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Autore: Rick    06/12/2004    1 recensioni
Aprire gli occhi,svegliarsi,e trovarsi in un nuovo mondo...o e' lo stesso di prima,ma qualcosa e' andato per il verso sbagliato?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dalla sua posizione, arretrata rispetto agli altri robot, osservava la battaglia che si svolgeva davanti ai suoi occhi. Tre mech.....non sembravano far parte dell'esercito Sephiriano, ma i loro computer li avevano ugualmente rilevati come nemici. Armatura composta di leghe semplici, equipaggiamento molto antiquato rispetto al loro...sembravano prede facili. Ma allora, perchè la sua squadra ci stava mettendo tutto quel tempo?
Si concentrò, cercando di individuare, nel silenzio del suo abitacolo, i movimenti dei suoi nemici, i loro piani, i loro schemi....ma niente. Trattenne il respiro, mentre si rendeva conto che le tattiche dei loro avversari non seguivano quelle che le avevano insegnato.

-Sono pronta!- Esclamò Fuu, ancora nascosta dietro le ali chiuse dell'Agriv.-Spostatevi!-
Hikaru estrasse velocemente le lame del Daitetsu dal suo avversario, rendendosi conto di non riuscire a penetrarlo del tutto, mentre Umi, dalla sua posizione, continuava a far fuoco con tutte le armi del Dragoon. Di certo, nessuna delle due si aspettava quale fosse l'asso nella manica della loro amica, e rimasero vistosamente sorprese quando videro Fuu, aprendo le ali dell'Agriv, impugnare un arco dal design intricato, che al posto della corda aveva un sottile fascio di energia di colore rosa.
-Ma cos'è quell'affare?!- Esclamò Umi, non ottenendo risposta: la scienziata guerriera era troppo impegnata, all'interno del suo abitacolo, ad allineare tutti i mirini che apparivano sull'HUD. Osservò le luci che si andavano accendendo una dopo l'altra sul display e mosse con decisione la cloche destra, facendo afferrare e tendere al suo Agriv il fascio d'energia, creando un sottile dardo di energia porpora.
-Colpiscili...-
Pensò a voce alta, mentre lasciava di scatto il pulsante che aveva tenuto premuto fino a quel momento. Istantaneamente l'Agriv lasciò la presa e la freccia fu libera di muoversi, trapassando all'altezza del torace, uno dopo l'altro, tutti i nemici.. Umi e Hikaru rimasero sbigottite, per poi lanciarsi in un eccitato urlo alla vista dei loro avversari che crollavano al suolo.
-Ma che roba è!?- Chiese Hikaru, stupita dalla performance dell'amica.
-Plasma Bow.- Rispose, con calma, Fuu.-E' un prototipo. Posso muovere la corda grazie ad un campo magnetico, ed è grazie allo stesso sistema che il computer muove la freccia una volta lanciata. In pratica funziona come un missile, ma invece di esplodere perfora il bersaglio. E' molto potente, ma ha un solo colpo.-
-Come....dove l'hai preso!?-
-Me l'ha dato un amico.- disse lei, chiaramente riferendosi al suo meccanico di fiducia. Si rivolse ad Umi con uno sguardo divertito, terminando la frase.-è piuttosto bravo quando si tratta di elettronica e meccanica...e...beh, è molto teatrale.-
-..ma non facevi prima a dire Ryusei?!-
-Heheheh....dai, basta, torniamo al lavoro. Ne sono rimasti due..-
Ma Hikaru si introdusse con discrezione nel discorso, sussurrando:
-Tre....sono tre...-
La donna si riferiva ad un terzo gigante meccanico,sceso dal cielo dritto su un picco di roccia davanti a loro, che le fissava con insistenza tenendo le braccia incrociate davanti al petto.
Fissò quel robot argentato con attenzione: il suo occhio cadde subito sugli esagerati coprispalla, dall'interno dei quali cadevano pesanti degli spunzoni di colore argenteo, e sulle enormi piastre rivolte verso l'alto che partivano dietro a questi. Non riusciva a vederne il torace, coperto dall'affusolata armatura delle braccia, ma la testa, con una particolare cresta in lunghe piastre di colore rosso, era ben visibile. Dalla vita scendevano altre lamine di metallo che coprivano l'inguine del robot senza intralciare i movimenti delle gambe, la forma delle quali ricordava i piedi di un'aquila.
