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Autore: alaal    05/03/2014    2 recensioni
Un allenatore assetato di potere, un Pokémon leggendario, una maledizione. La nostra storia non si incentra in questo incontro tra umano e Pokémon leggendario, ma gli effetti di questo scontro si ripercuotono nel futuro, a tre anni di distanza.
Recensite, per favore! Sono uno scrittore in erba, ogni commento (insulti compresi) è bene accetto! ^__^
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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La cattura di Mareep da parte di Brock, per mezzo di una delle due Mega Ball regalate dal signor Macmadison in quella mattinata sembrava davvero l'unica soluzione per sapere qualcosa in merito ai misteriosi furti di energia elettrica dai cavi della Centrale. Ash Ketchum, però, non condivise la necessità della cattura del Pokémon elettrico, solo se il fine ultimo era quello di scoprire da Mareep quello che stava accadendo in quel momento. I suoi allievi erano di tutt'altro parere: Alex e Laura, infatti, si erano avvicinati ancora di più verso Brock ed i due giovani allenatori stavano stringendo la mano al loro amico. Il più entusiasta era sicuramente Alex, il quale aveva osservato una Mega Ball in azione per la prima volta. Era bastato un solo colpo dal repertorio degli attacchi di Natu perché la sfera di colore blu avesse ragione sul Pokémon pecora. Il ragazzo con gli occhiali continuò a congratularsi con Brock e chiese a quest'ultimo di fare uscire fuori il nuovo Pokémon appena conquistato dalla sua sfera Poké. Brock esaudì immediatamente il desiderio dell'allievo di Ash e lasciò cadere dolcemente in terra la Mega Ball. Appena la sfera toccò terra, essa si aprì con uno scatto repentino e, in un bagliore, apparve la pecora che tanto aveva fatto penare, con i suoi incredibili attacchi, i Pokémon del gruppetto di allenatori. Il Mareep apparve ancora leggermente frastornato dallo Stordiraggio lanciato poco tempo prima da Natu e lo sguardo del Pokémon elettrico, infatti, rivelava il suo malessere. Gli occhi lucidi e lo sguardo vagamente assente resero perplesso Brock, il nuovo allenatore di Mareep. L'ex capopalestra di Plumbeopoli s’inchinò per osservare meglio gli occhi di Mareep e scoprì che l'effetto di Stordiraggio non si era affatto placato. Ash notò la crescente apprensione del suo amico e gli chiese cosa c'era che non andasse. Brock si rialzò ed incrociò le braccia al petto. Bulbasaur, nel frattempo, incurante di quello che era appena accaduto (ovvero la fuga dei Flaaffy e dei Mareep e la cattura), se la stava spassando allegramente con i Dratini di Alex e Laura.
Brock: -Tutto ciò è molto strano. Ash – e voltò lo sguardo verso l’allenatore con il cappello – come di certo ben sai, gli attacchi che possono causare ai Pokémon lo stordimento, se i Pokémon tornano nella sfera Poké, dovrebbero dileguarsi. Ora osserva Mareep – e lo indicò con un dito – non sembra affatto che lo Stordiraggio di Natu sia passato…- Ash annuì, condividendo l’osservazione del primogenito di Peters. Anche Alex e Laura osservarono preoccupati Mareep, il quale pareva proprio che stesse soffrendo per l’attacco subito da Natu.
Ash: -Ora che me lo fai notare, anche a me è venuto il dubbio…- Il Maestro di Pokémon osservò incuriosito il manto lanoso che avvolgeva per intero il corpo di Mareep. Il candido vello, per qualche strana ragione, apparve agli occhi del ragazzo circa tre volte più ampio del normale. Tra i peli del tosone, inoltre, schizzavano lampi di energia statica sporadicamente. Gli occhi del Master dei Pokémon si aprirono dallo stupore quando finalmente comprese il motivo del malessere di Mareep e condivise ai suoi amici il suo ragionamento.
Ash: -Ragazzi, sentite. Forse ho capito perché l’effetto dello Stordiraggio si persevera anche dopo che Mareep è stato richiamato nella sfera. Ha accumulato troppa elettricità nella sua lana!- Ed indicò, con una certa frenesia, il manto lanoso di Mareep. Brock, Alex e Laura osservarono quasi sbalorditi il rigonfiamento eccezionale del vello di Mareep e giunsero alla conclusione che il loro amico col cappello aveva ragione. Ash era arrivato a questo ragionamento anche per esperienza diretta di allenatore di un Pokémon elettrico: Pikachu accusava gli stessi sintomi quando nel suo corpo permeava una dose di elettricità statica in eccessiva abbondanza. Laura iniziò a provare un serio timore per la salute del Pokémon catturato di recente da Brock ed osservò preoccupata il suo maestro, il quale non aveva ancora smesso di osservare Mareep con una certa dose di apprensione.
Laura: -Ash… cosa possiamo fare?- La risposta del maestro si fece attendere più tempo del previsto. In quel lasso di tempo lasciato aperto dalle riflessioni mentali di Ash, Alex ne approfittò per suggerire qualche soluzione al fine di aiutare lo sventurato Pokémon elettrico.
Alex: -Forse… forse potremmo provare tosandolo completamente! Di certo l’energia eccessiva si disperderebbe…!- Brock scoppiò in una risata quando ascoltò la proposta di Alex. La risata, alle orecchie dei due giovani allenatori, parve molto beffarda e denigratoria. Anche Pikachu si era messo a ridere di gusto.
Brock: -Ah! Ah! Ti ricordo, Alex, che il metallo è un buon conduttore di elettricità. Se davvero vuoi usare un tosatore, ti consiglio di utilizzare un paio di guanti di gomma!- Alex abbassò gli occhi fino a terra, colmo di vergogna per le risate dei suoi amici ai suoi danni. Soltanto dopo l’osservazione logica dell’ex capopalestra di Plumbeopoli, Alex si accorse di avere appena detto una sciocchezza. Laura intervenne ed iniziò a saltellare sul posto, agitando la mano in aria con il braccio sollevato, come se volesse catturare l’attenzione dei presenti. Bulbasaur, ancora tra le braccia della figlia dei Ferguson, trovò molto divertente quel sobbalzare frenetico, ma dopo un po’ iniziò ad accusare un forte mal di testa ed ebbe anche il mal di mare.
Laura: -Io lo so! Io lo so! Dobbiamo semplicemente aspettare che l’energia statica si disperda nell’ambiente!- Brock scosse la testa, aggrottando le sopracciglia. Alex rimase meravigliato nel constatare con quale velocità il primogenito dei Peters avesse mutato espressione.
Brock: -No, ci vorrebbe troppo tempo, i ladri di elettricità acquisterebbero troppa distanza!- In quel mentre, Ash iniziò a ridere e mise le mani sui fianchi. I tre ragazzi osservarono il loro amico di sghembo, temendo che il Master dei Pokémon fosse rincitrullito di colpo.
