuko; è la prima e forse unica fanfic con coppie non Canon che io abbia mai apprezzato davvero, perché è esilarante e davvero ben costruita come trama. Mi sono ispirata a quella fanfic nell’ideare queste pagine di diario di Katara, anche se ho deciso di narrare un altro momento della storia (i giorni all’isola Ember) e di mantenermi comunque molto Canon. Leggetela perché è davvero bella!
  
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