Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Fiamma Erin Gaunt    07/03/2014    2 recensioni
Attenzione: SPOILER di "Educazione Siberiana"
Quando due anime divorate dallo stesso fuoco si trovano, basta una scintilla per scatenare un incendio.
Tom/Laris
[La storia partecipa al contest: "Di serpi ed enigmi - Tom Riddle" indetto da Delirious Rose sul forum.]
Genere: Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Lost in Lust

 

 

 

 

- Abraxas ha detto che mi stavi cercando. –

Tom annuì, distogliendo l’attenzione dal libro che stava leggendo quanto bastava per farle capire che quanto aveva detto corrispondeva al vero.

- Lo sai che non mi piace essere convocata, non sono uno di quei tuoi cagnolini che accorrono appena li chiami. – esordì Laris, avvicinandoglisi con aria corrucciata.

- Eppure sei qui. –

Gli scoccò un’occhiataccia.

- Sono qui solo per colpa della mia maledetta curiosità. Allora, cosa c’è? –

Le indicò il calderone crepitante a pochi passi da loro, - Mi deludi, Grindelwald, credevo che fossi una tipa sveglia. –

Laris alzò gli occhi al cielo, ingoiando la rispostaccia che le era salita alla gola. Ancora non riusciva a capire perché mai avesse accettato di unirsi al suo gruppo. Tom Riddle era la quintessenza  dell’insopportabilità quando ci si metteva.

- Facciamo finta per un attimo che non sia poi così sveglia; si può sapere che accidenti vuoi? –

Le passò il Grimorio che teneva tra le mani, usando una delicatezza e un’attenzione che sarebbero state più adatte al maneggiare una reliquia.

- Leggi. – ordinò.

Inarcò un sopracciglio perfettamente curato, sarcastica, - Che c’è, Riddle, non sai leggere? –

L’occhiata raggelante che le rivolse fu sufficiente a farle capire che si stava spingendo troppo oltre. Era sempre così con lui: il confine tra ciò che le era concesso o meno era incredibilmente labile.

- D’accordo, fammi dare un’occhiata. –

Scorse velocemente il testo, mentre una sgradevole sensazione si insinuava dentro di lei. Gli occhi color ghiaccio vennero attratti come una calamita da quella parola. Horcrux.  Sapeva di averla già letta, o sentita, da qualche parte, ma non riusciva a ricordare dove. Fu costretta a chiederlo.

- Cos’è? –

Una strana espressione si dipinse sul volto del ragazzo, qualcosa che non aveva mai visto nei mesi che avevano passato in stretto contatto. Era come se non avesse mai visto nulla di così bello, era pura adorazione.

- Un piccolo passo verso la vita eterna. –

Sbuffò, sarcastica, - Non dirmi che ci credi davvero; sai quanti stregoni da quattro soldi spacciano per veri incantesimi così? –

Tom la guardò come se avesse appena detto qualcosa di incredibilmente stupido.

- Credi che sprecherei il mio tempo dietro a qualcosa che non funziona? – ribattè gelidamente.

No, in effetti non ce lo vedeva proprio a rincorrere fantasmi e false speranze, semplicemente non era un comportamento da Riddle.

- Come funziona? –

- Molto bene, Grindelwald, questa sì che è la domanda giusta. – approvò.

Le si avvicinò, prendendole la mano e dirigendola verso il passaggio che gli interessava. A quel tocco, seppur lieve perché Riddle non si sprecava mai a toccare le persone più di quanto fosse necessario, una sensazione di calore le si diffuse in tutto il corpo. Controvoglia, si costrinse a sottrarsi al contatto e ricominciò a leggere.

- Vuoi uccidere qualcuno?! – esclamò, venendo immediatamente zittita dalla mano fredda e pallida del ragazzo.

- Perché non lo urli un po’ più forte, dall’altra parte del castello non ti hanno sentita? – sibilò infuriato, riprendendosi il libro e sistemandolo accanto al calderone. Con la coda dell’occhio notò che la Grindelwald lo stava fissando insistentemente.

- Vuoi dirmi qualcosa? –

Scosse la testa.

