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Autore: angelo_nero    08/03/2014    2 recensioni
Family Brief: Vegeta, Bulma, Trunks e Bra. Momenti della vita di tutti i giorni come una comune famiglia.
dal primo capitolo:
Dopo una buona ora e mezza finalmente l'intera tavolata aveva finito di mangiare, c'era ancora chi restava seduto a bersi un bicchiere di vino, mentre altri si intrattenevano chiacchierando o, come i piccoli Saiyan mezzo sangue, si sgranchiva i muscoli tirando quattro pugni. Vegeta era rimasto seduto a tavola ad osservarsi intorno, il suo sguardo passava dalla moglie che chiacchierava con C-18 e la moglie dell'eroe, al figlio che giocava con Goten. Come lui, seduto ancora al tavolo, c'era il suo amico/nemico, forse l'unico, che sorseggiava un bicchiere d'acqua a pasto ormai ultimato. Goku si sentiva troppo spossato per alzarsi da quella sedia diventata improvvisamente troppo comoda: anche l'eroe teneva d'occhio la propria famiglia per assicurasi che nessuno si facesse male o che il Genio non si avvicinasse eccessivamente alla moglie.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Nuovo personaggio, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Capitolo 6: Friend and... If it was a girl?


 

Si guardò intorno, osservando ogni minimo dettaglio di quella stanza, ci era entrato si e no un paio di volte. L'occupante era così geloso della propria privacy che faceva entrare solo poche persone nella propria stanza.

Il primo dettaglio che notò fu il colore delle pareti: un bianco candido e impersonale che non aveva nulla a che fare con il fucsia schocking che precedentemente colorava quella stanza ai tempi della sua adolescenza.

Sulle pareti alcune foto di famiglia, del matrimonio e del primogenito sostituivano i vecchi poster di cantanti appesi qua e là. Il grande armadio a muro occupava tutta la parete accanto alla porta mentre il letto matrimoniale, posto al centro della stanza con la spalliera in legno appoggiata alla parete, era la cosa che occupava più spazio. Di fianco, ai due lati, vi erano i comodini su cui sostavano le radiosveglie, alcuni libri, un portatile e un'abjure. Di fronte una grande libreria di legno d'acero, forse molto antica, occupava una parte della parete, piena di libri alcuni sistemati un po' a casaccio.

Spostò lo sguardo sul letto osservando i due occupanti: era incredibile come, dopo tanti anni, dormisse ancora nella stessa identica posizione scomposta, solo che adesso, al posto del cuscino, tra le sue braccia vi era il compagno placidamente addormentato, entrambi coperti fino alla vita da un leggero lenzuolo di lino. Nonostante fosse scoperta, i suoi seni erano nascosti dalla schiena del marito sulla quale premevano.

Alzò un sopracciglio confuso: era ormai maggio inoltrato e dormivano coperti? Alzò le spalle lasciando stare, i ragionamenti non erano per lui, e si diresse alla porta.

Cadde rovinosamente a terra dopo essere inciampato sulla coperta buttata a terra, per fortuna un cuscino posizionato poco più in là attutì la sua caduta, provocando solo un leggero movimento dei due coniugi appisolati nel grande letto. Il moro tirò un sospiro di sollievo pensando che, se avesse svegliato l'uomo, avrebbe rischiato veramente la vita questa volta. Si sollevò facendo leva con le braccia, cercando di non cadere nuovamente, purtroppo per lui non era giornata: alzandosi, il piede scivolò sul cuscino facendolo ricadere a terra con un tonfo, facendo sobbalzare gli occupanti della stanza.

-Ma che cazz..!?- esclamò. Si sporse oltre il letto osservando il Saiyan minore lottare con le coperte che gli si erano avvinghiate attorno. Alzò un sopracciglio attonito mentre avvertiva la moglie avvicinarsi e sporsi oltre la propria spalla. -Cos'è stato?- chiese l'azzurra ancora mezza addormentata. -Dovresti dire chi è stato- disse accennando all'intruso che era finalmente emerso dalle coperte.

Goku osservò i coniugi, coperti solo dal lenzuolo bianco, squadrarlo attoniti, lei, e accigliati,lui. Cominciò a sudare freddo cercando di guardare in qualsiasi posto per trovare una scusa plausibile -Ecco io.. ehm.. vedi..io volevo..ehm- lo sguardo gli cadde sulla scia di vestiti buttati per la stanza. Arrossì di botto comprendendo la situazione -Ecco io ero venuto per il radar... devo trovare... la scimmia ha... la sfera con le quattro stelle è... Ehm.. Vi aspetto di sotto, a dopo!- borbottò imbarazzato teletrasportandosi fuori dalla stanza coniugale.

Ricadde pesantemente sul cuscino sospirando infastidito -Possibile che debba essere sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato?- gli chiese l'azzurra rimasta a fissare il punto dove l'amico era scomparso.Osservò la moglie per un lungo istante per poi tornare a fissare il soffitto, quel tizio era la sua rovina!
La donna osservò l'uomo sdraiato al suo fianco intuendo i suoi pensieri -E' esasperante vero?- l'altro annuì chiudendo gli occhi, gli stava venendo mal di testa. Possibile che fosse sempre in mezzo ai piedi!? Sentì le morbide labbra di lei poggiarsi sulle proprie dischiudendole. Fece scivolare la lingua nella bocca della compagna poggiando una mano sulla sua schiena nuda, avvicinandola a sé.