Il mech sembrò scrutare i tre Metal Armor attraverso due visori dalla luce incolore, uscenti dall'ombra che l'elmetto proiettava su una corazza facciale a pezzo unico.
Fuu, stupita, si lasciò sfuggire un sussurro:
-Io...quel robot l'ho già visto altrove...-
Proprio nell'istante in cui il robot si allontanava, volando in direzione opposta alla città, solo per essere seguito qualche istante dopo dai due robot superstiti, lasciando le tre ragazze sole in mezzo ad un mare di rottami. Hikaru, seccata, osservò:
-Avevo appena finito di scaldarmi...-.

Un'intera squadriglia di Garlands persi in meno di 30 secondi, e il Taevion non era neanche sceso in battaglia! Si sarebbe arrabbiato, al vederle tornare a mani vuote.... poteva inventare una storia, certo, ma non ci avrebbe creduto, e come minimo le avrebbero sottoposte di nuovo a quella tortura.
Neanche sapeva come si chiamasse nè quale fosse il suo vero scopo, ma sapeva benissimo qual'era l'effetto sul suo corpo: convulsioni, dolore, vomito... . Il suo respiro si fece sempre più pesante, tentò di muovere le cloche di comando, ma niente: le sue braccia rimanevano rigide ai suoi fianchi, mentre la sua testa veniva attraversata da un'improvvisa fitta. Si lasciò sfuggire un gemito di dolore, mentre si sentiva come se il suo corpo venisse trafitto in diversi punti.
-Pe...perchè....-sussurrò, ancora in preda alla sofferenza.-Perchè devo sopportarlo....-
Passarono lunghi istanti, prima che una decisa voce femminile, del pilota dell'altro robot, le rispondesse:
-Si...Sileighty...?-
-Perchè, Shion....perchè non possiamo essere come tua sorella? Lei....lei ce l'ha fatta....si...si è liberata...-
Un'altra fitta alla testa, poi il silenzio. Cercò un'altra volta di ribellarsi agli impulsi che sentiva dentro di sè:
-"muovi la cloche, muovi la cloche...."-
Un punto rosso sul radar attirò la sua attenzione: un missile, un proiettile, qualcosa.... il suo braccio si mosse da solo all'ultimo istante, schivando il missile, contro il suo desiderio di venire colpita...

Il panico cresceva nella sala comandi della Teti, alla vista di una miriade di punti luminosi che facevano la loro comparsa sullo schermo.
-Porca puttana!- si lasciò sfuggire Domon, solo per sentirsi osservato, un attimo dopo, dall'intero equipaggio. Si guardò intorno smarrito, per poi farsi coraggio e ordinare nel microfono:
-Tutti i piloti alle postazioni di combattimento, ripeto, tutti i piloti alle postazioni di combattimento! Equipaggiate i Dragoon e gli Agriv mkII con l'equipaggiamento di tipo C! Armate le torrette!-
-Capitano!- Esclamò un uomo dai capelli neri e dai vistosi baffi che si trovava al suo fianco.-Cosa ha intenzione di fare!?-
-Ho intenzione di resistere, luogotenente Hoshi.- rispose lui, fissandolo dritto negli occhi.-Sul pianeta ci sono i tenenti Shidou e Ryuuzaki e la dottoressa Houhouji, ed è regola non lasciare i propri soldati da soli in campo nemico. Manterremo la posizione finchè non saranno rientrate, e solo dopo ciò ci ritireremo!-Esclamò infine.
