Una vita con i kaulitz
Capitolo 1: un
corso per la bella addormentata.
La
sveglia suonò e la ragazza, ancora mezza addormentata, cacciò fuori da sotto le
coperte blu mare, un braccio dalla pelle lattea e spense la sveglia per poi
riprendere il suo sogno.
-bell'addormentata… svegliati!!!-cinguettò sua madre
dalla propria camera in fondo al corridoio.
Per
la bell’addormentata quello doveva
essere il primo giorno come apprendista presso il teatro della sua città, dove
si era iscritta per un corso per giovani truccatori…la sua gioia quando consegnò
la domanda d’iscrizione era tale che per tutto il giorno non aveva fatto altro
che spandere sorrisi a destra e a manca.
-Mmm… che ore sono???- chiese con voce
assonnata da sotto le coltri
-
le sette
amorino…-
-Ok
allora…cooooooooooooosaaaaa!!!???!!!!!-.
Dire che il risveglio quella mattina era stato
turbolento era un eufemismo bello grosso: in meno di dieci minuti la ragazza dai
capelli castani e gli occhi verdi era già lavata, vestita e in bagno per lavare
danti e faccia.
-
Sarah, tesoro, come mai tutta questa
fretta???- chiese la madre affacciandosi alla porta del bagno già pronta per
andare in ufficio.
-
Indovina mamma?!!!???- fece ironica
la figlia con lo spazzolino ancora in bocca – Sono in ritardo sparato e devo ancora
truccarmi e farmi i capelli…fortuna che la borsa l’ho fatta ieri
sera…-
-
Se vuoi ti aiuto io a finire di
prepararti –
Gli
occhi color prato della brunetta si spalancarono dall’orrore: sua madre, in
camera sua che metteva mano tra i suoi scaffali dove erano stipate tutte le sue
cremine e i suoi trucchi, comprati il giorno stesso dell’iscrizione e quasi mai
usati per paura di sprecarli in maniera assurda.
-
noooooooooooo- urlò talmente forte da
poter essere sentita fino alla galassia d’Andromaca.
***
-
Ma bene…- la rimbeccò il suo
professore appena mise piede nel teatro che fungeva da classe per la prima
lezione – in ritardo di trenta minuti e
già il primo giorno di lezione…chi credi di essere? La bella addormentata al suo
primo corso?-
Mio
Dio…ecco, lo sentiva, stava inevitabilmente arrossendo come una scema e
mentalmente si malediva pregando nel frattempo di sprofondare o quanto meno
sparire dalla faccia della terra.
-
scusi per il ritardo –sussurrò Sarah
abbassando gli occhi.
-
renditi utile ora... - le ordinò sprezzante il docente dai
capelli alquanto bianchi
Un’
imprecazione stava per uscire dalle labbra della sedicenne quando un ragazzo più
o meno della sua età la richiamò con “ehi” per poi invitarla al lavoro di
coppia.
-
grazie mi hai salvata…se avessi chiesto
cosa avrei dovuto fare non so se sarei tornata a casa viva oggi- lo
ringraziò la brunetta prima di raccogliersi i capelli in uno chignon e infilarsi
il grembiule rosa da lavoro per iniziare a truccare il
compagno.
-
hai proprio una bella pelle- si
complimentò quest’ ultimo facendo, inevitabilmente, arrossire la truccatrice,
sia per il complimento, sia per la distanza quasi inesistente che c’era tra i
due.
-ehm…veramente io non ti conosco- sviò
lei riprendendo a sfumare il correttore con le dita della mano che ormai le
tremavo dall’agitazione
-ah…vero…io sono Matteo- rispose il
biondino che le sedeva di fronte imbarazzato almeno quanto la compagna nel
tendergli cordialmente la mano, che gli venne stretta dopo un momento di
esitazione da parte di Sarah.
Quella atmosfera così insolita le piaceva; la faceva
sentire a casa anche se non lo era e la metteva a proprio agio…peccato però che
venne rovinata dalle urla dell’ insegnante che in quel momento entrava nel
salone del teatro dirigendosi verso il palco scenico dove gli studenti
eseguivano il lavoro.
-MA CHE ME NE
FREGA DEL TEDESCO E DEI CAPRICCI DI 4 ADOLESCENTI!!! IO MANCO L’HO STUDIATO IL TEDESCO!!! -
sbraitò l’insegnante – NON CREDO CHE
QUALCUNO LO STUDI!!!! Qualcuno studia tedesco o lo ha mai studiato???-
chiese poi rivolto agli alunni, che allibiti, risposero negativamente in coro,
nel quale si distinse chiaramente un’unica risposta affermativa: quella di
Sarah.
- e così tu sai
il tedesco???- chiese l’uomo inarcando scettico un
sopracciglio.
- beh…per la
verità, lo studio a scuola- iniziò la ragazza visibilmente imbarazzata a
causa degli sguardi di tutti su di lei –però ho fatto solo due anni e non sono una
studentessa modello, anzi…-
- ma dire “ciao”
e “mi chiamo” ne sei capace??? -.
- certo…o almeno
credo… -
- bene bene
bene…allora vieni con me – la intimò il docente che ormai la vedeva sotto
una luce nuova e sicuramente positiva.
Senza fiatare e senza scostare lo sguardo dal pavimento,
per non incontrare lo sguardo degli altri, seguì l’adulto che la precedeva, in
quella che doveva essere la segreteria del teatro.
- prego si sieda
signorina- la invitò gentilmente il docente indicandole una poltrona di
velluto bordeaux dove si sedette senza pensarci due volte.
- ehm…che dovrei
fare per lei??? –
- oh…nulla di
preoccupante, cara la mia allieva - la tranquillizzò con voce
melliflua
- devo tradurre
una lettera???-
- nono…più
semplice che tradurre una lettera…-
- fare una
chiamata???-
- no più semplice
ancora…- ormai la brunetta stava finendo le idee e temeva seriamente per la
sua incolumità.
-non
saprei…scriverle qualcosa??? -
- assolutamente
no – la riprese dolcemente il professore sfoggiando un sorriso a 32
denti.
- e allora
cosa???-
RINGRAZIAMENTI:
questa è la mia prima fanfic lunga-lunga, di solito scrivo storielline corte e puccettose,
quindi vi prego
siate clementi con me…
Intanto grazie un mondo a miky, ally e alla mia Cassidy che cedono sempre in me,
mi incoraggiano a
continuare a scrivere… grazie mille tesore mie!!
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