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Autore: Marra Superwholocked    06/03/2014    2 recensioni
Il Dottore non dimenticherà mai Anna.. Una compagna di viaggio totalmente fuori dagli schemi, così simile a lui.
"Si mise più comodo, accavallò una gamba per creare un supporto su cui scrivere e cominciò descrivendo la tempesta di quella notte."
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Doctor - 11, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questione di DNA


Ci fu un attimo di silenzio. Un attimo che sembrò durare un'eternità, per Anna. O meglio, per il Dottore. “Wow! Non ci credo! Chi l'ha inventata?” chiese Anna stupefatta.
“Anna, vorresti, per favore, darmi qualche spiegazione?!”
“Oh, Dottore, per l'amor del cielo! Non hai ancora capito?” si lamentò lei.
“No!”
I tre Pikeyani, disperati, tentarono di ripristinare l'ordine in quella salettina. La macchina era rimasta lì per anni – forse secoli, chi lo sa? – e mai utilizza. Un certo Setio l'aveva dapprima disegnata sulla pergamena più economica che possedeva, per poi trasportare gli stessi progetti sui pregiati Diamanti Neri donatigli dal re in persona, Demetrus XIV, per farne un'arma potentissima. I lavori iniziarono subito, ma il povero Setio non aveva idea di ciò che frullava nella testa del suo sovrano. Sebbene riponesse fiducia in lui, Setio diede comunque in pasto alle fiamme i suoi progetti su pergamena e scalfì due lineette in più qua e là sui Diamanti Neri, in modo tale da modificare l'intero progetto. Infatti, l'idea iniziale di Setio – secondo un complicatissimo processo fisico – era che due corpi, due menti, si fondessero assieme, creando una nuova persona unica nel suo genere e più intelligente di chiunque altro. Mettendo insieme più persone, pensava Demetrus, avrebbe potuto creare il suo popolo utopico. Fortunatamente, Setio ebbe una notevole intuizione e, con le sue modifiche ben pianificate, i due soggetti usati dalla macchina vengono mantenuti tali: vi è solo uno scambio di menti. Il suo piano non venne mai scoperto, ma dopo una prova finita nel peggiore dei modi, Setio venne condannato a morte e la macchina a raccoglier polvere.
Quindi, Anna era il Dottore ed il Dottore era Anna. In poche parole, erano nei guai fino al collo.


La ragazza prese dal marsupietto in pelle di daino la sua penna tuttofare. La azionò e con un trillo spostò di qualche metro la sua astronave, giusto per toglierla dal sentiero. Il vento faceva volare i suoi capelli profumati al miele ed un brivido la fece sorridere senza che se ne accorgesse.
« Sto arrivando, amico mio » disse tra sé e sé a quel dolce ricordo di lei ed il suo compagno di viaggio mentre correvano per salvarsi dalla vista del Dottore. Il suo capitano sapeva. L'ha sempre saputo. Per questo era il suo preferito.
Aprì le porte dell'astronave e vi entrò, ne toccò le pareti metalliche che si estendevano infinite davanti ai suoi occhi. “Pareti labirintose” le aveva chiamate suo padre, la prima volta che le vide.
“Ehi, tesoro” sussurrò avvicinandosi alla sala di pilotaggio. “Che ne dici di andare a trovare il nostro Jack?”
Per tutta risposta, le porte del Tardis sbatterono e si accesero i motori.


