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Autore: happinvss    06/03/2014    0 recensioni
Louis non sapeva proprio come interpretare quel "va tutto bene" detto con voce atona. Poteva essere una domanda, poteva essere la risposta a tutte le questioni che gli frullavano in testa. Poteva essere un "va tutto male, la tua ragazza è morta e tu non la rivedrai mai più".
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Human

La giornata era relativamente bella, qualche nuvola solcava il cielo e il sole splendeva a picco. Louis era al sesto giro di campo, sentiva il petto che bruciava e le ginocchia scricchiolare, ma la sensazione era bella. I Rovers stavano facendo riscaldamento assieme a lui, chiacchieravano poco per risparmiarsi il fiato. I suoi occhi furono coperti per l'ennesima volta dal ciuffo troppo lungo sfuggito al cappello; se lo lanciò in dietro con una rapida passata di mano. Arrivato a metà campo, aumentò ritmo e il vento gli soffiò in faccia. 
«Pausa ragazzi!» urlò l'allenatore, soffiando il fischietto e sbracciandosi. A Louis non piaceva quell'uomo, troppo estroverso e appiccicoso, ma doveva ammettere che aveva delle buone tecniche di allenamento. 
Il ragazzo arrivò saltellando dentro gli spogliatoi e si buttò dell'acqua sul viso accaldato. «Tommo, stasera c'è anche Rose alla partita?» chiese Wayne, il centrocampista della squadra. Louis annuì, con un sorrisone enorme stampato in faccia.
Rose era la sua ragazza "storica", come la chiamavano nelle riviste per i semplice motivo che stavano insieme da quattro anni. Era la donna della sua vita, dai capelli corvini che le arrivavano alle spalle, la pelle chiara e profondi occhi verdi; era dolce, riservata, silenziosa e allo stesso tempo onnipresente. Louis aveva trovato il suo posto nel mondo: al fianco di Rose.
Ma lui che ne sapeva di quello che sarebbe successo di lì a poche ore?
 
«Ciao ma', ci vediamo domani!»
La madre di Rose agitò la mano dalla veranda e con un sorriso se ne tornò in casa.
La ragazza entrò in macchina e infilò le chiavi nella toppa d'accensione, il motore rombò. Quella Jeep nera era il suo sogno sin da bambina. Ingranò la retromarcia ed uscì dal vialetto della villetta, infilandosi nel traffico di Doncaster. Rose non vedeva l'ora di arrivare allo stadio, da Louis, l'unico suo motivo di vita. 
La radio era ancora sulla stazione scolastica, che dava pezzi moderni misti a delle canzoni più soft; in quel momento, risuonava "Human" di Christina Perri. La ragazza si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e si concentrò sulla strada, che ormai conosceva a memoria. Io Keepmoat non era tanto lontano da Doncaster, lo avrebbe raggiunto in una decina di minuti. Il sottofondo cambiò, i The Calling intonarono "Wherever You Will Go", la canzone che Louis le aveva dedicato. Rose sorrise istintivamente e iniziò a cantarla a squarcia gola, a finestrini abbassati. Il traffico s'era diradato man mano che raggiungeva la periferia della città, poche macchine traversavano la strada, per quel motivo la ragazza decise di dare gas alla Jeep e aumentare la velocità di marcia. A quel ritmo d'andata sarebbe arrivata prima allo stadio. 
La tragedia si consumò in pochi minuti. 
Una macchina sbandò e andò contro un altra, accartocciandosi su se stessa come un foglietto di carta. Per Rose fu inevitabile lo scontro: il vetro del parabrezza si spezzò, la fiancata dove era lei si ripiegò all'interno e le lamiere si spezzarono.
Un'altro stridio di freni, dietro di lei, il retro della macchina venne sbalzato in avanti, schiacciato. Le lamiere erano ovunque.
La ragazza sentì un dolore lancinante alla nuca e qualcosa che colava sul fianco.
Poi più niente, il buio più totale la avvolse.
 
