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Autore: Someone_    07/03/2014    0 recensioni
Questa valigia non vuole chiudersi!' sbuffò Flavia per la centesima volta.
Si gettò sconsolata sul grande letto dall'albergo a cinque stelle che la produzione le aveva pagato: era ad a LA da solo due giorni, ma già si sentiva presa dall'euforia che tutti sembravano respirare insieme all'aria. Il suo sguardo volò alla poltrona, dove aveva ammucchiato tutti i copioni che Ryan le aveva dato circa qualche ora prima, e che aveva dovuto imparare alla perfezione.
Infondo, essere l'unica new entry straniera nella serie era abbastanza frustrante. Avrebbe dovuto seguire lezioni di pronuncia e grammatica inglese, e soprattutto fare esercizio come se non ci fosse un domani. Eppure, Flavia non era mai stata così felice in vita sua.
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Spero vi piaccia, è un'idea un po' strampalata :)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Pilot
una voce fuori dal coro

'Questa valigia non vuole chiudersi!' sbuffò Flavia per la centesima volta.

Si gettò sconsolata sul grande letto dall'albergo a cinque stelle che la produzione le aveva pagato: era ad a LA da solo due giorni, ma già si sentiva presa dall'euforia che tutti sembravano respirare insieme all'aria.
Il suo sguardo volò alla poltrona, dove aveva ammucchiato tutti i copioni che Ryan le aveva dato circa qualche ora prima, e che aveva dovuto imparare alla perfezione.

Infondo, essere l'unica new entry straniera nella serie era abbastanza frustrante. Avrebbe dovuto seguire lezioni di pronuncia e grammatica inglese, e soprattutto  fare esercizio come se non ci fosse un domani.

Eppure, Flavia non era mai stata così felice in vita sua.

Il personaggio che avrebbe dovuto interpretare, Ambra, era talmente controverso: una studentessa in viaggio di studio per un anno intero, vuole assolutamente sfondare ad Hollywood, ma nel frattempo decide di iscriversi al Glee. Con il canto se la cava, ma non sopporta che qualcuno la corregga. Perciò si fa parecchi nemici.

'Cavolo, speriamo di non fare la stessa fine!' si augurò Flavia, rileggendo per la centesima volta il copione. 

Non desiderava fare assurdi errori davanti a tutti, perciò leggeva giorno e notte libri di grammatica inglese. Ormai il sabato sera la matona di Harry Potter in inglese era uno step obbligatorio, ma l'ansia non l'aveva abbandonata neanche un momento da quando aveva ricevuto la chiamata da Ryan Murphi in persona.


Un lieve 'toc toc' distrasse la ragazza dalle sue riflessioni, e un alquanto sorridente produttore fece capolino dalla porta: 'Flavia! Sei pronta?'


'Certamente.' rispose la ragazza, sorridendogli educatamente a sua volta, prima di prendere la sua unica valigia e appendersi la borsa sulla spalla.

'Bene, perchè sul set sono tutti ansiosi di conoscerti.' la informò Ryan, chiudendo la porta della suite. Flavia, dal canto suo, stava morendo di impazienza: aveva guardato centinaia di interviste su you tube, per cercare di capire con chi sarebbe potuta andare d'accordo, ma alla fine aveva rinunciato. 

'Meglio verificare di persona.' si era detta, anche se la curiosita non l'aveva abbandonata.

'Lo sono anche io.' si limitò a rispondere.

Ryan le aprì la portiera del grande pic up arancione che aveva preso dal set, aiutandola con la valigia.

'Ti piace la canzone che ti abbiamo assegnato?' le chiese ancora il produttore, mentre guidava placidamente attraverso le vie trafficate della città.

'E' fantastica! Spero solo che piaccia anche agli altri...' rispose Flavia, incerta e preoccupata ai limiti del possibile.

'La adoreranno! E please, baby, smettila di essere nervosa, non c'è n'è motivo. Lea è cresciuta a pane e italiano! Fara da interprete a tutti, nel caso tu non riesca a capire qualcosa e cominciassi a delirare.'