“Ma è così semplice, Dottore!” Si voltò verso i Pikeyani che nel frattempo si erano stretti tra di loro, facendosi piccoli piccoli in un angolino. Guardò di nuovo in faccia l'alieno che l'aveva portata lì. “Come fai a non capire?”
“Tu comincia a parlare e poi vedremo.” Incrociò le braccia al petto. Si sentiva impotente.
“Quei lampi luminosi! Sono stati loro a fare questo! Raggi alfa ad alta intensità che viaggiano nello spazio sottraendo il DNA di una persona per proiettarlo in un'altra! Geniale!”
La faccia del Dottore era indescrivibile. Per la prima volta nella sua vita non capiva un'acca di quel che gli si diceva. Ed il bello era che non aveva la ben che minima idea di cosa fosse un raggio alfa.
Vedendo la faccia esterrefatta dell'altro, Anna continuò col suo discorso da cervellona. “Sono formati da due protoni e da due neutroni legati insieme dalla forza nucleare forte e, a causa della loro carica elettrica, interagiscono fortemente con la materia che li assorbe facilmente. Li abbiamo interiorizzati! Entrambi abbiamo assorbito il DNA dell'altro! Ora hai capito?”
Il Dottore spalancò la bocca e rimase senza fiato. “Hai pronunciato tante parole senza che io abbia capito nulla.” Era estremamente frustrante. Mai e poi mai pensò che una tal cosa potesse succedere, specialmente a lui. All'ultimo Signore del Tempo non era concesso perdersi in queste cose. Certo, poteva rimanere intrappolato in un sottomarino russo, tenuto come ostaggio per un anno intero dal più crudele dei suoi nemici o costretto a vedere morire per due volte la sua stessa famiglia. Ma non questo, non l'ignoranza.


Aveva conosciuto Jack quando aveva solo centocinquantasei anni. Era ancora giovane. Conservava ancora il ricordo di quel giorno.
Era atterrata nella Londra del XXI secolo, decisamente la meta preferita dal Dottore e dalle minacce che si porta costantemente dietro. Jack e i suoi avevano appena evitato l'ennesima catastrofe e, in assenza dell'eroe Gallifreyano, dovettero fare tutto da soli. Certo, pensò Jack, per lui, le domeniche sono noiose, sì.. Ma perché ci siamo noi!
Lei li aveva spiati da dietro una via, da come era abituata con la sua preda. Aveva riconosciuto Jack dalle storie che venivano raccontate in famiglia. Jack di qui, Jack di là.. L'argomento alternativo a Jack era il Dottore. Fu questo a spingerla a cercarli.
Quel giorno fu lo stesso Jack a vederla. Lei tentò di nascondersi, ma, con un passo felpato, le fu accanto in un batter d'occhio. “Chi sei?” le aveva domandato puntandole la pistola alla tempia.
“Conosco il Dottore” le uscì.
Lui si sentì debole e fragile come una montagna priva di alberi. Le chiese di dirgli di più, se aveva un messaggio per lui, ma nulla. Solo una proposta di viaggio. Senza meta, senza inganno.


Anna rimase in un silenzio che significava rispetto. Ma non poteva starsene con le mani in mano ora che tutto quel ben di Dio le circolava in testa. Dunque, prese una decisione. “Dottore, meglio che tu rimanga qui, insieme a loro.” Indicò Alphius e gli altri che, quando Anna si rivolse a loro, scattarono sull'attenti. “Voi, invece.. Vi prego di fare attenzione a lui.”
I tre Pikeyani annuirono in silenzio.
Anna lasciò il fianco del Dottore ancora ammutolito per quello che era successo. “Io.. Andrò là fuori e farò il necessario perché tutto questo finisca.”
“Ma non puoi andarci da sola. Vengo con te!” si propose il Dottore.
“No, meglio di no. Loro pensano che io sia soltanto una sirena, la minaccia, qui, sei tu.”
“E cosa intendi fare?”
“Quello che hai sempre fatto tu per tutta la tua vita: affronto il pericolo.” Gli andò vicino e lo abbracciò. Ad Anna sembrò di stringere tra le braccia un bambino infreddolito. “Dottore, non combinare pasticci, intesi?”
Annuì. “Anna, ti servirà questo, qualunque cosa sia.” Allungò una mano nel suo cappotto e ne estrasse il suo amato cacciavite sonico.

   
 
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