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Autore: Ambros    06/03/2014    6 recensioni
[AU!Klaine]
Quando Kurt torna dalla NYADA a Lima per fare una sorpresa al proprio fidanzato, l'ultima cosa che si aspetta è che David l'abbia tradito. Sconvolto, decide di allontanarsi da tutto e da tutti; parte per Firenze, ma l'ultima cosa che si aspetta è di incontrare lì qualcuno che lo farà sentire di nuovo bene: Blaine.
Dal testo:
-Poi il treno si ferma, lui si allunga per prendere la valigia – miracolosamente non la tira in testa a nessuno - scende quei pochi gradini sorridendo educatamente alla ragazza che è stata seduta accanto a lui, ed è lì.
Sul marciapiede grigio scuro attraversato da una linea gialla, il marmo rosso e bianco a qualche passo da lui che risplende per la luce che entra prepotentemente dalle vetrate sul soffitto.
C’è.
Firenze.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Dave Karofsky, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il capitolo che tutti aspettavate :D

 

Love doesn't care about odds.
Capitolo VIII



 

Blaine lo avvolge completamente tra le proprie braccia, e la schiena di Kurt urta senza violenza la parete dell’ascensore; i loro respiri appesantiti si fondono, e le loro mani stringono con più forza il corpo dell’altro, alla ricerca di un appiglio qualsiasi per evitare che tutto quello – qualsiasi cosa sia – li trascini via con sé.
Kurt si abbassa per leccare la pelle dietro l’orecchio di Blaine, e gli sfugge un sospiro soddisfatto quando viene ricompensato con un mugolio sonoro.
Qualcuno si schiarisce rumorosamente la voce, e i due si allontanano con uno schiocco molto imbarazzante: non si erano nemmeno accorti che l’ascensore si fosse fermato.
Arrossiscono violentemente quando si ritrovano davanti due ragazze che li osservano con un sorrisetto furbo e un sopracciglio inarcato in maniera inquietantemente speculare.
Fate pure con comodo” dice una di loro, ridacchiando.
Sc-Scusate” Balbetta Blaine, afferrando la mano di Kurt per trascinarlo velocemente fuori dall’ascensore.
Ridacchiano incontrollabilmente quando si ritrovano nel corridoio, e si riafferrano immediatamente; le mani di Blaine sono di nuovo sul suo viso, quelle di Kurt gli accarezzano le spalle muscolose.
Ringraziano le chiavi magnetiche – nessuno dei due sarebbe in grado di usare decentemente una chiave – e si ritrovano avvinghiati nella camera di Kurt, con i respiri spezzati e le mani tremanti.
“Io … Tu … Oh, Dio” geme Blaine, mentre le labbra di Kurt continuano a vagare sul suo collo, succhiando e mordendo con delicatezza. “Va bene?” riesce a chiedere alla fine, con uno sforzo immane, in un sussurro flebile.
“Sì” mormora Kurt, senza fiato; non ha bisogno di pensarci, non davvero – forse non è nemmeno completamente in grado di farlo – “Sì, va bene.”
Blaine geme in maniera adorabilmente incontrollabile, affondandogli le mani tra i capelli con un sospiro che sa un po’ di disperazione, e gli fa correre le mani lungo la schiena snella e muscolosa da sopra la camicia sottile, ed è così caldo, così dolce, che Kurt ha bisogno di qualcosa di più; gli stringe il viso tra le mani, gli accarezza gli zigomi con i pollici, sfiorandogli le labbra con la lingua.
“Oh. Oh, Dio.” Rantola Blaine sulla sua bocca, stringendogli i fianchi quasi con troppa forza, e a Kurt non importa sinceramente un fico secco della camicia che si sta spiegazzando; si limita a gemere senza ritegno, perché Blaine è lì. Sono lì insieme. Va tutto bene.
Blaine gli mordicchia con gentilezza il labbro inferiore, accarezzandogli il petto e il ventre ancora coperti dalla camicia fino a che non arriva ad afferrare il bordo dell’indumento con una domanda muta negli occhi dorati; per tutta risposta, Kurt la sbottona un po’ e lascia che gliela sfili delicatamente.
Blaine trattiene silenziosamente il fiato, osservandolo con meraviglia; gli accarezza il petto con la punta delle dita fredde, sfiorando gli addominali appena accennati, le spalle muscolose, le braccia forti, le dita lunghe e affusolate.
Si avvicina avvolgendolo tra le proprie braccia, prima di baciarlo di nuovo, con più foga. Kurt fa scivolare le labbra sulla sua mascella, sulla barba appena accennata che gli solletica la pelle liscia, gli succhia di nuovo la porzione di pelle dietro l’orecchio che lo fa impazzire, e le dita di Blaine affondano nella sua schiena quasi con troppa forza.
Avverte il bisogno di sentirlo davvero, più vicino, e le sue mani corrono al maglione scuro di Blaine, lo sollevano incespicando un po’, lo fanno passare sopra la sua testa con delicatezza, scompigliandogli ancora di più i ricci; osserva con meraviglia il busto muscoloso, le spalle rotonde, gli addominali ben visibili, la V che scompare nei jeans stretti, invitante. Fa scorrere i palmi sui suoi fianchi, poggiandoli sulla sua vita per tirarlo più vicino a sé; trattengono entrambi il respiro quando le loro erezioni non più solo appena accennate si scontrano attraverso la stoffa dei loro pantaloni. Strusciano l’uno contro l’altro, la pelle dei loro petti deliziosamente a contatto, e le dita ruvide di Blaine continuano a tracciare dei percorsi immaginari sulla sua schiena, facendolo rabbrividire leggermente.
