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Autore: Narsyl    26/06/2008    0 recensioni
E sarai leggera sulle tue ali e volerai fra la polvere di stelle e il calore del sole ti illuminerà il viso e i tuoi occhi dorati brilleranno di luce propria e i capelli color ebano avranno il profumo di incenso e il tuo cuore esploderà di giubilo, infine, alla tua libertà.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La bimba si raggomitola su se stessa cercando di proteggere con le braccia gracili il corpicino minuto, in quell’angolo polveroso del cuore ove tutto e nero e freddo e l’eco delle grida rimbomba come tuoni, con lo stridore sordo di parole taglienti e pugnali conficcati nella schiena, e il sangue che esce a fiotti dagli occhi e dalle orecchie per il dolore di frasi che squarciano le pareti del cuore, e immagini feroci impresse a fuoco vivo nella pelle, nelle iridi riflesse in eterno circondate da fiamme nere, e tutto è morte.
L’ha vista la bimba e piange, la scena infame, la porta sbattuta, le urla e il viso deformato dalla rabbia, e Medusa infernale dagli occhi di serpente, nella sua furia vorace, pronta a toglierti il colore dal viso con uno sguardo, mentre i serpenti attorno a lei sibilano anatemi infernali dolcemente, lenti e sinuosi come piccoli aghi conficcati delicatamente in ogni piccolo punto del corpo. L’ha vista, divincolarsi frenetica dalle braccia del padre strillando, con il desiderio avido negli occhi di strapparti tutta la gioia dall’animo e di mangiarsela, e di rinchiuderti con ai polsi corde strette in una stanzetta buia e squallida, con le pareti gocciolanti di umidità, di legarti in un angolo e divertirsi di te, e ridere di te, e di prenderti a calci, di farti del male, di usarti , di servirsi di te come di una bamboletta di pezza vecchia, di pulire col tuo pianto il suo sudore, con il tuo sangue dipingere facce felici sul suo tempo, con le tue grida coprire il suo silenzio.
L’hai vista bimba e piangi silenziosa, e le ginocchia sbattono fra loro ritmicamente, producendo un piccolo tac, tac, tac, tac. E i denti, ancora, sbattono, ancora, tac, tac, tac, tac e oh si cos’altro senti se non il cuore che tace, non batte più morto nel petto, organo inutile, non pompa più sangue, e infradiciato da stille di petrolio, dai suoi sputi e dal suo disprezzo in cui tu anneghi senza via d’uscita. Le pareti si stringono veloci e il pavimento cede al peso del tuo dolore, e con un tonfo cadi.
Cadi e precipiti nel centro della terra, con occhi chiusi e mano sulla bocca perché non vuoi far rumore, non vuoi che qualcuno ti senta, a che serve, no? Meglio stare zitta zitta e aspettare il botto, poi sarà meglio, finalmente salirai su e guarderai la gente marcire nelle strade e vedrai quel gracido pezzo di cuore nero battere nel suo petto e riderai nel vedere quanto è piccolo e quanto lì dentro non ci sia niente. Lo vedrai decomporsi piano piano dentro di lei e riderai della sua impurezza , della sua inerzia, della sua falsità. E sarai leggera sulle tue ali e volerai fra la polvere di stelle e il calore del sole ti illuminerà il viso e i tuoi occhi dorati brilleranno di luce propria e i capelli color ebano avranno il profumo di incenso e il tuo cuore esploderà di giubilo infine alla tua libertà.
  
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