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Autore: 1984    07/03/2014    1 recensioni
Iris ha voglia di andare avanti, di non arrendersi.
Perché la vita è come una stella a quattro punte.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Iris”.

Una figura magra e alta si era seduta vicino a una ragazzina con i capelli rossicci.
La ragazzina ero io, a tredici anni. Avevo alzato il viso imbronciato verso quello pallido di mia madre. “Iris, sai che non avresti dovuto comportarti in questo modo”, aveva detto. Poi mi aveva accarezzato la testa, ma io avevo rifiutato quel gesto di tenerezza con un moto di rabbia.
E invece sì, avevo dovuto farlo, avevo dovuto strappare quell'orribile diario che mia sorella custodiva così gelosamente, dentro di me lo sapevo.
“Mamma, dove va sempre Georgia?”, sbottai. “Perché non mi dite la verità? So che c'è sotto qualcosa, ho letto il suo diario, si lamenta sempre che questo sarà il suo ultimo anno, papà e te litigate di continuo...”. Gli occhi mi pizzicavano. Mi alzai e guardai mia madre. Mi apparve sconvolta, come mai prima di allora.
“Vi odio”, sussurrai.
Le verità dolorose sono le più difficili da dire e così i miei genitori mi avevano tenuto nascosto che Georgia, la mia unica sorella maggiore, in lista d'attesa per un trapianto al cuore da quando aveva tre anni, aveva avuto un arresto cardiaco circa un mese prima. Ma purtroppo per i miei genitori era venuto il momento tanto temuto e mamma aveva chiamato mio padre con voce sottile come un filo.
Papà, che era mi era sempre apparso come un uomo forte e coraggioso, in quell'occasione si era mostrato più vulnerabile che mai mentre le lacrime gli rigavano le guance.

Mi sveglio di soprassalto. Ansimo.
Poi mi rendo conto: un incubo, è stato solo un incubo.
Con una punta di verità, mi dico. Mi getto ansante sul letto e fisso il soffitto nel buio della notte. Odio questa stanza, quelle stupide nuvolette dipinte alle pareti e le stelline fosforescenti attaccate al soffitto che risplendono sopra la mia testa.
Eppure le ha volute Georgia. E io dovrei essere la prima a lottare per rimanere qui, in questo luogo, in questa casa, in questa stanza. Ma il problema è che non voglio farlo e sono grata ai miei genitori se hanno deciso di traslocale lontano da qui.
Il punto è questo: mia sorella è morta da un anno e non possiamo andare avanti così. Mia madre è distrutta, mio padre ha rischiato di perdere il lavoro per stare dietro a mamma e... beh, non parliamo di come mi sento io perché non ne ho proprio voglia.
Io e mia sorella eravamo diverse. Ma ci volevamo bene e la sua presenza mi manca molto. Ha sempre avuto problemi di cuore, ma questo sembrava quasi un piccolo particolare. E' sempre stata più attiva di me, voleva diventare attrice, teneva centinaia di diari, leggeva di tutto, ascoltava musica classica ma non disdegnava il rock. A cinque anni suonava già il pianoforte, mentre io perdevo il mio tempo con le barbie.

Ho un vuoto. Un vuoto enorme dentro la pancia, dentro i miei pensieri, e come ben presto ho capito, è persino dentro a questa famiglia.

   
 
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