'Ma non mi avevi detto che non spiccicava parola?' gli ricordò la ragazza, torturandosi una ciocca di capelli.

Ryan sbuffò, divertito: 'Sì, ma un po' lo capisce.' la rassicurò 'Comunque penso troverai una sorpresina, anche se non sono sicuro al cento per cento...'  aggiunse, pregustandosi l'espressione scioccata della ragazza.

'Che..' tentò di replicare quest'ultima, 'Che tipo di sorpres'

'Uhh, ma guarda, siamo arrivati! Infondo non c'era così tanto traffico!' la interruppe il produttore, parcheggiando il veicolo e scendendo a terra. Flavia si affrettò ad imitarlo, afferrando al volo la sua valigia.


Quello doveva essere il set del cortile, dove avevano girato tutte le scene delle partite di football. 

'Wow, sembra quasi surreale.' sussurrò Flavia.

Quando era sola le capitava di parlare nella sua lingua natia, ma era una cosa che faceva inconsapevolmente. Ormai pensava e sognava anche in inglese.


'Ciao!' esclamò una voce incredibilemente acuta.

Flavia si girò di scatto, presa alla sprovvista: 'Oh, ciao.' rispose, arrossendo.


Un Chris Colfer terribilmente scintillante l'aveva appena salutata, per giunta in italiano, anche se la pronuncia lasciava un po' a desiderare.

'Tu devi essere Flavia. Io sono Chris, sai, quello che appare in quasi tutti i tuoi copioni. Interpreto Kurt, e ho letto che lui e il tuo personaggio diventeranno amici praticamente subito, quindi non vedevo l'ora di conoscerti.' disse, stringendole la mano e non smettendo di sorriderle. 'Oh, ma sto parlando troppo veloce?' le chiese poi, portandosi una mano sulla guancia, sentendosi in colpa.


'No, affatto, tranquillo. Veramente anche io non vedevo l'ora di conoscervi!' lo rassicurò la ragazza. 

'Se ti fa piacere posso accompagnarti alla roulotte.' le propose Chris, spostandosi i capelli dalla fronte con una mano 'Qui si muore di caldo, non trovi?'

'Sarebbe molto gentile da parte tua, grazie.' rispose Flavia, prendendo impacciatamente la valigia e apprestandosi a seguirlo.

'Sai, di solito non mi presento così alle persone, ma oggi non so che mi è preso. Scusami se ti sono sembrato strano. Sono timido, in realtà.' le spiegò Chris, facendole strada fra camper e cameramen. 

Flavia ridacchiò: 'Oh beh, invece sono felice che qualcuno mi abbia notato. Anche io sono timida, pensavo di passare tutto il tempo da sola.'

'Oh, cara, fidati, se c'è una cosa che non farai è passare del tempo da sol... O MIO DIO, è la sciarpa del grifondo quella che vedo?' esclamò Chris, entusiasata, indicando un lembro di sciarpa che fuoriusciva dalla borsa di Flavia.

'Ovvio, sono una grifona e ne vado fiera.' replicò la ragazza, accarezzando fieramente quella che lei amava ritenere 'un tesoro'. 'La indossavo alla premiere del principe mezzosangue e l'ha toccata Daniel Raddcliffe!' aggiunse, con aria sognante.

Chris la guardava con gli occhia cuoricino: 'Ti sto invidiando da matti, sappilo.'

Flavia sorrise: 'E' il mio portafortuna. Ma se vuoi farci un giro, basta che me lo fai sapere!' 

'Sei gentile, grazie. Appena lo dirò a Darren penso che impazzirà!' la informò Chris, prima di infilarsi gli occhiali da sole.

Flavia aggrottò le sopracciglia: 'Chi è Darren?'

'L'altra new entry di questa stagione e potterhead sfegatato. Sai, dovresti unirti a noi per la nostra maratona del sabato sera. Guardiamo tutti i film, uno dopo l'altro. E' divertente!'

'Lo faccio anche io!' esclamò Flavia, eccitata. 'In famiglia mi prendono tutti per pazza!'

Chris le riservò una lunga occhiata stupita, soffermandosi molto sui suoi tratti somatici.