Erano le otto e mezza e Louis cominciava a preoccuparsi. Rose doveva essere arrivata da due ore, ma di lei neanche l'ombra. «Stai tranquillo, Tommo, arriverà.» lo rassicuravano i suoi compagni di squadra. Lui annuiva, si calmava di poco, poi riprendeva a muoversi per gli spogliatoi come una bestia in gabbia. Fuori un paio di voci sommesse parlottavano.
«Lei non può entrare, glielo ripeto, non mi interessa se è un paramedico.» spiegò l'allenatore.
«Devo dirglielo, non può tornare a casa e trovarsi senza la ragazza.» 
Alla parola ragazza, Louis sbiancò e si precipitò alla porta.
«Quale ragazza? Avete visto Rose?» chiese. 
La sua aria preoccupata si trasformò in terrore quando si accorse che l'uomo che parlava con l'allenatore era un paramedico. Aveva in mano una felpa. A Louis crebbe il panico.
«Louis torn-»
«No!»
L'uomo si schiarì la voce, visibilmente scosso. «Lei è Louis Tomlinson?» chiese, stringendo i pugni attorno all'indumento. «Si, sono io.» 
«La sua ragazza è Rose McCallahan?» fece. «Si, dannazione, si!» urlò il giocatore, esasperato.
«Rose ha avuto un incidente d'auto. In questo momento l'abbiamo portata priva di sensi all'ospedale.»
Louis dovette appoggiarsi al muro per sopportare il peso di quella rivelazione. «Q-quella è la sua felpa?» domandò, indicando l'indumento. «Si.» 
Il paramedico la alzò e Louis urlò: il fianco era un lago di sangue, uno squarcio largo si era formato nel tessuto, il colletto era insanguinato anch'esso. 
«Portatemi da lei, subito, non mi interessa più un cazzo della partita.» sbraitò, andando negli spogliatoi a prendere il telefono e una bottiglietta d'acqua. 
«Tommo..»
«Non ora Wayne, devo andare. Buona fortuna.»
 