Ash: -Nulla di più semplice, ragazzi! Dobbiamo scatenare l’elettricità accumulata da Mareep!- Alex non riuscì a leggere tra le righe nel discorso del suo maestro e, alzando un sopracciglio perplesso, parlò direttamente ad Ash.
Alex: -E… scusa, Ash, come dovremmo fare?- Ash smise immediatamente di ridere ed osservò torvo il suo allievo. Sia Alex che Dratini si sentirono piccoli ed inermi nell’osservare quello sguardo arcigno. Come sono volubili i sentimenti umani, si trovò a pensare il cucciolo di drago azzurro compagno di Alex.
Ash: -Possibile che tu non ci sia ancora arrivato? Con un po’ di combattimento Pokémon, ecco come!- Alla parola “combattimento”, la Dratini di Laura si galvanizzò ed iniziò ad agitarsi ed a fremere di contentezza sulla spalla della sua allenatrice. Anche la ragazza dagli occhi verdi iniziò a tremare dall’eccitazione e, senza pensarci due volte, chiese alla sua prediletta di scendere in terra e di lanciarsi immediatamente all’attacco, scagliandosi senza tanti complimenti contro l’indifeso Mareep. Per Ash Ketchum il Pokémon pecora non apparve troppo indifeso, tanto da fargli tentare di bloccare la ragazza ed il suo Pokémon. Il Master dei Pokémon alzò un braccio, ponendo un alt secco verso la sua allieva, ma non ottenne sfortunatamente l’evento desiderato.
Ash: -Laura, non ora!- Nulla da fare, la Dratini di Laura si scagliò con una foga incredibile contro Mareep, in un dirompente attacco Azione. La circostanza temuta dall’allenatore col cappello purtroppo ebbe luogo: appena Dratini ebbe toccato con il corpo il vello lanoso di Mareep, la povera femmina di drago fu fulminata sul colpo. L’attrito con l’elettricità statica fu così potente e devastante da proiettare Dratini dietrofront, verso le braccia della sua allenatrice. Nessuno riuscì a fare o dire nulla, poiché gli avvenimenti successero in un lasso di tempo troppo breve. Laura osservò stordita e stralunata la sua Dratini la quale, più stupita che dolorante, si ritrovò con una bruciatura lungo il corpo.
Laura: -Dra…Dratini! Stai bene, piccola mia?- Alex ed il suo Dratini sgranarono gli occhi nel constatare quanta energia elettrica avesse immagazzinato Mareep nel suo tosone. Il tentativo di scaricare tutta quella elettricità statica iniziò ad apparire più difficile del previsto. Ash non perse la testa dopo quello spiacevole imprevisto e, con un certo entusiasmo di rivedere nuovamente i Pokémon di Alex in azione, domandò al suo allievo di colpire con attacchi a lunga gittata il Pokémon di Brock. L’ex capopalestra di Plumbeopoli, il quale aveva già recuperato Bulbasaur dalle braccia di Laura, acconsentì all’inizio dell’incontro per eliminare la corrente elettrica che circolava nel corpo di Mareep. Alex aveva già chiamato in causa Weedle, al quale ordinò di scagliare contro Mareep un attacco Millebave. Il Pokémon coleottero spruzzò con un inaspettato vigore la sostanza vischiosa contro l’inerme Mareep, e gli effetti sperati dal maestro di Pokémon si fecero notare quasi subito. Numerose scintille elettriche iniziarono a “divampare”, a rotolare e ad allungarsi nei punti in cui l’attacco Millebave di Weedle colpiva il manto lanoso del Pokémon di Brock. In pochi minuti il corpo di Mareep fu completamente avvolto, fuorché la testa, dalla sostanza appiccicaticcia, e diversa elettricità statica venne fatta sfogare. L’ampiezza del vello della pecora diminuiva a vista d’occhio, ma Mareep continuava inspiegabilmente a soffrire dell’attacco Stordiraggio di Natu. Brock aggrottò le sopracciglia perplesso, meditando sull’attuazione di un nuovo piano per scaricare l’elettricità ancora residua nel corpo di Mareep, ma la sua attenzione fu ben presto catturata, come quella dei suoi amici, da un boato che si innalzò all’improvviso nel cielo plumbeo. Proprio verso il fondovalle, nella direzione in cui erano fuggiti di gran carriera i Flaaffy ed i Mareep rei di avere derubato la Centrale Elettrica della corrente, diversi fulmini piroettavano dal basso e si scagliavano con un’inaudita potenza verso l’alto. I lampi accecanti spaventarono gli allenatori ed iniziarono a chiedersi cosa stesse succedendo in quel giusto istante, giù nel fondovalle. Da quella posizione, nei pressi delle fabbriche color viola, era impossibile definire cosa stesse accadendo a qualche centinaio di metri di distanza. Le tasche guanciali di Pikachu, nel frattempo, iniziarono a sfrigolare ed a produrre tenui e leggere scariche elettriche ed il suo sguardo, attento e leggermente tirato per l’angoscia, era proiettato verso la direzione presa dai ladri di elettricità. Ash osservò il suo Pokémon prediletto molto preoccupato: qualcosa di inquietante stava accadendo più avanti, ed il topolino elettrico aveva già presentito un pericolo imminente.
Ash: -Pikachu, cosa stai ascoltando?- Il Pokémon elettrico annusò l’aria con il suo olfatto sviluppato e le orecchie, tese a percepire qualunque suono, si drizzarono. Il volto di Pikachu mutò rapidamente in una maschera di apprensione e di timore.
Pikachu: -Qualcuno sta cantando… un tono lamentoso, si direbbe. Sembra quasi che siano cantando un rito funebre…- Un suono secco, seguito da molti altri a distanza ravvicinata, spaventò gli allenatori. L’attacco Millebave lanciato da Weedle si era ormai indurito a contatto con l’ossigeno e Mareep, contorcendosi all’interno di quella ovatta, aveva distrutto le precarie pareti del bozzolo che lo circondava. Il problema però non sembrava essersi risolto: il volto del Pokémon pecora appariva ancora molto tirato ed il volume del candido vello non era ancora diminuito. Brock deglutì, leggermente spaventato dal fatto che l’effetto di Stordiraggio non avesse ancora cessato di manifestarsi. Ash digrignò i denti, incollerito dalla situazione che si era andata a creare. Nel frattempo, nel fondovalle, altri fulmini vennero generati dal basso verso l’alto, ed il canto intercettato dall’udito sensibile di Pikachu fu ascoltato da tutti: un canto doloroso e struggente, costituito soprattutto da belati, riempì il paesaggio, cospargendo gli animi dei Pokémon e degli allenatori di un sottile velo di malinconia e di tristezza. Laura si chiese mentalmente quale fosse il significato della canzone commovente.
Brock: -Cosa possiamo fare, Ash?- La domanda improvvisa e repentina di Brock risvegliò la mente della ragazza dai capelli verdi. La figlia dei Ferguson osservò il suo maestro, il quale parve assorto in chissà quali pensieri. Tutto ad un tratto, al Master dei Pokémon venne un’idea ed osservò Alex, il quale aveva già richiamato Weedle nella sua sfera Poké.