Lei sorrise sulle sue labbra intrecciando le lingue e mettendosi a cavalcioni su di lui, avvertì sotto di sè la sua erezione animarsi. Non fece in tempo a dire nulla che si ritrovò incatenata dalle braccia forti del compagno.


***


Diede un morso al biscotto che teneva in mano, l'ennesimo nell'arco di un dieci minuti. Guardò fuori dalla finestra dando un altro morso al biscotto, era circa un'ora e un quarto che era in quella casa ad attendere che gli “sposini” si degnassero di uscire dalla propria camera.

Mrs. Brief era stata così gentile da preparargli uno spuntino con una tazza di latte e tre confezioni di biscotti al cioccolato. La donna si era presentata circa mezz'ora fa con la spesa e i cornetti appena sfornati.

Si voltò sentendo dei passi scendere le scale, tenne lo sguardo puntato in quella direzione finché non vide una testolina lilla spuntare. Avvertì uno spostamento d'aria e quando riportò lo sguardo sul tavolo mancava il pacco di biscotti che stava sgranocchiando, l'ultimo tra l'altro. Alzò di scatto la testa osservando il bambino dare un morso ad uno di essi e tenere il pacco intero nell'altra. -Ehi! Quelli erano miei!- esclamò infastidito. Il glicine si voltò e gli sorrise semplicemente tornando alla sua colazione. -Persino da un bambino ti fai fregare.- l'uomo si voltò verso la voce osservando la figura del Principe dei Saiyan. Se ne stava con una mano nella tasca dei jeans neri mentre con l'altra giocava con le chiavi dell'auto, appoggiato al muro. -Ciao papà!- lo salutò il figlio. L'uomo non rispose, si limitò a fare un cenno con la testa nella sua direzione poi riportò la sua attenzione sull'uomo seduto al tavolo. Mise le chiavi in tasca e si accomodò su una delle tante sedie del tavolo, la più lontana dall' “amico”.

Il ragazzone seguì i suoi movimenti con lo sguardo chiedendosi se quello era lo stesso uomo che, ormai quindici anni fa, atterrò sulla Terra con l'intento di conquistarla. Addentò il biscotto che teneva in mano immerso nei suoi pensieri. Chiese qualcosa all'uomo di fianco a sé, il quale non comprese una sola sillaba. -Prima finisci di masticare poi parli. Oltre che non capire ciò che dici lo spettacolo dentro le tue fauci non mi interessa.- disse disgustato.

Ingiottì il boccone e ripetè la richiesta -Dov'è Bulma? Mi serve il radar cerca sfere.- vide l'altro afferrare una mela dal portafrutta sistemato sul tavolo. -In laboratorio.- disse prima di addentare il frutto.

-Eccomi qui! Era questo che cercavi?- disse l'azzurra entrando nella stanza. Mostrò il radar agli occupanti del tavolino, ai quali si era aggiunto anche il figlio, che continuava a mangiare i biscotti.

Goku mandò giù l'ultimo boccone e si alzò dalla sedia prendendo il radar che l'azzurra gli stava porgendo. -Possibile che tu non abbia altri vestiti?- la guardò interrogativo. -Vai sempre in giro con la stessa tuta sporca. Non hai altri vestiti nel tuo armadio?- continuò.

Si guardò: la sua amata tuta arancione con l'immancabile cintura blu, come i polsini, lo accompagnava dai tempi delle prime avventure e non aveva mai sentito il bisogno di sostituirla. Certo, adesso era piuttosto sporca dopo l'inseguimento con una scimmia troppo dispettosa però non era poi così male,o no? Dopotutto non era l'unico ad indossare la stessa tuta da anni -Cos'ha che non va? A me piace- -E' l'unica cosa che porti, tutti i santi giorni. Non hai mai sentito il bisogno di cambiare abbigliamento?- lo riprese la donna incrociando le braccia al petto. Nonostante l'ingombrante pancione di cinque mesi, che ora mai faceva mostra di sé, risultava autoritaria.

Non capiva perché faceva la predica a lui, quando il proprio marito se ne andava in giro con la battle suite! Si girò a guardare Vegeta seduto indolente al tavolo con la caviglia della gamba destra appoggiata sulla coscia sinistra, inarcò le sopracciglia: il principe non indossava la battle suite come aveva pensato, al contrario portava un paio di jeans neri, una camicia a quadrettoni neri e grigi con le maniche a tre quarti, e un paio di Vans ai piedi. Borbottò qualcosa sottovoce poi salutò la donna che gli stava di fronte e volò via dalla finestra del salotto.

Diede l'ultimo morso alla mela e la gettò nel cestino poco lontano, tirandola. Il bambino seduto al suo fianco la seguì con lo sguardo fin quando essa non cadde nel secchio -Centro!- esclamò come se non lo sapesse già.