-E' un suicidio! -replicò l'altro- Il computer rileva più di 60 unità nemiche, mentre noi ne abbiamo a malapena 20 e perlopiù danneggiate!-
Il capitano, nonostante si fidasse del suo luogotenente, cercò con lo sguardo il capomeccanico per aver conferma delle notizie, ma il suo sguardo altro non vide che Ryusei. Sconfortato, gli chiese:
-Akai...voglio un rapporto sulle unità, velocemente.-
-Cazzo ne s....er...no, volevo dire...- rispose lui, volgendo lo sguardo verso uno dei monitor.-Abbiamo cinque unità in perfette condizioni, 7 danneggiate leggermente e tutto il resto in condizioni infami, senza contare le tre unità della squadra di esplorazione e i cinque Daitetsu che abbiamo perso...il luogotenente Hoshi ha ragione, è un su..-
Ma Domon non si diede per vinto, e continuò ad urlare nel microfono, non lasciandogli finire la frase:
-A tutti i piloti, gli ordini sono questi: non vi allontanate dalla nave per nessuna ragione! La Teti cercherà di avvicinarsi al tunnel di rientro della squadra di esplorazione, i reparti addetti alle torrette si rechino ai propri posti. Non voglio eroi o altro: cercate di tornare indietro tutti interi!- e poi, sottovoce:-Mi raccomando, ragazzi...non vi fate ammazzare.-

All'interno dell'abitacolo c'era un silenzio innaturale, ma lui ormai c'era abituato. Il cosmo...quel luogo freddo ed inospitale, il tremendo campo di allenamento delle truppe del Pianeta, il luogo che aveva visto il tremendo scontro tra le milizie di Sephiro e quelle di Autozam, tanti anni prima...era per lui sinonimo di vita. Adorava il tepore delle stelle, la calda luce riflessa dal pianeta, l'adrenalina che gli scorreva nel sangue quando i propulsori del suo robot gli trasmettevano la spinta attraverso la schiena...
Solo che stavolta era diverso. L'Eisenriese, un robot riservato agli ufficiali, finalmente suo! Non avrebbe mai smesso di ringraziare il comandante per quella promozione così improvvisa e inaspettata. Si produsse in un ghigno, quando la voce di Gamma gli arrivò via radio:
-Hey Colt! Guarda!-
All'inizio volse lo sguardo verso il verde Raptor 009 dell'amico, ma subito capì le sue parole e tornò a guardare l'astronave davanti a sè: una ventina di oggetti di grandi dimensioni andavano lentamente dispondendosi davanti la nave, in piccole squadriglie di 3 o 4 elementi ciascuna. Li osservò per qualche secondo attraverso il computer a fianco della sua mano destra: erano molto simili ai robot che aveva già visto sui monitor dell'Hayabusa, ma erano completamente bianchi, a parte qualche rara eccezione che gli fece immediatamente capire quali fossero i mech dei capi squadriglia.
-Non sono Kishin. O, se lo sono, l'Alleanza ha veramente bisogno di qualche lezione di design.- disse, ridendo. Si scrocchiò le nocche nel silenzio cosmico, dicendo:
-Beh, è da tanto che non abbatto qualcosa. Vediamo cosa sa fare questo gioiellino...-
Mentre spingeva la leva dei propulsori al massimo. Il robot di colore rosso scattò in avanti, seguito a malapena da Gamma.
-Ma dove vai!?- Esclamò il ragazzo dai capelli verdi nella radio.-Vuoi prenderteli tutti tu?-
-L'idea era quella.- rispose, eccitato.
Tirò con decisione la leva sul suo fianco sinistro: i coprispalla dello slanciato Eisenriese si aprirono, rivelando due schiere di potenti micromissili. Le tre mitragliatrici sul braccio sinistro uscirono dalla loro sede, pronte a far fuoco, mentre la lama sul braccio destro cominciò a surriscaldarsi e ad assumere una colorazione rosso fuoco.
-Eisenriese, GO!- esclamò un'ultima volta, lanciandosi nella mischia.

Nei primi 5 minuti la battaglia sembrava una letale danza di morte: i piloti terrestri seguivano gli ordini di copertura con precisione, contrattaccando solo quando strettamente necessario con missili e razzi che, anche essendo inferiori alle armi ad energia dell'esercito Sephiriano, davano ugualmente filo da torcere. Ma la resistenza durò ben poco, e Domon se ne rese conto solo quando gli operatori cominciarono ad annunciare:
-Capitano, la squadriglia Hiryu sta battendo in ritirata.-
-Capitano, abbiamo perso Ryu 1 e Ryu 2!-
-Capitano...se continuiamo di questo passo, le nostre forze e quelle nemiche si annienteranno a vicenda.-
Le voci si accavallavano confuse nella sua mente, già sotto pressione per quella dannata scelta: dopo un esordio brillante, le squadre della Teti cominciavano lentamente a cedere, per colpa dei suoi ordini dati alla leggera. Le unità di recupero venivano individuate ed abbattute, il morale delle truppe era sotto le suole, gli unici a cavarsela in battaglia erano i capisquadriglia grazie al loro equipaggiamento speciale.
