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Autore: x Audrey x    07/03/2014    1 recensioni
Chiuse gli occhi umidi e lasciò la presa, stringendo forte quella mano sconosciuta. Era l’unica possibilità che le rimaneva. L’ultima cosa che vide furono un paio di profondi occhi color nocciola.
Genere: Avventura, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO CINQUE
Sicuramente non era reale. Loro erano morti ancora da, beh da un bel po’. Era impossibile che fossero ritornati, di nuovo. E poi, in che modo questa volta ci sarebbero riusciti? E comunque, ora, in quel piccolo pianeta non c’ era proprio niente, quindi, al massimo erano già stati distrutti, ma se le coordinate erano le stesse della prima volta, neanche un secondo in più, non era possibile che fosse già tutto finito. 
Intorno a lui era tutto calmo, non c’ era alcun rumore. Non trovava un filo logico che riuscisse a tenere valido qualsiasi spiegazione che cercasse di dare all’ accaduto.
“Ma non trovi strano, che non ci sia nessun cadavere?” Lux ruppe quell’ opprimente silenzio. “Insomma, se dovevano uccidere qualcuno…”
“Ma non è questo il loro pianeta, è quello che brucia lassù” le rispose, indicando la palla infuocata, che si stava via via spegnendo.
“E allora che senso ha distruggere anche questo posto?”
Lui la guardò. Non ricordava nemmeno che fossero esistiti dei satelliti intorno a… sospirò “Proprio non lo so. Facciamo un giro qui intorno, forse troviamo qualcosa.” E si incamminò verso una direzione non definita, con lei dietro, che chiedeva come faceva a sapere che non era questo il luogo dove vivevano i signori del tempo, se li avevano trovati lì.
“Lo so e basta” tagliò corto lui.
“Va bene” girarono intorno ancora, non trovando niente di rilevante.
“E se, riprovassimo ancora con le stesse coordinate? Insomma, lo troveremo prima o poi?”
“No. Cioè, sì, potremmo ma non so se capiteremo nel posto giusto. Questo sembra un loro imminente futuro, anche tenendo conto che quando siamo riusciti a scappare via non c’ era nessuno, come ora qui. E poi non riesco a capire come mai hai detto che erano signori del tempo. Voglio dire. Non potevano e basta! E non c’ era nessun altro pianeta di così grande vicino al loro.” Si fermò un attimo. “E poi, se ora siamo nello stesso esatto momento della prima volta, è il loro presente, non il loro futuro” un’ altra pausa. “A meno che qualcuno non abbia modificato gli eventi passati. Allora si che potrebbe essere... No, non ha senso! Dovrebbe averlo fatto molto velocemente e non può continuare ogni due secondi. Ma chi può viaggiare nel tempo!? Sono solo io che creo questi problemi!”
Lei lo guardò accigliata. Non sapeva proprio cosa pensare. Soprattutto in mezzo ad un argomento come questo. Si buttò per terra, in mezzo alla cenere e chiuse gli occhi.
“Hei, ma che fai?”
“Niente. Allora, cosa pensi di fare?”
“Guarda che in mezzo ci sei anche tu”
Ma cosa stava dicendo? Lei non centrava assolutamente niente in quella storia. Glielo fece capire. Lui le rispose semplicemente di mettersi in piedi e di entrare nel tardis.
“Mi riporti a casa?” chiese.
“Vuoi tornare a casa?” rispose.
“Dai, scopriamo questo mistero temporale” disse Lux sorridendo e gli fece strada, mentre apriva la porta del tardis e si metteva a curiosare nella tavola dei comandi.
“Aspetta, non l’ avevi chiusa prima, la porta?” esclamò, alzando la mano con le chiavi della cabina e un ‘aria corrucciata. “Devi sempre chiudere la porta del tardis!” la rimproverò.
Ma lei era già scappata in giro ad esplorare quello strano mezzo. 

