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Autore: noeminastellina    04/03/2014    1 recensioni
Dal prologo:
Sento delle voci sommesse provenire dall'alto, così mi volto verso quella direzione:
tre ragazzi che scherzano animatamente.
Sono alti, e mi sembra che abbiano un’aria familiare.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo 
Stiamo aspettando il nostro turno da circa trenta minuti. Non ero mai stata ad un Luna Park così grande, dopotutto, per una ragazza nata e vissuta in un paesino sperduto della Sicilia, trovarsi in questo posto gigantesco, non è normale.
Mi guardo intorno: le persone passeggiano tranquillamente parlando e gesticolando, alcune sono abbracciate e altre si tengono per mano. Alcune ragazze sono vestite davvero in modo inadeguato per andare al Luna park, chi con gonne cortissime, che devono stare attente a non abbassarsi più del dovuto, chi invece con top scollati mettendo bene in mostra i loro seni. Le ragazze più normali indossano vestitini che arrivano fin sopra il ginocchio, oppure altre che portano dei semplici jeans skinny, come dice la moda, e semplici felpe colorate.
C’è chi dice che il Luna park è solo per i bambini piccoli,  ma non è vero. Se vuoi scappare per qualche ora dalla realtà, dalla vita monotona, il Luna park, per me, è un posto adatto. È un luogo magico, con i suoi colori, rumori, le giostre e i suoi profumi. Un mondo a sé, che una volta varcato non vorresti più tornare indietro.
- Denise, io vado un secondo là – dico indicando una bancherella - va bene?-
- Okay, ma sbrigati che tra poco tocca a noi, e se non ci sei io salgo lo stesso, dopo quaranta minuti che aspetto!- sospira Denise.
- Tranquilla, vado e torno!-
Cammino a testa bassa cercando di non farmi calpestare i piedi dalle persone. Ma  sono tutte di fretta? Mi arrivano gomitate da tutte le parti, che odio.
Con non poca difficoltà arrivo finalmente al chiosco che vende caramelle.
Mi si illuminano gli occhi quando vedo gli orsetti gommosi, le caramelle alla coca cola, alla fragola, lo zucchero filato e chi più ne ha più ne metta. Vorrei comprare tutto, ma ho a malapena cinque euro, se non contiamo i soldi che servono per il biglietto delle montagne russe.
- Mi dica, bella fanciulla, cosa posso fare per lei?-
Alzo lo sguardo e mi ritrovo un signore, credo sulla sessantina, seduto dietro al bancone.
- emh…- dubito per un attimo, non so davvero cosa scegliere!
- Mi dia un po’ di tutto- la migliore soluzione è assaggiare tutto.
Così, il signore con il berretto bianco si alza, si infila i guanti di plastica e inizia a mettere nel sacchetto di carta vari tipi di caramelle. Ogni tanto alza lo sguardo verso me, poi, una volta finito, pesa la busta:
- Ecco a lei, vengono sette euro- mi informa.
E ora come faccio? Non ho abbastanza soldi, che tristezza.
- Io ho solo cinque euro, non può togliere alcune caramelle?-
- Non si preoccupi, tenga lo stesso- e mi porge il sacchetto.
- oh, grazie!- 
Gli porgo la banconota e torno a passo svelto, cercando di stare attente alle persone, da Denise.
Arrivo alla fila per la giostra: cerco si scorgere la chioma liscia e castana di Denise, ma non la vedo.
Che sia già salita?
Vado più avanti, ricevendo insulti dalle persone che credono che li stia sorpassando.
- ei ragazzina, non ti hanno insegnato che si rispetta la fila?- mi urla un ragazzo. Ma vedi questo!
Giungo all’inizio della coda, dove dovrebbe esserci la mia migliore amica, ma di lei, nessuna traccia.
Alzo lo sguardo verso le montagne russe, ma non vedo altro che dei capelli che sventolano nel cielo.
Brava Nicole, tu si che sei una brava ragazza.
Non sento più il mio naso, che deve essere diventato rosso a causa del vento gelido. I capelli mi vanno in faccia, cerco di aggiustarli, anche per vedere meglio, e mi sistemo il cappellino grigio con le orecchie di panda.
Oh, laggiù c’è una panchina! Corro verso la panchina verde, dove c’è seduto un bambino che gusta il suo gelato.