'Ma lo sai che assomigli ad Emma Watson?' disse il ragazzo, beccandosi uno sguardo pieno di adorazione da una Flavia sempre più esaltata.

'Sai, me lo dicono in molti! Ma sono contenta che anche tu l'abbia notato!'

'Ehi, io noto sempre tutto!' la informò Chris, 'noto anche che siamo arrivati. Questa è la mia roulotte' disse, indicando un piccolo camper blu a pochi passi da loro.

'E questa è la tua.' continuò indicandone un'altra. 'Quella di Darren è a sinistra della tua, mentre a destra hai Lea.

Dietro di te c'è Naya e.. Oh, ti sto sparando nomi a caso confondendoti. Comunque, visto che sicuramente Ryan ti avrà detto della sorpresa, devo informarti che alle sette in punto sei attesa in mensa e sarà un onore per me accompagnarti. Che te ne pare?' le disse Chris, sorridente.

Flavia rideva, sinceramente estasiata da quella che sapeva, presto sarebbe diventata routine per lei. Non potè far altro che rispondere: 'Mi sembra perfetto. E sono anche molto curiosa.'

'Lo credo! Ora ti lascio, ma ti passo a prendere verso le sette meno un quarto. A dopo!' la mise al corrente Chris, e si sbrigò ad andarsene, ma non prima di averle baciato leggermente la guancia.

Flavia salutò il ragazzo, per poi estrarre la chiave che le era stata data in precedenza dal produttore ed entrare nella sua nuova 'dimora.'

Buttò la valigia per terra e decise di cominciare subito a personalizzare un po' quel posto: così appese la bandiera italiana che le aveva regalato il fratello prima di partire proprio sopra al letto, spruzzò per tutto il camper il suo profumo preferito (che, fra l'altro, era l'ambra) e cominciò a mettere apposto tutti i suoi vestiti.

Dopo circa un'oretta si era buttata sul letto, esausta. Ripensò a tutta la chiacchierata che aveva avuto poco prima con Chris e si ricordò che la giornata non era ancora finita.

Si tirò a sedere controllò l'ora sul suo cellulare: le sei e trentacinque.

'Benissimo Flavia, sei riuscita a fare tardi anche stavolta! Non sarai mai pronta in un quarto d'ora!' la rimproverò la sua coscienza, mentre la ragazza afferrava al volo un paio di blue jeans e il maglione meno sgualcito che era riuscita a pescare dall'armadio. Si preparò alla svelta e alle sei e cinquantaquattro era vestita, profumata e pettinata, anche se i suoi capelli non ne volevano sapere di stare in ordine.

Stava giusto cercando di sistemare quella matassa di paglia che si ritrovava sulla testa quando, puntuale come un orologio svizzero, Chris bussò alla sua porta.

Ma non era solo.

'Ciao! Non dovrei essere qui, ma non vedevo l'ora di conoscerti.' esclamò Lea, abbracciando la ragazza.

Flavia ricambiò, leggermente stupita da tutta quella curiosità che, a quanto pare, suscitava.

'Scusami Flavia, non sono riuscito a farle cambiare idea..' le spiegò Chris, che nel frattempo aveva assistito alla scena, divertito. 

Lea fece la linguaccia all'amico, che per tutta risposta le afferrò entrambe per il braccio: 'Andiamo, o faremo tardi.'

'Non volete entrare un attimo?' propose Flavia, che improvvisamente non aveva voglia di incontrare il resto del cast.

Trovarsi davanti a tutte quelle persone, dover parlare tutta la serata di non si sa poi cosa, l'imbarazzo che avrebbe
provato il giorno dopo sul set... 

'Sembrava ieri che ti scatenavi ascoltando Jovanotti, e adesso sei qui.' si ritrovò a pensare, con una punta di malinconia nel tono della voce.

'Sarà per un'altra volta cara, adesso dobbiamo proprio andare.' le rispose Lea, sporgendosi oltre il braccio di Chris, che se ne stava fieramente in centro, spostando lo sguardo da una ragazza all'altra.

