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Autore: Chloe R Pendragon    04/03/2014    3 recensioni
ATTENZIONE! SPOILER 5X13!!!!
Salve a tutti gente! La storia parla del fatidico momento in cui Merlin rivela ad Arthur i suoi reali poteri, il tutto dal punto di vista del nostro amato re: spero che vi piaccia e che troviate due minuti per dirmi cosa ne pensate!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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I was born to serve you

I was born to serve you.

 

Il giorno seguente Arthur fu svegliato dall’invitante profumo della minestra che Merlin aveva preparato per colazione; forse non sarebbe stata la pietanza più buona che avesse mai mangiato, eppure in quel momento aveva l’acquolina in bocca. La ferita continuava ad indebolirlo, acuendo la sua percezione del gelo mattutino: un pasto caldo era proprio l’ideale in quella circostanza …

Eppure il re era incerto sul da farsi, poiché non era in grado di servirsi da solo nelle sue condizioni, ma non voleva essere aiutato dal suo compagno di viaggio; aveva inutilmente sperato che la notte si portasse via tutta la sua diffidenza, ritrovandosi più confuso di prima circa il comportamento che doveva tenere.

Il giovane mago parve comprendere le sue difficoltà, così riempì una scodella e si sedette al suo fianco, per poi tentare di imboccarlo; evidentemente non si era rassegnato all’idea di perdere il suo più caro amico, proprio come il sovrano di Camelot, al di là delle apparenze …

Fu proprio per tale motivo che quest’ultimo, rifiutandosi di accettare l’aiuto, chiese all’altro perché continuasse a comportarsi come se fosse il suo servo: ormai era chiaro che l’unico modo per cercare di andare avanti era affrontare lo spinoso argomento, in fondo lui non era quel genere di persona capace di tenere per sé le proprie opinioni, nel bene e nel male.

Lo stregone capì che era finalmente giunta l’ora di sistemare le cose tra loro, così depose la ciotola accanto a sé e sospirò, ponderando bene la parole da utilizzare; dunque lo fissò serio e gli spiegò che quello era sempre stato il suo destino, fin da quando si erano conosciuti. Arthur rimembrava perfettamente quel giorno, pur essendo passato così tanto tempo: si ritrovò a pensare ad alta voce, rivivendo mentalmente l’attimo in cui gli aveva quasi staccato la testa con una mazza da guerra.

Anche Merlin si fece trasportare dai ricordi, ammettendo con un sorriso di averglielo impedito grazie ai suoi poteri; nel sentire quella confessione, l’altro si voltò di scatto, il volto dominato dallo stupore mentre lo accusava di aver barato. L’umile servo si difese dicendo che se non lo avesse fatto lo avrebbe ucciso, stringendosi le spalle; tanto bastò al re per pentirsi di aver riaperto la conversazione, giacché non riusciva a sopportare quell’assurda situazione.

Sperando di ferire il compagno al punto da troncare il discorso, affermò che avrebbe dovuto ucciderlo allora, fissando un punto davanti a sé per non leggere la sofferenza negli occhi azzurri del mago; quest’ultimo però non si perse d’animo, quella freddezza tra loro doveva finire, perciò riprese a parlare, asserendo che si comportava così perché Camelot non era nulla senza il suo sovrano.

Dal suo tono di voce era evidente che credeva fermamente in quelle parole, cosa che non si poteva dire per Arthur: egli infatti scosse la testa mestamente, dicendo che forse un tempo era vero, ma oramai c’erano molte altre persone in grado di prendere il suo posto. Tutti coloro che sedevano alla Tavola Rotonda erano capaci di garantire un futuro radioso e pacifico al suo popolo, la corona che indossava era l’unica cosa che lo distingueva dagli altri: persino suo padre aveva smesso di credere in lui, perché lo stregone nutriva ancora quella fiducia nelle sue capacità?

Come se avesse seguito il corso dei suoi pensieri, Merlin gli rivolse un caloroso sorriso e gli disse che non ci sarà mai nessun altro come lui, aggiungendo che si comportava in quel modo anche perché era suo amico e non voleva perderlo; per il re fu come tornare indietro nel tempo, quando il suo fedele servo lo incoraggiava facendolo sentire all’altezza di ogni situazione, anche le più assurde. Vide che l’altro aveva ripreso in mano il piatto contenente la minestra per tentare di farlo mangiare, così si rassegnò e si lasciò imboccare.

Finito il pasto, il giovane mago iniziò a preparare i cavalli per l’imminente partenza, mentre il sovrano sedeva silenzioso e meditabondo; dal momento in cui aveva scoperto le reali potenzialità dell’amico, si era sentito per l’ennesima volta tradito da una persona cara e credeva di non potersi più fidare di lui.

Dopo quella discussione però qualcosa era riaffiorato nel suo cuore: quell’affetto così profondo ed inossidabile che nutriva da sempre per lui era sopravvissuto alla tempesta di dolore e delusione che aveva provato e stava riacquistando vigore, nonostante la situazione delicata in cui si trovavano; finalmente cominciava a scorgere nelle fattezze del compagno un volto familiare e non un estraneo.

Ultimati i preparativi, Merlin gli si avvicinò per aiutarlo ad alzarsi così da poter montare in sella, ma Arthur si sentiva fiacco ed aveva bisogno di rivolgergli la domanda più importante di tutte: perché non gli aveva mai detto la verità. Lo stregone gli lanciò una rapida occhiata, per poi rispondere che avrebbe voluto, ma che se lo avesse fatto l’altro gli avrebbe staccato la testa; il re abbassò lo sguardo mesto, sospirando ed affermando sovrappensiero che non sapeva cosa esattamente cosa avrebbe fatto, così il suo interlocutore non poté trattenersi dal dirgli che non voleva metterlo in una situazione del genere.

Nell’udire quell’affermazione, il sovrano alzò di scatto la testa e lo fissò sbalordito: dunque era questo il motivo? Era questo ciò che lo preoccupava? Non si rese neanche conto di aver formulato quella domanda ad alta voce, tanto era colpito dalla confessione dell’amico; lo aveva accusato di essere un traditore ed un bugiardo, invece lui stava solo cercando di proteggerlo …

Merlin ricambiò il suo sguardo, incatenando i regali occhi blu con i suoi, così simili da sembrare gli uni il riflesso degli altri: imprimendo la stessa intensità nella sua voce, gli rispose che ogni persona nasce con uno scopo, e così come Arthur era nato per divenire un grande re, lui era nato per servirlo. Di fronte a quelle parole, le resistenze del biondo furono definitivamente vinte, per cui entrambi salirono in groppa al loro destriero e s’incamminarono alla volta del lago di Avalon.

 

Spazio di Chloe:

Finalmente ci siamoooo!!!! Arthur comincia a fidarsi nuovamente di Merlin, evvaiiiiiiii!!!!! ^^

Ancora una volta ringrazio tutti coloro che seguono questa storia, aspetto con ansia le vostre impressioni: probabilmente il prossimo capitolo lo pubblicherò la prossima settimana, farò del mio meglio, promesso!

A presto e grazie ancora: baci,

 

Chloe.

  
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