Bulma scosse la testa e si andò a sedere di fianco ai due, la madre le posò davanti una tazza di latte caldo e un cornetto caldo. -Grazie, mamma.- la donna sorrise tornando ad occuparsi delle faccende domestiche. Bevve un sorso di latte e diede un morso al cornetto soprappensiero.

 

***

 

Alzava e abbassava la testa velocemente, appuntando calcoli e informazioni sul foglio che teneva tra le mani. Inarcò un sopracciglio osservando con più attenzione il monitor, lesse i propri appunti e corresse gli errori. -Sto fuori città per qualche tempo e ti ritrovo su tutti i giornali! Sei sempre la solita, Brief.- guardò la porta seguendo la voce femminile che le si era rivolta, era piuttosto familiare. -Evelyn!- esclamò correndo in contro alla donna. La castana sorrise -In carne ed ossa!- si abbracciarono a lungo. -Quanto tempo! Dove sei stata in tutti questi anni?- -Un po' di qua un po' di là- rispose vaga. Evelyn era la sua migliore amica dai tempi delle superiori, avevano fatto tutti e cinque gli anni insieme, diventando molto legate. Era stata la prima a sapere del suo progetto di andare alla ricerca delle sfere del drago ed era stata la prima a vedere la sua “conquista” ottenuta durante il viaggio. Dopo il diploma avevano preso strade diverse: Bulma aveva continuato gli studi all'università in città mentre Evelyn partì con la propria famiglia alla volta dell'Europa. Non si erano più viste né sentite.

L'azzurra fece accomodare l'amica sulla sedia davanti al computer mentre lei rimase in piedi appoggiata al tavolino, l'amica la guardò scettica. -Allora è vero che sei incinta! Non tutto ciò che scrivono è una buffonata!- esclamò ridendo. L'azzurra sorrise accarezzandosi il pancione di cinque mesi sotto la leggera maglietta a mezze maniche bianca. -Adesso tu devi raccontarmi per filo e per segno tutto ciò che è successo in tutti questi anni!- la donna ci penso un attimo -Forse è meglio che racconti prima tu, la mia è una storia un po' particolare- le disse lasciandola in sospeso.

Evelyn alzò le spalle e cominciò a raccontare: dopo il diploma si erano diretti in Europa, fermandosi rispettivamente a Parigi, Londra e Roma. In quest'ultima ci rimasero ben 6 mesi, poi si erano spostati a Milano dove lei aveva deciso di continuare a studiare, prendendo legge.

Erano passati anche per Barcellona, Lisbona e Catania ma non si fermarono che qualche giorno. Una volta compiuti 25 anni lei si trasferì a Roma dove incontrò il suo attuale marito, dal quale aveva avuto una bambina.

Bulma rimase in ascolto incantata cercando di paragonarli ai suoi di viaggi, non riuscendoci a pieno. -Una bambina? Quanto ha?- -Sei anni compiuti il mese scorso.- rispose la castana sorridendo. -E siete tutti qui in Giappone? Tu, tuo marito e la vostra bambina?- chiese curiosa -Si, ci siamo tutti!- disse con il suo leggero accento italiano. -Ma adesso basta parlare di me! Dimmi di te: coma hai incontrato tuo marito? Come vi siete innamorati? Quali avventure hai vissuto? Com'è la tua famiglia? Voglio sapere tutto!- Bulma sorrise nervosa incerta se raccontarle tutto o tralasciare il fatto che la sua famiglia, e la sua cerchi di amici, era composta per metà da alieni. Prese un respiro profondo. -Sei sicura che vuoi sapere tutto?- Evelyn annuì convinta e trepidante. L'azzurra sospirò nuovamente e prese una sedia lì vicino sedendosi di fronte all'amica. -Allora preparati perché sarà una cosa lunga e particolare. Cominciamo dall'inizio: ti ricordi la leggenda sulle sette sfere?- l'altra annuì e Bulma cominciò a raccontare. Partì dal primo incontro con Goku, le raccontò tutto il viaggio alla ricerca delle sfere, di Pilaf, del Fiocco Rosso, del Genio, degli allenamenti, del torneo Tenkaichi, di Al Satan e Junior, tutto. Arrivò velocemente allo scontro con Radish, alla scoperta del figlio di Goku e alla natura aliena del secondo, la morte del suo migliore amico, l'annuncio dell'arrivo dei compagni di Radish, l'allenamento serrato di tutti compreso il piccolo Gohan con Junior e quello di Goku nell'Aldilà, l'arrivo dei due Saiyan, Vegeta e Napa -Aspetta, aspetta! Ma Vegeta non è tuo marito?- chiese Evelyn. -Si, esatto.- rispose -Ma scusa come...?- -Se mi dai un attimo ci arrivo.- prese fiato e continuò il racconto: lo scontro con gli invasori e la paura, il viaggio su Nameck con Gohan e Crili, lo scontro con Freezer e i suoi uomini, l'aiuto inaspettato di Vegeta, l'arrivo di Goku e Junior, il ritorno sulla Terra e l'ospitalità offerta al Saiyan.