Cosa doveva fare? Non poteva ritirarsi, lasciando le sue truppe dietro di lui. Ma non potevano restare lì: sarebbero morti tutti comunque...
In mezzo alla confusione e ai sensi di colpa, prese una decisione: scattò in piedi, affermando:
-Hoshi, vi lascio il comando. Vado fuori.-
e, avanzando a passo sicuro, uscì dalla sala.
-Capitano, aspettate!- urlò Ryusei, precipitandosi fuori dalla stanza inseguendolo.-Il vostro Shukumei non è in grado di combattere!-
-Lo so.- Disse lui, senza neanche degnarlo di uno sguardo.- Maa non è un problema, per quello che ho intenzione di fare: darò l'ordine di ritirata e mi consegnerò alle forze del Pianeta per chiarire la situazione.-
-Er...forse non mi sono spiegato bene..-
-So cosa stai pensando, Akai.- continuò.- Ma ho fatto l'errore di farvi rimanere a combattere per una decisione personale....mi dispiace di avervi messi tutti nei guai, e questo è l'unico modo per dimostrarvelo.-
-Capitano...-
Strinse i denti, seccato. Si voltò verso il ragazzo, guardandolo con uno sguardo inferocito, ed esclamò:
-Ryusei, guardami. Per colpa mia, MIA, state tutti rischiando la pelle. Non ho mai fatto niente di eclatante, di spettacolare, di onorevole...ho sempre fatto quello che mi diceva questa dannata capoccia, senza pensare alle mie truppe e a cosa andavano incontro, ed è grazie a ciò che mio fratello non può più camminare!!! Diciamolo...come capitano non valgo granchè... e questo è l'unico modo che ho per pagare il mio debito con tutti voi e con il comandante Mitsurugi, che avete posto fiducia in me inutilmente...-
-I...io...-
-Adesso, stai zitto! Te lo ordino!-
-....Sissignore.-
Il meccanico rimase qualche attimo a guardare il capitano allontanarsi e sussurrò, in sovrappensiero:
-Però è strano....il capitano non ha mai avuto rimorsi...vuole davvero arrivare a tanto per salvare la dottoressa?-
E si accorse solo in quell'attimo che, parlando, avevano già percorso tutta la strada e si trovavano nell'hangar principale, davanti a una Mika che li fissava con uno sguardo un pò buffo. Domon spalancò con decisione la porta dell'hangar per guardare il suo Shukumei, e un attimo dopo, constatata la situazione, urlò:
-CHE COS'E' QUESTO SCEMPIO!??!?! CHI E' STATO!?-osservando la corazza facciale del suo Metal Armor giacere al suolo ammaccata, i cavi all'interno del volto sfilacciati e i componenti al suo interno staccati.
-Ecco, lo sapevo.- sussurrò Ryusei, senza pensarci, attirando l'attenzione del capitano: l'uomo si voltò verso di lui con sguardo omicida, ed esclamò:
-Sei stato tu, non è vero!? Sabotatore! Ti presenterò davanti al trib...-
-Capitano...- la calma voce di Mika interuppe le strilla di Domon.-Era per il progetto della dottoressa Fuu.-
Al sentire quel nome, l'uomo dai capelli neri sobbalzò. Abbassò il capo, dicendo:
-Akai...noi due faremo i conti dopo.-e poi, rivolto a Mika: -Uraki, ci sono altri robot operativi in questo settore?-
-Umh...forse uno.-rispose lei, facendo la vaga.
Ryusei capì immediatamente di quale stava parlando...

Un rumore dalle scale attirò la sua attenzione: volse lo sguardo verso il piano superiore, vedendo il suo amico dagli occhi grigi scendere le scale, senza la maglietta bianca che era solito portare sopra la maglia a maniche lunghe.
