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Autore: DarkMoonHunter    05/03/2014    2 recensioni
Mille anni passati in prigionia e in sofferenza, covando rancore.
Mille anni a meditare la propria vendetta.
Ora è arrivato il momento di liberarsi e seminare il terrore.
Dovroar è un demone a cui hanno tolto ogni freno, e non si fermerà mai.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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The Revenge

 


Quanti giorni...mesi...anni...sono passati? Da quanto tempo mi trovo qui? Troppo. 

Devo andarmene, devo abbandonare questa prigione, ma come?

Come posso riuscirci con questo dolore che mi attanaglia l'anima? Un dolore che affligge ogni fibra del mio essere, un dolore che mi impedisce di fare qualsiasi cosa. 

Ricordo ancora bene quando, molto tempo fa, mi hanno imprigionato e incatenato in questo posto dimenticato da Dio. Malmenato con violenza, sbattuto su una fredda croce metallica e legato con catene uncinate, fatte apposta per lacerarmi la pelle. Dopo esser stato flagellato e crocifisso sono stato deriso e umiliato, mentre la mia spada demoniaca fermava i battiti del mio cuore ed erano stati proprio quegli umani, gli stessi umani che avevo giurato di eliminare, a trafiggermi con violenza e senza il benchè minimo rimpianto. 

Stupidi, stupidi umani. Approfittatori senza un minimo di fegato, mi hanno colto nel momento meno conveniente, sfruttando lei. Il suo sorriso è ancora impresso nella mia memoria e non svanirà mai. 

Gli umani hanno segnato la loro disfatta quel giorno, lo stesso giorno in cui me l'hanno portata via e mi hanno privato della libertà... 

Con i loro trucchetti e le loro catene sono riusciti a rallentarmi ma non a fermarmi e quello è stato il loro più grande errore. Il momento di liberarsi è arrivato e finalmente pagheranno. 

Durante tutto questo tempo, il dolore non mi ha indebolito...no...ha solo alimentato la mia rabbia e la mia sete di sangue, facendomi accumulare sempre più potere e ora, questo mio potere, potrà essere utilizzato per mio unico obbiettivo: la vendetta. 

Apro gli occhi e per l'ennesima volta vedo tenebre ad ammantare le rocce dell'Oscura Caverna, ricoperte di gocce calcaree.

Combattendo contro il mio stesso corpo comincio a forzare le catene che mi tengono legato, procurandomi profondi tagli che cominciano subito a stillare sangue.
Sento i polsi e le caviglie escoriarsi ma continuo, ormai il dolore è solo un intralcio per il corpo, non per la mente.

Dopo quelle che sembrano ore sento finalmente le estremità degli arti libere.
Trattengo un gemito mordendomi le labbra con i canini affilati, talmente forte da lasciare due buchi grondanti sangue mentre la lama nera di Xarxeas mi divora la carne.

Afferro il piatto della lama e comincio a sfilare. Un dolore inimmaginabile mi assale, mentre la mia cassa toracica pian piano viene svuotata dall'intrusione.

Senza ormai niente a tenermi ancorato alla croce, crollo sulle ginocchia, non preoccupandomi delle ferite. 
Ansimante mi alzo, mentre sento il cuore che lentamente ricomincia a battere, portando con le sue pompate il potere nel mio corpo, che comincia a guarire e tornare ai suoi antichi fasti.

Ghigno, un ghigno folle, omicida.
Sono libero e presto il mondo conoscerà la paura e la distruzione.
Non mi riterrò soddisfatto finché ogni città non andrà a fuoco e le strade saranno piene dei cadaveri di quegli inutili umani.
I lastricati verranno inondati da una marea vermiglia, l'aria inondata da fiamme e cenere e dall'odore di morte, morte che porterò io.
Banchetterò con le carni degli aristocratici seduto trionfante su un cumulo di cadaveri.

Impareranno cosa significa portare via ad un Nobile Demone del regno di Lucifero l'unica cosa che lo tiene ancorato all'umanità, al controllo dei propri istinti.
Non avrebbero mai dovuto portarmi via lei, ma l'hanno fatto, e ora ne pagheranno le conseguenze.
Avanzo lentamente, sgranchendomi le ossa e crogiolandomi nei miei piani di vendetta, sistemandomi la lama demoniaca sulle spalle.
Sento l'umidità bagnarmi il petto nudo, coperto da un lungo cappotto nero aperto e senza maniche che ondeggia per via del leggero vento, lasciando scorgere lunghi e tentacolari tatuaggi che mi ricoprono le braccia e la schiena.
I lunghi capelli neri frusciano contro il collo alto dell'abito, come dotati di vita propria.