Si fermò un attimo, era arrivata al momento in cui la sua storia prendeva una svolta, voleva assicurarsi che l'amica la stesse ascoltando. Evelyn pendeva letteralmente dalle sue labbra mentre cercava di immagazzinare tutte le informazioni senza battere ciglio. Strano, credeva l'avesse scambiata per pazza. -Scommetto che adesso comincia la parte interessante..!- disse la castana. Bulma fece per rispondere ma si limitò ad annuire, mettendo insieme i pezzi di quel periodo duro. -Beh? Che aspetti continua!- la incalzò. Bulma le raccontò a grandi linee l'arrivo di Mirai!Trunks e l'annuncio dei cyborg, Cell e lo scontro furono appena accennati. Le raccontò infine ciò che era successo pochi mesi fa, lo scontro con Majin Bu. Alla fine del racconto riprese fiato e si fermò un attimo osservando Evelyn che apriva bocca per farle una domanda ma poi la richiudeva. -Fammi capire bene: lungo il tuo viaggio alla ricerca delle sette sfere hai incontrato Yamcha, un predone del deserto che cercò di derubarvi, e ti mettesti con lui. Poi dopo questo Lord Congelatore hai scaricato il tuo fidanzato per un principe alieno spietato e senza patria?- l'azzurra annuì, sorpresa dal fatto che non le avesse chiesto nulla sul fatto che stesse con un alieno. Evelyn ci pensò un attimo. -E come sei arrivata a ciò?- -E'?- chiese l'altra presa in contro piede. -Insomma non si passa con uno schiocco di dita dall'amore per un ragazzo all'amore per un altro uomo. Cosa è successo nel mentre?- le chiese. Adesso aveva capito dove volesse andare a parare, voleva sapere lo svolgersi della relazione col Saiyan. Si morse il labbro ripensando a quei momenti, gli ormoni della gravidanza la resero più triste di ciò che sarebbe dovuta essere. -Beh durante i tre anni in attesa dei cyborg mi innamorai inconsapevolmente di lui. Nonostante io sapessi che non era il tipo di persona di cui ci si può innamorare, lo feci ugualmente. Mentre la relazione con Yamcha andava a rotoli il mio amore per Vegeta cresceva fin quando..- sospirò. -Fin quando?- -Fin quando non ci finii a letto. Esperienza senza precedenti certo però mi accorsi che lui non voleva ciò che volevo io. Lui voleva solo il mio corpo mentre io volevo il suo amore. Andammo avanti per mesi prima che mi decisi a dire tutto a Yamcha e a mollarlo, si infuriò naturalmente e non lo sentii per giorni.- -E lui, avendo campo libero, non esitò a saltarti addosso nuovamente e tu non hai potuto fare altro che assecondarlo. Eri troppo innamorata per capire l'enorme errore che stavi commettendo.- disse Evelyn. Bulma annuì soprappensiero, purtroppo l'amore trascinante, passionale e logorante che provava per il Saiyan non era mai scomparso. -Poi? Cosa successe?- ritornò con i piedi per terra. -Rimasi incinta. Quando lo scoprii avevo più paura della sua reazione che del fatto di diventare mamma. Quando glielo dissi mi rispose solamente che non erano affari suoi e che la cosa non gli interessava. Mi si spezzò il cuore a quelle parole, gli urlai addosso tutti gli insulti che conoscevo. Ma lui non si scompose, rimase a fissarmi negli occhi per un tempo lunghissimo, poi si girò e se ne andò.

Nei mesi successivi finimmo a letto altre volte. Poi un giorno sparì e non lo vidi più.

Quando seppi il sesso del nascituro gli lasciai semplicemente un biglietto in camera con scritto che dovevo parlargli. Si presentò davanti la mia stanza terminati gli allenamenti e io gli diedi la notizia sapendo comunque che a lui non importava- ricordava perfettamente quel giorno, non lo avrebbe mai scordato.

 

-Cosa vuoi?- le disse facendola sobbalzare.

Si girò di scatto verso la porta abbandonando il libro che stava leggendo sul letto, cominciando a torturarsi le mani. Come doveva dirglielo?

Il Saiyan restò in attesa fin quando lei non si decise a parlare. -Ecco, oggi ho avuto modo di fare una visita e sapere il sesso del bambino...- cominciò. -So che a te non frega nulla ma hai comunque il diritto di saperlo.- il Saiyan aprì la bocca per dire qualcosa riguardo al fatto che a lui non importava ma fu fermato da lei che gli fece gesto di lasciarla finire. Così richiuse la bocca e si sedette di fianco a lei sul letto.

Bulma avvertì come una scarica elettrica quando le loro mani si sfiorarono. Fece un respiro profondo e continuò -Tuo figlio, nostro figlio è un maschio. Dall'ecografia si è vista persino la coda.- disse più a se stessa che a lui. Non avvertì alcun movimento al suo fianco così si girò a guardarlo. Nei suoi occhi c'era una strana luce, che fosse felice? Lo vide sdraiarsi con le braccia dietro la testa e gli occhi chiusi. -Un maschio..- ghignò soddisfatto, il proprio seme aveva fatto un buon lavoro.

Fissò la donna affianco a lui, loro figlio. Quel bambino era di entrambi quindi anche lei meritava un ringraziamento. La tirò a sé e la baciò. Nonostante l'ingombrante pancione di sei mesi i loro corpi si incastravano perfettamente l'uno all'altro.”