-Yawn...-Cien sbadigliò vistosamente, ma lei si accorse che stava fingendo.-Che dormita. Cos'hai preparato di buono?- continuò il ragazzo.
-Uova fritte.- rispose, sospirando.-Sei fortunato che le ho trovate subito, altrimenti avrei dovuto ispezionare tutto il frigo in cerca di qualcosa di commestibile.-
-Cos'è, non ti piace il cibo del nostro mondo?-
-Solo per capire cosa c'è scritto sulle etichette ci metterei una vita...-
Lo sentì ridacchiare, mentre si avvicinava alle sue spalle per sbirciare nella padella.
-Non ti fidi?- disse lei, contagiata da quella ridarella.
-Uh, no.-
-Hey!-Disse, esplodendo in una risatina.-Non so cucinare, ma non bisogna essere dei geni per cuocere una frittata!-
-Non posso darti torto... ma hai dimenticato di mettere il sale.-
La ragazza lo guardò con sguardo un pò smarrito, guardò la padella e disse:
-Come fai a...-
-No, niente telepatia. E' perchè è ancora nella credenza.-Rispose, aprendo un armadietto a vetri e tirando fuori un barattolo.
-Oh.-
Rimasero ad ascoltare le uova friggere per qualche istante, poi Cien disse:
-Credo sia cotta. Toglila dal fuoco.-
Hikaru spense i fornelli, ma come ebbe fatto ciò la suoneria del suo cellulare risuonò nell'aria.
-Pronto?- disse, rispondendo alla chiamata, solo per sentire dall'altro lato la voce di un trafelato Ferio:
-Hikaru! Dove ti trovi adesso?-
-Eh? Non credo di aver capito...-
-Dove sei!? C'è una cosa ti cui ti devo parlare, è urgente!-
-Io..eh....- disse non troppo convinta, guardandosi attorno.-Sono alla periferia a sud di Acura...ma che succede,Ferio?-
-Sephiro è sotto attacco.-
Al sentire la notizia strabuzzò gli occhi per qualche istante, e l'espressione di disappunto mutò in una di terrore puro.
-Co....cosa?-disse, balbettando. Sperava con tutto il cuore che non fosse vero... sotto attacco?
Gli avvenimenti dei giorni precedenti non le avevano dato una mano a cancellare quel senso di confusione nella sua testa, quei fatti accaduti tanto tempo prima le avevano levato quasiasi voglia di reagire agli stimoli esterni, quasi intrappolandola in sè stessa... e ora questo? Magari le sarebbe pure toccato tornare a vestire i panni del Magic Knight alla difesa di Sephiro!
Cominciò a tremare, ma la voce di Ferio attirò la sua attenzione quasi immediatamente.
-Una delle stazioni spaziali che orbitano intorno al pianeta è stata attaccata... e Lantis è a bordo.-
-L....Lantis!?-
Rimase qualche attimo in silenzio a cercare di pensare, ma era talmente scioccata da non riuscire a formulare una risposta.
Per un attimo le tornò la lucidità, giusto il tempo di dire:
-S..sono nel distretto di Octavia...la sesta traversa, mi farò trovare fuori....-
-D'accordo. Preparati, sarò lì tra qualche minuto...e per favore, non lo dire a nessuno. -
Poi, l'unico suono che riuscì a sentire nel telefono era un sommesso "tu-tu-tu-tu-tu"....
Si sentì svuotata delle sue energie, gettandosi su una sedia nel tentativo di evitare di cadere. Era totalmente sconvolta, ma non ci mise molto a capire che il suo stato d'animo non era causato dalla notizia, ma dal modo in cui aveva reagito. Lei era sempre stata energica, coraggiosa, determinata, e ora....no, non ora. Da un paio di giorni a quel momento era sempre stata remissiva, lunatica, faceva di qualsiasi cosa un dramma... no, non era più lei. Sembrava che il suo lato debole, tutto d'un tratto, avesse preso il sopravvento. La voce di Cien la distolse da quei pensieri:
-Hikaru...che hai?-
-Niente...- rispose, alzandosi e cercando di nascondere il suo stato d'animo. -Era un mio amico....è successa una cosa grave, e devo raggiungerlo....-
-Ah...non per essere invadente, ma posso sapere cosa è successo o...-
-No, meglio di no!- esclamò lei, visibilmente tesa.-è una faccenda delicata...ma grazie dell'interesse.-
Sotto lo sguardo dubbioso del ragazzo, afferrò il guanto gemmato che aveva lasciato sul tavolo e si diresse di corsa fuori dalla porta d'ingresso.
