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Autore: Heyale    07/03/2014    11 recensioni
Rapitore e Rapita.
La Sindrome di Stoccolma è quel forte legame che si crea tra due persone costrette alla lunga vicinanza. Sarà così per Kassidy, una ricca ragazza di Londra, stanca di tutto ciò che la circonda che verrà rapita da Harry, un ragazzo che è stato trascinato nella via del criminale da un uomo che lo accolse all'età di dieci anni nella sua casa, essendo stato abbandonato dai genitori all'età di dieci anni. Ma non c'è solo Harry nel gruppo. Ci sono anche Louis, Liam, Niall e Zayn. Kassidy si chiuderà in se stessa, e solo una persona riuscirà a capirla veramente. Chi sarà il rapitore affetto dalla Sindrome di Stoccolma?
"-E se il destino non ci vuole insieme?-
-E se noi facciamo a meno di credere nel destino?- "
Per il trailer-->http://www.youtube.com/watch?v=wkVN28eKzIM&feature=youtu.be
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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They call it "Stockholm Syndrome" cap.17
CAPITOLO DICIACCETTE
"Ricordi."

"Take a look past our innocence
Take a step back to yesterday
When life would move slower, we would never grow up
All we knew that love was for when we're older
Anything could happen, secretly imagine
They could never tear us apart too young to fall"

Kassidy's pov
Non era per niente facile guardare Louis piangere. Non solo lui, piangevano tutti: Niall, Zayn, Coreen, Hailey ed io.
Fuori dall'ospedale, dopo ore ed ore, stavamo piangendo e non c'era modo di fermare le lacrime. Scendevano, come quasi ognuno di noi le stesse trattenendo da anni, invece avevamo smesso giusto una mezz'ora prima. Ero riuscita a finire il discorso di Harry in ben dieci minuti, era troppo difficile pensare che non l'avrei mai potuto rivedere.
Lui era la mia vita.
Lui era il ragazzo che amavo.
Lui era il ragazzo che mi aveva fatta innamorare.
Lui era il ragazzo antipatico ma tenero.
Lui era la perfezione.
E la perfezione non può morire.
Ma, oltre a Harry, sorse un altro problema. Ora che Igor era stato sistemato, che fine avremmo fatto noi? Lì, appoggiati alla panchina esterna dell'ospedale, mille domande tormentavano la nostra mente. Io mi chiedevo cosa avrei fatto da quel momento in poi, senza Harry. Per quasi un mese era stato lui ad accendere le mie giornate: facendomi ridere, piangere, arrabbiare, innervosire, urlare, amare. Però in quel momento lui non c'era, e dovevo rendermi conto che non ci sarebbe più stato.
-Kassidy?-
Mi girai lentamente verso Louis, quasi del tutto calmo.
-Dimmi.-
-Dove...dove dormirai stanotte?-
-Tornerò a casa...però non da sola. Non è che qualcuno potrebbe venire con me? Sapete, non ho il coraggio di parlare ai miei genitori da sola, ora...ora è tutto diverso. Forse, con Harry...sarebbe stato più facile.- sorrisi amaramente, avrei voluto che lui fosse lì per dirmi che sarebbe andato tutto bene, che nulla ci avrebbe mai separati veramente. Ma non tutti i suoi calcoli erano perfetti.
-Se vuoi, vengo io.- fu Louis a parlare.
Mi rivolsi prima a Hailey:-Per te va bene?-
-Certo.- mi mise una mano sulla spalla:-Non devi nemmeno chiedere.-
-Grazie...- mi strinsi a lei, a cui poi si unirono tutti gli altri. Tutti insieme, come una famiglia. Coreen inizialmente restò fuori, ma Zayn la chiamò dentro con la mano, e la strinse insieme a tutti noi. In quel momento eravamo una cosa unica, tutti a sostenerci a vicenda, perché avevamo subito un colpo davvero troppo duro da superare.
I dottori, poco prima, ci dissero di tornare la mattina seguente per la notizia definitiva.
Rimanemmo lì fuori quasi un'ora prima di riuscire a calmarci tutti quanti, anche se nessuno nel suo profondo era calmo. Tutti a pensare a quel fantastico riccio che non avremmo più rivisto. Coreen avrebbe perso il suo unico vero fratello senza nemmeno conoscerlo; Hailey avrebbe perso un amico fidato; Louis, Liam, Niall e Zayn avrebbero perso un fratello, un migliore amico, un compagno di avventure; io avrei semplicemente perso la mia vita.

