PERCHE TI AMO OLTRE
OGNI BARRIERA
“Nobody can loving you, only
as half as I love you”
Nessuno
può amarti solo la metà di quanto io amo te.
Stringendomi la mano con dita gelide, ma forti, mi
esortava -Vieni con
me, Ginny. Voglio mostrarti un luogo speciale e sacro -. Perciò mi smaterializzai con
lui. - Dove siamo? -gli chiesi, ma non rispose e
così continuammo a
camminare. Il sentiero, accidentato, era scavato nel
fianco di un monte. Mi aggrappai alla mano di Harry, respirando a
fatica, perciò la nostra andatura
era lenta. Il terreno era roccioso e gli alberi si
facevano sempre più fitti. Persino lui, che era ben allenato
e sembrava
conoscere bene questo luogo, era in difficoltà. Si stava
facendo buio e noi
camminavamo in silenzio, concentrati sul sentiero, tanto che riuscivo a
sentire
il suo respiro regolare al mio fianco. Si faceva sempre più
ripido, così mi
concentrai su dove mettere i piedi e, pian
piano, persi la cognizione
di tutto ciò che mi circondava e persino del tempo,
così rimasi sorpresa, quando
Harry di colpo si fermò e, stringendomi
con forza la mano, mi fece cenno di guardare
all’insù. Quando lo feci, non vidi nulla e vidi
tutto: L’oscurità
senza fine dello squarcio lungo e stretto che si apriva
davanti a noi, come un’enorme ferita, fece
indietreggiare me,
ma non lui. Poi, qualche minuto più
tardi, fummo dentro, con le bacchette che
illuminavano i nostri
visi, la strada sempre più ripida ed io mi sentii
ancora più confusa,
perche mi chiedevo che cosa ci facevamo lì.
- Fai
attenzione - mormorò, posandomi
una mano sulla testa per proteggermi - Le rocce sono molto affilate-. Eh
sì, era chiaro che Harry
era già stato qui.
Superato
quel punto al
quanto rischioso, scorsi in lontananza un lieve bagliore e in me
l’emozione e
la curiosità aumentarono, portandosi dietro,
però, anche un’enorme
dose di confusione. Harry avanzò verso la luce, io dietro e
finalmente
iniziai a cogliere alcuni dettagli del luogo in cui ci trovavamo.
Abbassai lo
sguardo e sotto i miei piedi vidi estendersi un pavimento,
che, come le
pareti di quella specie di grotta, sembrava levigato e pulito
dall’uomo e mi chiesi se quel posto non fosse sotto
una qualche
specie d’incantesimo. La luce aumentò e il cuore
iniziò a battermi forte. Il
soffitto s’innalzò e le pareti si
distanziarono, a mano a mano che
procedevamo.
Poi, Harry
si avvicinò
al mio fianco e si fece da parte in modo che fossi io a precederlo
e, stringendomi
da dietro, mi bloccò e all’orecchio mi
sussurrò in tono dolce e solenne
-
Ginny, questo
è il posto in cui mio padre si dichiarò a mia
madre -.
L’insicurezza
s’impadronì
di me, mi sentivo a disagio, così mi girai per
guardarlo meglio negli occhi e osservai l’affascinante
e potente mago che avevo davanti. - Hai paura? - mi
chiese, poggiando il suo mento contro il mio, sebbene non capissi bene il vero
significato delle sue parole - Non ho paura - gli
dissi. - Davvero? - mi chiese, sorridendomi e
portando la mia mano sul suo petto, per farmi sentire il suo battito
cardiaco.
Batteva a un ritmo veloce rispetto alla norma, così sollevai
lo sguardo per
capire cosa lo aveva emozionato a tal punto: La luce nei suoi
occhi così verdi era diversa, così intensa
così
profonda dal solito. Tornai a studiare quegli occhi misteriosi, che
potrei
restare a fissare per sempre senza mai annoiarmi, desiderando come non
mai
saper leggere i suoi pensieri con la stessa facilità con cui
lui leggeva i
miei. Sentendo il suo battito aumentare sotto le dita, gli chiesi -
Harry…
Perche mi hai portato qui, stanotte ? -.
Per
la prima volta riuscii
a capire e vedere oltre quello sguardo impenetrabile. Sapevo che ormai
l’ultima
barriera tra noi era crollata, perciò sorrisi. -
Ti ho portata qui stasera, Ginny, per chiederti di
sposarmi - disse alla fine, impedendomi di precipitare in
quell’abisso verde
che sono i suoi occhi.
Quelle
parole, quelle
incredibili parole, fermarono tutto fuori e dentro me, anche il tempo.
-Harry
… Harry - non
riuscivo a dire altro, solo a guardarlo, avevo i piedi incollati e la
lingua sembrava chiusa a chiave.
Harry
s’inginocchiò ai
miei piedi e formulò la fatidica domanda, - Ginny, vuoi
sposarmi? - mi chiese, accarezzandomi
le ciocche di capelli rossi che mi ricadevano dietro
l'orecchio. La sua
voce diventò ancora più dolce e
vellutata, ma senza nessuna insicurezza.
Quasi sussurrò, - Lo vuoi, vuoi diventare mia
moglie? -. La tenerezza con
cui lo disse mi fece rabbrividire: -
Sì, Harry, lo voglio!! - esclamai. Lui mi strinse a
sé e, chinandosi su di me, mi
baciò, un bacio così dolce e tenero, che socchiusi le labbra e
lui fece entrare la sua lingua e il bacio divenne
più intenso e sconvolgente. Ero felice, più che
non mai, volavo lontano vicino al
tempo stesso. Rimanemmo così, assaporando quel momento
insieme, perche,
semplicemente, non potevamo vivere
l'uno senza l'altro. Ci baciammo a lungo, ancora e
ancora, senza avere il bisogno di respirare nulla, se non il suo
profumo, senza il bisogno di vivere se non per lui, con
lui, senza il bisogno di nient'altro. All'improvviso, mentre ci
baciavamo,
Harry mi prese la mano sinistra e fece scivolare un anello al
mio
anulare. Non mi ero accorta che ne teneva uno, non mi
ero accorta che avesse messo la mano in tasca
per prenderlo. Sapevo che la maggior parte delle ragazze si sarebbero
messe a
urlare di gioia e ad ammirarlo, ma io no. Non potevo, ero
troppo felice, perche lo
amavo oltre ogni cosa, ogni persona, ogni confine, ogni barriera e lo
amerò per
sempre. E, cosi, tenendo gli occhi
ancora chiusi, feci scivolare le braccia intorno
al suo collo e nei suoi
capelli, mentre le nostre labbra si muovevano a ritmo dei
nostri cuori, che ormai battevano
all'unisono, aumentavano di ritmo e di
velocità; mai mi sentii tanto assetata di lui e
delle sue labbra, così avida e bisognosa di
loro.
-Ti
amo - disse
- Anch'io Harry, per
sempre - rispose - Per
sempre, Ginny
-.