Perchè si sentiva così dannatamente fuori posto? Poteva essere Sephiro che era cambiato, poteva essere questa improvvisa comparsa di forze del male e la sua richiesta ad intervenire... o forse erano i sensi di colpa che provava per aver lasciato morire le sue amiche, e quelli che avrebbe avuto se non fosse riuscita ad aiutare Lantis...
Ma non capiva. Aveva sempre reagito a tutti questi stimoli trovando la forza per andare avanti, ma...si sentiva stanca di combattere, pronta a seguire il destino che Umi e Fuu avevano seguito così tanto tempo prima.
Si voltò un attimo a guardare gli occhi pieni di domande del suo coinquilino per un'ultima volta, convinta del fatto che non sarebbe tornata. Sospirò, e gli disse con tono rassicurante:
-Non ti preoccupare per me...non è niente.-
L'aria fu invasa da un rombo di motocicletta, e qualche istante dopo fece la sua comparsa Ferio, seguito da un polverone. L'uomo si fermò giusto il tempo per vedere i suoi occhi scioccati, e subito le ordinò:
-Sali, sbrigati!-
Hikaru sospirò a capo chino, per poi fissare il suo amico dai capelli verdi con uno sguardo deciso e salire sulla moto.
Non le importava più, ormai: qualsiasi cosa fosse successa su Sephiro, sarebbe sempre stata lì a combattere. Era il suo destino.

Varcò la soglia dell'hangar 18 timidamente, dietro al suo capitano e alla sua amica. Gettò uno sguardo verso il fondo della stanza: Kuu, il progetto della dottoressa Fuu, svettava imponente davanti a loro - 19 metri di metallo, un enorme gigante costruito in una lega metallica, identificata come X, resistente a tutto ciò che la natura potesse opporre all'uomo...e lui era lì a vedere il suo capitano salire a bordo e rischiare la vita per lui.
-Domon...sei sicuro?-Tentò di dissuaderlo.-Il Kuu non è armato... se esci fuori ti distruggeranno in pochi secondi!-
Gli aveva dato del tu...una cosa che non faceva da tanto tempo. Forse era perchè sperava che rivolgersi a lui da amico e non da sottoposto avrebbe ottenuto qualche risultato, ma si sbagliava di grosso - il capitano lo fissò in volto con sguardo irritato, dimostrando di non voler scendere a compromessi:
-Non dirmi cosa devo o non devo fare, Ryusei!-
-A-allora- esclamò - sarò io ad andar fuori a coprire le squadre di difesa!-
-Tu? Ma fammi il piacere! Ti conosco da tanto tempo e non ti ho mai visto salire su un robot se non per lucidarlo!-
-Sar..sarà diverso, stavolta!- continuò nervoso.-Il Kuu è speciale! Anche un novellino come me può...-
-Stai zitto. E' un ordine.- rispose freddamente l'ufficiale, spiccando un balzo verso l'abitacolo Ryusei strinse i pugni, incapace di fare qualsiasi cosa. Era colpa sua se il suo capitano...se il suo amico avrebbe rischiato la vita in quel modo...doveva fare qualcosa per evitarlo, non poteva rimanere lì a guardare! Era lui a dover combattere, non Domon!
Forse, da qualche parte nell'universo, un'entità divina ascoltò il suo desiderio di intervenire, e decise di acconsentire alla sua richiesta.
L'esplosione fu talmente violenta che l'intero hangar tremò. Chiuse gli occhi per la paura, e quando li riaprì il capitano era svenuto tra le braccia di Mika, a pochi metri dall'abitacolo del Kuu. Cosa aveva colpito la nave? No, in quel momento non gli importava, tutto quello che voleva fare era salire su quel dannato affare e lottare per il suo amico.
Mika atterrò davanti a lui, tenendo Domon sulla spalla come privo di vita.