 

-...ma? Bulma mi senti?- la donna si riprese e guardò l'amica di fronte a sé che aspettava il continuo della storia. -Si scusa. Ero soprappensiero.- -Ho notato. E dopo i cyborg la vostra relazione com'è andata? È tornato da te?- l'azzurra sospirò. -All'inizio no. Cioè era tornato a casa però se ne stava rintanato in camera sua uscendo a mala pena per mangiare. Aveva abbandonato persino gli allenamenti. Una sera riuscii finalmente a incontrarlo, gli chiesi che intenzioni avesse, se volesse fare il vegetale* per il resto della vita o se avesse intenzione di prendere una posizione.- sorrise -Sai come mi rispose lui?- Evelyn scosse la testa -Come?- il sorriso della donna si allargò maggiormente. -Mi disse che se dovevo continuare a fare battutacce riguardanti il suo nome se ne sarebbe andato sul momento. Io mi limitai a ridere e a baciarlo.- -Quindi,Trunks giusto? Non era una cosa cercata ma è capitato e basta.- Bulma ci pensò un attimo poi scosse il capo -No, perché la notte in cui l'abbiamo concepito mi disse che sul suo pianeta quando sceglievano una donna, ella doveva essere l'unica che avrebbe dovuto dare loro un bambino. E invece la notte in cui ci rimettemmo insieme mi disse che non era stato un caso che Trunks fosse venuto al mondo, lui le cose le programmava prima non lasciava niente al caso.- spiegò.

Bulma osservò attentamente l'amica, in attesa di una sua qualsiasi reazione ma Evelyn si limitava ad osservare il vuoto davanti a sé come in trans. -Ok- disse tornando con i piedi per terra. Bulma la guardò perplessa piegando leggermente la testa da un lato, si sarebbe aspettata di tutto tranne che un semplice “ok”. Avrebbe dato qualsiasi cosa per sapere cosa passava per la testa dell'amica: insomma le aveva rivelato che si era sposata un alieno, aveva viaggiato per lo spazio e si era scontrata con esseri inimmaginabili, di tutto si sarebbe aspettata tranne che una reazione apatica, come se le avesse detto che era andata dal parrucchiere e aveva fatto la manicure.

Sbattè le palpebre un paio di volte voltandosi verso l'amica di vecchia data. -Ok. Ti aspettavi altro?- -Beh mi aspettavo come minimo che mi tormentassi di domande o che mi credessi pazza oppure, nel peggiore dei casi, che saresti scappata via urlando. E invece hai reagito come se ti avessi raccontato la mia giornata. Non sei sorpresa?- Evelyn alzò le spalle e scosse la testa leggermente facendo svolazzare i lunghi capelli castani. -Ovvio che sono sorpresa, ho un miliardo di domande da farti, ma so sarebbero alquanto inutili e ovvie quindi meglio evitare.- disse. L'azzurra prima la guardò perplessa poi si aprì in un radioso sorriso che coinvolse anche gli occhi.

Un leggero rumore metallico attirò la sua attenzione. Si voltò verso la fonte ma non scorse nessuno se non un robot che svolgeva le proprie mansioni. Si accigliò.

Anche Evelyn sbirciò nella direzione dai cui proveniva il suono ma non vide nessuno. -Che cosa c'è?- chiese alla padrona di casa. Bulma si alzò e si diresse verso l'armadio in silenzio. Lo aprì di scatto e all'interno vi trovò, oltre alla miriade di attrezzi da lavoro e circuiti, un ragazzino dai capelli color glicine. Trunks fissava la madre leggermente terrorizzato, sapeva che non doveva entrare lì dentro di nascosto né tanto meno usare i propri poteri, tranne lo stretto indispensabile, all'interno dell'edificio. Ingiottì la saliva che aveva in bocca e si apprestò a dare spiegazioni -Ecco io.. ehm... dovevo farti firmare questa così sono venuto a cercarti. P-però non ti ho trovato e ho pensato che eri qui così sono entrato. Quando vi ho visto parlare ho preferito aspettare... qui dentro.- disse tutto d'un fiato mostrando il foglio che teneva tra le mani.

Bulma diede un'occhiata veloce al pezzo di carta che il bambino le mostrava. -Perchè queste cose non le fai vedere anche a tuo padre? I genitori sono due!- disse sbuffando. Gli strappò il foglio dalle mani e si allontanò dall'armadio, tornando al tavolo dove l'amica la guardava silenziosa.

Trunks uscì dall'armadio e affiancò la madre -Veramente io stavo cercando papà.. però non l'ho trovato e così ho pensato di chiederti se tu sapessi dov'era.- si giustificò il bambino.-Sono qui.- proferì una voce profonda. Madre, figlio e ospite si girarono contemporaneamente verso la porta del laboratorio: Vegeta sostava sull'uscio con la sua solita posa a braccia incrociate appoggiato al muro.

