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Autore: xiina    04/03/2014    1 recensioni
Il suo sguardo. Il suo modo di fare. Il suo carattere. Non capivo come, ma ogni tanto cambiavano, ogni tanto diventava una persona diversa, diventava strano. Non lo capivo. Guardavo quelle iridi: il colore era confuso, avolte scuro, altre chiaro. I suoi gesti: avolte delicati, altre aggressivi. Non capivo. Ma volevo capire. Lo conobbi ma non capii. Fu lui piano piano a permettersi di scoprire la sua storia. Mi innamorai, ma in cuor mio sapevo che era un amore pericoloso.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Martina.Alessia.Verona, primavera 2009 (sabato); notte fonda.

GIORNO 1.

 

Saranno state le tre del mattino. Era un sabato, ricordo.

I miei occhi ormai non reggevano più, avevo sonno. Guardai l’orologio, accorgendomi di quanto fosse tardi.

- “Dai, sono le tre del mattino, io vado a dormire” esclamai con voce assonnata.

- “Già le tre? Oh cielo, sono quasi cinque ore che siamo al telefono! Notte…” rispose Martina, con voce altrettanto stanca.

Riattaccai il telefono; ero sdraiata sul copriletto mentre cercavo la voglia di alzarmi per andare in bagno a indossare il pigiama e per struccarmi.

Lanciando un piccolo grido mi alzai dal letto, presi il pigiama ed iniziai a preparmi.

* * * *

 

Una calda luce filtrava dalle bianche tendine della mia camera, raggiungendo i miei occhi. Mi svegliai di buon umore stranamente. Probabilmente perché quel giorno era sabato e di conseguenza non dovevo recarmi a scuola. Restai a letto ancora qualche minuto, prima di alzarmi, andando poi, inciampando un po’ tra i miei piedi, verso la specchiera. La mia immagine era offuscata, dato il buio nella stanza. L’unica luce proveniva infatti da quelle tendine. Dopo essermi vestita e truccata scesi le scale che dividevano il piano superiore dal piano terra della casa, aggrappandomi al corrimano in legno scuro, raggiungendo la cucina. Camminai sulle punte dei piedi per cercare di percepire al minimo il freddo del pavimento.

Le tapparelle erano ancora abbassate. ‘Probabilmente mamma è andata al lavoro di fretta e non le ha alzate’ pensai. Non avevo voglia tirarle su. Guardai il bancone della cucina. Un vassoio era appoggiato su questo. Sopra si trovavano una tazza ancora calda di caffè ed una fetta di pane con la marmellata. Oltre a questi c’erano anche un piccolo vasetto trasparente, con contenete un piccolo fiore dai bianchi petali e un foglietto con su scritto “buona giornata; mamma”. Sorrisi. Lei era sempre così con me.

Non avevo fame ma mi sforzai e mangiai comunque.

Verso le undici e mezza chiamai Martina e ci accordammo per uscire.

Dopo mezzora eravamo già in piazza a sfilare tra i vari banchetti del mercato. Stavamo gironzolando attorno ad alcuni banchi di accessori quando lei domandò incuriosita

- “Allora? Sei pronta per il saggio?”

Un lieve brivido mi percosse la schiena.

Mancava una settimana al mio saggio di danza classica.

- “Sì… diciamo di sì” sospirai.

Continuammo a camminare tra le varie vie del nostro paese, soffermandoci sui banchetti più interessanti, comprando di tanto in tanto una maglia o qualche bracciale.

 

Tenevo tra le mani una maglietta nera, quando sentii la borsa vibrare. Recuperai il telefono, notando tra le svariate notifiche di Facebook e Twitter, un messaggio di Carla, l’insegnante del gruppo di hip pop mio e di Martina. Ebbene sì, non seguo solo lezioni di danza classica.

Aprii il testo. In parole povere la docente ricordava che nel mese di luglio le lezioni erano sospese e che sarebbero riprese a metà agosto. Solo in quell’istante ricordai che le vacanze estive stavano per cominciare. Carla chiedeva inoltre di informare Martina della sospensione delle lezioni.

Non le dissi nulla. Non avevamo programmato niente per queste vacanze, volevo perciò farle una sorpresa, organizzando qualcosa di strabiliante.

* * * *


 

Arrivate le una e un quarto, decidemmo di salutarci rientrando a casa. Non abitavo distante dal centro, per cui non ci impiegai molto a ritornare.

Non avevo fame, quindi corsi in camera mia, chiudendo la porta e sedendomi a gambe incrociare sul letto, col computer appoggiato sulle cosce.

Stavo navigando su di un’agenzia di viaggi, cercando qualche volo interessante.

Finalmente intravidi qualcosa che mi poteva interessare, che poteva fare al caso nostro…

 

   
 
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