-E' svenuto...- disse la bionda con voce calma, quasi come se l'avesse saputo fin dal principio. -Cosa facciamo?-
-E' una domanda un pò stupida da fare, non credi?- disse con voce decisa, alzando lo sguardo a fronteggiare l'Kuu.- Salirò a bordo!-
Attimi di silenzio, interrotti all'improvviso dalla voce della ragazza:
-Persino il capitano non aveva chance...cosa credi di fare tu?-
-La cosa più giusta..-commentò dirigendosi verso l'abitacolo.- è quello che farebbero Amuro Rei, Kira Yamato o tanti piloti come loro.-
-Ryusei...quelli sono anime, ma questo non è un cartone animato! Scendi subito, ti farai ammazzare!-
Si voltò a guardarla dalla spalla del robot, facendole cenno con la testa di darsi una mossa, per poi dirle:
-Non ti preoccupare, non ho intenzione di morire oggi! Anzi, ho intenzione di andare fuori e di fare il culo a strisce a quel cane rosso! Tu aprimi l'hangar e porta il capitano in infermeria!-
E lanciarsi nella cabina di pilotaggio. Indossò quel che poteva della tuta spaziale in fretta e furia, mentre i suoi pensieri non gli davano tregua:
-(Fare il culo a strisce...senza armi, equipaggiamento o altro....ho solo lo Psytracker a cui affidarmi...)-
Prese un sottile diadema in metallo sopra il quale erano montati diversi circuiti, e sussurrando:
-Psytracker, aiutami tu.-
lo pose sulla sua testa, indossandoci il casco sopra.
-(E ora vediamo se l'addestramento è servito a qualcosa...)- pensò, attivando uno dopo l'altro gli switch sopra di lui. Gli "occhi" dell'Kuu si illuminarono di un colore verde acqua, e ciò fu segno per Mika che era ora di lanciare.
-Come vuoi....buona fortuna, Ryusei...- disse, tirando con decisione verso di sè la leva della catapulta.
La struttura di contenimento del Kuu indietreggiò di qualche metro, ed un compartimento stagno divise l'hangar in due, impedendole di vedere se il lancio dell'amico era andato a buon fine. Ma lei lo sapeva. Sapeva che sarebbe andato a buon fine.

-N...non ci posso credere! Vuoi dire che devo evocare Rayearth e andare nello spazio ad eliminare un'intera armata di robot? Ma non eravamo in tempo di pace?-
-Purtroppo non è così.-Le rispose Ferio, non nascondendo una certa agitazione.- Le forze Sephiriane stanno nascondendo gli attacchi da parte dell'Alleanza da più di due anni. Se i cittadini venissero a saperlo ci sarebbe il panico.-
-Ma…ma io non so neanche se posso andarci, nello spazio! Non è possibile...- disse la ragazza dalla treccia rossa, stringendo il suo guanto tra le mani con violenza, in segno di rabbia.-Perchè devo pensarci io? Se è da due anni che li combattete, dovreste...-
-Aver imparato i loro trucchi, le loro strategie, il loro obiettivo. Ma non è così facile come sembra, Hikaru: questa non è una guerra normale...non sappiamo chi è il nostro nemico, nè cosa vuole da noi. Ogni volta che catturiamo una delle loro squadriglie, i piloti non sono in grado di comunicare....non siamo mai riusciti a racimolare informazioni su di loro. è per questo che dobbiamo fare affidamento a te.- Le prese le mani con dolcezza, affermando:-Con te è diverso: tu sei un eroina. Sei sempre arrivata a trovare la verità anche quando pareva irraggiungibile, hai sempre saputo che fare, non hai esitato davanti alle tue scelte...-
Le tornò in mente il suo ultimo, tragico scontro.
-Non è vero!-Esclamò, scostandosi velocemente da lui.-Tutto quello che ho fatto è stato causare morte e dolore! Umi e Fuu sono morte per colpa mia, Ferio.... io, la "vostra eroina".... ho cancellato un sistema che ha sempre reso Sephiro un pianeta felice, IO ho generato il mostro che ha cercato di uccidere Lantis....IO HO UCCISO TUA SORELLA! Ti sembro un eroe!? Non voglio pù farlo, Ferio....non posso farlo!-
L'uomo continuava a guardarla senza aprir bocca, evidentemente sorpreso.