Alle nove di sera ero davanti a casa mia. La macchina di mia madre era parcheggiata appena dentro il cancello, e la luce accesa in cucina e in salotto mi faceva pensare che fosse tornata a casa. Erano quasi due mesi che non vedevo mia madre e la cosa cominciava a farmi agitare.
-Sei pronta, Kas?-
-Più o meno.-
Suonai così il campanello. Si aprì la porta d'ingresso e uscì Rosie, e per poco non svenì. Chiamò immediatamente mia madre a gran voce, facendo echeggiare il "Cynthia" per tutto il quartiere. Ed ecco che la vidi. Mia madre se ne stava incredula a metà giardino, un vestito elegante le copriva fino a metà ginocchio quasi, e lo scialle le proteggeva le spalle.
Balbettò il mio nome un paio di volte, prima di fiondarsi al cancello.
-Oh tesoro mio, dove sei stata?! Io e tuo padre eravamo così in pensiero, abbiamo chiesto a tutti ma nessuno ti aveva vista, io...- si fermò un attimo, posando una mano sul cuore, mentre con l'altra apriva il cancello, permettendo a me e Louis di entrare:-...lui chi è?-
-Mamma, ti racconterò tutto dopo, ok? Ora sto bene. Non vado più via.-
Mi guardò con incertezza, forse non si ricordava nemmeno che avevo compiuto gli anni. Bastarono però pochi secondi perché si riprendesse e trascinò me e Louis in casa.
Ci fece sedere sul divano, e dopo aver preso posto sulla poltrona davanti a noi non esitò a chiedere spiegazione.
-Allora Kas: dove sei stata, cosa ti hanno fatto, chi è lui, chi dobbiamo denunciare e se ti hanno stuprata.-
-Mamma!- sbuffai. Ci mancava solo lei col suo stupido interrogatorio, non bastava già tutta la vicenda di Harry, no.
Louis sorrise appena. In altre situazione sarebbe scoppiato a ridere, ma il pensiero di Harry ci impediva di essere felici un solo secondo.
Così, dopo aver preso un profondo respiro iniziai a raccontare tutto a mia mamma. Non mi ero scordata nemmeno un minuto di que giorni che avevo vissuto. Mi ricordavo perfettamente le date, le ore, il tempo che faceva fuori, le persone con cui ero, che cosa mangiavo. Erano stati i giorni più belli della mia vita, se non fosse stato per Igor. Mia madre ascoltava in silenzio assieme a Rosie, guardandomi ogni tanto con una faccia sconvolta. Non le raccontai dei tagli o della mano a letto, le dissi solo che ero innamorata di Harry e che lui era il mio ragazzo. Mi ci volle un po' per convincerla a non denunciare nessuno, ma con l'aiuto di Louis e della sacra parola di Rosie riuscii a non farle chiamare la polizia.
Però, dopo quasi un'ora di racconto, lei chiese a Louis di lasciare il salotto, dicendo di volermi parlare seriamente.
Così rimasi da sola con lei, dopo davvero troppo tempo.
-Quindi, Kassidy? Cosa hai intenzione di fare ora?-
-Io...domani saprò di Harry, mamma, e ti saprò dire.-
-Cosa...ho sbagliato, Kassidy?-
La guardai confusa, non riuscivo a capire come non sapesse in che maniera lei non c'era mai stata.
-Sul serio non lo sai, mamma?- annuì sconfitta:-Non ci sei mai stata. O meglio, quando c'eri, non c'eri per me. La tua vita è sempre girata attorno a Stella e Robbie, io non sono mai stata come loro. E mi sorprende che tu e papà non abbiate mai capito che io odio questa casa e odio la mia vita. Per lo meno, l'ho odiata fin quendo non ho incontrato loro cinque.-
-Ma come potevamo accorgercene?-
-A tavola quando non mangiavo niente. Al mio compleanno, quando l'unico regalo era una pastina. A Natale, quando aspettavo da sola sotto l'albero. A scuola, quando tutti i genitori c'erano e voi no. In generale, quando non portavo mai nessuno a casa, mentre tutte le mie amiche uscivano col proprio ragazzo o la propria migliore amica...-
-Tu non sai in che modo mi dispiaccia, Kassidy...ma ormai è tutto finito, da oggi cambieremo tutto vedrai, cominceremo una nuova vita. Siamo stati davvero tanto in pensiero per te.-
Rimasi colpita dalle parole di mia madre, di sicuro non credevo fosse capace di pronunciarle.
-Questa notte...- iniziai io, deviando l'argomento precedente:-...Louis dorme a letto con me, ok?-
-Se ti fa sentire meglio direi che va bene tesoro...-
-Grazie.-
Mi alzai dal divano, raggiungendo la cucina. Feci cenno a Louis di venire di sopra, così gli feci vedere la mia casa per la prima volta, e lui ne rimase assai affascinato. Essendo abituato alla casa di Igor, la mia doveva sembrargli una reggia.
-Dormiamo subito, Kas?-
Lo guardai per qualche istante, sbadigliando appena.
-Non riuscirò mai a dormire. A che ora andiamo domani in ospedale?-
-Per le dieci, cosa dici?-
Annuii leggermente. Per quanto ci provassi, nulla riusciva a farmi sorridere. La mia mente era focalizzata solo su Harry, sulle sue ultime parole. Solo alla fine ero riuscita a dirgli ciò che provavo. E solo alla fine avevo avuto la mia conferma: anche per lui era così. Sorrisi appena verso Louis, che mi mise una mano sulla spalla.
Ormai ero morta dentro.