'Comunque sono davvero felice di conoscerti. Da quando mia nonna ha saputo che sei metà italiana ha voluto sapere tutto di te!' replicò Flavia, sorridendole.

'Oh, ma che carina! Comunque, non so se hai notato, ma qui il cibo fa schifo. Quindi mi ritroverò a cena nella tua roulotte ogni sera, lo so già.' scherzò l'americana, facendole l'occhiolino.

'Penso che mi aggregherò anche io.' continuò Chris, 'l'unica cosa che posso fare è portare il gelato, visto che le mie doti culinarie sono per lo più inesistenti.' la informò il sopranò, lasciando le braccia di entrambe.

'Lea, quella non è Jenna?' 

'Sì, è lei!'

'Ehi, Jenna!' esclamò Chris, sbracciandosi per farsi vedere dalla ragazza, girata di spalle. 

Jenna era l'attrice asiatica che interpretava Tina, e stava parlando con un ragazzo alto e con una cascata di riccioli biondi.

'Ehi, chi si vede! Mi stavo giusto chiedendo dove foste. Io e Chord siamo qui da secoli, non è vero?' disse Jenna, interpellando anche il ragazzo, visibilmente imbarazzato. 

'Ehm, già.'

'Tu devi essere Flavia!' esclamò Jenna, porgendole la mano, che l'italiana strinse prontamente. 'Sì, piacere di conoscerti.'

'Il piacere è tutto mio.' replicò l'asiatica, sorridendole. 

'Beh, gente, penso che sia ora di andare!' si affrettò a dire Lea, avendo dato una veloce occhiata allo orologio di Chris.

'Perchè voi due non rimate qui a... ehm... fare amicizia? Vi chiamiamo noi appena la cena è pronta.' 

Flavia rivolse ai tre un'occhiata scettica, per poi roteare gli occhi: 

'Certo, la cena. Fate pure con calma.'

Chris arrossì, ma poi entrò dentro la sala, seguito dalle altre due.

'Che scemi!' esclamò Chord, 'comunque io sono Chord, piacere di condividere con te questa prima esperienza in balia dei pazoidi.' 

Flavia arricciò il naso, divertita: 'Secondo te dovremmo preoccuparci?'

Il biondo alzò le spalle, sorridendole: 'Non credo, sembrano creature innocenti ma, come ho detto, pazzoidi. Jenna prima non ha spesso un attimo di raccontarmi quanto qui fosse tutto fantastico.' 

'Sono stati carini, però.' replicò la ragazza, piegando di lato la testa e facendo un sorriso sincero.

'Comunque io mi chiamo Flavia, e scusa se faccio qualche errore quando parlo, è che sono emozionata.' 

'Non preoccuparti, non c'è problema. Sai, adoro il vostro accento, dovrai assolutamente darmi qualche lezione, sto cercando di fare l'imitazione di Roberto Benigni come Dio comanda.' le spiegò il ragazzo.

Improvvisamente allargò le braccia e sulla sua faccia si disegnò una perfetta espressione da ebete: 

'BUONGGIORRNIO PRINCEPEESAAA!' 

Flavia d'apprima rimase incredula, poi scoppiò a ridere, tenendosi la pancia con le mani, ma ciò non le impedì di accovacciarsi completamente a terra, piangendo per il troppo ridere. 

'Oddio... E' ...'

'Fa così schifo?' chiese Chord, sconsolato.

Flavia si ricompose, facendosi aria con una mano e tentando di riprendere fiato:

'No, Chord, è la migliore che io abbia mai visto, davvero.'

'Sul serio?' domandò ancora il ragazzo, passandosi una mano dietro al collo.

'Certo. Ti piace Benigni?' lo incalzò Flavia, curiosa.

'Sì, è un grande! Voglio dire, un genio! E' uno su un milione.'

'Lo penso anche io, infatti è il mio attore italiano preferito.' gli disse la ragazza, prima di allargare le braccia, proprio come Chord aveva fatto pochi minuti prima.

'Buongiorno, principessa! Stanotte t'ho sognata tutta la notte, andavamo al cinema, e avevi quel tailleur rosa che ti piace tanto, non penso che a te principessa, penso sempre a te!'