Ash: -Ma certo! Alex, il tuo Dratini conosce la mossa Tornado, giusto? Se unissimo la forza di questo attacco a una potente mossa di sabbia, sicuramente l’elettricità verrà sfogata! Laura – e volse lo sguardo verso la ragazzina – come sta il tuo Sandshrew?- Il Pokémon di tipo terra della ragazza sembrava essersi parzialmente ripreso dall’attacco subito tempo prima da Mareep. Laura si sincerò delle condizioni fisiche del suo Pokémon e, una volta che comprese che Sandshrew fosse in grado di riprendere a combattere, lo disse al suo maestro. Ash annuì e, con entusiasmo rigenerato, chiese ai suoi due allievi di tenersi pronti per attuare il piano del ragazzo col cappello. Brock sollevò lo sguardo verso il cielo grigio e si accorse con meraviglia che i fulmini scagliati dal basso verso l’alto dal fondovalle avevano attirato delle nuvole più scure, sicuramente gravide di pioggia. Avvertì i suoi amici dell’improvviso peggioramento climatico ed intimò loro di sbrigarsi. Ash annuì ed osservò ancora una volta i due allenatori novizi: Alex e Laura erano pronti.
 Il primo ad aprire le danze fu il Dratini di Alex. Il cucciolo azzurro di drago, su ordine dell’allenatore, sfoderò il suo attacco migliore, ovvero Tornado. Il draghetto si emozionava sempre quando doveva utilizzare quella mossa imparata nello scontro con Natu alla spiaggia di Miramare. Il suo corpo snello ed elastico si inclinò leggermente in alto per dare maggiore risalto alla potenza della sua mossa. I nuvoloni carichi di pioggia vennero decisamente in aiuto per la creazione del Tornado più efficace che Dratini avesse mai pensato di creare. Si voltò quando Alex lo richiamò per nome e, quando notò il suo sguardo preoccupato, comprese che non doveva esagerare con Mareep. Giusto un piccolo uragano, senza mostrarsi megalomani. Il cielo grigiastro si squarciò di netto e qualche lembo di cielo azzurro si poté intravedere da quella fenditura, causando un moto di allegria negli animi degli allenatori. Le nuvole che erano state tagliate a metà iniziarono a vorticare su se stesse, scendendo lentamente verso terra, iniziando con giri molto larghi per poi divenire sempre più stretti. Mareep osservò quel capolavoro di natura Drago con apprensione e meraviglia nello stesso tempo. Purtroppo lo Stordiraggio ancora presente nel corpo e nella testa della pecora non gli permise di comprendere pienamente il piano architettato da Ash Ketchum. L’uragano di medie dimensioni (di medie dimensioni perché partito dagli strati, ovvero le nuvole più vicine al suolo terreste NdA), filiforme e lineare, venne creato in pochi secondi. Il vortice piroettava con calma quasi ovattata, quasi che fosse in attesa degli ordini di Dratini. Il Maestro di Pokémon sorrise compiaciuto: il Pokémon di Alex aveva, in poco tempo, saputo padroneggiare quella tecnica nel modo corretto. Laura era rimasta impressionata nell’avere visto con i suoi occhi, dal vivo, il crearsi di un uragano, seppure non dei più forti in circolazione. Non lo aveva mai visto, se non nei documentari. Vederlo dal vivo gli aveva causato nell’animo un’eccitazione che a stento riusciva a controllare. La sua Dratini, inoltre, parve entusiasta del lavoro compiuto dal Dratini di Alex. Ash richiamò la sua allieva chiamandola direttamente.
Ash: -Ok! Noi siamo pronti! Laura, il tuo Sandshrew deve utilizzare Turbosabbia alla massima potenza, diretto verso quell’uragano!- E lo indicò. La ragazza dagli occhi verdi era rimasta ancora stupita nel constatare che quella tromba d’aria stesse lì buona, in attesa di ordini. Ancora non le parve possibile immaginare che i Pokémon potevano controllare, in parte, i figli della Natura. La figlia dei Ferguson scosse la testa, risvegliandosi dal torpore in cui era caduta, poi osservò Sandshrew, il quale era pronto per l’attacco desiderato da Ash. I due si scambiarono un’occhiata d’intesa, e Dratini sorrise ai due.
Laura: -Bene! Sei pronto, Sandshrew?- Il topo color senape annuì, felice di rendersi utile in quel frangente delicato. Non c’era altra maniera più veloce per aiutare Mareep, il Centro Medico per Pokémon distava parecchi chilometri per poterci portare la pecora. E poi quei fulmini scagliati dal fondovalle… non c’era tempo da perdere. Laura ordinò infine al suo Pokémon di scagliare il più potente attacco Turbosabbia che Sandshrew potesse creare, in direzione del Tornado creato poco prima da Dratini. La ragazza dagli occhi verdi osservò sconvolta il Pokémon drago di Alex: appariva spossato dopo l’esecuzione della tecnica. Molto probabile che quella mossa richiedesse un dispendio eccessivo di energia. Motivo in più per non fallire. Sandshrew si chinò fino in terra ed utilizzò le sue forti braccia per vangare il terreno ai suoi piedi. Era presente della sabbia marina, poiché il luogo dove sorgeva la Centrale Elettrica non era così distante dalle spiagge di Miramare. Sandshrew iniziò a scavare come un forsennato e, con un’azione ritmica delle due braccia che andavano avanti ed indietro, il Pokémon di Laura sollevò uno spesso strato di sabbia e di fuliggine. Questa foschia sabbiosa venne ben presto catturata dal ciclone che aveva iniziato a roteare più vorticosamente, in senso orario. L’attacco Tornado, ben presto, si tramutò in una vera e propria tempesta di sabbia: l’uragano sabbioso iniziò a muoversi verso Mareep, il quale non riusciva ancora a muoversi a causa della colla vischiosa dell’attacco Millebave di Weedle che lo bloccava in quella posizione innaturale. Brock osservò perplesso l’uragano di sabbia, il quale era un’idea partorita dalla mente del Maestro di Pokémon. Era davvero necessario creare questo trambusto per un Pokémon elettrico che aveva immagazzinato troppa elettricità? Il primogenito dei Peters voltò lo sguardo verso il suo amico col cappello e, notando il suo sguardo serio e concentrato sull’uragano, non poteva pensare che questo piano fosse privo di fondamento. Infatti, quando il terribile ciclone colpì l’inerme Mareep, la sabbia fece il suo corso, proprio come previsto dal saggio allenatore: l’elettricità statica, a contatto con la sabbia e con l’aria, venne rapidamente sfogata per attrito. Varie scintille elettriche divamparono dal manto lanoso del Pokémon pecora e, mentre Mareep belava e si dimenava nel tentativo di liberarsi della colla scagliata poco prima da Weedle, il volume del vello diminuiva a vista d’occhio. Alex e Laura osservarono sbalorditi lo spettacolo dell’esplosione di elettricità statica, sembrava che non dovesse terminare mai. Le saette continuavano a diramarsi tutt’intorno al Pokémon appena catturato da Brock e non accennavano ad arrestarsi: quanta elettricità aveva accumulato Mareep? Tutto da solo, poi? Ben presto però, come tutte le cose che hanno un principio ed una fine, anche l’elettricità statica accumulata da Mareep venne completamente esalata. Ash Ketchum, osservando lo stato di Mareep, finalmente libero di quell’ingombrante elettricità, ordinò a Pikachu di colpire il tornado sabbioso creato da Dratini e da Sandshrew con un Fulmine. Pikachu eseguì quanto richiesto dal suo allenatore e, con un colpo secco, l’uragano come era stato creato, svanì in un istante. Le nuvole che avevano lasciato posto al Tornado creato dal Dratini di Alex recuperarono il loro posto immediatamente e lo fenditura di cielo azzurro che si poteva ancora osservare venne ben presto coperto.