Kurt si sporge delicatamente verso di lui, torturandogli ancora la pelle del collo, e le mani di Blaine si stringono sulla sua schiena, mentre il ragazzo piega lentamente la testa all’indietro con gli occhi socchiusi e le iridi dorate più scure.
Non ci vuole molto perché le dita di Kurt ripercorrano il torso di Blaine fino all’elastico dei jeans, soffermandosi sulla lampo; sta per chiederglielo, ma l’altro ragazzo, per tutta risposta, fa scivolare la propria mano sulla sua senza smettere di baciarlo, e abbassa la zip insieme a lui con un movimento dolce, per poi calciare via i pantaloni.
Blaine ricambia il favore meno di un minuto dopo, liberandolo dalla morsa di quei jeans decisamente stretti con un movimento fluido, e rimangono ad osservarsi per qualche secondo con le labbra leggermente dischiuse e i respiri vagamente affannati. Gli occhi azzurri di Kurt scandagliano con attenzione il corpo muscoloso e proporzionato dell’altro, lo sfiorano impalpabilmente, ammirandolo, e lo stesso fa Blaine, con lo stesso identico scintillio nello sguardo.
Quando tornano occhi negli occhi, sulle labbra di entrambi si disegna un minuscolo sorriso, quasi timido, e dopo qualche secondo si ritrovano a ridacchiare senza un motivo ben preciso.
Kurt rabbrividisce leggermente – non sa se sia per il freddo, per l’eccitazione o per l’emozione – ma gli sembra stranamente naturale rifugiarsi tra le braccia accoglienti di Blaine, che lo avvolgono immediatamente.
Indietreggiano lentamente fino a che il retro delle ginocchia di Kurt non urta il materasso; cadono l’uno sull’altro, ridacchiando, e Blaine si poggia sui palmi delle mani per evitare di pesargli addosso. Si ritrovano di nuovo occhi negli occhi, e Kurt lo sa che non sono abbastanza ubriachi per potersi giustificare così, ma non riesce a pensarci davvero. Riesce a pensare soltanto alla pelle calda e leggermente ruvida di Blaine che scorre sulla sua, e non può impedirsi di sporgersi leggermente in avanti per sfiorare con le labbra la barba appena accennata sulla sua mascella, per poi succhiare e mordere con delicatezza la pelle soffice e tesa della sua gola. Blaine geme lentamente sopra di lui, prima di abbassare il capo per baciargli il viso, il collo, tracciare un percorso umido e dolce sul suo petto e sul suo stomaco, tormentandogli la pelle coi denti e con la lingua. Kurt inarca involontariamente la schiena, con un piccolo gemito e sente che i punti in cui le labbra di Blaine l’hanno sfiorato stanno letteralmente bruciando; un mormorio di approvazione sfugge alle labbra del riccio per finire direttamente sulla sua pelle sensibile, e smette definitivamente di pensare. Non che potrebbe farlo anche se ci provasse.
Quando le labbra di Blaine sfiorano l’orlo dei suoi boxer, Kurt ha sinceramente paura che gli stia per venire un infarto; il cuore gli sta correndo furiosamente e rumorosamente nel petto, e non riesce ad allontanare lo sguardo da quella massa indomabile di ricci che sta scendendo pericolosamente in basso.
Blaine gli lancia un’occhiata quasi interrogativa da sotto le lunghe ciglia, le labbra appena socchiuse e le pupille dilatate – in una maniera che Kurt definirebbe semplicemente indecente, se non fossero in quella determinata situazione – e non può fare a meno di annuire debolmente in risposta, deglutendo e cercando di non gemere solo perché le sue dita gli stanno sfiorando il bacino.
“Non mi interessa se è un cliché” mormora Blaine, guardandolo con gli occhi spalancati per la meraviglia “Sei bellissimo.” Si china immediatamente per baciarlo di nuovo, facendoli affondare entrambi ancora di più nel materasso.
“Hai ragione” ridacchia Kurt contro le sue labbra, con la tensione che gli scivola lentamente via dalle spalle “È un cliché.”
“Non mi importa” Blaine gli succhia con delicatezza il lobo dell’orecchio, la pelle del collo “Ho una passione per la constatazione dell’ovvio.”
Kurt si sente avvampare – possibile che arrossisca per quello, e non perché si trova completamente nudo sotto un ragazzo stupendo? – e sente il bisogno di stemperare la tensione “Usi parole troppo difficili per essere ubriaco” mormora, mordendosi le labbra quando la bocca di Blaine comincia a torturargli deliziosamente un capezzolo.
“Magari non sono così ubriaco” risponde Blaine, lanciandogli un’occhiata indecifrabile prima di soffiare lentamente sulla pelle bagnata.
La minuscola e quasi insignificante parte ancora semi – razionale presente per miracolo nel cervello di Kurt gli fa notare che c’è qualcosa di sbagliato in tutto quello, ma non riesce proprio a capire cosa sia; e Blaine non gli semplifica davvero la questione, perché comincia a farsi strada verso il basso – e quella lingua dev’essere considerata un’arma di distruzione di massa in almeno venti stati solo in America.
Ma improvvisamente le labbra di Blaine sono attorno alla sua erezione, la sua lingua lo sta torturando con dolcezza – oh, ha decisamente la vaga sensazione che lo stia facendo apposta, il signorino – e non può fare altro che farsi letteralmente violenza fisica per non spingere con i fianchi in avanti – d’altra parte, non è colpa sua se Blaine sembra avere un talento naturale per  … Be’. Per farlo stare bene.
Gli affonda una mano tra i ricci quasi senza accorgersene, rabbrividendo per la sensazione dei suoi capelli sul palmo liscio della mano, e un gemito alto e quasi imbarazzante gli sfugge dalle labbra; Blaine mormora in risposta con aria soddisfatta, e okay, così non andrà molto lontano. Non per molto tempo, comunque sia.