Recitò, senza minima esitazione nella sua voce.

Adorava lasciarsi andare in quel modo: lì ognuno di loro era affascinato, smanioso di ascoltare lei e suoi deliri. In Italia non si sarebbe sentita così libera.

Chord intanto la osservava: le sue pupille si erano trasfigurate in due cuoricini rossi palpitanti, proprio come succedeva in quei cartoni che Flavia adorava vedere a sei anni.

'Wow, sei brava.'

'Grazie, ore ed ore di allenamento chiusa in bagno.' gli spiegò la ragazza, sedendosi sullo scalino che aveva abbandonato all'inizio della loro conversazione.

Chord stava per dire qualcosa, ma sua attenzione venne attirata da una strana figura che veniva nella loro direzione.

'Dannazione Criss, perchè diavolo non ti sei tolto il costume di scena?' sbottò il biondo, alzandosi e raggiungendo il ragazzo: aveva la carnagione olivastra e una matassa di capelli ricci ribelli quasi come quelli di Flavia, sul naso si reggevano a malapena un paio di occhiali scuri, e le sue labbra erano curvate in un bellissimo sorriso.

'Ringrazia che ho tolto il gel e ho avuto tempo di togliere anche le lenti. Ryan mi ha fatto una ramanzina di tre quarti d'ora perchè mi sono dimenticato le parole un'altra volta.' 

Flavia osservava con attenzione lo strambo duo, e lo sconosciuto sembrò accorgersene. 'Ehm, Chord..' 

'Oh, che scemo! Flavia, lui è Darren.'

La ragazza si alzò per andare a stringere la mano al nuovo venuto.

'Direi che il trio dei novellini si è finalmente riunito!' annunciò Chord, dopo che i due si furono salutati. 

'Il fantastico trio, aggiungerei.' 

'Gli faremo passare parecchi guai, non credete?' sentenziò la ragazza, indicando il capannone alle loro spalle, da
dove le urla dei loro colleghi si sprecavano.

'Chris mi ha parlato di te.' continuò poi Flavia, rivolgendosi a Darren, mentre quest'ultimo la ascoltava attentamente. 

'Spero ti abbia detto cose belle!' esclamò il riccio, sorridendo. 

Chord roteò gli occhi e contemporeneamente lì alzò al cielo: il risultato era abbastanza comico.

'Forse vuole sapere come mai vi conoscete, genio. ' 

Il riccio arrossì: 'Sono stato il primo ad arrivare qui sul set, essendo il più vicino, per registrare alcune canzoni in studio. Sono qui da quasi tre settimane, mentre Chord è arrivato una decina di giorni fa. Ci siamo conosciuti alle audizioni!' le spiegò poi, gesticolando.

'Okay.' disse la ragazza, 'Ho capito. Avete già girato delle scene?' 

'Lui sì.' gli rispose il biondo, calciando un sasso lontano da loro. 'Io ancora no, ma domani si comincia:per una volta non sono stato infelice nel puntare la sveglia!'

I tre chiacchierarono ancora per un po', e Flavia potè notare tante piccole differenze fra i due: Chord era sicuramente il più estroverso dei due, almeno in apparenza. Darren era più pacato, sicuramente più profondo dell'amico, che preferiva entrare in contatto con le persone attraverso le parole e i gesti. Ma Darren osservava e scannerizzava ogni cosa con quei suoi occhi ambrati, circondati da ciglia lunghe e nere che gli accarezzavano le guance.

Flavia lo osservava: non faceva che disegnare cerchi immaginari con la punta delle dita sul palmo della propria mano, ascoltando Chord che gli parlava dell'ultimo film di Superman.

'Ho fame!' esclamò il biondo della compagnia, balzando in piedi e affiancando la loro nuova amica, che cominciava a mostrare i primi sintomi della stanchezza e del jet leg. 

'Anche io.' sentenziò Darren, accostandosi alla porta: posò un orecchio sulla superficie di metallo, nella speranza di sentire qualcosa.