-Non...non potete trovare qualcun altro? Eleggere un altro Magic Knight, qualcuno in grado di portare avanti il compito che ci eravamo prefissate io, Umi e Fuu al nostro secondo viaggio in questa dimensione....proteggere Sephiro e i suoi abitanti? Ti prego...dimmi di si....Io non sono più un Magic Knight....non sono più in grado di esserlo...-
Ferio fu decisamente sconvolto dalla reazione della ragazza, e le sussurrò con tono seccato:
-Hikaru, cerca di capire. Se tu non combatterai, Lantis morirà.-
-Lui è un guerriero...-sussurrò, lacrime agli occhi.- se la caverà, se l'è sempre cavata, è sempre tornato indietro.-
Lo vide assumere un'espressione sempre più amareggiata, mentre abbassava lo sguardo verso il terreno.
-Stavolta potrebbe finire male, Hikaru. Guarda il cielo.-
Alzò lo sguardo verso le stelle, preoccupata, e davanti ai suoi occhi si presentò uno spettacolo affascinante quanto terribile: lontano da lì, dietro le sporadiche nubi che popolavano il cielo ormai notturno, si vedevano distintamente i lampi della battaglia che si stava svolgendo sopra la sua testa.
Rimase a guardare in alto per qualche istante, prima che la voce di Ferio le giungesse all'orecchio:
-Hanno bisogno di te, Hikaru.-
Sospirò pesantemente, e per un attimo le sembrò di essere tornata quella di una volta ,mentre affermava:
-Lo farò...ma non credere che lo stia facendo per me, o per te...e tantomeno per Lantis. è solo... per finire qualcosa che ho cominciato tanto tempo fa...-
Indossò il suo guanto, cercando di concentrarsi. Da sola non poteva fare niente, aveva bisogno dell'aiuto del suo mashin...ma sarebbe stata capace di evocarlo, senza armatura e dopo tutto quel tempo? Chiuse gli occhi e portò le mani sul petto, mentre la gemma del guanto si faceva sempre più brillante. Il cielo di Sephiro si illuminò di rosso per un breve istante, mentre Hikaru cercava con tutte le sue forze di richiamare la forza di Rayearth dal passato chiamando il suo nome... per sparire, un attimo dopo, in una colonna di luce rossa.
Non era certa che avesse funzionato. Aprì gli occhi di scatto, quasi impaurita, e guardò verso l'alto. Non vedeva niente davanti a sè solo il cielo stellato...abbassò lo sguardo sconcertata, e si rese conto che qualcosa non le tornava - come mai le sembrava di essere diventata alta più di 20 metri? Guardò le sue mani - erano diverse, ricoperte da un paio di guanti bianchi mentre il resto del suo corpo era coperto da un'armatura rossa e dorata.
Si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo: c'era riuscita.
Non si fermò neanche a salutare Ferio o a dare un'ultimo sguardo al pianeta, in quanto la sua attenzione fu attratta da tre scie luminose che partivano verso il cielo. Strinse i denti, estrasse la spada infuocata dalla gemma sul petto del suo Mashin e si alzò da terra, decisa a farla pagare a chi stava cercando di distruggere il suo paradiso.

-Fuu, abbiamo qualcosa in coda.-
-Uh? Qualcosa ci ha seguito fin qui!?- Esclamò la bionda, ben cosciente del fatto di non potersi guardare dietro. -Riuscite a vederla!?-
-Non credo...se mi giro rischio di perdere stabilità...-
-Ci penso io.-Affermò Hikaru, cambiando l'assetto della telecamera del Daitetsu.
All'inizio non vide altro che un minuscolo puntino, ma dopo un rapido zoom riuscì a distinguerne la sagoma...che riconobbe immediatamente. Strabuzzò gli occhi, sconcertata, e smanettò freneticamente sulla tastiera per cercare di visualizzare al meglio l'immagine. Soltanto quando non ebbe più dubbi disse, di fronte al gigante rosso che appariva davanti ai suoi occhi:
-R...Rayearth!-

  
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