Louis's pov
Ci stendemmo contemporaneamente sul letto, nessuno dei due aveva l'appetito necessario per sedersi a tavola e mangiare. Non avevamo nemmeno la forza di ridere almeno un po', sembrava tutto nero. In effetti, non c'era nulla di bianco. Pochi giorni prima avevo fantasticato sul futuro di Harry e Kassidy: la ragazza, con i capelli raccolti in disordine avrebbe svegliato il riccio di domenica mattina, ricordandogli che avrebbe dovuto badare ai bambini dato che lei sarebbe dovuta andare a lavoro. Così lui brontolando avrebbe lasciato le coperte e avrebbe accolto tra le sue braccia i suoi figli, dicendo loro di amarli, chiedendo se avessero voluto che li portasse al parco.
Era quasi uno strano ricordo quella fantasia, non sapevo nemmeno io come definirlo. Capivo Kas, sapevo che era distrutta. Come tutti noi d'altronde.
**
"Quindici settembre 2005.
Nonostante fossimo ancora in autunno, fuori c'era molto freddo. Pioveva tanto, forse troppo, e noi tre a casa avevamo paura a stare da soli. Io, Liam e Zayn stavamo ognuno facendo qualcosa di diverso per non pensare al temporale.
-Dite che il papà tornerà?- chiesi io, sperando in una risposta affermativa.
-Igor tornerà presto. Comunque Lou, non è il nostro papà.- precisò Liam:-Lo sai.-
-Sì...- provai a giustificarmi:-E' che a volte mi confondo.-
Zayn mi sorrise, mostrandomi un disegno:-Siamo noi!-
Guardai meglio il foglio: aveva disegnato quattro patate (con i capelli di tre marroni diversi noi bambini, Igor invece era una patata pelata), con dei nasi rossi e una bocca storta.
-E' bellissimo Zay.- mentii:-Sei un artista!-
Le sue guance piene si colorarono di rosso, mentre si ristese sul pavimento alle prese con un altro disegno. Stavo per risedermi anche io, quando finalmente si aprì la porta di casa. Entrò così Igor, tra le mani aveva diverse borse della spesa, stavamo per corrergli incontro quando da dietro di lui sbucò un bambino che non avevamo mai visto. Aveva i capelli bagnati sparsi per tutta la fronte, ma anche se dalle punte cadevano delle gocce d'acqua si poteva chiaramente vedere che era riccio. Gli occhi poi furono la prima cosa che notai: erano enormemente enormi. Li teneva spalancati come un cucciolo appena adottato, e con la luce del caminetto il verde che li riempiva risaltava ancora di più. Igor lo prese delicatamente per le spalle esili e lo portò davanti a noi:-Ragazzi, lui è Harry, vostro nuovo fratello.-
Il ricciolino sorrise appena, venendoci incontro. Però fui più veloce io e lo abbracciai di slancio.
-Ciao Harry, io sono Louis! Se vuoi giochiamo a palla, andiamo a giocare a palla? Sai, sono bravo a calcio, anche Liam mi dice che sono bravo, lui è Liam!- gli indicai frettolosamente il castano che stava ridendo per la mia parlantina:-Lui invece è Zayn!- gli indicai l'altro bambino, occupato ad ammirare il suo (patatoso) disegno:-Ma noi lo chiamiamo solo Zay, o Zazà, invece loro due mi chiamano Lou, oppure Louis, anche se Louis è il mio nome, quindi no, mi chiamano solo Lou! Quanti anni hai? Per me ne hai nove. Wow, sei alto come me, spero di essere io il più grande quando diventeremo adulti, perché sai, io ho dodici anni e credo di essere il più grande di voi, quindi il fratello maggiore deve essere il più alto!-
-Louis.- mi interruppe Igor:-Lascialo respirare un po'. Harry, fai come se fossi a casa tua. Anche perché da oggi questa sarà casa tua.-
Il riccio sorrise, rivolgendosi poi a me:-Se piove non possiamo andare a giocare. Comunque ho dieci anni...e non ho mai avuto un soprannome.- sembrò dire la cosa con rammarico, perciò decisi di dargliene uno inventato al momento.
-Allora te ne darò io uno! Tu sarai...Hazza. Che dici, ti piace?-
-Sì, mi piace!- sorrise lui, andando poi da Liam e Zayn, iniziando a parlare anche con loro. Vidi Igor sorridere alla scena, per poi sparire nello studio, lasciandomi solo con un cenno verso Harry."
**
E quello fu il nostro primo incontro. Provai a dormire con quel ricordo, stringendo la mano debole di Kassidy, lasciandomi cullare dalla risata cristallina di noi bambini.