Proprio in quel momento, dall'altra parte, Lea ebbe la grandiosa idea di spalancare entrambe le porte d'entrata, con uno smagliante sorriso dipinto sulla faccia. 

L'effetto domino fu inevitabile: Darren, preso alla sprovvista, ruzzolò a terra come un cerbiatto appena nato; Chord e Flavia, che non aveva resistito all'impulso di avvicinarsi al riccio per sentire anche loro cosa stessero combinando lì dentro, si ritrovarono con la faccia spiaccicata sulla schiena di Darren.

Quest'ultimo produsse un non ben identificato gemito di sofferenza, mentre Flavia nel frattempo diventava dello stesso color bordeaux del suo maglione.

Chord, dal canto suo, fu il primo a rialzarsi, con la disinvoltura di un ippopotamo con i tacchi. Sistematosi nuovamente i capelli e toltosi la polvere dalle spalle, porse ai suoi amici le proprie mani, per aiutarli ad alzarsi.

'SORPRESAAAAAA! BENVENUTI IN FAMIGLIA, RAGAZZI!'

I tre si ritrovarono a fissare imbambolati l'enorme striscione che troneggiava sulle loro teste: era stato decorato con
tutte le firme del cast e della crew, possedeva tutti i colori dell'arcobaleno ed era un gioia per gli occhi.


'Welcome Chord, Flavia and Darren!'


'Ommiodio!' si lasciarono scappare i novellini, esterrefatti da quel tripudio di festoni e musica.

Ben presto ognuno di loro si ritrovò stretto in un abbraccio collettivo,prima che ognuno spingesse i propri compagni da una parte per presentarsi a Flavia, che effettivamente era l'ultima arrivata e apparte Lea e Chris nessuno aveva avuto occasione di parlarci.

'CIAOOOOOO!' le urlarono quasi tutti, accompagnando i loro schiamazzi con dei sorrisi fantasmagorici.

Erano veramente contenti di averla lì con loro!

'Ciao!' rispose lei, divertita.

'Ve lo avevo detto che la pronuncia era sbagliata!' si lamentò una ragazza bionda, che Flavia riconobbe come Heather.

Qualche nome se lo ricordava!

'Nessuno guardi me, lo avevo detto a Mark che google traduttore non avrebbe aiutato.' sentenziò Naya, incrociando le braccia al petto.

Il diretto interessato divenne tutto rosso: 'Non mi sono mai sentito più stupido! Queste diavolerie moderne non fanno per me..'

'A questo punto mi sembra ovvio!' lo scherzò Harry, scompigliandogli la cresta da moicano. 

'Ragazzi, lasciatela respirare.' li rimproverò Chris, sorridendo divertito. E quando quest'ultimo le appoggiò una mano sulla schiena si sentì un pochino più sicura, fra tutta quella confusione di voci e suoni.

'Benvenuta in questa gabbia di matti!' la salutò una ragazza biondissima, sorridendole. 'Io sono Dianna.'

Dopo di lei, tutti gli altri non esitarono a presentarsi ufficialmente.

'Basta con questi convenevoli!' aveva esclamato Lea, 'siete peggio delle vecchie zie che si vedono nei film. Su, sediamoci.'

Si sistemarono tutti intorno ad un tavolo rotondo, sotto una cascata di festoni e circondati da palloncini colorati. 

'Siediti vicino a me!' le disse Chris, gentilmente, picchiettando con una mano la sedia vuota accanto a lui. 

'Grazie!' lo ringraziò Flavia, per poi prendere posto, lasciandosi scappare un sospiro di stanchezza.

'Allora, cosa pensi della città del sole?' le domandò Kevin, che era seduto proprio di fronte a lei.

'E' diversa: insomma, è fantastica e quasi surreale, e per quel poco che ho visto mi piace. Però..' 

'C'è sempre un però.' sentenziò Chord, saggiamente.

'Non penso rientri nella top three.' concluse la ragazza, spiegandosi meglio.

'La top three di cosa?' 

'Dei posti o delle città nel mondo che più amo. Voi non ci avete mai pensato?' domandò Flavia, curiosa.

