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Autore: Soraya Ghilen    04/03/2014    2 recensioni
Se Lorenzo avesse ottenuto dal Papa un armistizio di un anno in cambio di alcuni personagi di rilievo della vita plitica di allora (come suo fratello Giuliano, Leonardo e altri)?
E se tra gli amici di Da Vinci ce se sia una che si innamorerà del conte Riario tanto da mettere in dubbio la sua lealtà non solo verso Firenze ma verso lo stesso Leonardo?
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Nico, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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- Questa storia fa parte della serie 'Storia di un amore quasi impossibile'
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Cap 8: Sono qui, tranquilla!


P.O.V. Nico
Ero smarrito, perso in me stesso e nel mio dolore. Non sapevo con chi prendermela: con Riario, per essersi preso la donna che amavo; con Cristina, per essersi concessa a lui e avermi preso in giro; con Vanessa, per quello che aveva fatto. Forse al primo posto c’era Vanessa perché se Riario era una serpe per natura e Cristina una sua vittima, lei scusa non ne aveva.
Decisi di chiarirmi con Cristina. La raggiunsi nella camera di Leonardo, dove l’avevo lasciata poco prima con Zoroastro. “Chiama un medico!” fu la prima cosa che sentii.
“Pensi  che sia tanto grave?”  la voce di Zoroastro mi impaurì, tanto!
“Potrebbe essere uno stato di catalessi permanente, forese non si riprenderà mai più!” alle parole di Leonardo non capii più nulla. Mi feci forza e, pronto al peggio, entrai nella stanza. Quello che trovai non fu esattamente ciò che mi aspettavo: c’era Zoroastro seduto a terra a mangiare una mela, Leonardo che mangia della zuppa (tanto per cambiare) e Cristina che dormiva placidamente sul letto.
“Che succede, amico?” chiese Zo, masticando la mela.
“Osi chiedermi che succede?!” esclamai, furi di me dalla preoccupazione.
“Lo trovi strano, visto che sei entrato qui come una furia?”
“Chi è in catalessi? Chi sta male? Qualcuno è grave? Che succede?” feci loro tutte queste domande una dietro l’altra tanto che, alla fine, non avevo più fiato a disposizione.
“Calma, Nico, nessuno muore, era solo uno scherzo!” spiegò il mio maestro.
“Come facevate a sapere che ero lì fuori?” ma la cosa fondamentale era “Perché mi avete fatto venire un attacco di cuore?”
“Ti ho visto entrare dalla finestra” spiegò Zoroastro.
“L’attacco di cuore è per darti una lezione!”
“Quale, Maestro?” ero pronto al peggio.
“In futuro, quando penserai di dare della troia alla donna della quale sei innamorato, abbi poi il buon gusto di tornare indietro e di dirle le sette parole che ogni donna sogna sentire da un uomo!” ero più perplesso che mai. Fu Zoroastro a illuminarmi.
“Mi dispiace, ho sbagliato, avevi ragione tu!”
“Ma lei non aveva ragione, io avevo ragione!” dovevi difendere quel poco che rimaneva della mia dignità. Lei mi aveva spezzato il cuore. Prima mi aveva illuso, mi aveva dimostrato amore, e poi si era data a Riario, forse con lo stesso amore e la stessa passione. Insomma, non la potevo neanche biasimare più di tanto: lui era il conte di Imola e Forlì, nipote del Papa. Magari era un individuo con leggeri problemi legati alla psiche, alla personalità, e forse da un senso di inferiorità dovuto alla sua infanzia probabilmente travagliata ma questi scomparivano in confronto al suo enorme palazzo e altrettanto enorme patrimonio!
“Lo so!”
“E dovrei scusarmi per qualcosa che non ho fatto?”
“Si!” guardai il moro con gli occhio fuori dalle orbite.
“Ma è folle!”
“No, è da donne!”
“Ma allora noi uomini non abbiamo ragione mai?” chiesi, demoralizzato.
“Mai!” risposero in coro i due.  Mi sarei volentieri scolato un fiasco di vino. Il bello era che io ero astemio!


P.O.V. Cristina
la notizia che Vanessa ci aveva traditi, le accuse di Nico, i ricatti di Riario erano stati decisamente troppo per me. Ero svenuta. Non sapevo dire quanto fossi rimasta incosciente, forse minuti o ore.
La prima cosa che sentii quando rivenni fu la voce di Nico. Lo chiamai debolmente.
“Sono qui, tranquilla” mi disse, sussurrando.
“Quindi non sei più arrabbiato con me?” chiesi, speranzosa.
“Lo sono, ma ne parliamo dopo!” si dice che la speranza è l’ultima a morire, nel mio caso è la prima!
Cercai di tirarmi su e, facendo leva sul braccio di Nico, ci riuscii. La testa mi pulsava in maniera quasi insopportabile e, forse, cadendo dovevo essere atterrata sul fondoschiena perché mi faceva tremendamente male!
“Bentornata tra i vivi, dormito bene?” mi chiese, ironico, Leonardo, alzandosi dalla sua scrivania. Feci cenno di si con la testa “Bene!” la sua espressione non prometteva nulla di buono “Ho un piano per smascherare Vanessa, mettere Riario nel sacco e salvare carpa e cavoli!”
“Credo si dica Capra e cavoli non carpa!” lo corressi, massaggiandomi il didietro.
“Ti fa male?” chiese Zoroastro.
“Si”
“Bene, ora sai che si prova ad essere presi a calci!” aveva l’espressione di un bambino che aveva fatto una monelleria e che aspettava d’essere punito.
“Sei stato tu?”
“Te lo meritavi!”
“Io ti impicco!” cercai di saltargli al collo, ma Nico mi fermò.
“Questo, mia cara, si chiama omicidio e, mi dispiace dirtelo, è considerato disdicevole in molte società!”
“Sai quanto mi frega?” urlai “Mi ha dato un calcio nel didietro!” poi mi guardai il vestito “E mi ha rovinato il vestito che costa trecentosessantacinque fiorini!”
“Io vi darei trecentosessantacinque calci in culo a tutto e tre!” esclamò, irato, Leonardo. Noi ci girammo a fissarlo, increduli.  “Io vi ho detto che ho un piano e voi state qui a perdere tempo!”
“Scusa, Leo, che piano hai in mente?” chiese Zoroastro, con la sua migliore faccia da lecchino.
Io, di rimando gli feci una smorfia, e mi misi in ascolto del piano brillante del nostro ancor più brillante Maestro accoccolata fra le braccia di Nico.
Alla fine, forse, a salvarci, saremo stati solo noi e Giulia.
Avvisai Giulia di ciò che sarebbe accaduto e decidemmo che lei avrebbe dormito con me nella settimana seguente.
Riario, stranamente,  non si faceva né vedere né sentire e io non potevo esserne più felice!
Quella sera, mentre mi stavo mettendo a letto, mi colse un improvviso, violento, attacco di nausea.  Non avevo mai vomitato tanto in vita mia. In più iniziò anche a girarmi la testa.
“Che hai?” mi chiese lei, spaventata.
“Non lo so!” avevo un bruttissimo presentimento! Erano passate due settimane da quando ero stata a letto sia con Nico che con Riario e, da allora, non mi era ancora venuto il mio ciclo ma, essendo presto, non mi ero preoccupa, però adesso si.

Angolo di Sol: Salve! Scusate il ritardo, e non  mi uccidete per questo capitolo pieno di cose lasciate in sospeso.
Come sempre aspetto di sapere cosa ne pensate sia nel bene che nel male.
Un bacio a tutti, spero di aggiornare al più preso.
Sol!

  
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