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Autore: LovelyLullaby    04/03/2014    1 recensioni
Liverpool, 1958.
Angel conduce una vita normale: scuola, compiti per casa, una famiglia un po' particolare, passeggiate al parco, un'amica all'apparenza insostituibile.. manca solo una cosa: un po' di sicurezza in più.
Un affascinante Teddy boy le farà battere per la prima volta il cuore e le cambierà per sempre la vita, non sempre attraverso strade spianate...
Una storia di due vite che si intrecciano nella Liverpool del dopoguerra.
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Paul McCartney, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sentii la sua voce:
-“Hey, è occupato?”
Oddio, e a quel punto? Mi di chiuse lo stomaco, non sapevo cosa fare. No, DOVEVO prendere coraggio e fare qualcosa. Mi girai verso di lui: come non morire all’istante? Era perfetto, in tutto. Mi concentrai sul suo sguardo: era estremamente dolce e timido. Lo sapevo, non poteva essere un Teddy boy. Stavo per perdermi nei suoi occhi, ma mi fermai giusta in tempo. Il tutto durò una frazione di secondo e, preso quel poco coraggio che cercava di fuggire dalla mia anima e avendo trovato quel filo di voce appena necessario, risposi:-“No no, libero.. Siediti pure.”
Tutto qui? Il mio sistema nervoso era apatico e il mio cuore batteva talmente forte che avrebbe potuto sentirlo. Ora riuscivo a sentire il calore della sua gamba vicino alla mia e il suo profumo inebriante… Portava con sé una chitarra, chiusa in una custodia che teneva in mezzo alle gambe. Sapeva suonare? Sì, era decisamente il mio Principe Azzurro. Sorrisi vedendo il suo disordine: almeno in quello ci somigliamo! Stava sistemando dei fogli ripiegati, dentro la custodia: il suo fare era delicato, con quelle mani magre e affusolate. Notavo che ogni tanto si girava per guardarmi. Sentivo il suo sguardo pesante scrutarmi dalla testa ai piedi, sembrava entrasse in me per svelare i miei pensieri. Mi pizzicai il polpastrello: dovevo mantenere la calma e tutto sarebbe andato per il meglio. Lo vidi con la coda dell’occhio infilarsi una mano in tasca, per poi ritrarla velocemente. Forse per la fretta, un plettro gli scivolò dalla mano e cadde sulla mia gamba. Feci per prenderlo, ma la sua mano era già appoggiata su di me.
PANICO.
Sentii una fitta al basso ventre. Lo guardai rossa in viso. Lui mi fissava con aria colpevole e tremendamente imbarazzata, ma giuro di aver scorto una punta di desiderio nei suoi occhi. Ritirò la mano lentamente, accarezzandomi la coscia, e io tremai. Quanto mi piaceva.
Si scusò:
-“Scusami, non volevo… -abbassò lo sguardo e continuò-Comunque io mi chiamo… Il mio nome è.. Paul.”
Guardai le sue labbra carnose pronunciare quel nome. PAUL, il nome migliore che fosse mai giunto alle mie orecchie. Sorrisi timidamente: sentivo che già una parte di me gli appartenesse.
Ma lui il mio nome se lo ricordava?Non volevo certo far la parte della maleducata e non rispondere o della sbruffona pretendendo che si ricordasse. Così lo guardai e comincia la frase:
-“Piacere! Io invece mi chiamo..”
Non riuscii a concludere la mia presentazione che lui si girò e disse:
-“Angel. Il tuo nome è Angel.”
Si era ricordato. Rimasi con la bocca socchiusa, come se dovessi finir la frase nonostante il suo intervento. Lo disse in un modo talmente dolce, che mi sentii leggera come una piuma. Replicai:
-“Esatto…”
L’autobus si fermò alla sua scuola e lui si alzò,mi guardò nuovamente e con un lieve sorriso disse:
-“Come dimenticarlo… Ciao, Angel.”
Incantata dalla sua bellezza, gli risposi con un filo di voce:
-“Ciao, Paul…”
Lo seguii con lo sguardo mentre si allontanava e scendeva alla fermata, avviandosi verso la scuola scherzando con degli amici appena trovati.
Sospirai. Si era ricordato il mio nome. Questo mi fece pensare a mille e più cose. Non riuscivo a dimenticare il suo sguardo e nemmeno le sue poche parole. Stava diventando qualcuno di importante nella mia testa, ma, soprattutto, nel mio cuore.
Guardai fuori dal finestrino: sarebbe stata una giornata grandiosa.
 