'No, non proprio.' rispose Jenna, 'ma ora che mi ci fai pensare, penso che il mio posto preferito al mondo sia San Francisco.' 

'Clovis sarebbe al primo posto, per me!' si intromise Chris, con occhi sognanti. 

Flavia sorrise: era quasi certa di assumere la medesima espressione quando si parlava dell'Italia.

'Roma batte tutti!' esclamò Lea, facendo l'occhiolino a Flavia. 

'Sei di parte, non vale!'

'Come si può non essere di parte?' chiese la ragazza, stizzita.

La coversazione continuò in questo modo per tutta la serata, fra scherzetti di Darren indirizzati a Chris e complotti fra
Kevin e Naya per far vergognare Mark.

Quest'ultimo, intimorito, si rifugiò fra Chord e Flavia, urlando: 'Non potete più darmi i pizzicotti, sono in territorio
neutrale!' 

Si aggrappò alle braccia dei due, assumendo lo sguardo da cucciolo bastonato più tenero del mondo.

'Oddio, sei adorabile!' esclamò Chris, un po' brillo a causa della birra che Darren continuava a rifirargli facendola passare per diet coke.

'Guarda che poi mi ingelosisco!' disse Flavia, fingendo di indispettirsi. 'Divento una stalker come Ambra.' 

Ricordava benissimo le parole di Ryan, quando le aveva spiegato come voleva che si approcciasse al suo personaggio: 'Ambra si innamora perdutamente di Kurt, per questo quando lui si trasferisce alla Dalton e incontra Blaine, tra lei e quest'ultimo si instaura un rapporto d'odio che andrà sfumando durante la seconda e la terza stagione.'

'Faccio questo effetto alle ragazze!' si pavoneggiò Chris, circondandole le spalle con un braccio. 'E per mia fortuna anche ai ragazzi!'

'Ci starebbe bene una battuta sporchissima, ma ti voglio bene e me ne starò zitta.' scherzò Lea, facendogli una linguaccia.

'DARREEEEEN!' urlò all'improvviso Cory, risvegliatosi dall'improvviso coma catatonico, causato da un Salling e da un McHale estremamente petulanti.

'Eccomi!' disse il riccio, uscendo finalmente dal suo insolito silenzio.

Cory gli sussurrò qualcosa all'orecchio, mentre tutti, fatta eccezione per Chord e Flavia, si lanciavano occhiate maliziose.

Darren sorrise, prima di scavalcare Mark ( che si stava scompisciando per una battuta su un cassiere asiatico e cinque gamberetti) e uscì dalla stanza.

Fece ritorno pochi minuti dopo, trafelato per la corsa e schiacciato per il peso di ben tre chitarre.

'Ehi!' esclamò Chord, indignato. 'Hai preso Elly senza chiedere il permesso! E' delicata, non si fa!'

Si calmò solo quando ebbe fra le mani la tua amata e la ebbe circondata fra le braccia con fare protettivo: 'Il papi è
qui, tranquilla bimba.'

'La tua è bella pesante.' disse Darren a Flavia, quando le mise delicatamente fra le mani la sua Hofner, che lei aveva chiamato Dreamer.

Perchè infondo, anche lei era una dreamer.

Dopo che il riccio ebbe preso posto davanti a lei, tutti quanti si sedettero a terra, impazienti.

'Cantate qualcosa, forza!' esclamò Lea, sorridendo.

Flavia sgranò gli occhi, così come fece Chord: 'C..cosa?'

'Sì, è la nostra tradizione. Ogni nuovo arrivato deve cantare una canzone durante la prima cena tutti insieme.'

'Non la conoscevo, questa.' mormorò il biondo, nervoso. 

'E come mai Darren lo sapeva?' chiese Flavia, alzando un sopracciglio.

Il ragazzo, sentendosi sotto accusa, arrossì: 'Ecco, io.. diciamo che..'

'Darren è l'essere più petulante che io conosca.' concluse Chris, consapevole che quelle poche parole sarebbero
state più che sufficienti come risposta.