- E’ occupato?-
- No, siediti pure- mi sorride il ragazzino.
Vedo che guarda insistentemente il mio pacchetto, così gli offro una caramella.
- Grazie!- sorride a trentadue denti.
Inizio anche io a mangiare queste prelibatezze: sono stata sempre una golosona di dolciumi, li amo. Lo so che fanno ingrassare, ma ogni volta non riesco a resistergli.
Non ho gusto particolare che mi piace di più, ma se dovessi mangiare a vita caramelle gommose, sceglierei quelle al gusto di fragola e coca cola.
Rosso fragola mi mette allegria, mi fa pensare all’amore, ah l’amour.
Esco il cellulare dalla tasca del mio giubbotto, e per mia sfortuna non c’è campo.
Ma davvero la sfortuna è dalla mia parte? Come farò a chiamare Denise!
Uffa.
Di colpo mi alzo e decido di andare a fare un giro.
Cammino per un po’, persa nei miei pensieri. Ci sono varie aiuole ben curate, anche se l’autunno ha fatto il suo lavoro, colorando di arancione e giallo i prati dove sono sdraiate alcune persone.
Cammino ancora per un po’, passando tra la gente.
 Adesso non so di preciso dove sono, non ci sono persone nei dintorni, forse sono nella parte più lontana dalla giostre; so solo che ormai le mie caramelle sono tutte nel mio stomaco, non mi sento più il naso e mi sa che mi sono persa.
Ci voleva anche questa e perlopiù il cellulare non prende ancora.
La sfiga è con me, come sempre.
Sento delle voci sommesse provenire dall’alto, così mi volto verso quella direzione:
tre ragazzi che scherzano animatamente.
Sono alti, e mi sembra che abbiano un’aria familiare.
Devo escogitare un piano per salire lassù e scoprire chi sono. Guardo intorno cercando di capire come possano essere arrivati là.
Ma certo!
 Sorrido soddisfatta: dal lato opposto da dove sono venuta, alla mia destra, ci sono degli scalini!
A passi svelti  salgo, e da lontano li vedo…
Timidamente mi avvicino, non l’avrei fatto se non ne fossi stata certa che sono proprio loro.
Il cuore batte forte, vuole uscire dalla cassa toracica, le gambe tremano, e inizio a sudare freddo.
Titubante li saluto.
- ciao!- salutano in coro.
Sento che sto per svenire, ma devo cercare di controllarmi.
Di slancio lo abbraccio, quello che mi ha colpito di più con il suo carattere chiuso.
Anche lui ricambia l’abbraccio, secondo me se lo aspettava.
Affondo il viso nel suo petto caldo, inspiro il suo profumo ancora indefinito, è una bellissima sensazione. Non vorrei mai staccarmi da lui, è tutto per me.
-Ei, ei, calmati- mi tranquillizza dopo aver sentito alcuni miei singhiozzi. Mi stringe forte, mi sento bene tra le sue braccia, ed è folle, perché non lo conosco bene, so solo quello che tutte sanno. Tiro su il naso, cerco di trattenere le lacrime, di gioia, è tutto così magico.
Mi stacco dopo non so quanto tempo, mi sistemo meglio il mio cappello e abbasso la testa imbarazzata.
Sarò sembrata una bambina.
- Ecco, tieni- uno di loro mi porge un fazzoletto mentre lui mi guarda.
- Grazie, sei gentile- faccio un piccolo sorriso.
- Figurati- ricambia il sorriso.
- Ora devo andare- dico incerta; la verità è che vorrei stare qua a parlare con loro.
- Vai di già? Resta con noi fin quando non vengono a cercarci o non ci trovano. - dice prontamente lui.
Rimango stupita, da-davvero me l’ha chiesto? 

- Nicole! Nicole!- mi chiama qualcuno. 
Mi sento strattonare.
- Nicole! Sveglia!- ma è la voce di mia mamma!

  

*spazio ‘scrittrice’*

Beh, eccomi qui.
Stanotte  ho fatto questo sogno e mi sono detta ‘ perché non lo scrivo?’ 
Così eccolo qua.
Per essere solo il prologo è molto lungo, lo ammetto, ma non mi andava ti tagliarlo.
Nella mia testa ci sono un sacco di idee, vorrei dire che non è la solita storiella, non credo che sia fantastica(?), sarà una storia reale(?).
Fatemi sapere come vi sembra, se fa cagare, ditemelo, se vi piace, altrettanto.
Insomma, aspetto una recensione se siete arrivate fin qua! 
Alla prossima!
Baci.
  
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