Fa scivolare la mano sulla sua guancia, accarezzandogli la barba appena accennata con la punta delle dita, e lo tira delicatamente verso l’alto fino a che le loro labbra non si incontrano in un bacio disordinato e bagnato; Blaine lo bacia a fondo, con dolcezza, accarezzandogli il palato con la lingua, e i gemiti dell’uno vengono immediatamente assorbiti dalla bocca dell’altro.
Kurt boccheggia e si sente mancare letteralmente il fiato quando l’erezione di Blaine preme contro la sua coscia, e si ritrova a fissare il soffitto con gli occhi spalancati e una scarica di piacere che gli corre lungo la spina dorsale facendolo quasi rabbrividire; affonda le dita nelle sue spalle, spingendosi verso l’alto perché i loro corpi si incastrino al meglio, e l’aria gli viene risucchiata dai polmoni assieme ad un gemito; Blaine mugola, affondando il viso nel suo collo, e inspira a pieni polmoni con gli occhi serrati, strusciando nuovamente contro di lui.
“Valigia” esala Kurt, col poco fiato che gli è rimasto “Lubrificante. Preservativi. Valigia.” Cerca di spiegare, piuttosto incoerentemente; se non gli sembrasse una cosa dannatamente fuori luogo, in quel momento, penserebbe di dover seriamente ringraziare Rachel per averlo costretto a portarsi tutto l’armamentario nonostante stesse sostanzialmente fuggendo da un tradimento bello e buono – “Non si sa mai, tesoro. Sempre meglio essere pronti!”.
Blaine si allontana da lui di qualche centimetro, lo guarda negli occhi senza alcun tipo di imbarazzo “Sei sicuro?” gli chiede, con una serietà disarmante.
Kurt lo sa che potrebbe dirgli di no. Certo, sarebbe ipocrita e incoerente, ma potrebbe farlo. Blaine gli sta offrendo una via di fuga, forse perché si rende conto di quanto tutto quello sia dannatamente complicato – in fondo, è complicato per entrambi.
Ma sa anche che sarebbe una bugia bella e buona.
Lui vuole Blaine. Lo vuole come non ha mai voluto nessuno, e forse non è il momento più adeguato per rendersene conto, ma lo vuole davvero. E non soltanto a livello fisico. Perché Blaine lo fa sentire bene. E forse è passato troppo tempo dall’ultima volta che qualcuno ci è riuscito; forse nemmeno se la ricorda, quell’ultima volta. Ed è semplicemente folle.
Ma Blaine lo sta ancora guardando con quei suoi grandi occhi dorati, limpidi e sinceri, e gli deve rispondere.
“Sì.” Mormora, senza fiato – ed è davvero l’unica risposta che potrebbe dargli – “Sì, sono sicuro. Tu?”
Blaine sorride, depositandogli un bacio dolce sulle labbra “Certo che sono sicuro”, soffia, prima di precipitarsi alla valigia con andatura vagamente comica “Dove?” chiede, velocemente.
Kurt si sforza di guardare il soffitto – Blaine è ancora nudo, sì. In mezzo alla stanza, sì. – “A destra” mormora, stringendo le lenzuola tra le mani e sforzandosi di reprimere i brividi che gli stanno correndo lungo la schiena – non si era mai accorto di quanto fosse grande quel letto, e di quanto fosse difficile starci da solo.
Blaine fruga velocemente nella valigia, fino a che non riesce a trovare i preservativi e il lubrificante – deve seriamente trattenersi dal fare un molto poco sexy balletto della vittoria – e si precipita di nuovo a letto con un sorriso vittorioso e dolce.
Kurt ridacchia, intrecciandogli le mani dietro al collo “Sei un bambino” soffia sulle sue labbra.
“Un bambino felice” risponde prontamente Blaine, mordicchiandogli affettuosamente il lobo dell’orecchio. “Come …?” chiede, esitante, mentre un rossore adorabile gli si diffonde sulle guance – come fa ad arrossire per quello?
Kurt si mordicchia il labbro “Tu …? Vuoi farlo tu?”
Blaine annuisce, praticamente in apnea.
Okay, si stanno comportando come due ragazzini, ma in fondo non importa a nessuno dei due.
Si sfiorano con una consapevolezza nuova, si guardano con più emozioni di quante se ne potrebbero descrivere; Blaine lo prepara con dolcezza, pazienza, delicatezza, e Kurt vorrebbe davvero dirgli di non farlo con così tanta cura, diventando rosso brillante quando fa cadere un po’ di lubrificante sul letto, perché non può essere così perfetto, o lui finirà seriamente per fare quella cosa che non dovrebbe assolutamente fare con un ragazzo che sta a migliaia di chilometri di distanza da lui. Ma non glielo dice, ovviamente, perché è tutto troppo intenso, piacevole, ohdiosìlìtiprego, e l’unica cosa che sa è che non vorrebbe mai che tutto quello finisse.
Blaine lo prepara fin troppo a lungo, fino a che non è Kurt a dover chiedere di più con un mugolio sconnesso e confuso, facendolo ridacchiare – oh, lo sta facendo apposta, accidenti a lui.
Si baciano ancora, scompostamente, mentre Blaine si fa strada dentro di lui, lentamente, riempiendolo, e le mani di Kurt si contraggono leggermente sulle sue spalle, le dita gli affondano nella schiena, sugli occhi azzurri si chiudono lentamente ma inesorabilmente le palpebre, perché è davvero troppo.
Si muovono insieme, andando l’uno incontro ai movimenti dell’altro, trovano quasi subito un ritmo tutto loro; e Kurt ha quasi paura di lasciarsi andare, perché i loro occhi rimangono incatenati per tutto il tempo, e nella testa gli rimbombano prepotentemente le parole di Rachel: Divertiti, ma non – non ti affezionare troppo.
Merda.