Brock: -É…è finita?- Per qualche istante, nessuno osò fiatare. Un silenzio irreale si era venuto a creare in quella vallata, e solo il vento si poteva udire sibilare, leggermente rinvigorito dal Tornado. Era iniziato anche a piovigginare, il capoingegnere che fino a quel momento era rimasto in silenzio iniziò a borbottare ed a tossire. I quattro giovani, con i loro Pokémon, si voltarono verso di lui. Notarono che il danno causato dai denti e dagli artigli dei Pokémon pecora sembrava essersi risolto: la centralina era tornata a posto. L’uomo con l’elmetto giallo in testa sorrise ai ragazzi.
-Beh, anche io mi sono dato da fare! Mentre voi vi davate da fare con quel Pokémon, io mi sono dato da fare per riparare questi cavi! Ed ho terminato in tempo, poiché sta iniziando a piovere!- I quattro ragazzi diedero ragione al capoingegnere, probabile braccio destro di Gary Oak. Alzarono gli occhi al cielo ed osservarono attentamente il procedere repentino delle nuvole scure cariche di pioggia e di fulmini. La pioggia, lentamente, crebbe di intensità, e gli allenatori furono costretti a recuperare dai loro zaini gli ombrelli allungabili dal manico. Laura inspirò a pieni polmoni e sorrise quando rilasciò l’aria, espirando con dolcezza.
Laura: -L’odore dell’erba bagnata mi riempie sempre di felicità! Mi ricorda la mia città, Ciclamipoli, completamente immersa nel verde…- Alex osservò perplesso la sua amica ed il suo modo di evocare i ricordi di una città lontana per mezzo di odori. Il ragazzo con gli occhiali non era ancora riuscito, fino a quel momento, a ricordarsi della sua città natale, Fiorlisopoli, al di là delle Isole Vorticose. Forse era proprio il ragazzo stesso a non volere ricordare nulla della cittadina insulare.
Ash: -I fulmini si sono intensificati!- Il grido del Maestro di Pokémon risvegliò nuovamente Alex dai suoi torbidi pensieri. Dal fondovalle una miriade di lampi, tuoni, fulmini e saette, forse rinvigoriti dai rovesci temporaleschi che si stavano abbattendo in quel momento a Sludge City con foga, prillavano e si contorcevano come fiamme di un braciere. Il Mareep di Brock, osservando stupito il grande groviglio di fulmini che si stava scatenando più in basso in quel momento, si rialzò sulle proprie gambe e, con passo deciso, si indirizzò verso il suo nuovo allenatore, il quale come gli altri stava guardando inebetito lo strano spettacolo “pirotecnico”.
Mareep: -Preeeesto! Non c’è teeempo da peeerdere!- I ragazzi si voltarono verso Mareep, incuriositi dalla sua strana voce ovattata e belante. Per poco Pikachu non scoppiò in una fragorosa risata, trattenuto in zona Cesarini da un provvidenziale mano di Ash, il quale gliela appoggiò proprio sul muso.
Ash: -Cosa sta succedendo, Mareep? Tu lo sai?- La pecora annuì, ed il suo sguardo apparve molto lucido e determinato. Nei suoi occhi bruciava un fuoco luminoso e Brock si avvicinò di più al suo nuovo Pokémon appena catturato, finalmente ripresosi dallo Stordiraggio di Natu.
Mareep: -Dobbiamo andaaaare in fooondo! Un graaave periiicolo incooombe su un Poookémon!- Mentre parlava con quel suo fare belante che suscitava ilarità anche nei due Dratini, la pecora iniziò a muoversi, impacciata dal suolo erboso che, a causa della pioggia che stava cadendo dal cielo nuvoloso a catinelle, si era trasformato in un pantano. Poco male, pensò Ash, si sarebbe proceduti con lentezza ugualmente, con Alex infermo con la sua stampella. Il ragazzo con gli occhiali, infatti, trovò difficoltà a mantenere il passo dei suoi amici, i quali stavano già iniziando a seguire il galoppante Mareep. Il capoingegnere si unì al gruppetto di allenatori, curioso di sapere cosa stesse accadendo nel fondovalle, e curioso inoltre di sapere perché quel drappello di Pokémon elettrici avessero deciso di derubare dell’elettricità la Centrale Elettrica. Ash dovette per forza di cose allungare il passo, poiché Mareep aveva iniziato a galoppare più velocemente. Mentre iniziava a correre, il Master dei Pokémon porse al Pokémon elettrico delle domande, sbocconcellate a causa del fiatone del ragazzo col cappello che in quel momento aveva per il gran correre.
Ash: -Cosa intendi con Pokémon in pericolo? È ferito?- La pecora rispose senza neanche voltarsi. Si stavano dirigendo proprio verso la direzione presa tempo prima dai Flaaffy e dai Mareep fuggiaschi. I canti belanti divennero ancora più forti d’intensità ed i fulmini scagliati dal suolo verso il cielo divennero più vicini ad ogni passo che gli amici compivano.
Mareep: -Mooolto peeeggio! Un Poookémon alle soooglie del graaande sooonno!- Ash comprese immediatamente quello che Mareep gli stava dicen…pardon, belando. Anche Brock e Laura, che seguivano a ruota la pecora ed il ragazzo col cappello insieme al suo fedele Pikachu, compresero in pieno la perifrasi di Mareep. Alex ed il capoingegnere, in difficoltà, rimasero un po’ indietro rispetto ai ragazzi che stavano inseguendo il Mareep che diventava sempre più nervoso e sempre più veloce mano a mano che si avvicinava al luogo in cui sembrava che si fossero riuniti i ladri di elettricità.
