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Autore: elev    07/03/2014    6 recensioni
"In un mondo pieno di dolcificante artificiale, aspartame, saccarosio e derivati vari.
C'è chi ha perso la dolcezza dello zucchero e la naturale duttilità del miele."
Per quel giorno avevano previsto neve.
Erano le 7.30 di mattina e Juliet svoltava l’angolo del 142 di Portobello Road.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Verrò, ma deve essere una cena seria.
Odio le persone che prendono i pasti alla leggera"  
(Oscar Wilde)


Ciao genio!


L’orologio segnava le otto e mezza di mattina quando Luca maledisse la sveglia la prima volta.  
Alzò la testa dal cuscino fissando quei quattro numeri  digitali verdi che lampeggiavano insistentemente sul fondo scuro del quadrante. Sdraiato con a pancia in giù, con il lenzuolo bianco che gli copriva per metà la schiena dalla pelle olivastra, tese un braccio fino a raggiungere il pulsante di spegnimento dell’allarme.

– stronza!- Grugnì spazientito ricacciando la faccia nel guanciale.

Cinque minuti dopo un altro suono insistente interruppe il dormiveglia dell’uomo.
Con la rassegnazione di un condannato, alzò per la seconda volta la testa dal cuscino soffiandosi via il ciuffo ribelle di capelli arruffati dalla fronte, afferrò quel maledetto orologio e lo sbatté sul comodino rendendosi conto inseguito che quel suono non corrispondeva alla sveglia ma al citofono.

Con gli occhi ancora semichiusi e l’equilibrio precario di chi si è appena alzato dal letto, s’infilò il primo paio di pantaloni della tuta saltellando ora su un piede poi sull’altro. Trascinando i piedi raggiunse la porta, la aprì con convinzione lasciando appoggiata la mano sulla maniglia sbadigliò:  - Che vuoi a quest’ora?  Mi hai portato di nuovo la colazione? -

- Buongiorno ehhh che faccia!… Non so di quale colazione tu stia parlando ma potresti offrirmela tu già che insisti!-

Luca rimase interdetto per qualche secondo, poi mise a fuoco e si trovò davanti gli occhi verdi e insistenti di una giovane sui 17. I capelli rasta stavano a malapena raccolti in un elastico con i colori della Giamaica tanto erano folti e il piercing alla narice brillava alla luce del sole che filtrava dalla finestra del pianerottolo.

- Tea?! Ma che ci fai qui a quest’ora?!-
- Beh? Non mi fai entrare? - Fece lei scocciata. Con un sorrisetto sarcastico lo spostò di lato con una leggera spinta e superò la porta.

- No aspe… Ossignore! -
- Fico sto posto!- Esclamò quella buttandosi sul divano poco distante con le scarpe ancora ai piedi.

- Tea!- L’apostrofò Luca raggiungendola dopo aver chiuso la porta - non puoi piombarmi in casa così, lo sai questo vero?-

Il sorriso sparì improvvisamente dal viso della giovane che si rabbuiò lasciando il posto ad un leggero rossore degli occhi.
- Io quella non la sopporto più! Non sapevo dove andare e quindi… sono venuta qui.-
Disse serrando la mascella.
- Hai litigato di nuovo con mamma vero?- Intuì Luca portandosi una mano tra i capelli, sospirando.
- Dovresti cercare di essere un po’ più accomodante, lo sai che lo fa per il tuo bene, si preoccupa… e soprattutto non è che ogni volta mi puoi piombare in casa a questa maniera… ho una vita anch’io, e tu dovresti andare a scuola.- Si raccomandò il moro dirigendosi in cucina per prepararsi un caffè.

- Parli proprio come un vecchio!- Lo canzonò Tea affacciandosi alla porta della cucina. - Com’è che sei diventato così saggio?- Trillò mascherando una risata.

- Senti ragazzina finiscila! Sono una persona seria io. Piuttosto… lo vuoi un caffè?- Fece Luca agitando il cucchiaino.
- Tu qui non puoi stare, devo andare al lavoro IO!-

- Eddai ti preeego, solo qualche giorno no? Terrò pulito e non organizzerò nessun festino a casa tua…- promise Tea sbattendo le ciglia. - Anche se questo posto non sarebbe male… - concluse azzardando una giravolta.

- Ora basta!- Ribatté Luca appoggiandosi  le mani sui fianchi e impegnandosi per rimanere serio - starai qui per il fine settimana, ora non ho tempo ma domani chiamo tua madre-!
- Graziegraziegraziegrazie"- saltellò lei buttandogli le braccia al collo.
- E bevi sto caffè che si fredda dai!- Sogghignò lui sciogliendo l’abbraccio.
- Muoviti che sono in ritardo!- Le urlò dal bagno.

Mezz’ora dopo Luca uscì di casa spingendo la ragazza fuori dal suo appartamento.
- Torno tardi! Fatti un giro e se hai fame in frigo ci sono le lasagne da scaldare… ammesso che tu sappia cosa sia un forno….- Sogghignò il moro.
- Sì "nonno" – l’apostrofò lei - non parlerò con nessuno e non accetterò caramelle dagli sconosciuti non ti preoccupare. E sappi che per accendere il forno non ci vuole Einstein!- Replicò lei facendogli una linguaccia prima di svoltare l’angolo.
- Ciao genio!- Le disse soltanto.