È tardi per quello. Decisamente troppo tardi.
“Tutto bene?”
Non riesce a rispondere alla domanda affannata di Blaine, si limita a stringergli le braccia attorno al collo per gemergli disperatamente tra le labbra, mentre un calore familiare continua ad aumentargli nello stomaco e scariche di piacere continuano ad attraversargli la schiena.
Si stanno ancora baciando quando l’orgasmo li travolge, sono ancora legati da quel filo invisibile che fa davvero paura; ma ormai sono andati troppo in là. Kurt lo sa, lo sente quando un calore piacevole gli invade il petto perché Blaine si alza velocemente e ripulisce sommariamente tutti e due, e poi rimane lì, in piedi, indeciso.
E Kurt non ha bisogno di rifletterci nemmeno per un attimo “Non essere sciocco” mormora con dolcezza, stordito e assonnato “Vieni qui” allunga pigramente una mano verso di lui, picchiettando con l’altra sul materasso di fianco a sé.
Blaine sorride, visibilmente sollevato, e gattona sul letto fino a che non arriva ad accoccolarsi di fianco a lui con un sospiro felice; Kurt si rifugia con naturalezza tra le sue braccia, e ben presto si rende conto che sì, Blaine parlava anche di quelle coccole quando ha detto che le coccole non sono mai troppe.
Si addormenta dopo qualche minuto, con una voce dolce che gli canticchia una melodia delicata nell’orecchio.



