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Autore: PoisonRain    07/03/2014    7 recensioni
Serie di storie riguardanti Rumpelstiltskin e Belle.
Sia insieme sia separati.
Squarci di vita, pensieri, parole azioni della coppia a mio parere migliore della serie. Spero sia di vostro gradimento.
12-Ninnananna
13-Sentire
14-Rullo di tamburi
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Sei finalmente di ritorno al castello, anche oggi è stata una giornata estenuante, scandita da persone da incontrare, da accordi da firmare e da pagamenti da riscuotere.
Ma  ciò che ti ha tolto più le forze è Regina, che ogni giorno esige qualche patto con te e, fortumatamente o sfortunatamente, diventa sempre più esigente.
L’unica cosa che ti interessa al momento è lasciare da parte le innumerevoli richieste e dedicarti alla filatura.
Ti siedi all’arcolaio e il lento girare della ruota assorbe i tuoi pensieri e le tue preoccupazioni, anestetizzando il dolore perenne della tua anima.
Sono un stridio acuto e un pedale inceppato che ti risvegliano dal tuo stato catartico, riportandoti bruscamente alla realtà.
Sbatti un paio di volte le palpebre rendendoti conto che la sala è diventata più luminosa, volgi lo sguardo verso l’enorme finestra e ammiri il cielo.
La pioggia e il muro di nubi, che ha caratterizzato ogni istante di queste settimane, si stanno diradando e un timido sole si fa largo tra le nuvole irradiando una luce quasi irreale.
Riesci a vedere con chiarezza i raggi solari penetrare la coltre di nubi, segui uno di questi con lo sguardo notando che entra direttamente nell’enorme salone ed è lì, proprio nel punto in cui la luce si infrange sul pavimento, che lo vedi.
Un bagliore di un bianco accecante, emanato da un frammento di qualcosa, che colpito dalla luce solare sembra pulsare.
In preda ad uno strano senso di attrazione, ti alzi per dirigerti verso la fonte di quella luce abbagliante.
E quando capisci il tipo di oggetto che riflette il raggio di sole rimani deluso.
Si tratta solo di una misera scheggia di vetro trasparente e non di un altro tipo di scheggia, magari color avorio, creata da una giovane sconvolta dai tuoi patetici scherzi.
Non hai mai trovato la parte mancante della tazzina;  chissà dove si trova, chissà se la ritroverai mai un giorno, ti domandi.
Eppure, nonostante la delusione che provi davanti a quell’insignificante pezzo di vetro, unica prova tangibile di una rabbia ceca e distruttiva, lo  prendi tra le dite e lo inclini in modo da generare riflessi dai colori diversi.
Oh dearie, cosa penserebbero di te i tuoi nemici vedendoti cercare l’arcobaleno in un frammento di vetro, come fanno i bambini? Non pensi che, coloro che ti vogliono morto, riderebbero della Bestia, che rimane a fissare una cosa tanto piccola e fragile senza distruggerla?
Non ti importa che gli altri possano vedere e deridere quella Bestia che, a differenza loro, ha provato sentimenti autentici e spesso si è dimostrata molto più umana rispetto ad altri uomini.
Non ti importa che i tuoi nemici possano sorprenderti un attimo di vulnerabilità, così come non ti importa del, viola del rosso, dell’arancione, del giallo e del verde, perché tu stai ricercando una solo sfumatura di colore: l’azzurro.
Quell’azzurro dei cieli limpidi di primavera, quell’azzurro di un lago di montagna, quell’azzurro che, solo a vederlo, ti infonde tranquillità, quell’azzurro che è in grado di oltrepassare le barriere delle apparenze e leggerti l’anima, l’azzurro delle sue iridi.
Un azzurro opposto al nero, il nero del cielo senza stelle, il nero delle profondità più oscure e più pericolose, il nero della morte e del dolore, il nero di cui ora sono i tuoi occhi e la tua anima.
 Dopo varie inclinazioni ottieni finalmente la sfumatura da te cercata e incantato l’ammiri, come se fosse la visione più prodigiosa che possa passare davanti ai tuoi occhi.
Il sole cala dietro le montagne e quell’azzurro sparisce per sempre.
Ti maledici per aver lasciato che il suo ricordo avesse la meglio sulla maschera di insensibilità e di follia che ti sei costruito, maledici quel frammento di vetro perché, nonostante si avvicini di molto, non rifletterà mai quella sfumatura di azzurro che tu stesso brami e tu stesso hai cancellato per sempre.
Stringi in mano quel rimasuglio della vetrinetta distrutta, poi ricomposta per cancellare le prove della tua umanità, con forza crescente fino a quando questo non si conficca nella carne, oltrepassando la pelle dura e squamosa, facendoti uscire del sangue.
Osservi la stilla rosso scuro, un colore così diverso, complementare all’azzurro , imbrattare il frammento di vetro e cadere sul pavimento.
Quando è stata l’ultima volta che hai sanguinato?
Non lo sai nemmeno, sai per certo che, se lei fosse qui e vedesse il liquido fuoriuscire dal tuo palmo ti direbbe che tu non sei un mostro, perché i mostri non perdono sangue di quella tonalità, e ti fascerebbe con cura.
Ora potresti curarti questa ferita con la magia ma decidi di fare una cosa diversa.
Poni la mano sul taglio e subito si forma una piccola cicatrice, che non andrà mai via, essa simboleggia, come quella che hai sulla gamba che, similmente, hai deciso di non cancellare, il peso delle tue scelte.