Quando finalmente il gruppetto degli allenatori raggiunse il fondovalle, uno spettacolo inimmaginabile si presentò davanti ai loro occhi: due cerchi concentrici di Pokémon elettrici stavano danzando e cantando intorno ad un grande Pokémon uccello, completamente colorato di giallo, il quale sembrava sdraiato a terra privo di sensi. Nel cerchio più stretto c’erano i Mareep, mentre in quello più largo i Flaaffy. Il loro canto lamentoso, spiegò brevemente Mareep, costituiva un rito propiziatorio per risvegliare il grande Pokémon uccello completamente colorato di giallo. Ash, Brock, Laura, Alex ed il capoingegnere rimasero sbalorditi nel constatare che il Pokémon al centro di quel cerchio di Pokémon pecora fosse nientemeno che Zapdos, uno dei tre uccelli leggendari insieme a Moltres ed a Articuno. Il Pokémon elettrico non sembrava possedere una buona cera, i suoi occhi chiusi e la sua totale amovibilità misero immediatamente in agitazione il Master dei Pokémon. Alex e Laura afferrarono il loro Pokédex (il ragazzo con gli occhiali dovettero consegnare il suo ombrello al capoingegnere, poiché aveva entrambe le mani occupate) e lo puntarono verso il Pokémon leggendario.
Zapdos, Pokémon Elettrico. Battendo le ali splendenti, questo Pokémon uccello leggendario causa violente tempeste.” A giudicare dallo stato in cui Zapdos si trovava, non fu assolutamente in grado, in quel momento, di scatenare violente tempeste come indicato dal savio Pokédex. Tutto ad un tratto all’allenatore col cappello la situazione fu chiara come la luce del sole: i Pokémon pecora, sicuramente ammiratori del Pokémon elettrico per eccellenza, ovvero Zapdos, consci del pericolo che stava correndo il Pokémon leggendario, decisero di curare il Pokémon uccello inondandolo di enormi quantità di energia elettrica purissima. Trovandosi a corto di corrente elettrica loro stessi, impiegando a fondo i loro attacchi elettrici, i Mareep ed i Flaaffy decisero, loro malgrado, di vestire i panni di ladri di corrente elettrica, al solo scopo di poter curare quello Zapdos… che sembrava ferito. I canti dei Pokémon elettrici proseguirono senza sosta, mentre i Mareep ed i Flaaffy continuavano a girare in tondo all’inerme Pokémon leggendario. Laura iniziò ad incamminarsi verso il luogo dove i Pokémon elettrici stavano compiendo il loro rito, incuriosita e nello stesso tempo preoccupata per lo stato di salute non ottimale di Zapdos. Un braccio, però, si contrappose nel suo cammino, sbarrando la strada. Era stato Brock a bloccarle il passaggio, e la ragazza dagli occhi verdi osservò stupita l’ex capopalestra di Plumbeopoli, domandandosi perché avesse fatto ciò.
Brock: -Non ti avvicinare, Laura! Non è sicuro disturbare un sacra liturgia di questi Pokémon elettrici!- Appena Brock ebbe terminato di parlare, un’altra potentissima scarica elettrica grondò dai gonfi velli dei Mareep e dei Flaaffy per riversarsi, come fosse un unico fulmine, sul corpo di Zapdos. Le scariche elettriche continuarono ad affascinare i due giovani allenatori novizi: le scintille si diramavano in ogni dove, colorandosi di varie tonalità di blu per arrivare fino al giallo limone. Quei lampi, però, durarono solo pochi istanti per poi scomparire nuovamente. La figlia dei Ferguson continuò ad osservare angustiata Zapdos, il quale non sembrava rispondere ai continui attacchi dei Pokémon pecora. Gli occhi dell’uccello leggendario, infatti, continuavano a rimanere chiusi. Non un lamento usciva dalla sua gola, non un battito d’ali o soltanto un leggero fremito riuscì ad eseguire. Nulla accadde.
Laura: -Ma che cosa, o chi, lo ha ridotto in questo stato? Quali tremendi crimini ha commesso per essere annientato?- Il Mareep di Brock, dopo essersi nuovamente unito al suo gregge e dopo avere dato il suo contributo alla generazione di un fulmine ancora più potente, tornò verso gli allenatori disorientati e, dopo avere eseguito un respiro profondo, iniziò a parlare… pardon, a belare la storia di Zapdos.
Zapdos, raccontò Mareep, era sempre stato un Pokémon pieno di energie e scagliare tuoni e fulmini per tutto il giorno non lo appagava mai completamente. Zapdos vagava da una città all’altra, su nei cieli, tra una montagna e l’altra, su per le colline e lungo gli oceani, volando quasi a sfiorare la velocità del suono. Era libero, nessuno gli poteva ordinare cosa fare e cosa non fare. Zapdos decideva di sé e delle proprie azioni. Un brutto giorno, però, tre anni or sono, un allenatore di Pokémon malvagio e dalla bramosia di potere e di conquista, catturò il Pokémon leggendario sul Monte Corona, acquisendo tutti i diritti di proprietà su Zapdos. All’inizio il Pokémon uccello non sembrava molto d’accordo di essere catturato e di essere comandato a bacchetta, ma la scaltrezza e la sapienza nel comandare dell’allenatore fecero ben presto capitolare Zapdos, il quale finì per obbedire ciecamente ad ogni ordine del suo nuovo padrone.
Alex: “Conosco l’identità di quell’allenatore!” Gli occhiali di Alex scintillarono ed il ragazzo aggrottò leggermente le sopracciglia, ma non aprì bocca per non interrompere il racconto di Mareep.
Con il passare del tempo, Zapdos si abituò all’indole malvagia del suo allenatore e, giorno dopo giorno, eseguendo azioni sempre più crudeli e efferate, la sua mente risultò quasi del tutto plagiata e del vecchio Zapdos non rimase quasi più nulla. Zapdos dimenticò quasi completamente la bellezza e lo splendore della libertà, ma un altro Pokémon leggendario intervenne per sopprimere l’ascesa di questo allenatore malvagio. I Pokémon leggendari, al 99% conquistati dal padrone di Zapdos, vennero rilasciati dopo che questo fantomatico Pokémon ebbe lanciato una tremenda maledizione su questo essere umano privo di scrupoli, compreso il Pokémon elettrico. Zapdos, purtroppo con la visione del mondo suggestionata dalle azioni malvagie del suo allenatore, non riuscì a riprendersi completamente. La mente di Zapdos, però, non fu completamente travolta da questa fiumana di malvagità, ebbe la facoltà di conservare un brandello di coscienza e con questo riuscì, per un certo periodo di tempo, a controllare i suoi istinti aggressivi. Con una grave crisi d’identità, Zapdos lottò per un bel po’ di settimane tra l’istinto di distruggere ogni cosa che incontrava ed il desiderio di salvaguardare le vite dei Pokémon che abitavano lungo la sua strada. Per sfogare questi istinti sempre più ossessivi, il Pokémon leggendario spesso saliva su nella stratosfera e si lasciava letteralmente esplodere in una selva di lampi e di tuoni che continuava a trattenere nel suo corpo. Questa valvola di scarico permise a Zapdos di controllare la malvagità presente nel suo corpo, ma naturalmente ci fu il rovescio della medaglia: perseverando con questo comportamento, Zapdos si esaurì nell’arco di un mese e, giusto qualche giorno fa, precisò Mareep, l’uccello leggendario cadde in quel fondovalle, a pochi passi dalla Centrale Elettrica.