- Me ne vado. –

Aveva appena fatto il primo passo in direzione della porta, quando Tom le afferrò il polso e la trattenne, esitante. L’ultima volta che aveva fatto una cosa del genere non era finita bene; Laris era entrata nel panico per un motivo a lui sconosciuto e, per una volta, si era ritrovato senza nulla da dire. Ora, però, non sembrava prossima a una crisi; no, gli occhi chiari scintillavano d’irritazione.

- Resta. –

Quell’unica parola, pronunciata in modo incolore, non suonava né come un ordine né come una richiesta. Era atona, imperscrutabile, proprio come il suo volto.

- Non voglio assistere a un omicidio, né tantomeno ti aiuterò. Che senso ha che io resti qui, dunque? – volle sapere.

Tom si accigliò, indicando la pozione, - Credevi che questa fosse … No, non ho alcuna intenzione di uccidere qualcuno, non con Silente con gli occhi puntati su di me per lo meno. –

- Allora perché vuoi che rimanga e perché mi hai fatta chiamare? – insistè, sinceramente perplessa.

- Perché eri l’unica persona a cui avrei potuto dire ciò che avevo scoperto, l’unica su cui possa fare affidamento. –

Laris lo studiò con attenzione, cercando di decifrare ciò che gli passava per la testa. Di solito era una cosa in cui era molto brava, ma con lui non c’era mai riuscita, non del tutto per lo meno.

- Stai cercando di dirmi che mi consideri tua amica? – chiese, incapace di nascondere l’incredulità nella sua voce.

Tom emise una risata aspra, secca, e condiscendente: - Non dire idiozie, l’amicizia è sopravvalutata. –

- Allora non capisco. – ammise.

- Ciò che voglio dire è che noi ci apparteniamo, in qualche strano modo che non riesco a comprendere, è come se tu fossi una parte di me. –

- La parte più carina e socievole, voglio sperare. –

- La parte che riesce a tenere a bada il mostro. – replicò, talmente piano che per un attimo si chiese se l’ avesse solo pensato.

- Quindi sono una specie di sedativo, una sorta di Bevanda della Pace? – ironizzò, cercando di celare lo sconcerto.

- Non burlarti di me. – esclamò, mentre la rabbia avvampava nei suoi occhi grigi.

Era in momenti come quelli che Tom le faceva davvero paura, malgrado detestasse ammetterlo.

- Scusa, ho esagerato. –, ammise, - Tutto sommato credo che, se proprio non hai intenzione di sgozzare nessuno, possa rimanere ancora un po’. –

Gli sedette accanto, osservando in silenzio il calderone gorgogliante, in attesa che Tom dicesse qualcosa.

- Ho letto la lettera di tuo padre. – la informò, con il tono distratto di chi non sembrava dare troppa importanza alla questione.

- Tu hai fatto … cosa?! –

- Era solo una lettera, piuttosto dura in effetti, ma pur sempre una lettera. – minimizzò.

- Quella lettera era destinata solo a me, non avevi alcun diritto di … –

- Hai intenzione di fare come ti è stato detto? – la interruppe bruscamente.

- Stai scherzando, spero. Nessuno può obbligarmi a fare qualcosa, tienilo bene a mente, Riddle. –

Annuì, accondiscendente.

- E Alphard lo sa? –

Gli rivolse un’occhiata molto poco cordiale, - Non sono affari tuoi. –

Inarcò un sopracciglio, fingendosi sorpreso. - Non gli hai detto nemmeno questo? Strano, pensavo che la sincerità fosse la cosa basilare in una relazione. – commentò con tono di scherno.

- Gli taccio solo ciò che non ha alcuna importanza. –

Quell’affermazione fece increspare la fronte di Tom. Dunque ciò che era accaduto alla festa di Lumacorno non era da considerarsi importante per lei, o forse era lui a non contare nulla? Serrò la mascella, mentre la vena sulla tempia cominciava a pulsare pericolosamente.

- Solo ciò che non ha importanza. – ripetè, afferrandola per un braccio e costringendola ad alzarsi. La strinse tra sé e la  parete, impedendole qualsiasi via di fuga.

Laris lo fissava con aria sfrontata, sforzandosi di non mostrare come si sentisse inerme e completamente soggiogata da quegli occhi grigi che la fissavano con un’aria di cupa bramosia. Provò a liberare un polso, ma la stretta del ragazzo era insospettabilmente forte.