***

Luca sorrise tra sé e sé. - Ci mancava solo questa ora!- Pensò.
Dieci minuti buoni di cammino dopo, Luca varcò fischiettando la soglia dell’Old lighthouse.

Gli unici rumori che sentì provenivano, ovattati, dalla cucina. Intuì dunque che “qualcuno” era già al lavoro.
–  Buon giorno belle ragazze!- Salutò Luca varcando la soglia della cucina con un uno dei suoi sorrisi migliori stampato in viso.
 – Buongiorno Chef!- Fecero in coro Angie e Liz.

–  Giulia… - Aggiunse il moro con cortesia… Juliet gli dedicò un’occhiataccia e Luca si corresse immediatamente dandosi una manata sulla fronte – che sbadato… JULIET!-
Di tutta risposta ebbe soltanto un freddo, acido e severo  –Buongiorno Luca!-

–  Tutto bene?- Chiese ad alta voce e, smarrito, cercò con lo sguardo Liz e Angie ma nessuna osò replicare.
–  Va tutto benissimo, noi siamo al lavoro da più di un’ora e ce la caviamo alla grande!- Ribatté freddamente Juliet facendo cenno all’orologio appeso alla parete. 
 –  Chi non ha il senso della logistica non sarà mai un buon cuoco.- Sottolineò.
– Bene Chef. Mi scuso per il ritardo, ho avuto un imprevisto. Se hai finito mi metterei al lavoro.- Scherzò di tutta risposta il moro.
La cucina dell’Old lighthouse rimpiombò nel silenzio e le successive due ore furono interrotte unicamente dagli ordini della bionda Chef.

Juliet e Luca si trovarono a lavorare uno accanto all’altra senza interruzione. Nessuno osò più aggiungere frasi dette ad alta voce. Juliet non perse però occasione di esprimere il suo disappunto a gesti, rubandopiù utensili possibile al collega ogni qualvolta le si presentava l’occasione. Luca non perse occasione per accorgersene quindi sogghignando tra sé e sé se li riprendeva sporgendosi davanti alla Chef e sopra il suo lavoro.

Al terzo utensile recuperato Juliet assaggiò la salsa al rafano con un cucchiaio, lo sbatté sul piano di lavoro innervosita e corse nella cella frigorifera.
Con dei respiri ritmici e profondi Juliet provò a scaricare tutta la tensione addentando una mela presa da una cassetta delle scorte. Non fece in tempo a finirla poiché la porta si riaprì. Juliet indietreggiò staccando la mano appoggiata ad uno scaffale.

- Che vuoi anche qui?- Sbuffò.
- Non ho ancora capito che cosa io ti abbia fatto di male. Ti sono forse antipatico?- Replicò pacatamente lui agitandole un mestolo di legno davanti al viso.

- Quel mestolo serviva a me!- Sibilò la bionda riattaccandosi, questa volta con entrambe le mani allo scaffale voltandogli le spalle.

Juliet sentì Luca avvicinarsi e mentre le mani si appoggiarono accanto alle sue sul bordo dello scaffale, il respiro caldo dell’uomo sul collo le provocò un brivido quasi impercettibile lungo la schiena.
- Propongo una tregua Chef!- Disse Luca avvicinandosi all’orecchio della donna.

Juliet respirò profondamente e si voltò lentamente.
Rimase in silenzio guardando Luca dritto in quei “pozzi neri” che aveva al posto degli occhi per qualche istante scacciando il brivido che aveva provato poco prima.
Sbatté le palpebre e tornò in sé aggiungendo freddamente  – e va bene!-

- Benissimo!- Sorrise Luca soddisfatto incrociando le braccia al petto.
- Ora che abbiamo fatto pace ti prometto che mi sdebiterò della tua colazione invitandoti a cena… - aggiunse soddisfatto lo Chef.

- C.. cosa?- Fu la risposta irritata di Juliet già diretta verso la porta della dispensa.
- Non ci provare nemmeno…- disse mascherando un mezzo sorriso. - Piuttosto, c’è un dolce di là da finire -
- … muoversi!- Aggiunse sarcastica.





Angolo cottura



Salve, salvino!!!
Seguaci eccomi qui!!! Finalmente sono riuscita a finire questo nuovo capitolo… dopo settimane che ci giravo intorno.

Abbiamo qualche novità (che ne pensate?) e una sbirciatina nella vita quotidiana del nostro caro vicino!
Spero che vi possa piacere, giuro che erano 4 pagine di word scritte piccole piccole ed ora pubblicandolo mi sembra pure corto… C'è un aspetto "interessante" (per la storia s'intende all'interno del capitolo...a voi scoprire quale...
Attendo le vostre recensioni

Un abbraccio primaverile (finalmente!!) ovunque voi siate

A presto
Vostra
-elev
  
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