Coreen's pov
Io e Zayn ce ne stavamo appoggiati con le spalle attaccate alla muretta di casa sua. Quella notte avrei dormito lì, anche se tutta la situazione mi sembrava solo uno dei tanti -già provati- effetti delle canne. Entrambi tra le dita tenevamo una sigaretta, anche se la mia si consumava più in fretta della sua. Negli sbuffi che facevo rivedevo mio fratello, con quei ricci che gli incorniciavano il viso, gli occhi chiusi e la bocca dischiusa in una smorfia di dolore. Non avrei mai voluto vederlo così per la prima volta. Avrei voluto vederlo come Zayn me lo descrisse: lo sguardo serio ma in uno strano modo allegro, la bocca spesso aperta in un sorriso che risaltava due bellissime fossette e la risata sempre pronta a scattare.
-Zayn?-
-Dimmi.-
-Domani a che ora andiamo in ospedale?- guardai il moro di sbiego, osservandolo mentre inspirava il fumo.
-Ci conviene aspettare notizie da Louis e Kassidy, prima di fare una strage in ospedale nel caso Harry...non fosse più lì.-
-Già, forse è meglio.- mi avvicinai a lui, appoggiando la testa sulla sua spalla, mentre l'aria fredda graffiava le mie guance.
Zayn mi strinse la mano, trasmettendomi un po' di calore. Non capivo come fosse stato possibile essere stata accolta da loro in quella maniera in meno di una giornata. Nonostante tutto ciò che stesse succedendo, quella famiglia -ormai già formata- era riuscita ad aprire le porte anche a me.
Anche se ero la sorella di Harry, quella sparita per anni. Anche se non ero una ragazza standard, quella con diversi tatuaggi e le punte colorate. Anche se non appartenevo al loro mondo, quella che faceva parte della Gang.

Finimmo di fumare quella sigaretta e poi rientrammo. In casa c'eravamo io, Zayn e Niall, mentre Liam aveva accompagnato Hailey a casa sua. Vedevo il biondo preso sempre dal cellulare, probabilmente scriveva alla ragazza bionda con cui stava insieme, mi sembrava di aver capito. Anche se lo vidi arrossire diverse volte sullo schermo del telefono, non lo vidi mai sorridere. Eravamo tutti a terra, non c'era nulla in grado di tirarci su.
Niall ci venne a chiamare verso mezzanotte per rientrare, così una volta essere entrati in casa ci mettemmo sotto le coperte, provando a dormire, sperando in quello che doveva essere un lieto fine.