Evelyn rimase incantata alla vista di quel Dio greco, era perfetto. Ogni singola parte del suo corpo si incastrava perfettamente con l'altra, non c'era nulla fuori posto. La singolare pettinatura a fiamma lo rendeva ancora più attraente di quanto già non fosse e quegli occhi pece erano irresistibili. Dovette ricordarsi che era sposato con la sua migliore amica altrimenti sarebbe stata ore a sbavargli dietro. Si ricompose e l'osservò avvicinarsi al tavolo.

Si staccò dal muro e si avvicinò al tavolo mettendo una mano in tasca. La propria andatura, fiera e regale, non era cambiata negli anni. Osservò le due donne guardarlo incantate e trattenne a stento un ghigno divertito. Si fermò a pochi passi dal figlio -Cos'è che dovevi farmi vedere, Trunks?- chiese al bambino continuando però ad osservare un punto davanti a sé. Il bambino si limitò ad indicare il foglio posto sul tavolo senza proferir parola.

L'uomo buttò uno sguardo al foglio sulla scrivania e la prima cosa che lo colpì fu la sfilza di numeri e il nome del proprio figlio scrittovi sopra, comprese subito di avere davanti un documento piuttosto importante. Fu proprio il bambino al proprio fianco a confermare i suoi pensieri -La pagella di metà quadrimestre. Dovete firmarla entrambi- sottolineo l'ultima parola come a specificare che non fosse una scelta ma un obbligo.

Diede un'occhiata veloce al documento prima di firmalo: una sfilza di otto, nove e un paio di dieci facevano mostra di sé accanto al nome della materia. L'unica pecca in quella perfezione era nell'unica materia in cui avesse sempre dato per scontato il voto nettamente maggiore alla sufficienza.

E invece accanto alla materia “scienze sportive e motorie” l'unico cinque di quella pagella perfetta fece inarcare un sopracciglio al principe, sorpreso da quel voto che stonava decisamente con la natura del ragazzo.

Bulma si voltò verso il bambino -Come mai hai l'insufficienza ad educazione fisica?- gli chiese curiosa. Il glicine sbuffò voltando la testa di lato visibilmente infastidito, si trattenne di descrivere la prof di ginnastica con appellativi poco consoni a un ragazzino della sua età -Perchè quella vecchia strega ce l'ha con me. Nonostante io sia l'unico nell'intera scuola a riuscire ad eseguire i suoi esercizi impossibili, lei si ostina a mettermi l'insufficienza! Dice che non sarebbe corretto nei confronti dei miei compagni.- si accigliò infastidito.

Bulma osservò il bambino: diventava troppo simile al padre quando era infastidito o arrabbiato. Riportò lo sguardo sul foglio che teneva in mano, prese una penna e firmò per poi passarlo al marito che la guardò. Lei lo fulminò con lo sguardo. Vegeta sbuffò e firmò anche lui.

-Non preoccuparti Trunks ai prossimi colloqui ci parlo io con la tua prof. Le faccio passare la voglia di fare l'invidiosa.- disse Bulma al ragazzino il quale alzò le spalle e, dopo aver recuperato il foglio, uscì dalla stanza.

Erano rimasti solo i tre adulti nella stanza ed Evelyn cominciò a sentirsi il terzo incomodo ma prima che potesse dire qualcosa, Vegeta uscì dalla stanza senza una parola. Che tipo strano.

Portò la sua attenzione sull'amica che ancora fissava il punto in cui il marito era scomparso. Schioccò le dita per riportarla alla realtà. -Terra chiama Bulma! Su che pianeta sei?- disse sarcastica. L'azzurra si voltò -Sul pianeta Vegeta..- le rispose. La castana incrociò le braccia al petto. -Questo lo avevo capito. Ma adesso non è tempo di viaggiare per lo spazio con la mente, quindi, per favore, torna sulla Terra. Grazie!- la riprese. L'azzurra annuì e portò la propria attenzione sull'amica. -Anche se, devo ammettere, che un Dio greco a confronto sembrerebbe goffo e impacciato.- continuò Evelyn. La donna sorrise ed incrociò le braccia al petto a sua volta -Già, dopotutto è il principe di una razza guerriera. Cosa ti aspettavi? Un ciccione obeso tutta ciccia e mani unte?- l'altra scoppiò a ridere, si era immaginato di tutto tranne quello e l'immagine dell'uomo super sexy tramutata in quella di un ciccione obeso con le mani unte e il grasso che usciva da ogni parte la fece ridere ancor di più.

-Cos'hai da ridere? Cosa c'è di così divertente?- chiese Bulma. Evelyn cercò di trattenere le risate e le spiegò cos'aveva pensato facendo scoppiare a ridere anche l'amica.

 

***

 

Mise la matita sulla punta del naso mantenendola in equilibrio, appoggiò la testa sulle mani continuando ad osservare fuori dalla finestra, di fronte alla scrivania su cui era seduto.

Qualcuno di fianco a lui sbuffò annoiato, spostando la calcolatrice si accasciò sul libro ancora con la matita in mano. Alzò la testa verso il compagno di giochi che fissava il paesaggio fuori dalla finestra -Trunks! Sono ore che studiamo! Io non ci sto capendo una mazza, perchè non facciamo una pausa?- chiese il figlio di Goku.