Vederla così, in completa balia della sua volontà, gli fece correre un brivido caldo in tutto il corpo. In quel momento l’altezzosa e arrogante Laris Grindelwald era inerme, completamente vinta. Riusciva a leggere la rassegnazione persino nei suoi occhi di ghiaccio, che contrastavano con l’aria sprezzante che aveva costretto ad assumere al suo viso. Gli era capitato spesso di trovarsi in una situazione simile, ma non aveva mai pensato che il sesso potesse essere un’arma di sottomissione efficace tanto quanto la paura. Laris non lo temeva, non quanto avrebbe dovuto per lo meno, e questa cosa se da un lato lo mandava in bestia dall’altro lo attraeva. E lui non poteva accettare di essere schiavo di qualcosa, tantomeno di uno stupido desiderio fisico, perciò tanto valeva soddisfarlo, ma a modo suo.

- Che cosa hai intenzione di fare, Riddle? –

Le rivolse un sorriso sarcastico, - Nulla d’importante. –, poi annullò la distanza che separava le loro labbra.

In un primo momento Laris provò a opporre una certa resistenza, più perché il suo orgoglio le impediva di piegarsi alla volontà di qualcuno che per reale mancanza di partecipazione, ma quando i denti di Tom le morsero il labbro inferiore con violenza, si convinse ad assecondarlo. Ricambiò il bacio, in una singolare lotta di lingue e denti, assaporando il sapore del suo stesso sangue. Chiuse gli occhi quando avvertì una mano gelida accarezzarle ruvidamente un fianco e farsi strada al di sotto della camicia della divisa. Li riaprì soltanto quando avvertì il rumore di una serie di bottoni che venivano fatti saltare via. Non se ne curò particolarmente, distratta dalle mani e dai denti di Tom che le torturavano ogni centimetro della bianca pelle esposta. Quando l’orlo della gonna venne alzato bruscamente e una mano le artigliò una coscia tornita, s’inarcò leggermente, andando a scontrarsi con l’erezione del ragazzo e strappandogli un lieve rantolo. Fece ondeggiare il bacino ancora una volta, ghignando divertita. Se credeva davvero che si sarebbe arresa senza lottare allora era un illuso.

- Sta ferma, Grindelwald, non ti piacerebbe se perdessi il controllo. – ringhiò.

Le si addossò maggiormente, impedendole qualsiasi movimento. Era lui a condurre il gioco, la voleva completamente in suo potere, non avrebbe permesso che passasse da cacciatore a preda. La sollevò, costringendola ad allacciare le gambe intorno ai suoi fianchi per mantenere l’equilibrio e, prima ancora che avesse il tempo di realizzare ciò che stava per fare, entrò in lei con una spinta poderosa.

Laris sussultò leggermente, sforzandosi di rilassarsi. Sapeva bene che se fosse rimasta rigida come un pezzo di legno non sarebbe riuscita a provare altro che dolore. Allora, mordendosi con forza l’interno della guancia per impedirsi di gemere, cercò di ondeggiare quel tanto che bastava per andare incontro alle sue spinte. Ora che si stava abituando lentamente a quel ritmo e all’impeto, cominciava ad avvertire il piacere che fluiva rapidamente in tutto il corpo. Sospirò, artigliando le spalle del ragazzo, certa che i suoi graffi sarebbero risultati evidenti persino con la protezione del leggero tessuto della camicia. Con Alphard non era così; lui era dolce, intrigante e sensuale, ma mai violento. Tom invece era insopportabile, insinuante, ma quelle spinte violente e rudi erano probabilmente la cosa più piacevole che avesse mai provato. Raggiunsero l’apice nello stesso istante, entrambi lasciandosi sfuggire un suono profondo e gutturale che li portò a scambiarsi un’occhiata d’intesa.

- Alphard ti starà cercando. – commentò asciutto, ricomponendosi.

Laris annuì, risistemando i bottoni con sapienti colpi di bacchetta. Era stato bello, certo, ma solo lussuria.

- Vorrà sapere cosa volevi da me. –

Tom le rivolse un sorriso sghembo, - Suppongo che non fosse nulla di così importante. –

 - Decisamente. – convenne, ravviandosi le morbide onde bionde e incamminandosi verso l’uscita.

 

 

 

 

 

[1.811 parole]

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Fiamma Erin Gaunt