Niall's pov
Rimasi steso sul divano con lo sguardo puntato al soffitto, cercando di ricordare quanti più episodi di vita passati con Harry. Quelli più importanti, quelli che ogni tanto bisogna rispolverare per evitare di dimenticarli del tutto, e un giorno trovarsi da soli col presente e non poter più fare un tuffo nel passato.
Uno dei primi che mi venne in mente fu una delle prime volte che entrammo da Candysh.
**
"-Niall, non correre!-
Liam mi teneva per la manica della maglia, tentando di rallentarmi. Sapeva che avevo un debole per quel negozio e cercava di farmi trattenere dall'irrompere dentro come la Dea farebbe in un covo di drogati.
-Dai Liam, sbrigati!-
In cinque minuti arrivammo finalmente dentro il negozio. Come il solito Louis si catapultò nella zona vicino a Hailey, seduta sul bancone insieme alla nonna. Liam e Zayn andarono verso le liquirizie, mentre io e Harry verso il reparto cioccolato.
-Cosa prendi?- chiesi al riccio, mentre osservavo rapito delle ranocchie di cioccolato bianco.
-Penso quello.- mi indicò una tavoletta piuttosto grande di cioccolata alle nocciole.
-Ma non faremo spendere troppo a Igor?-
-No, lui ci porta qua tre volte al mese così noi possiamo fare rifornimenti che ci durano fino alla volta dopo. Sta a noi risparmiare.-
Sorrisi a Harry, prendendo un sacchetto e riempiendolo di rane bianche, mentre lui afferrò la tavoletta arrampicandosi sullo scaffale.
Quando arrivammo a casa, noi cinque ci sedemmo sul tappeto e cominciammo ad ammirare i nostri acquisti. Io mi guardavo intorno spaesato, non avevo mai fatto cose del genere con la mia famiglia. Era passato solo un mese da quando facevo parte di quella nuova famiglia, e tutto mi sembrava strano. Harry, vedendomi perso, mi porse un pezzo della sua tavoletta.
-No, Harry, è tua.- gli sorrisi io.
-Siamo fratelli, e i fratelli condividono le cose.- rise lui allegro, costringendomi ad accettare il suo regalo:-Grazie.-
Gli diedi un abbraccio, e anche lui strinse me, e quello rimase uno degli abbracci più belli di sempre."
**
Sorrisi involontariamente, asciugandomi quella lacrima che era scesa senza che io me ne accorgessi. Ogni molecola del mio corpo stava implorando perché Harry stesse bene, perché quando saremo andati in ospedale, il giorno dopo, lui sarebbe stato ancora lì.

Zayn's pov
Anche se continuavo a stringere la mano di Coreen, avrei tanto voluto correre via da quel letto e piangere fino ad esaurire tutta quella rabbia che avevo in corpo. Quello schifosissimo figlio di puttana aveva rovinato la vita a troppe persone per permettergli di restare in vita. Se in quel momento l'avessi avuto lì davanti, avrei voluto vederlo morire e non avrei fatto nulla per fermarlo. Harry rischiava la vita solo per colpa sua. Mio fratello avrebbe potuto andarsene da un momento all'altro, e io non avrei potuto farci niente. I ricordi riaffioravano come nulla, e mi sembrava di rivivere tutti quei giorni in cui non avevamo pensieri per la testa.
**
"Io avevo quindici anni appena compiuti mentre Harry tredici quando combinammo uno dei più grandi casini.
Per qualche strano motivo decidemmo di andare sul tetto della casa. Ci arrampicammo per i cornicioni, per poi arrivare sulla tettoia del garage e finalmente raggiungemmo il tetto.
Ci eravamo portati lo stereo per passare un po' di tempo in tranquillità, però ci eravamo scordati il cd in casa.
-Io non ho voglia di ritornarci là sotto!- mi lamentai io.
-Ma nemmeno io!- rise Harry, stendendosi tra le tegole.
-Dai, ok, facciamo squadra.-
-E cosa vorresti fare? Sentiamo.-
Lo guardai con sguardo complice, indicandogli una fune legata al camino che sbucava dal tetto. Lui capì al volo, e dopo cinque minuti mi stava calando dal lucernario che c'era in camera di Liam. Avendo lo stesso peso, ogni tanto la corda gli scivolava tra le mani, e io cadevo verso il basso in velocità, ma riuscii lo stesso a toccare terra senza farmi male.
Slegai la fune che avevo in vita e presi due o tre cd a caso, per poi ritornare in camera di Liam. Nel frattempo Louis mi chiese che diavolo stavamo combinando, io gli risposi che stavamo semplicemente provando a fare Lara Croft. Lui alzò le spalle e ripese a leggere un libro.
Mi legai di nuovo la fune in vita, e Harry provò a tirarmi su. Peccato che però perse l'equilibrio all'indietro e cadde rovinosamente sulle tegole ruvide, imprecando sei o sette volte per la botta sulla schiena. Purtroppo però, urtò il lucernario che cadendo troppo velocemente si ruppe con un tonfo, mentre una trave mi colpì in testa.
Mi ritrovai così, dopo quasi due ore, a letto insieme a Harry che continuava a lamentarsi per la schiena. In sostanza Niall, Liam e Louis portarono me (svenuto) a letto, e poi aiutarono Harry a rientrare dal lucernario rotto. Le parole che poi ci disse Igor furono davvero molte."
**
Anche se al solo ricordo risentivo il bernoccolo sulla testa, avrei voluto rivivere quell'esperienza con Harry, anche perché da lì imparammo ad andare meglio sul tetto e soprattutto a non dimenticarci più i cd. Imparai anche cosa un fratello può fare per te: nel bene e nel male, come aiutarti a calarti e farti cadere una trave in testa.