Il glicine voltò la testa verso l'interlocutore ancora con la matita in equilibrio sulla punta del naso valutando l'idea di fare un piccolo break. Osservò il libro e il quaderno pieni di appunti e calcoli, la maggior parte non riusciti, in effetti anche lui si era stancato di studiare. Spinse indietro la sedia in modo da farla rimanere in bilico sulle gambe posteriori, allungò il collo e sbirciò la radiosveglia di fianco al letto: le 17:25. Calcolando che si erano messi sui libri alle 15:15 erano più di due ore che stavano con la testa china sul libro di matematica. -Va bene. Comincio ad avere fame e ho bisogno di sgranchirmi un po' i muscoli.- disse tornando composto e stiracchiandosi. Si alzò di scatto facendo cadere la matita dal proprio naso, chiuse il libro e si diresse fuori la stanza seguito a pochi passi da Goten.

Scese le scale con la super velocità di cui era dotato ritrovandosi in un lampo in cucina sotto lo sguardo stupito di Evelyn. Non fece caso alla donna che lo seguiva con lo sguardo e si avvicinò al frigo, lo aprì e ne tirò fuori una quantità enorme di roba. Si mise, poi, a frugare nella credenza tirando fuori tanto cibo che sarebbe bastato per un esercito. -Trunks?- lo chiamò la donna. Il ragazzino tirò appena fuori la testa dalla credenza. -Anche tu sei per metà..ehm..alieno, giusto?- continuò. Il bambino alzò un sopracciglio all'udire quella domanda ovvia -Si. La cosa è ovvia in quanto mio padre lo sia.- che tipa strana. Evelyn abbassò lo sguardo imbarazzata, in effetti aveva fatto una domanda abbastanza ovvia ma non sapeva come iniziare la conversazione. Notò che era tornato a frugare nella credenza, inginocchiato sul pavimento. -E, come dire, la cosa ti piace? Non ti da fastidio essere diverso? Dover nascondere la tua natura?- gli chiese nuovamente. Lo vide bloccarsi un momento e girarsi a guardarla, i suoi occhi scintillavano fieri. Quando tornò ad occuparsi di ciò che stava facendo le rispose -Essere un Saiyan non mi ha mai dato problemi. Anzi me li ha risolti. Certo devo cercare di rivelarmi il meno possibile, sono costretto a non usare i miei poteri davanti a tutti e non posso di certo vantarmi con i miei compagni di essere il figlio del Principe dei Saiyan, però la cosa non mi da fastidio. Credo che ognuno di noi nasconda un piccolo segreto, ecco il mio non è nient'altro che un segreto che pochi sanno.- chiuse gli sportelli e levitò fino agli scaffali superiori tirando fuori un cartone di succo. -Io sono fiero di essere un Saiyan e non cambierei la mia natura per nulla la mondo.- concluse sorridendo.

Evelyn rimase colpita dal discorso, così profondo per un bambino così giovane. -Truuuuunks!! Non ti mangiare tutto!- esclamò il moro entrando nella stanza correndo. Si posizionò sulla prima sedia libera e iniziò a mangiare seguito poco dopo dall'amico che si sedette al suo fianco, più fiero e composto: buon sangue non mente! Essere figlio di un principe e di una donna di successo aveva i suoi pro.

 

***

 

Giochicchiava con le chiavi dell'auto in cerca di un passatempo migliore. Il mollusco era andato via già da qualche settimana e non poteva quindi divertirsi ad umiliarlo. Lanciava le chiavi e le riprendeva non mancando un tiro, fissando dritto davanti a sé la portafinestra che dava sul giardino. Fuori era buio, neanche la luna illuminava quella tetra notte, le nuvole si avvicinavano minacciose all'orizzonte preannunciando un temporale come pochi. Smise di giocare con le chiavi e controllò l'ora sul display del registratore posto sotto il televisore: segnava le 23:10. Sbuffò alzandosi dalla poltrona su cui era comodamente seduto, avvicinandosi alla porta finestra.

La compagna era uscita circa un'ora fa per accompagnare Evelyn in albergo, a sei isolati da lì. Non gli aveva chiesto di accompagnarla e lui non si era di certo offerto, ma adesso che ci ripensava forse avrebbe dovuto accompagnarla, era sola e incinta fuori di notte con un temporale in arrivo. Si accigliò. Da quando si preoccupava per l'incolumità di quella donna? Da sempre, dal momento in cui te ne sei innamorato. Ci mancava pure la sua coscienza adesso! Da quando ne aveva una? Dov'era quando faceva stragi di innocenti sotto ordine di Freezer? Forse sepolta sotto tutta quella merda che si portava dietro.

Il rumore delle chiavi nella serratura lo distolse dai propri pensieri. Bulma entrò in casa mentre fuori il temporale aveva cominciato a rinfrescare la città.