“Che hai fatto alla mano?” ti domanda Belle curiosa, prima di uscire dal tuo negozio.
“Niente Dearie, è solo una piccola cicatrice” rispondi tu eludendo la domanda.
Lei ti guarda con quei penetranti occhi azzurri, sapendo che le stai tenendo nascosto qualcosa.
Abbassi lo sguardo, intimorito da quelle iridi celesti, e le racconti l’origine di quella ferita.
“Me la sono procurata nella Foresta Incantata ma ho deciso di tenerla, come quella alla gamba, per ricordarmi l’uomo che sono stato e per rammentare quanto siano importanti le azioni che ognuno di noi compie”. Spieghi tutto d’un fiato guardandola in viso.
Lei fissa quel minuscolo taglio che deturpa il tuo palmo, lo tocca con le dita e un rivolo di sangue esce da esso.
Entrambi guardate la goccia scarlatta scorrere sulla tua pelle e poi lei fa una cosa improvvisa: abbassa la spallina del suo abito bianco e ti mostra una cicatrice lunga dietro la spalla.
“Questa me la sono procurata cercando di scappare dalle guardie di Regina per tornare da te” afferma seria tastandosi la linea rossastra sulla scapola.
Al suo tocco, un punto ai margini del taglio, delle stille cremisi iniziano a fuoriuscire segnando la sua pelle nivea.
Le osservi esterrefatto pensando che, nonostante le vostre anime siano di due tonalità opposte: azzurra e nera, le vostre ferite e il vostro sangue hanno la medesima sfumatura di rosso.


Ciao a tutti ecco il nono capitolo della raccolta.
Come prima cosa ringrazio tutti quelli che hanno messo la raccolta tra le seguite/preferite e specialmente Euridice100, a crazycotton e Stria93 per aver recensito il precedente capitolo.
Questo capitolo non mi convince particolarmente, cioè all’inizio mi sembrava carino ma, andando avanti con la scrittura, la mia convinzione è andata diminuendo quindi non so come giudicarlo.
Per questo capitolo ho voluto provare ad usare i vari colori: l’azzurro colore della calma per Belle, nero colore tradizionalmente del male e di tutte le cose negative, anche se io credo abbia anche accezioni positive come il silenzio e la pace, per Rumpelstiltskin e rosso che simboleggia le sofferenze e i dolori comuni.
Spero di essere riuscita a descrivere meglio l'immagine del sole che esce dalle nubi dopo giorni di pioggia, irradiando una luce quasi divina e da fine del diluvio universale, e del raggio che si riflette nel vetro.
Lo so che anche questo capitolo non è dei più allegri, anzi non lo è per niente, ma mi è difficile non dare una nota drammatica a questa coppia, che è appunto costruita e basata sulle incomprensioni e sulle perdite, però prometto che il prossimo capitolo sarà più allegro e fluffoso (forse).
Ciao ciao e a presto
PoisonRain
  
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