Louis's pov
Aprii gli occhi a fatica a causa della sveglia impostata sul cellulare. Trascinai il dito sullo schermo e il rumore assordante finalmente si fermò. Guardai alla mia sinistra e Kassidy non c'era, come mi aspettavo d'altronde. Ero riuscito a dormire solo per tre ore, purtroppo Kas nemmeno una. Durante la notte sentivo che si girava di continuo, che sospirava, provò a dormire, ma non ci riuscì mai.
Mi alzai così dal letto, raggiungendo la cucina.
-Ciao Louis.-
Mi girai verso il fornello, dove la mora stava cucinando qualcosa.
-Ti ho preparato le uova, se vuoi.- tentò un sorriso, porgendomi il piatto su cui era disposta la frittata.
-Grazie mille, ma non ho fame, davvero.-
-Capisco.-
Si avvicinò a me, abbracciandomi stretto.
-Andiamo, Kas?-
-D'accordo.-
Prendemmo la macchina dopo nemmeno dieci minuti e ci recammo in ospedale. Le presi la mano, guidandola per le scalinate dell'enorme edificio. Nessuno dei due parlò mai, la paura di non vedere Harry nella stanza del giorno prima era più grande di qualsiasi altra cosa. Salivamo i gradini con una lentezza esasperante, quasi a volere che il tempo si fermasse e non permettesse che a nessuno fosse fatto del male.
Quando arrivammo alle porte del reparto in cui avevamo passato tutta la giornata prima, ci fermammo.
-E se lui non c'è?- mi chiese Kassidy con un fil di voce, mentre la sua voce veniva rotta da alcuni singhiozzi.
-Se lui non c'è, noi andremo avanti. Lui non voleva vederti così, Kas, lui ha sempre voluto che tu viva la tua vita e che tu vada avanti senza girarti indietro. E comunque resteremo insieme, per qualsiasi cosa, va bene? Ormai siamo una famiglia: io, te, Zayn, Liam, Coreen, Hailey, Niall, Hazel e Harry. Resteremo per sempre una famiglia, anche se ne mancherà sempre una parte. Ok?-
-Va bene...-
Strinsi per un'ultima volta la sua mano, mentre entravamo nella sala d'aspetto. Il cuore batteva forte, e cresceva l'ansia non vedendo alcun medico nei dintorni a cui chiedere. Sapevamo dov'era la stanza di Harry: sarebbe bastato voltare l'angolo e avremmo avuto tutte le risposte.
Così fu.
Rivolgemmo i nostri occhi alla stanza, mentre il nostro cuore si fermò vedendo la porta aperta e il letto vuoto. Sul cartellino appeso appena fuori non c'era più scritto "Harry Styles", ora era vuoto. Kassidy si girò di scatto verso di me, abbracciandomi stretto, iniziando a piangere istericamente. Cercavo di non piangere, ma fallii nella mia impresa, e scoppiai anch'io.
Lui non c'era più.
Mio fratello, Harry Styles, io non l'avrei mai più rivisto.
Nella mia testa si formarono tanti di quei ricordi da farmi quasi perdere i sensi. Tutti i ricordi più belli vissuti con lui, con tutti i nostri fratelli, quelle ultime parole che gli avevo sentito dire. Piangevo disperatamente, non mi era mai successo di piangere in quella maniera. Sapevo che non stavo aiutando Kassidy piangendo anch'io, ma non riuscivo a fare altrimenti. In me si stava creando una voragine che non avrei mai più saputo colmare, perché mio fratello se ne era andato.
-Kas, fatti forza.- le parole uscirono in un flebile sussurro, diretto all'orecchio della ragazza che stava singhiozzando contro il mio petto.
-Anche tu.-
Ci stringemmo un'ultima volta, per poi sciogliere l'abbraccio. Nulla mi sembrava avere più un dannato senso in quel momento.
-Hey, ma che succede qui?-
Ci voltammo di scatto all'indietro.
Davanti a noi, Harry se ne stava seduto su una sedia a rotelle con un sorrisone dipinto in viso.
Io e Kassidy ci guardammo allibiti, per poi correre da lui. Fu Kas a prendere per prima la parola:-E tu che ci fai qui?!-
-Oltre a respirare e vivere, direi che gironzolavo finché non vi ho visti.- sorrise di nuovo, mentre la ragazza si abbassò per abbracciarlo e scoccargli un bacio a fior di labbra. Nel frattempo io scattai loro una foto e la inviai a tutti, e nel giro di venti minuti erano tutti presenti.
Sentivo il mio cuore battere veloce, ma non per tristezza o ansia, bensì per felicità, finalmente dopo troppo tempo. Mio fratello era lì, e non se ne sarebbe più andato. Stava bene, e tutto inziava a riprendere colore.
Quando i ragazzi arrivarono, essendo al massimo dell'euforia, a turno, abbracciarono Harry e gli chiesero come stava, come aveva passato la notte. Quando fu poi il turno di Coreen, Harry la guardò stranito.