Lanciò le chiavi sul tavolino stizzita, chiuse la porta alle sue spalle e strofinò le scarpe zuppe sul tappeto. Oltre al traffico, causato da un blocco stradale su una strada stretta e a senso unico, ci si era messa anche la pioggia a beffeggiarsi di lei. Normalmente non se la sarebbe presa per quel piccolo inconveniente, ma siccome i suoi ormoni in quel momento erano tutt'altro che normali la cosa non le sarebbe scivolata addosso e, sicuramente, se la sarebbe presa con la prima persona che le fosse capitata a tiro. Scacciò via le scarpe bagnate percorrendo il corridoio a piedi scalzi, si tolse la giacca lasciandola cadere sul pavimento. Entrò il salotto e si lasciò cadere sul divano, poggiando i piedi sul tavolino da caffè li davanti. Sbuffò e poggiò una mano sul pancione portando lo sguardo alla porta finestra dove il compagno la guardava da quando era entrata nella stanza, non si era ancora accorta della sua presenza tanto si confondeva bene con la penombra causata dalla semi-oscurità della stanza. Buttò la testa indietro sulla spalliera del divano sospirando, i capelli umidi le si erano appiccicati al viso e usò le mani per sistemarli. Allungò le braccia in direzione del marito chiedendogli di sedersi accanto a lei.

Alzò gli occhi al cielo comprendendo cosa la donna gli stava chiedendo, si chiese da quanto tempo avesse cominciato ad assecondare le sue richieste assurde e si ricordò che se non l'accontentava diventava isterica. Si sedette sul divano cercando di tenerla il più lontano possibile, quando però vide che aveva appoggiato la testa sulle proprie gambe si rassegnò all'idea che non se la sarebbe più scrollata di dosso.

Sospirò rilassata, amava quei momenti intimi che raramente riuscivano a concedersi, lui era sempre così remissivo alle coccole. Giusto quando era malato si lasciava coccolare un po' di più ma, siccome la sua tempra Saiyan non gli permetteva di ammalarsi facilmente, tranne quando si ammazzava di allenamento finendo mezzo morto steso davanti la porta d'ingresso, la cosa succedeva altrettanto raramente. Alzò lo sguardo incontrando la sua mascella marcata, il suo naso perfetto e i suoi occhi d'ebano che guardavano da tutt'altra parte. Sbattè le palpebre un paio di volte continuando a fissarlo: sorreggeva la testa con una mano il cui gomito era appoggiato al bracciolo del costoso mobilio, l'altro braccio era disteso sulla spalliera come per resistere alla tentazione di fare qualche gesto sconveniente. -Per quanto tempo ancora intendi usarmi come cuscino? Se hai bisogno di sdraiarti usa un letto non me.- le aveva detto scorbutico. Lei sorrise e lo ignorò accoccolandosi maggiormente alle sue gambe, lo conosceva bene. Era decisamente stanca.

Osservò la donna sdraiata su di lui che stava crollando dal sonno. Riportò lo sguardo davanti a sé pensando a quanto stupida e fragile fosse, bastavano quattro gocce a metterla K.O. Una forte luce rischiarò la stanza seguito da un forte boato, sentì sussultare la donna a quel suono e, quando anche la luce saltò, si rannicchiò maggiormente. Stupida, fragile, paurosa umana.

Eppure la ami. Eccola di nuovo, quella stronza della sua coscienza a ricordargli ciò che sapeva già. Mentre la donna tornava a rilassarsi, lui fece scivolare lo sguardo sulla sua figura soffermandosi sui fianchi pronunciati, sul seno pieno di latte e sul ventre rigonfio che ospitava loro figlio. Si ritrovò a constatare che non sapessero ancora il sesso del bambino, per quanto poco gli interessasse, o meglio, per quanto poco volesse fargli ammettere il proprio orgoglio, era curioso di sapere se fosse stato un altro maschio o una femmina. Un femmina, una bambina, tutta coccole e vestiti. Rabbrividì all'idea di doversela vedere con una bambina, ne aveva già una a cui doveva badare. Però l'idea non gli dispiaceva infondo, era pur sempre sua figlia.

Scacciò via quei pensieri scuotendo la testa. Quando abbassò lo sguardo si accorse che la compagna si era addormentata sulle proprie gambe. Sbuffò seccato, andava a finire sempre così.

Si sentì sollevare nel dormiveglia. Riuscì ad aprire leggermente gli occhi per accorgersi che si trovava tra le braccia del Saiyan. Si era addormentata sulle sue gambe e non se n'era neanche accorta. -Vegeta...- sussurrò nel dormiveglia. -... ti amo.- disse prima di tornare tra le braccia di Morfeo. Purtroppo non vide l'uomo sorridere ma udì ciò che lui le disse in un sussurro nell'orecchio. -Ti amo.- sorrise e stavolta si addormentò veramente.




*Si è una battuta pessima ma ci stava per sdrammatizzare xD

Angolo autrice:

Perdonooooooooooooo ç.ç Sono in un enorme ritardo ma avendo avuto il mio ragazzo per una settimana a casa mia e i vari prof alle calcagnia non ho potuto fare di meglio. Chiedo umilmente perdonoooo *si inchina alla giapponese*. Da adesso in poi cencherò di aggiornare regolarmente promesso >.< Ringrazio chi ancora mi segue (Grazieeee ç.ç), chi legge e chi recensisce (*-* vi amo)! Al prossimo capitolo.

un bacio angelo_nero 

 

 

 

 

  
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