E da quel giorno, Zapdos non si era più mosso, caduto forse in un sonno profondo.
Ash Ketchum, venuto a sapere della storia di Zapdos, non si preoccupò di conoscere l’identità di quel miserabile allenatore. La sua attenzione era concentrata unicamente sullo Zapdos sdraiato a terra, prono, con le ali distese in orizzontale rispetto al suo corpo, quasi come fosse in croce. Nell’aria era presente parecchia energia elettrica, come poteva dimostrare Pikachu: le sue tasche guanciali gonfie di elettricità e la sua vivacità confermarono li impressioni del Master dei Pokémon. Con tutta quella elettricità riversata su Zapdos, il Pokémon leggendario non si era ancora ripreso, neppure minimamente. Doveva essere molto più grave del previsto. E non c’era neanche il modo di trasportare un così enorme Pokémon in un Centro Medico. Figuriamoci Zapdos, un Pokémon leggendario. Brock osservò in volto il suo amico col cappello e concentrò il suo sguardo nei suoi occhi fissi sul Pokémon colorato di giallo. Ash stava pensando a qualcosa.
Ash: -Pikachu…- L’allenatore col cappello chiamò il suo fedele amico senza staccare gli occhi da Zapdos. Pikachu sollevò lo sguardo fino ad osservare il volto del suo allenatore.
Ash: -Per favore, usa l’attacco Tuono su Zapdos!- Pikachu annuì e si avvicinò di un poco verso Zapdos. I Flaaffy ed i Mareep, intanto, continuarono nella loro monotona cantilena e nei loro attacchi elettrici, sempre meno potenti e sempre più sporadici. Segno che la  corrente elettrica immagazzinata nel loro corpo stava per esaurirsi rapidamente. Pikachu convogliò tutta l’energia elettrica che scorreva nel suo corpo nelle sue tasche guanciali e, con una potenza sovrumana, scagliò il più forte attacco Tuono cui potesse essere in grado di fare sull’uccello leggendario. La luminosità della mossa del Pokémon elettrico fu tale da dover costringere i Pokémon e gli allenatori a schermarsi gli occhi con le mani e serrarli con forza. L’attacco Tuono di Pikachu ebbe vita breve: parecchio fu lo sforzo impiegato nella mossa da lasciare il topolino elettrico senza fiato. Ash si incamminò velocemente verso di lui quando ebbe terminato l’esecuzione del suo attacco.
Ash: -Pikachu, hai esagerato!- Si inchinò e lo afferrò, sorreggendolo tra le braccia, poiché l’allenatore si era accorto che il suo Pokémon aveva iniziato a barcollare sulle proprie zampe. L’effetto sperato da Ash, però, non avvenne: Zapdos era ancora lì, bloccato a terra, gli occhi chiusi, quasi come fossero sigillati. Alex sgranò gli occhi impressionato: neanche il potente attacco Tuono di Pikachu era riuscito a sbloccare quella delicata situazione. Con tutti quei fulmini scagliati dal basso verso l’alto avrebbero potuto richiamare l’attenzione di qualcuno, qualcuno anche molto losco. Non c’era più tempo da perdere, bisognava fare qualcosa, e subito. Ash però aveva esaurito le idee a sua disposizione, ed anche l’arsenale di Pokémon elettrici. Ben presto anche i Flaaffy ed i Mareep, costantemente impegnati a emettere elettricità su Zapdos, consumarono le loro forze e si ritrovarono a corto di fiato e di energie. Le pecore caddero a terra simultaneamente, mezzo stordite per il grande sforzo, e l’inquietante ballo esoterico dei Pokémon elettrici cessò definitivamente, così come i fulmini scagliati contro il Pokémon leggendario. Il Mareep di Brock iniziò ad agitarsi ed a belare come un forsennato, stava iniziando a preoccuparsi seriamente per la salute di Zapdos.
Mareep: -Dobbiaaamo fare qualcooosa! Non possiaaaamo lasciaaarlo in queeesto staaato!- Già, fare qualcosa. Ma cosa? Gli allenatori pensarono a lungo, alla ricerca di un espediente per trarre fuori d’impiccio Zapdos, ma si lambiccarono il cervello inutilmente. Dopo qualche minuto di profonda riflessione, Ash scosse la testa e strinse i denti, furioso con se stesso per non avere trovato una soluzione a quell’emergenza.
Ash: -Maledizione! Se solo potessimo avere più energia! Credo che una dose maggiore di elettricità possa ricaricare a sufficienza Zapdos!- Il volto e gli occhi di Laura si illuminarono quando ebbe ascoltato il commento del suo maestro. I ragazzi osservarono la loro amica perplessi: il sorriso della ragazza partiva da un orecchio e finiva all’altro.
Laura: -Ehi! Ma noi abbiamo tutta l’elettricità che ci serve! Qui, a pochi passi, c’è la Centrale Elettrica!- E si voltò dietro di sé, indicando con foga l’immenso edificio color viola. Il capoingegnere, il quale era rimasto in silenzio per tutto quel periodo, approvò l’idea della figlia dei Ferguson con un cenno del capo ed anch’egli sorrise.
-Ma sì… ma certo! Basta utilizzare una sorta di defibrillatore collegato ad una batteria, a sua volta collegata direttamente alla centralina generale della fabbrica! Otterremo tutti i megawatts necessari per far riprendere Zapdos dal suo coma!- L’idea partorita dalle menti di Laura e dell’uomo coll’elmetto fu accolta con calorosa gioia da tutti i presenti. Ben presto tutto il necessario per attuare il piano fu messo a disposizione: il defibrillatore, la batteria ed i fili della corrente, collegati alla centralina distrutta tempo prima dalle pecore, ora riparata. Mareep saltò sul posto dalla gioia e consigliò al capoingegnere, il quale aveva indossato dei guanti di gomma per afferrare senza pericoli il defibrillatore, di scaricare tutta l’energia elettrica che fosse possibile generare sui Pokémon elettrici, di modo tale che i loro attacchi fossero ancora più potenti. Brock approvò l’idea e sorrise, speranzoso.
Brock: -Ottima pensata! Gli attacchi dei Pokémon elettrici sono molto più potenti di un comune defibrillatore!- Il capoingegnere, dopo avere posizionato gli aggeggi elettronici per terra, implorò i ragazzi di allontanarsi di qualche passo, onde evitare problemi di natura elettrica. Il Mareep di Brock fu il prescelto per essere il primo ad ottenere la scarica elettrica dal defibrillatore e gli altri Pokémon pecora, attaccati uno di fianco all’altro, assorbirono l’elettricità statica percorrendosela l’uno con l’altro, come fosse stata una catena, fino all’ultimo Pokémon più lontano rispetto al marchingegno collegato tramite i fili della tensione alla centralina elettrica. Il livello di tensione raggiunto fece vibrare un bel po’ la batteria, la quale stava iniziando ad andare su di giri. I Mareep ed i Flaaffy, accumulando sempre più elettricità, videro aumentare di volume il loro tosone fino a raggiungere dimensioni pazzesche: un livello pari al quadruplo del normale. L’elettricità presente nell’aria fece andare K.O. i Pokédex ed i PokéNav degli allenatori, mandandoli quasi in corto circuito.