Appena tornai a casa, mangiai in fretta e corsi direttamente da Anna. Doveva saper tutto nei minimi dettagli. Percepivo l’accaduto come una cosa sensazionale, sebbene fossero state solo due parole. Per me, timida ragazza di Liverpool che faceva il diavolo a quattro per non essere notata da ragazzi che potessero dire qualsiasi cosa sul suo conto,era un onore che qualcuno si fosse ricordato il mio nome. Ero piena di un’energia nuova, positiva, che mi faceva brillare gli occhi e tremare le membra; ero entusiasta.
Mentre raccontavo la mia breve avventura, Anna non stava più nella pelle, saltellava sul letto, sembrava più euforica di me. Com’era strana la mia amica!
Non appena ebbi finito di parlare, mi si gettò letteralmente addosso, mi abbracciò come solo lei sapeva fare e cominciò a urlare:
-“Angy, Angy, Angy!! Oddio, ma è fantastico, sensazionale! Lui, così dolce a non scordarsi il tuo nome: è cotto di te! Tempo un mese e starete insieme, i due piccioncini!”
Ma se nemmeno lo conoscevo?! L’idea di stare insieme non aveva mai fatto capolino tra i miei pensieri, in quel momento l’immagine di noi due per mano si fece strada in me e mi sentii invasa da un sentimento ancora nuovo.
Anna mi fece l’occhiolino e con un sorrisetto malizioso dipinto sulle labbra proseguì con i suoi pensieri ad alta voce:
-“Certo che… Ti sarebbe piaciuto se il plettro fosse caduto un pelo più in là, eh?”
Arrosii tremendamente e mi coprii la pancia con le mani.
-“Dai Anna, cosa mi dici? Certo, lui ha il suo fascino, ma non si può rovinare la magia del momento con questi discorsi così materiali…”
Scoppiamo a ridere e ci sdraiammo a sul letto, così morbido, che aiutava la mia mente a viaggiare verso il mondo dei sogni…
-“Hey, Angel, cosa pensi di fare adesso? Cioè, o tu o lui farete il primo passo. Almeno per conoscervi meglio…”
Mi feci pensierosa; Anna aveva ragione: cosa avrei fatto adesso? Il suo nome lo conoscevo, sembrava che anche lui provasse almeno curiosità nei miei riguardi, ma sembrava timidi, chiuso, come perso in un altro mondo. Non sarei arrivata a questo misero punto senza gli avvenimenti che gli avevano imposto bene o male di interagire con me. Ma serviva un’altra situazione fortuita per farci incontrare di nuovo?
-“Sai Anna, non ci ho ancora pensato… Dovrebbe essere il ragazzo a fare la prima mossa. Lui mi sembra timido dunque aspetterò un po’ e se proprio non farà nulla vedrò di organizzarmi diversamente. Ma dimmi te se nel 1958 le ragazze devono fare la corte ai ragazzi!”
Ci fu un attimo di silenzio e poi ridemmo a crepapelle, speranzose nel fatto che tutto sarebbe andato bene.
 
Anche quella notte lo sognai. Passeggiavo per il porto di Liverpool con lui al mio fianco. Nessuno discorso, nessuno sguardo. Era vicino a me e questo mi bastava.
Quando mi svegliai era ancora notte fonda e mi misi a pensare…
Paul, Paul McCartney… Per me stai diventando qualcuno, ma come fartelo capire?
 
La scuola stava finendo, le giornate si facevano più tiepide e il mio interesse per lui cresceva sempre più. A volte mi capitava di vederlo, nel giardino di casa sua, a chiacchierare con un suo amico. Anna mi aveva detto che si chiamava John Lennon, e lui era un vero Teddy boy. Era più grande di Paul, ma sembrava che tra i due ci fosse grande intesa.
Controllavo che non entrassero ragazze in quella casa: pur non conoscendolo bene ero molto gelosa. Una volta mi si spezzò il cuore vedendo una ricciolina tutto pepe entrare saltellando in casa McCartney, ma poi quasi risi di sollievo vedendo un altro ragazzo, probabilmente il fratello minore, accompagnarla fuori tenendola per mano, con tanto di bacio di saluto alquanto appassionato.
Così le mie giornate passavano, a fantasticare sul suo sguardo e inventando mille scuse per scostare la tenda della cucina per controllare i suoi movimenti.
 
 
SPAZIO AUTRICE:
Buon pomeriggio! In questo, ahimè, ultimo giorno di vacanza, posto il capitolo che presenta a voi lettori il nostro amato John! Ahahah, c’è, sebbene accennato! Tempismo perfetto, penso.. Questa notte mi è pure capitato di trovarlo tra gli ospiti dei miei sogni.. !!
Ringrazio tutti quelli che hanno letto la storia fin’ora e in particolar modo chi ha recensito!
Un bacio,
Chiara:)
PS: credo posterò anche il quinto capitolo:)
  
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