La piccola cabina atterrò per l’ ennesima volta nello stesso punto. Il Dottore uscì, ma fu subito deluso. Era lo stesso paesaggio grigio e distrutto. Beh, la cosa positiva è che almeno stavolta era tutto esattamente uguale. Chiamò Lucy, ma non ricevette risposta. Chissà dove si sarà cacciata, pensò, ma decise di lasciarla gironzolare ancora per il tardis. Non sembrava ci fosse niente di nuovo. Stava quasi per rientrare, frustrato, quando sentì un leggero movimento dietro di lui. Strano, se non c’ era nessuno. Si voltò di scattò e vide un’ ombra nell’ oscurità.
“Hei!” gridò “Chi sei?”
L’ ombra si avvicinò “Potrei rivolgerti la stessa domanda”
“Sono il Dottore. Come sei arrivato qui?” no, domanda stupida. “Volevo dire, quando, sei arrivato qui.”
“Non importa il mio nome. E poi, se fossi veramente il Dottore, dovresti saperlo, chi sono” si avvicinò un altro po’. Era abbastanza alto, ma non riusciva a distinguerne il volto, dato che era coperto da un largo cappuccio. La voce risultava però abbastanza giovane “Pensi di prendermi in giro? Tu non sei il Dottore!” esclamò, mentre estraeva qualcosa da sotto quella giacca lunga e nera, che arrivava quasi fino a terra.
“No, no. Non ci siamo capiti. Io sono il Dottore. L’ unico”
“Stai mentendo. Sei una persona completamente diversa da lui. Prima di tutto non è così giovane!”
E se… quel tipo poteva parlare di una sua vecchia rigenerazione. O una sua futura. Nel contesto era però più probabile che questo fosse un avvenimento già accaduto. Strano però, perché lui dovrebbe averne avuto memoria.
“Cosa centra il Dottore in tutto questo?” gli chiese improvvisamente.
“E io dovrei anche venirtelo a dire?” rise sommessamente. “Comunque, qui non ci dovrebbe essere nessuno, tantomeno un sopravvissuto” disse, mentre estraeva una strana arma, e la puntava contro il Dottore.
“No un momento, aspetta. Con calma. Parliamo almeno, insomma, non sai chi sono, non ci guadagneresti niente a farmi fuori così!”
“Non ci guadagno niente comunque"
“Dottore, cosa sta succedendo?” 
Entrambi guardarono sorpresi la persona da cui derivava la domanda.
“Oh Lux, ma non eri rimasta nel tardis?” disse il Dottore, scocciato.
Lei gli lanciò un’ occhiataccia.
“Ti sono venuta a cercare perché eri sparito!” sbottò. “Ma ora ritorno dentro, sei felice?” fece, e gli voltò le spalle.
“Eddai, non prenderla così…” 
“Ti chiami Lux?” chiese l’ ombra con un accenno di stupore.
Lux si girò di scatto. Era così scuro che non si era nemmeno accorta di quella terza figura.
“Non farle niente!” lo ammonì il Dottore.
“Si ma se ci vai di mezzo tu, poi io come ci torno a casa? Non so guidare quella… cosa!” gli disse gelida, ignorando completamente l’ altra persona.
“Non è possibile” bisbigliò l’ ombra. 
“Cosa?” chiese istintivamente il Dottore.
“Non può essere qui…” abbassò l’ arma.
“E perché non potrei essere qui? Chi sei tu per dire questo? “ Mio dio, dove si era cacciata, con due matti che parlavano criptico o che davano ordini.
“Non è possibile.” Ripetè ancora.” Eppure… non c’ era altra soluzione, chi poteva mai essere se… Avrebbe chiesto spiegazioni. Rimise l’ arma dentro il lungo mantello. Cosa fare? Non poteva di certo ucciderla. E nemmeno lui allora. Decise di andarsene, per il momento.
“Hei, Lux… se sei tu” aggiunse “Non fidarti di questo Dottore” e cliccò qualcosa congegno che aveva sul braccio, per poi sparire in mezzo ad una luce verde azzurra.
“No, non andarteneee” gridò il Dottore. “Fantastico! Beh, almeno c’ è qualcuno di vivo, un po’ ostile sì, ma…” tirò su con il naso “Intanto c’ è qualcuno” disse, sorridendo con aria ottimista. “Ora non ci rimane che ritrovarlo!”
  
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