-Chi...sei?-
-Sono Coreen, piacere.- si strinsero la mano, lei con convinzione, mentre lui con diffidenza:-Non mi riconosci, Harry?-
-Direi di no.-
-Sono tua sorella. Coreen Joyce Styles.-
Il riccio sgranò gli occhi verdi, uguali a quelli leggermente più chiari della ragazza di fronte a lui.
-Sapevo di avere una sorella, sì, ma non sapevo che ci avrei parlato faccia a faccia, così da un giorno all'altro...sono comunque felice di conoscerti.-
Lo sguardo di Harry si ammorbidì, mentre Zayn raggiunse Coreen, così ci avvicinammo tutti.
Restammo così lì a parlare per due ore. Harry ci disse che durante la notte per qualche istante il suo cuore aveva smesso di battere, ma i medici erano riusciti a salvarlo con il defibrillatore. Noi ascoltavamo ogni minimo dettaglio, gioiendo ogni volta per ogni respiro che faceva, pensando che ormai era tutto passato. Avremmo continuato a vivere come una famiglia.

Harry's pov
-Mi lascereste un attimo con Kassidy, per favore?-
Chiesi a tutti, ricevendo dei sorrisi generali, mentre io guidavo la mia ragazza fino alla terrazza dell'ospedale.
Si chiuse la porta di vetro alle spalle, raggiungendomi alla ringhiera.
-Sono tanto felice che tu stia bene, Harry.- sospirò felice, mentre il chiaro sole invernale le accarezzava le guance:-Non sai quanto sono stata in pensiero.-
-Mai quanto me. Non mi capacitavo dell'idea che non ti avrei più rivista.- le sorrisi appena, prendendole la mano:-Comunque non mi fanno uscire subito, hanno detto che prima devo riposare un paio di settimane. Se fosse per me sarei già fuori, lo giuro.-
-Non dovevi prendere quel proiettile Harry, dovevi lasciarlo a me.-
-Ancora con questa storia? Kas, ora che sono vivo te lo ripeto, se dovessi rifarlo non mi tirerei indietro, ok? L'ho fatto per salvare te e questa per me è la causa più giusta che possa esistere.-
-D'accordo. Non devo più infierire, non è così?-
La guardai sorridendo:-Vedo che cogli velocemente il nesso.-
Rise timidamente, appoggiandosi meglio alla ringhiera.
-Kas?-
-Dimmi.-
-Lo sai che io non potrò più restare qui, vero?-
-Cosa?-
Si girò di scatto verso di me, guardandomi stranita.
-Sì, beh. Non sono un santo, la polizia mi continuerebbe a cercare. Devo andarmene da qui...-
Stranamente non obbiettò. Per la prima volta mi sorrise, appoggiandomi una mano sulla spalla:-Se è quello che ritieni giusto, sei libero di andare. Sono stanca di trattenerti per niente, finirei solo per diventare un peso. Se ami qualcuno, lascialo andare, dicono.-
-Se poi ritorna, è tuo per sempre.- completai la sua frase, guardandola negli occhi. Lei arrossì leggermente, baciandomi sulla guancia.