*



Una cosa che Kurt ha imparato in diciannove anni di vita, è che prima o poi bisogna svegliarsi. E il risveglio, la maggior parte delle volte, fa schifo.
La maggior parte delle volte, però, e questa non è completamente una di quelle.
Sì, ha un mal di testa non indifferente e un sapore in bocca non meglio definito, e ha davvero bisogno di una doccia, ma niente di tutto questo è particolarmente rilevante, perché è ancora stretto tra le braccia di Blaine.
Letteralmente stretto; insomma, non gli è impossibile respirare, ma poco ci manca. Non che si voglia lamentare, certo, non quando, con gli occhi ancora socchiusi per il sonno, può osservare l’espressione distesa e rilassata di Blaine che dorme beatamente a qualche centimetro da lui.
Merda.
Quello non sarebbe dovuto succedere. Non così.
Sì, insomma, sarebbe decisamente dovuto succedere. Perché è stato perfetto, e bellissimo, e decisamente, decisamente, decisamente piacevole.
Ma, maledizione, lui non può essere già così affezionato a Blaine. Non può esserne innam – sì, insomma, quello. Non ha senso. O forse sta cercando un senso a qualcosa che non deve averne.
Le sue elucubrazioni sono interrotte da un mugolio beato che proviene dalle meravigliose labbra di Blaine, le cui palpebre si contraggono lievemente.
“Mmh … Buongiorno.” Bofonchia, stiracchiandosi con adorabile indolenza.
“Buongiorno” risponde Kurt senza fiato, mentre una nuova ondata di panico lo travolge; insomma, a lui può essere andata bene quella notte, ma se Blaine se ne fosse pentito?
Il dubbio gli viene immediatamente fatto passare dalle labbra di Blaine, che coprono le sue per qualche secondo, con dolcezza.
“Ora è un buon giorno” mormora, con un sorriso insonnolito.
No, non pare particolarmente pentito.



*



Riesce a non pensare.
O meglio, Blaine riesce a non farlo pensare. Sembra una delle sue innumerevoli qualità; lo distrae, anche inconsapevolmente, lo fa solo ridere. Lo fa sentire leggero.
Mentre si rivestono con un po’ di imbarazzo dopo essersi fatti la doccia, mentre parlano di quello che è successo – senza dire davvero qualcosa, un po’ come quando hanno parlato del bacio; basta ad entrambi sapere che lo volevano, lo volevano e basta. Ancora non si pongono il problema di come faranno dopo, perché quel dopo ancora non è arrivato.
Sono soltanto … felici.
Bloccati nel presente.
Finché non arrivano nella hall dell’hotel dopo aver fatto colazione, ridacchiando mano nella mano.
“Kurt.”
Rimane pietrificato sul posto, perché quella è l’ultima voce che vorrebbe sentire. O che si aspetterebbe di sentire, per quel che vale.
Solleva lo sguardo con un brivido che è quasi di terrore.
Dave.







***
Note:
Lo so, sono un disastro con questi capitoli.
Mi perdonate? ç_ç
Poi, a parte la mia inettitudine.
Complimenti a wislava, che aveva capito tutto, come sempre. E anche a tutte le persona che cominciavano ad avere sospetti sull'arrivo di Dave :D
Mi conoscete troppo bene!
Che vi devo dire. Kurt e Dave hanno bisogno di chiarimenti u_u (Ma chi voglio prendere in giro. Non ho idea di quello che sto facendo. Mi sembrava l'unica direzione che questa storia avrebbe potuto prendere O_O' *piccoli momenti di panico*)
Ma a parte queste cose che a voi non interessano.
Grazie.GRAZIE. Sul serio *w* Soprattutto a Locked, quella santa ragazza **
Davvero. Bho. Siete magnifici, ecco **
Perdonatemi se non rispondo velocemente alle recensioni :\


Bene, vi lascio in pace; fatemi sapere, per piacere :) (Lo sapete che questi capitoli mi mettono un'ansia terribile.)

Auto-Pubblicità (CrissColfer): 
I Could Have.

Mi trovate su Facebook (ci divertiamo, davvero :D): https://www.facebook.com/AmbrosEFP


Un bacione a tutti, personcine meravigliose ** A presto!
 

  
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