All'ospedale c'erano già Harry e Liam, che giravano su e giù per il corridoio del reparto rianimazione. Louis corse tra le braccia del suo migliore amico e le lacrime scoppiarono. Pianse senza ritegno sulla spalla del ragazzo, pregando per la vita di Rose, la sua piccola.
«Lou, andrà tutto bene..» tentò di rassicurarlo Harry, carezzandogli i capelli. «N-on doveva c-capitare a l-lei, perché? PERCHÈ?!» 
Liam stava parlando con un'infermiera, le sopracciglia corrugate e una mano davanti alla bocca. Aveva gli occhi lucidi e rossi dal probabile pianto. Louis era ancora aggrappato al petto di Harry, scosso da violenti tremiti e da singulti rumorosi. «Shh, basta Lou, andrà tutto bene, calmati.» sussurrò il riccio, con la guancia appiccicata ai capelli dell'altro. 
«Louis Tomlinson?» domandò un medico, con in mano un paio di scartoffie. 
A quelle parole Louis si sentì in dovere di essere forte per se stesso e per Rose. «S-sono io.» balbettò, asciugandosi il viso con la manica della felpa e respirando a fondo per tranquillizzarsi. «La ragazza è ancora incosciente, lo squarcio al fianco era molto pro-»
«Dottore! Arresto cardiaco in sala 5, McCallahan!» urlò un'infermiera, correndo rapida. Liam sussurrò un "merda" ed Harry abbassò lo sguardo. Louis gridò di dolore, accasciandosi a terra, le lacrime sgorgavano come fiumi. Gli bruciavano gli occhi e le guance, le labbra erano rosse a forza dei morsi che si era dato durante il viaggio dal Keepmoat al pronto soccorso. 
Il suo mondo gli crollò sulle spalle, si sentì straziare il cuore, si sentiva un masso sul petto. Minuti interminabili passarono fino a che una donna non gli si avvicinò, accovacciata sulle ginocchia. «Signor Tomlinson, va tutto bene.» disse, stringendogli leggermente la spalla. Louis non sapeva proprio come interpretare quel "va tutto bene" detto con voce atona. Poteva essere una domanda, poteva essere la risposta a tutte le questioni che gli frullavano in testa. Poteva essere un "va tutto male, la tua ragazza è morta e tu non la rivedrai mai più". Trovò la forza di annuire e di alzarsi in piedi su un paio di gambe che non lo reggevano più. 
Harry gli rivolse un sorriso tirato e triste, Liam guardava in alto per impedire alle lacrime di scendere. «Voglio vederla.» mormorò Louis, voltandosi verso la donna, che gli fece strada nel corridoio. Lo lasciò solo con l'ombra di Rose, pallida, stesa su quel letto d'ospedale, i morbidi capelli neri tutti arruffati e schiacciati sul cuscino. Il ragazzo si premette una mano sulla bocca per reprimere degli altri singhiozzi. La sua piccola Rosie, un tempo la donna più forte e più energica di questo mondo, ora lottava tra la vita e la morte, su di un letto d'ospedale troppo grande per il suo corpicino piccolo, da bambina. Le andò vicino, piano piano riuscì a distinguere tutti i rumori nella stanza: lo sbuffo ritmico di uno stantuffo che le dava ossigeno; il gocciolare della flebo, probabilmente morfina; il bip delle macchine, lento e straziante. 
«Hey piccola...» gracchiò il ragazzo, con uno sguardo a metà tra il dolore assoluto e la pietà più profonda. «Che ti hanno fatto?» 
La voce di Louis era un soffio, tratteneva a fatica il groppo di lacrime che gli occludeva la gola. «Ma ti riprendi vero? Io lo so, tu sei forte, non puoi abbandonarmi...» 
Il petto di Rose si alzò in un respiro e l'umore del ragazzo fece un salto in alto. La ragazza mosse le dita di una mano poi aprì di poco gli occhi.
«L-ou...» disse in un soffio, la sua voce era così fievole che nemmeno lui che le era accanto la sentì bene. «Amore mio.» rispose lui, mettendole una mano a coppa sulla guancia gelida. Rose accennò ad un sorriso tirato che si trasformò in una smorfia di dolore in poco tempo; il bip delle macchine era aumentato di poco, ma Louis non se n'era accorto, ora aveva soltanto in mente "è sveglia, si rimetterà".
«Dimmi una cosa.» 
«Che cosa, piccina?»
«Dimmi che mi ami, ti prego.»
Il volto del ragazzo si aprì in un'espressione tanto felice quanto triste. «Ti amo. Ti amo Rose, ti amo più della mia stessa vita.» 
«Ti amo anche io, Lou.»
Lei abbozzò un sorriso, poi i suoi occhi cominciarono a chiudersi.
«Rose?» chiamò Louis. «Rose?! Rose non mi abbandonare, ti prego!» 
Aveva gli occhi chiusi. La testa le scivolò di lato, la macchina emise un lungo bip.
Quasi immediatamente un'equipe medica entrò nella stanza e lo spinse fuori. «Rose! NO!» urlò lui, accasciato in ginocchio contro la porta sprangata, a tirare pugni inutilmente. Un paio di braccia forti lo sollevarono e lo strinsero in un abbraccio vigoroso, un forte profumo di colonia maschile lo investì. «Rose...» mormorò di nuovo, contro il petto di colui che lo abbracciava.
«Cazzo, Lloyd, ancora! Massaggio cardiaco, subito!» la voce di un medico fuoriuscì dalla stanza. 
Louis sentì la propria cassa toracica restringersi attorno ai polmoni, gli mancava l'aria, il dolore che provava era indescrivibile. 
Ad un tratto il silenzio si fece assordante, al ragazzo fischiava un orecchio. «Porca puttana!» urlò la voce di Liam, da sopra la testa di Louis. Quest'ultimo lanciò un "perché?" straziante al cielo, voleva stendersi a terra, voleva abbracciare la sua Rosie, voleva essere lui quello coinvolto nell'incidente. Gli infermieri uscirono a testa bassa, uno dopo l'altro, dalla stanza, con l'aria afflitta e in colpa. «Ci dispiace, abbiamo fatto tutto il possibile. Non ce l'ha fatta, signor Tomlinson.» 
"Non ce l'ha fatta". Quelle parole risuonarono all'infinito in testa, sentiva il cuore che veniva trapassato da migliaia di coltelli. Si staccò dall'abbraccio e tirò un pugno alla parete dell'ospedale, con un ringhio di dolore e rabbia allo stesso tempo. «Louis non-» mormorò Liam, tentando di fermarlo. «Lascialo stare Liam, sarebbe peggio dopo.» ordinò Harry. 
Louis continuò a tirare pugni al muro fino a che la pelle delle nocche non si spaccò e le mani gli fecero male. Allora si appoggiò alla parete e scivolò rannicchiato al pavimento, dove riprese a piangere, a piangere senza ritegno, ma senza singhiozzi. Un pianto silenzioso, da uomo che non si vuole far sentire da nessuno. 
Pianse fino a che gli occhi non gli si chiusero dal sonno.  Negli ultimi secondi di dormiveglia sentì una mano che gli carezzava i capelli. 
«Ti amo anche io, Louis.»

 
E' la tristezza, I know, mi prendo la responsabilità di tutte le vostre lacrime
 
BUONASERA
Scusatemi, avevo in mente questa OS da troppo tempo e oggi m'è venuta la voglia di abbozzarla. Il risultato, tutto sommato mi soddisfa, sono totalmente fiera di come è venuta. 
CURIOSITA': l'ho scritta con Human (Christina Perri) e Moments (One Direction) di sottofondo e ho versato troppe lacrime, quindi evitate a meno che voi non siate masochiste al massimo. 
Inoltre questa è la prima e l'ultima volta che scrivero di straight!Louis, perchè credendo in Larry non ce lo vedo proprio da etero, #sorrynotsorry.
NEWS: a breve aggiornerò Shivers e sto lavorando su di una AU!Larry!Smut a sfondo Cinquanta Sfumature, just wait for that.
E niente, vi amo <3
Annie xoxo
  
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