Kassidy's pov
Passarono due settimane.
Andai ogni giorno della prima settimana a trovare Harry, poi gli lasciai la seconda settimana per riposarsi prima della sua partenza. Avrei voluto fermarlo e tenerlo lì con me, per poterlo vedere ogni giorno, e iniziare entrambi a vivere per davvero. Però purtroppo non era possibile, e non me la sentivo di costringerlo a restare, sapendo che dopo avrebbe potuto correre dei rischi. Gli altri però decisero di restare lì a Londra, con me.
Coreen, dopo aver discusso con la Gang, riuscì a convincerli ad entrare in rapporti con noi, così si sarebbero calmate le acque. Lei, Hazel, Zayn, Liam e Niall tornarono a vivere ufficilmente in casa Clain, che poi prese il cognome del maggiore lì dentro, quindi Malik. Niall e Haze decisero di non mettersi insieme. Per lo meno, non di fare coppia fissa ma di certo i baci non mancavano, quindi era come se stessero insieme. Per Coreen e Zayn invece bastarono pochi giorni perché entrambi dichiarassero il proprio interesse verso l'altro, così finirono per unirsi un Malik e una Styles.
Louis ed io ci trasferimmo in una piccola casa poco distante dalla città dopo aver chiarito con i miei per circa tre ore e mezza. Mio padre mi disse che non era mai stato reperibile per via del lavoro, ma che avrebbe sollevato il mondo pur di trovarmi. Mia madre mi promise che mi avrebbe lasciato i miei spazi, ed entrambi acconsentirono per affidarmi a Louis. Dividemmo i soldi che Igor teneva nascosti per tutta la casa, e risultò essere una bella somma a testa. A Hailey non fu concesso trasferirsi da noi, così si limitò a venirci a trovare quasi ogni giorno.
Così, era il quattordici gennaio quando Harry uscì dall'ospedale.
Non sapevo a che ora sarebbe ritornato, e dato che lo stavo aspettando a casa nostra decisi di aspettarlo in giardino. Era una bella casa: stava in uno di quei viali lunghi, dove ai fianchi c'erano molte altre case simili. Aveva due piani, era parecchio comoda. Adoravo il giardino poi, perché era piccolo e accogliente, e al centro aveva una vecchia altalena, sulla quale mi stavo dondolando quando vidi la macchina di Harry parcheggiarsi pochi metri dopo. Per fortuna faceva caldo quel giorno, perciò non era necessario il giubbotto. Vedevo i miei capelli muoversi col vento che li scompigliava mentre correvo verso il cancello, vestita solo con una felpa e un paio di pantaloncini corti.
-Ciao Kas.-
Il riccio arrivò alla staccionata bianca sorridendo, mentre si sistemava il cappello grigio che aveva in testa.
-Ciao Harry.-
Ci baciammo per un attimo, poi gli aprii il cancello:-Vieni in casa?-
-No grazie, devo ripartire subito. Sono appena passato a casa da Zayn per prendere tutte le mie cose e ho trovato anche Louis e Hailey. Sei qui da sola?-
-Sì, Lou voleva che ci salutassimo da soli. Allora, sei pronto?-
Sorrise allegro, dandomi un buffetto:-Quando mai sono pronto io, Parker?-
-Già, non posso darti torto, Styles.-
Rise, sollevato. Quella sua partenza mi stava uccidendo, ma non potevo dargli ulteriori pensieri.
-Kassidy, promettimi che non toccherai più la lametta, ok? Lo sai che per qualsiasi cosa io ci sono. Basta una chiamata o un messaggio.-
-D'accordo, te lo prometto.-
Si sedette sulla staccionata, così io mi appoggiai al cancello, mentre entrambi guardavamo distrattamente la casa di fronte.
Lo sentii sospirare, per poi prendere la parola:-E alla fine ci siamo fatti prendere dalla Sindrome di Stoccolma.-
-E tu che ne avevi tanta paura...alla fine, cosa vuoi che sia?-
-Esatto, alla fine vuol dire solo essermi innamorato. Una passeggiata, insomma.- scherzò lui, scendendo dalla staccionata:-Devo andare.-
-Ok...stammi bene.-
-Anche tu.-
Ci baciammo un'ultima volta.
-Addio, Styles.-
Mi sorrise, mentre lasciavamo le nostre mani allontanarsi.
-Arrivederci, Parker.-


Angolo autrice

E' finita.
D'accordo, addio mondo.
Aaaaa è finita! WE ARE THE CHAMPIONS ♥
Allora, grazie mille a chi mi ha sempre recensito, a chi ha messo le storia tra le preferite/seguite/ricordate. Grazie a voi sono andata avanti, superando anche un brutto periodo della mia vita. Siete magnifiche, se avete domande fate pure. Vi saluto dal pianeta della Sindrome di Stoccolma, credo che per ora la mia attvità di scrittrice si fermerà un bel po' ♥
Se volete passare qui, è il trailer di una mia nuova storia (forse), non so se vi piacerà-->


Vi metto anche tutti i link delle mie storie, se a qualcuno dovesse venire la malsana idea di leggerle :')
Letters to Harry
Do you remember summer '09?
Do you remember summer '09?_Just me, Harry.
Do you rememer summer '09?_C'mon C'mon
Do you remember summer '09?_Memories



P.s. La canzone all'inizio del capitolo è Our Story, di Mako. Ascoltatela, è bellissima!

Ale xx
Lou xx
  
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