Calpesto qualcosa con lo stivale nero e mi fermo, guardando il suolo.
Rune. Pensano davvero di fermarmi con questa inutile, quanto fragile, barriera?
Ghigno ancora, rivelando i canini felini e ricomincio ad allontanarmi da questa prigione.
Ma non faccio che pochi passi, prima di arrestarmi per l'ennesima volta.

Davanti a me sono apparsi due insignificanti umani, che, in armatura e con le spade sguainate mi ordinano di fermarmi.
Mai errore più grande fu commesso in vita loro.

Con uno scatto mi catapulto fra di loro, e abbassandomi, li colpisco con una gomitata sui fianchi che li fa' schiantare contro le pareti dell'angusto corridoio in cui ci troviamo.
Si rialzano subito e cominciano a menar fendenti, affondi e stoccate senza mai raggiungere il loro obbiettivo.
Evito con movimenti fulminei le loro spade, spronandoli a continuare.
Sto solo giocando.

Stufo di banali trucchetti, contrattacco.
Evito la spada del primo, spostandomi all'esterno e do' un colpo al suo gomito, slogandoglielo e facendogli perdere la presa sull'elsa della spada che prontamente afferro e lancio in direzione del soldato rimasto che, correndo, mi viene incontro.

Catapulto lontano il corpo gemente del primo umano e mi volto a guardare l'operato del mio lancio.
La lama si è conficcata sulla spalla del secondo soldato, arrestando la sua corsa e anzi, bloccandolo alla parete perforata.
Gli vado incontro con sguardo di fuoco, mentre nei suoi occhi scorgo il terrore.
Bene.
Gli do' una ginocchiata nello stomaco, seguita da pugni sulle costole, che gli fanno vomitare una gran quantità di sangue, per poi finirlo.
Gli prendo la testa con una mano e con forza gliela sfracello sulla pietra, facendo schizzare il sangue dappertutto e ricoprendomi di quel sangue sporco.

Senza neanche voltarmi sguaino Xarxeas e tronco il busto del soldato rimasto, che silenziosamente si era fatto avanti con un pugnale nella mano sana.
Il corpo cade a terra, con gli arti inferiori staccati di netto dal resto del corpo all'altezza dell'osso sacro.
Vittorioso pulisco la lama nera e riprendo il cammino.


Ogni tanto incontro qualche soldato che, inesorabilmente, vanno incontro alla morte, sprezzanti di vittoria.
Li hanno messi di guardia in questa grotta, probabilmente senza neanche avvertirli di quello, o meglio chi, stanno sorvegliando.
La rabbia si fonde assieme al compiacimento, infondo per essere ancora sorvegliato non sono ancora stato dimenticato.


Quando finalmente arrivo in prossimità dell'uscita prendo un respiro profondo. Aria pulita e non umidiccia e muffosa.
Assurdamente rallento il passo. Non so il perché, ma poco mi importa. Sto finalmente tornando all'aperto e neanche la truppa di una decina di soldati che mi sbarrano l'uscita riuscirà a tenermi qui per più di qualche minuto.
Svogliato, concentro una piccola quantità di potere, per poi spararla verso il plotone che con un grido di sorpresa esplode, pitturando di rosso l'entrata.
Scavalco i cadaveri e finalmente sono sotto un cielo magnificamente  stellato, testimone della mia ritrovata libertà.

Ora comincerà la distruzione, e partirà da questo luogo.
Mentre mi allontano un boato riecheggia nel silenzio, segno che, come mio intento, la grotta è crollata creando una immensa voragine e portando con se quella maledettissima croce.
Rido, una risata pazza e liberatoria.
Volgo lo sguardo all'orizzonte e la mia risata si spegne, lasciando un ghigno a solcarmi le labbra.

Due ali compaiono sulla mia schiena, grandi e membranose, generate dai tatuaggi. Mi allontano velocemente, diretto alla prima città del mio cammino.

Io sono Dovroar, tremate umani, perché sarò la vostra distruzione!













Angolo Autrice:

Salve a tutti!
Se siete arrivati fin qui mi complimento con voi, perchè questa....COSA...fa schifo. E non può essere chiamata in altro modo se non così.
Devo smettere di delirare, altrimenti il mio cervello bacato partorisce questi orrori....
Spero di vedere qualche recensione, e grazie a chiunque ha letto.
Wolf.
   
 
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