-I Mareep ed i Flaaffy sono pronti!- La voce dell’uomo con l’elmetto giallo risuonò molto chiara alle orecchie dei giovani ragazzi. Il gruppetto di Pokémon elettrici, disposti in fila, l’uno accanto all’altro, erano pronti per scagliare il più potente attacco elettrico che la storia potesse ricordare. Avevano accumulato così tanta energia elettrica da farsi venire quasi la nausea. Ma sopportarono molto bene quel senso di gonfiore causato da tanta elettricità: in ballo c’era la vita di Zapdos! Intorno ai corpi lanosi dei Mareep e dei Flaaffy si era sviluppata una cappa piuttosto spessa di scariche elettriche che si diffondevano nell’aria, segno evidente che le pecore stavano trattenendo a stento tutta quella elettricità immagazzinata in così poco tempo. Era giunto il momento di ordinare a quei Pokémon uno degli attacchi a loro disposizione per sfogare tutta quanta quell’energia. Ash Ketchum fu autorizzato dal capoingegnere di prendere in mano le redini della situazione e, piazzandosi proprio dietro i Pokémon che stavano iniziando a rantolare per la fatica crescente nel trattenere tutta quanta quell’elettricità statica, prese un respiro profondo e riordinò per un breve istante le idee.
Ash: “Bene! Ora ci siamo, non si torna indietro! Questi Pokémon hanno speso parecchie energie nel tentativo di aiutare Zapdos nella sua ripresa, non possiamo mollare proprio ora! L’unica cosa da fare, in questo momento, è ordinare il più potente attacco elettrico mai esistito sulla faccia della terra!” Sbatté le palpebre più volte, mezzo accecato dalla folgorante luce che proveniva dalle scariche elettriche che giravano intorno agli enormi manti lanosi delle pecore e, dopo qualche secondo di attesa, finalmente si decise. Osservò di sfuggita Pikachu, il suo migliore amico, il quale aveva deciso di unirsi alla causa, incamerando nel suo corpo l’elettricità proveniente dalla centralina della fabbrica. I due, Pokémon e allenatore, si scambiarono un’occhiata fugace e fecero un ceno d’intesa. Ash divaricò leggermente le gambe, serrò la mascella, strinse i pugni ed osservò a lungo lo Zapdos ancora in terra, disteso in quella posizione innaturale.
Ash: “Dobbiamo salvare Zapdos! Dobbiamo farlo!” I suoi amici rimasero ad osservarlo, attenti e leggermente accigliati. I due Dratini rimasero con gli occhi sbarrati, in attesa di chissà quale evento e di chissà quali parole da parte del maestro di Pokémon. La voce di Ash si alzò improvvisamente, spaventando quasi a morte di due tremanti draghetti. Le sue parole, chiare e concise, furono udite da tutti i presenti.
Ash: -ATTACCO TUONO! ALLA MASSIMA POTENZA!!!- Come un sol Pokémon, i Mareep, i Flaaffy e Pikachu scaricarono nell’attacco indicato dal Master tutta l’energia elettrica convogliata fino in quel momento, e quasi furono grati all’allenatore col cappello di avere chiesto ciò. Gli attacchi furono lanciati simultaneamente verso Zapdos, e la potenza del Tuono scagliato dalle pecore e dal topolino elettrico fu molto più di quanto Ash ed i suoi amici avessero mai potuto immaginare. Il bagliore emanato da quel mastodontico attacco elettrico, di proporzioni gigantesche, fu tale da accecare anche il capoingegnere, il quale in quel momento indossava addirittura gli occhiali di protezione. Ash Ketchum fu addirittura sbalzato indietro a causa dell’onda d’urto che lo aveva investito in pieno. Alex, Laura e Brock riuscirono anch’essi a percepire l’attrito del fulmine e si ritrovarono spintonati all'indietro, strisciando i piedi sul terreno erboso. La pioggia che continuava a cadere, a causa dell’immenso fulmine che stava colpendo in quel momento Zapdos, si ritrovò a cadere quasi parallela al terreno. L’onda d’urto era dunque così potente da riuscire anche a deviare il flusso della pioggia che scendeva a terra nei dintorni. La luce dell’attacco Tuono continuò ad emanare i suoi bagliori per un buon periodo di tempo e, dopo qualche minuto, la luminosità iniziò a scemare. La pioggia, non più a contatto con quella incredibile onda d’urto, riprese la sua regolare caduta perpendicolare al suolo e Ash, caduto a terra, fu soccorso dai suoi amici e fatto nuovamente rialzare. Gli occhi del Maestro di Pokémon scintillarono quando finalmente fu in grado di articolare le parole. La soglia di udibilità della sua voce alle orecchie dei presenti, nel periodo in cui Pikachu e le pecore scagliavano con tutta la loro potenza l’attacco Tuono, era pari a zero.
Ash: -Che…che potenza! Non me lo sarei mai aspettato! Che storia, ragazzi!- Alex e Laura ancora non riuscirono a credere a quanta potenza i Pokémon elettrici potessero fare uso. Se neanche quella sorta di Giudizio Universale aveva dato i suoi frutti, non c’era più nulla che si potesse fare per Zapdos. Quando la luce accecante e la fuliggine si dissiparono, per permettere ai ragazzi di poter nuovamente vedere Zapdos, la meraviglia e lo stupore attorniarono le menti e gli animi degli allenatori. Brock indicò con un dito il Pokémon leggendario, e la sua voce tradiva un nota di emozione.