'Per farti perdonare potresti come minimo cominciare tu...' suggerì Flavia, iniziando ad accordare Dreamer e sogghignando leggermente.

Darren non se lo fece ripetere due volte: cantò il suo cavallo di battaglia, 'Let it be' dei Beatles, lasciando tutti a bocca aperta.

Quando l'ultima nota riecheggiò nella stanza, il riccio accolse con felicità i meritati applausi. Immediatamente dopo l'ultimo 'clap' di Mark ( 'questo ragazzo mi commuove sempre' ), tutte le attenzioni si catalizzarono sui due rimasti.

'Ehm... prima le signore?' esordì Chord, guardando Flavia in sottecchi.

Quella non potè far altro che lanciargli un'occhiataccia ammonitrice, prima di imbracciare meglio Dreamer e schiarirsi la voce.

Lei non si era mai immaginata come una cantante, infatti aveva studiato sodo i vocalizzi e le scale prima dell'audizione, e tutt'ora studiava per perfezionare le varie tecniche canore. Insomma, non era di certo una in grado di fare acuti e vibrati, ma era stranamente brava con il rap e con le canzoni pop.

Perciò non si pentì quando dalle corde della sua chitarra uscirono le dolci note di 'The one that got away', di Katy Perry.


Summer after high school, when we first met 
We make-out in your Mustang to Radiohead 
And on my eighteenth birthday, 
we got matching tattoos 

Used to steal your parents liquor 
and climb to the roof 
Talk about our future like we had a clue 
Never planned that one day 
I'd be losing you 

In another life, I would be your girl 
We'd keep all our promises, 
be us against the world 
In another life, I would make you stay 
So I don't have to say you were 
the one that got away 
the one that got away 

I was June and you were my Johnny Cash 
Never one without the other, we made a pact 
Sometimes when I miss you, 
I put those records on, whoa 

Someone said you had your tattoo removed 
Saw you downtown, singing the blues 
It's time to face the music, 
I'm no longer your muse but 

In another life, I would be your girl 
We'd keep all our promises, 
be us against the world 
In another life, I would make you stay 
So I don't have to say you were 
the one that got away 
the one that got away 

The one that got away 

All this money can't buy me a time machine, no 
Can't replace you with a million rings, no 
I should have told you what you meant to me, whoa
Cause now I pay the price 

In another life, I would be your girl 
We'd keep all our promises, 
be us against the world 
In another life, I would make you stay 
So I don't have to say you were 
the one that got away 
the one that got away 


In another life, I would make you stay 
So I don't have to say you were 
the one that got away 
the one that got away




Terminata la canzone, Flavia si sentì libera, come quando tornava da scuola il sabato pomeriggio e abbandonava il suo vecchio zaino in un angolo della stanza e si lasciava cadere sul letto morbido e profumato.

I suoi occhi saettarono oltre le corde: l'aria si era decisamente addolcita.

Lea e Cory si erano avvicinati l'uno all'altra, lei non aveva esitato a posare la testa sulla spalla del ragazzo, ed entrambi si stavano godendo la musica.

Chris aveva posato il gomito sul ginocchio destro, reggendosi la testa e osservando Flavia con un lieve sorrisetto.
Naya e Kevin ondeggiavano la testa a tempo, accompagnati da Harry che, da bravo ballerino, teneva il tempo battendo lievemente le proprie dita sulla spalla di Jenna. Mark, che si era precedentemente emozionato durante la canzone di Darren, aveva ottenuto il colpo di grazia: ora piangeva senza alcuno scrupolo, ringraziando sottovoce Amber, che gli rifilava i fazzolettini nella speranza di farlo stare zitto, così che sarebbe stata in grado di ascoltare la ragazza.

Flavia soffocò le risate di gioia che stavano lottando per uscire dal fondo del suo stomaco, giusto per non rovinare quella bella atmosfera che si era andata a creare.

Quella sarebbe stata la sua vita: in quei luoghi, così lontani da casa sua, si sarebbe scritta la sua storia.


E finchè il destino avrebbe giocato dalla sua parte, Flavia non era intenzionata a fermarsi.
  
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