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Autore: Ram92    05/03/2014    2 recensioni
Un Gufo dall'aria ufficiale e una grossa lettera nel becco approda nella Tana Weasley. Il lieto evento farà felici tutti... o quasi!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Weasley, Ron Weasley, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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- E vieni fuori!
Il nuovo ragazzino era decisamente odioso. Per nulla al mondo si sarebbe lasciato bastonare ancora da quella stupidissima bacchetta che tentava di trasformarlo in una coppa da vino, piuttosto si sarebbe lasciato morire in quel buco. La zampa gli bruciava ancora dall’ultimo, maldestro tentativo.
- E dai! Ti prometto che starò più attento!
Perché doveva finire sempre in situazioni come quella? Non poteva trovarsi una famiglia un po’ più tranquilla? E pensare che negli ultimi tre anni era arrivato a credere di aver finalmente trovato la pace! Finalmente lontano da tutte quelle diavolerie babbane, dalle manie di pulizia che lo costringevano a rinunciare ai suoi nascondigli preferiti, da quelle riproduzioni fin troppo fedeli di draghi di tutto il mondo in miniatura, ma più di ogni altra cosa lontano dai gemelli! Il ragazzo con gli occhiali, in fondo, non era stato un padrone malvagio, un po’ noioso forse, ma una volta a Hogwarts era fin troppo facile per uno come lui sfuggire alle lunghe ore che il ragazzo passava a ripetere le lezioni della giornata. Ed erano pomeriggi fantastici, passati a sgattaiolare per i corridoi della sua Hogwarts, tra cunicoli dimenticati e passaggi segreti, esattamente come allora.
- Ronald Weasley! – tuonò una voce femminile dal piano inferiore. – Scendi subito giù!
- Accidenti. – mormorò il ragazzino scostandosi dall’apertura nella parete. – Se n’è già accorta?
Perso nei suoi pensieri, lo sventurato topo non riuscì a scansarsi per tempo e un secondo dopo si ritrovò coinvolto in una spericolata corsa lungo le scale della Tana aggrappato alle dita del ragazzino.
Nella caotica cucina, la signora Weasley si stava frettolosamente asciugando le mani grassocce in un vecchio grembiule, mentre i  gemelli maledetti sembravano completamente assorbiti da una sanguinosa partita agli scacchi dei maghi. Accanto alla scacchiera, sul tavolo coperto di briciole e di strane rotelline di ferro dai bordi dentati, un grande gufo bruno dall’aria seccata si rifiutava di lasciar cadere la preziosa lettera che stringeva fieramente nel becco.
- Sì, mamma…? – cominciò cautamente Ron, notando l’espressione sin troppo bonaria della madre.
- C’è posta! – esclamò lei. – E’ per te, caro. – aggiunse intenerendosi.
- Spicciati Ron. – borbottò George arroccando.
- Già, prima che mi venga il diabete. – aggiunse Fred.
Il ragazzino fece una smorfia, ma presto la sua attenzione fu completamente assorbita dal grande gufo.
- E’…? – fece per chiedere, esitante.
- Avanti, tesoro, aprila!
- Sì, avanti tesoro! –  fecero eco i gemelli.
Ron posò distrattamente Crosta sul tavolo. Finalmente libero, il topo si rintanò in un angolo della cucina da cui arrivava un odore piuttosto promettente.
Le esclamazioni di giubilo, la proclamazione della futura partenza per la leggendaria Scuola di stregoneria, gli abbracci e la promessa di una cena particolarmente sfiziosa per festeggiare lo lasciarono del tutto indifferente, completamente preso com’era dall’esplorazione di un appetitoso groviera. Era incredibile vedere come certe abitudini da roditori avessero cominciato ad attaccarglisi addosso.

Fu un’abbuffata e molte ore dopo che  riaprì gli occhi sul vecchio comodino tarlato di Ron.
- Sei sveglio, allora. – bisbigliò il ragazzino che, appoggiato ai cuscini del letto, si rigirava un piccolo foglio di pergamena tra le mani.
- Oh, è la lettera di Hogwarts. – aggiunse indovinando il suo sguardo. – Credo di averla imparata a memoria, ormai.
Il topo, che già avevo scordato il lieto evento ed era ancora intontito, ci mise un po’ a capire.
- Sai, io finirò a Grifondoro, voglio dire, sono un Weasley, in fondo. Non può essere altrimenti. – continuò l’altro sorridendo con lo sguardo perso nel vuoto. – Anche perché sennò Fred e George mi prenderanno in giro fino allo sfinimento. – aggiunse, con il sorriso che si incrinava.
Il topo osservò il ragazzo sentendo per la prima volta un moto di interesse per quell’ennesima testa rossa. In fondo, era stato anche lui un giovane mago e aveva anche lui avuto paura dello Smistamento. “Grifondoro, culla dei coraggiosi di cuore” … sorrise amaramente.
- Che poi questo non è un anno come gli altri. – sbottò all’improvviso il piccoletto. – Quest’anno arriverà a scuola lui, Harry Potter!
Il sangue si gelò nelle vene del vecchio topo. Harry… Harry, santo cielo! Erano già passati dieci anni!
- Ci pensi? Potrei benissimo incontrarlo ogni giorno a lezione, nella Sala Grande mentre fa colazione, potrei addirittura… – e qui trattenne per un attimo il fiato. – Potremmo addirittura finire nella stessa Casa!
Con un tonfo, Crosta cadde dal comodino, interrompendo questi sogni di gloria.

Harry Potter, santo Dio, Harry Potter a Hogwarts! E potrebbe essere nel letto accanto al mio! Sarò sbranato dal suo Gufo, o peggio! Forse Silente sa e… No, non può sospettare di me, non avrebbe aspettato tutti questi anni… Però… Però non è possibile che io abbia fregato Silente, il più grande mago al mondo… Lui e… Oh Lily, James! Perché vi ho fatto questo! Sirius! Voi vi fidavate di me… “Culla dei coraggiosi di cuore”… L’errore è cominciato lì, tutto è cominciato allora! …e io che ero così felice!

I forti squittii preoccuparono Ron, che si gettò sulle scale a cercare aiuto. La signora Weasley riuscì a far addormentare Crosta con un incantesimo, il signor Weasley meditò sull’opportunità di fare un salto al Serraglio Stregato, Ginny chiese un animaletto tutto per se’ e fu mandata a letto a urli. Quando tutto si fu calmato iniziava ad albeggiare e Ron, dimentico delle sue ansie, cadde in un sonno profondo.
Il giorno dopo l’intera famiglia si avviò verso Hogsmeade, pronta per un nuovo inizio.

  
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