Brock: -Guardate… guardate Zapdos!- Il Pokémon elettrico, ancora sdraiato nella sua solita posizione, era questa vola circondato da infinite, capillari scariche elettriche che il suo corpo continuava ad assorbire. Il suo sguardo, infine, pareva corrucciato e Zapdos continuava a strizzare gli occhi. Con una certa difficoltà, il Pokémon leggendario sembrò volesse raccogliere le ali e volersi rialzare. I Pokémon intorno a Zapdos, benché sfiniti, non vollero dare ragione alla stanchezza che attanagliava i loro occhi, costringendoli a chiudersi. Videro con una buona dose di meraviglia e di felicità il loro idolo di sempre, Zapdos, riprendersi lentamente e rialzarsi con le sue zampe, fino a che si ristabilì quasi completamente. Ci furono degli attimi di imbarazzante silenzio, perché nessuno dei presenti riuscì a trovare delle parole per esprimere quello che stava provando in quel momento. Ci pensò lo stesso Zapdos a rompere il ghiaccio: una volta che fu nuovamente cosciente di sé e padrone delle sue facoltà mentali e fisiche, il Pokémon leggendario si sgranchì il collo, inclinando la testa a destra e poi a sinistra. In seguito spiegò le ali, inarcò il collo sollevando il becco ed iniziò ad emettere un grido terrificante, che i ragazzi non compresero bene se di felicità, di rabbia o di chissà quale sentimento. Pareva si trattasse comunque di un sentimento positivo, perché i Pokémon elettrici che avevano dato l’anima per permettere a Zapdos di risvegliarsi lo stavano acclamando con grandi feste. Anche Pikachu, sebbene stesse grondando di sudore per la gran fatica appena sopportata, stava festeggiando il ritorno di Zapdos tra i viventi danzando e facendo delle giravolte su se stesso. Pareva proprio, secondo l’allenatore del topolino elettrico, che il suo Pokémon provasse un venerabile rispetto per Zapdos e che fosse più che contento che il Pokémon leggendario si fosse ripreso.
Laura: -Ehi! Zapdos sta per prendere il volo!- Come annunciato dalla ragazza dagli occhi verdi, il Pokémon leggendario iniziò a sbattere le ali, dapprima lentamente, per poi prendere sempre più velocità e sempre più forza. Zapdos corse un poco in avanti per prendere abbastanza slancio nel decollo e, una volta che ci riuscì, passò sopra le teste dei Pokémon elettrici che lo aiutarono nel recuperare le forze ed iniziò a prendere sempre più quota, librandosi con abbastanza sicurezza nel corpo. Gli allenatori ed i Pokémon videro, con molto sollievo e contentezza, il Pokémon leggendario librarsi e sbattere le magnifiche ali nel cielo plumbeo di Sludge City. Ogni volta che Zapdos sbatteva le ali, un fulmine accompagnava il suo movimento, quasi cadenzato. I ragazzi osservarono meravigliati, a naso in su, il maestoso Pokémon elettrico che volteggiava, felice, nel cielo carico di pioggia e di elettricità. Avevano sicuramente fatto una buona azione nel salvare lo Zapdos da una morte certa e, quello che rese ancora più euforico il maestro di Pokémon, era che aveva riconsegnato alla libertà allo stato brado uno dei tre Pokémon uccello leggendari, nientemeno che il signore dei fulmini. Ash aveva già avuto a che fare con Zapdos in passato, ma mai ad un livello così ravvicinato. Per un momento, quando gli si era avvicinato per percepire il suo debole respiro, al ragazzo col cappello era sembrato che il Pokémon stesse gridando aiuto. Non con la voce, certo. Forse si sbagliava, forse era una sua impressione, però quella sensazione lo aveva colpito nel profondo del suo cuore. Alex, arrancando con la sua stampella di metallo, si avvicinò al suo maestro e, quando gli fu proprio accanto, sorrise e gli parlò.
Alex: -Che giornata fantastica! Ti rendi conto, Ash? Abbiamo salvato Zapdos, un Pokémon leggendario! Non è una cosa che capita tutti i giorni! Incontrarlo dal vivo… è stato emozionante!- Ash voltò lo sguardo verso il suo allievo e gli sorrise. Tornò nuovamente a guardare il cielo e, con suo enorme stupore, si accorse che le nuvole gravide di pioggia si stavano lentamente, ma inesorabilmente, dissipandosi per lasciare spazio al cielo color turchese, illuminato da un tiepido sole di fine estate. A quanto parve, Zapdos, nell’allontanarsi da Sludge City, quasi volesse fare un favore ai suoi nuovi amici che gli ebbero da poco salvato la vita, volle portare con sé anche il maltempo. Il Master dei Pokémon rammentò a se stesso la frase del Pokédex, soffermandosi sul fatto che Zapdos, sbattendo le sue ali imponenti, causava forti tempeste. La frase del Pokédex non poteva essere più azzeccata. Alex inspirò a pieni polmoni, con le narici continuamente solleticate dall’odore dell’erba bagnata di pioggia e poi il suo sguardo cadde su Brock, il quale si era ritrovato davanti a sé il Mareep che aveva catturato poco prima, per farsi raccontare la storia dei furti di energia elettrica. Sembrava proprio che l’allevatore di Pokémon avesse intenzione di liberare la pecora.
Brock: -Ti ringraziamo per averci raccontato la storia di Zapdos, Mareep. Ora, però, devi tornare nel tuo gregge, i tuoi amici ti stanno aspettando da quella parte…- Ed indicò il gruppetto di pecore, inzuppate d’acqua fino al midollo, che si era ricomposto dopo l’attacco lanciato a Zapdos. L’uccello leggendario era scomparso dall’orizzonte, Pikachu era tornato sulla spalla del suo allenatore, stanco ma felice. Mareep non sembrava affatto d’accordo con la decisione dell’ex capopalestra di Plumbeopoli e, guardando il ragazzo con uno sguardo torvo, il suo vello si ispessì di qualche centimetro di volume e tutt’intorno, quasi fosse un’aura, si sviluppò un concentrato di scariche elettriche.
Mareep: -Come sareeebbe a dire? Mi voleeete scaricaaare così?! Io veeengo con voooi, non mi piace reeestare in uno stuuupido greeegge! Mi credeeete un peeecorone, per caaaso? Io sono intraprendeeente, sono un avventurieeero, io!- Brock e Bulbasaur sgranarono leggermente gli occhi, spaventati dal tono di voce quasi minaccioso di Mareep. Il primogenito dei Peters non pensò due volte a non voler fare arrabbiare Mareep e, come “gentilmente” richiesto da Mareep, Brock fece rientrare il suo nuovo Pokémon nella Mega Ball. Quando il Pokémon pecora fu rientrato nella sfera Poké, Laura schernì il suo amico con una risata.
Laura: -Certo che quella pecora si fa rispettare! Non è certo un peeecorone come il suo allenatore, vero?- Brock, leggermente risentito dalla battuta della figlia dei Ferguson, aggrottò le sopracciglia e gridò contro la ragazza.
Brock: -Si dia il caso che il peeecorone in questione abbia catturato un nuovo Pokémon! Che cosa state aspettando, voi due, a catturarne di nuovi?- La controbattuta di Brock fu più dura di quanto lo stesso ragazzo si aspettasse. I due allievi di Ash abbassarono gli occhi in terra, lievemente rossi in volto per la vergogna, ma Brock immediatamente spezzò l’imbarazzante rimprovero con una sonora risata. I quattro allenatori, dopo avere ricevuto “i più vivi complimenti” dal capoingegnere, salutarono quest’ultimo con un cenno della mano. Girarono i tacchi e (seppure lentamente, a causa dell’andatura claudicante ed incerta di Alex) si diressero finalmente verso il TunnelRoccioso, collegamento naturale tra Celestopoli e Lavandonia, prossima meta più vicina.
   
 
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