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Autore: Atomic Chiken    05/03/2014    1 recensioni
Cominciò a buttare giù le parole, una, due, cinque, venti, trenta. Si fermò. Aveva di nuovo caldo, ancor più di prima. Si lasciò prendere dal panico e portò le mani alla gola.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Holroyd stava bevendo della cioccolata calda quando tutti i telefoni dell'edificio cominciarono a squillare. Parte del liquido si riversò a terra mentre l'uomo correva con il bicchiere stretto in una morsa. " Cosa diavolo succede? " chiese urlando in quel putiferio. Un uomo di grado inferiore a quello di Holroyd ripose la cornetta e lo guardò sbiancato.
" Allora? " lo spronò Peter. Jeremy, un quasi amico di Holroyd, venne in soccorso della matricola " Porca puttana Holly, mezzo mondo sembra caduto nella terza guerra mondiale "
" Che vuoi dire? "
" Sembra che le persone stiano morendo "
" Morendo? "
" Lasciami finire. Muoiono per poi tornare in vita ". Holroyd quasi non scoppiò a ridere
" Cosa cazzo dici, Jeremy? "
" Magari è un invasione di zombie " disse qualcuno. Peter lo zittì con un cenno della mano
" Cosa centra la polizia con questo? Dovrebbero chiamare in ospedale, non qui "
" Un motivo c'è " s'intromise Daniel, un altro poliziotto, dopo aver finito di parlare al telefono " Dopo essere rinvenuti assalgono gli altri, quelli che vengono uccisi si rialzano e continuano la processione "
" L'ho detto che sono zombie " ripetè il tizio di prima
" Stai zitto Conny, o ti concio per le feste " disse Holroyd prima di tornare a rivolgersi agli altri
" Altro? " chiese
" Qualcuno ha detto che sembrano come..Posseduti "
" A parte queste cazzate, c'è qualche informazione decente? " ritentò Peter appena irritato. Uno squillo li interruppe
" Vado io " si offrì Jeremy visibilmente seccato.
Holroyd corse invece verso l'ufficio di Henry. Doveva sapere cosa diavolo stesse succedendo. Aprì la porta violentemente facendola dondolare come un'altalena
" Henry!? ".
L'altro si alzò perplesso " Peter? "
" Hai sentito? "
" Che tu ci creda o no, hanno chiamato anche me ". Il fare spensierato di Henry aumentò l'irritazione di Holroyd
" Dobbiamo subito mandare gente sul campo, capire cosa cazzo sia preso a tutti ". Il capo assentì
" Lo so, dovremmo. Ma preferirei aspettare l'aiuto degli altri "
" Altri? " disse furibondo Peter
" Sì. Quelli che chiami uomini in nero "
" Ohh, c'è già Ilyas con noi, facciamoci aiutare da lui! ". All'improvviso, lo sguardo dell'altro perse tutta l'allegria
" Ilyas. Quel figlio di puttana ". Holroyd lo guardò confuso
" Ho fatto ulteriori ricerche sul suo conto, ho telefonato personalmente a quelli dell'Fbi per avere conferma della sua affidabilità. E indovina un pò? Non hanno la più pallida idea di chi sia! ". Peter continuò a guardarlo con quell'aria persa
" E' un infiltrato Pete, è un nessuno. Dal momento che io non riesco a trovarlo, vorrei che fossi tu a dargli la brutta notizia. Ci siamo capiti? "
Senza perdere l'espressione da ebete, Holroyd annuì. Gli era sembrato uno a posto, Ilyas, la prima persona che lo avesse trattato a dovere. Ed ora cosa? Un infiltrato? Con una nota d'amarezza uscì dall'ufficio, rimescolandosi al via vai degli uomini. Prese il telefono e cercò il numero nella rubrica.
Attese continuando a sperare che Henry avesse preso un granchio, uno bello grande, e il cuore gli arrivò in gola quando gli squilli lasciarono posto ad una voce femminile
" Pronto? ".




Sue era seduta sul divano con un libro in grembo. Lo sfogliò per la terza volta senza leggere una parola. L'unica cosa che aveva in testa era Ilyas in quella stanza. Quanto tempo era passato? Un'ora? Due? Rimosse l'impulso di entrarvi, le era stato detto chiaro e tondo di non interromperlo per nessun motivo. Richiuse il libro con uno sbuffo e lo rimise tra gli altri. Fu allora che il telefono squillò. Girò in tondo alla ricerca della fonte e trovò il cellulare di Ilyas sul tavolino. Rimase immobile a guardarlo, intimorita. Era da anni che non toccava quell'aggeggio. Prima di morire ne era ossessionata, passava le giornate su quel minuscolo schermo a mandare messaggi a mezzo mondo. Mosse il primo passo. Accelerò per paura di perdere la chiamata. Lo prese tra le mani e continuò a fissarlo. C'era un numero, niente nome.
Trovò coraggio e schiacciò il tasto rispondi.
" Pronto? " disse tremante. Si aspettò di sentire la voce di Xialiu, o magari un uomo che le diceva che l'avrebbe uccisa. Parlò invece un tipo che sembrava spaventato più di lei
" Sì..Pronto..C'è Ilyas? ". Sue portò lo sguardo sulla porta alla sua sinistra. Cosa doveva dire?
" Al momento è..In bagno " rispose.
" Oh " sospirò chiunque fosse dall'altra parte " Può dirle di richiamarmi? Sono Peter "
" Peter " ripetè Sue scolpendo il nome in testa " Lo avvertirò appena esce "
" Grazie ". Sembrò sul punto di chiudere, poi parve ripensarci
" Se non sono d'impiccio, lei chi è? ". Sue ingurgitò la saliva nella gola secca.
" Sono.. "
" Porca puttana! " gridò l'uomo. La ragazza allontanò il telefono dall'orecchio con il timpano pulsante. Lasciò cadere lo strumento a terra e a malapena riuscì a reggersi in piedi. Prima che il telefono si spegnesse, Sue sentì indistintamente un urlo acuto. Un urlo davvero simile a quel giorno. Guardò la porta speranzosa di vederla aprirsi. Passò un minuto intero, nel quale la ragazza non mosse un dito. Le era stato chiesto di non interromperlo per nessun motivo. Nessun motivo, dannazione. Era abbastanza, il suo motivo?
Nessun motivo, pensò di nuovo con un nodo alla gola.
Spostando lentamente una ciocca di capelli neri dagli occhi, avanzò verso la stanza.

  
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